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Abstract della relazione IL NOVECENTO

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Academic year: 2021

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Cesare Grazioli

Abstract della relazione IL NOVECENTO

- Necessità preliminare di chiarirci su quale Novecento in relazione a quale gradi di scuola e all’interno di quale curricolo. Ciò rimanda al nodo del riordino dei cicli, ed in particolare alla necessità, particolarmente impellente per la sto- ria-materia, di superare l’attuale ripetizione ciclica dei programmi.

- Le due ipotesi che ragionevolmente si possono immaginare al riguardo, ov- vero:

a) una sola volta la storia generale, su scala quinquennale, con conclusione su Novecento all’altezza della fine dell’obbligo, cioè nel biennio della secondaria (da noi preferita);

b) accorpamento del programma entro la scuola di base, con storia generale nei 4-5 anni finali del settennio, e poi di nuovo nella scuola secondaria portano, alla fine del triennio secondario, ad affrontare lo svolgimento del No- vecento, nella prima ipotesi per temi e problemi; nella seconda ipotesi ancora in una logica di storia generale.

- Tale differenza, tra un approccio per moduli costruiti su temi e problemi, e un approccio diacronico in termini di storia generale, nel caso del Novecento dovrebbe essere, a mio avviso, minore di quanto possa apparire. E ciò a causa dell’impossibilità di racchiudere il Novecento entro gli schemi del tradizionale racconto storico di tipo unilineare e scandito sul tempo breve degli avvenimenti e dei decenni (inizio secolo, 1^guerra mondiale, anni venti, anni trenta, ...).

Ciò, quanto meno, sulla base di come si presenta il Novecento, sulla base dei risultati del dibattito storiografico, che cerco qui di sintetizzare.

- L’approccio che mi appare più congruo è in termini di rilevanze, intese ad un tempo come:

a) macro-temi; b) aspetti che caratterizzano il secolo rispetto a tutte le epoche precedenti; c) fenomeni con forte valenza periodizzante, che consentono cioè di periodizzare al suo interno il secolo, se è vero che lo strumento euristi- co-interpretativo fondamentale del lavoro storico è la periodizzazione. In que- sto senso, il Novecento ci appare come:

- A. il secolo della transizione demografica …

- B. il secolo della tecnologia, nel segno prima della 2^ poi della 3^ rivolu- zione industriale…

- C. il secolo della mondializzazione della storia, secondo due assi:

c.1 l’asse Est-Ovest, ovvero il secolo delle guerre e delle grandi ideologie collettive…

c.2 l’asse Nord-Sud, dall’età dell’imperialismo ai diversi scenari del presen- te…

- D. il secolo delle masse…

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- Anche ad una sommaria esposizione, risulta evidente che tali rilevanze emergono solamente in un’ottica planetaria (come dopo di me sarà illustrata dal prof.Cajani), ottica che ovviamente non esclude poi “zoommate” su scale spaziali più circoscritte che tali rilevanze, poi, emergono solo da una ricogni- zione sul secolo visto nel suo insieme – in un qualche modo, applicando la longue durée anche alla storia contemporanea, quella che finora ne è stata meno investita – mentre rimangono letteralmente invisibili, o inafferrabili, sulla scala del breve periodo.

- Ciò comporta la necessità di affrontare preliminarmente il secolo nella sua interezza, salvo poi, ovviamente, scegliere solo alcuni temi o problemi da ap- profondire, nell’impossibilità di “fare tutto”; e l’insensatezza di ragionamenti del tipo: sono arrivato agli anni…(’60, ’70, o…).

- Il Novecento impone dunque una diversa idea di storia generale, non sostan- zialmente diverso da un approccio per temi e problemi: ovviamente, se quest’ultimo parte dai temi e problemi storiograficamente più rilevanti, secon- do le scale spazio-temporali ad essi più pertinenti.

Resta da aggiungere, in chiusura, che da questa idea di Novecento deve con- seguire una profonda revisione della storia insegnata anche per le epoche pre- cedenti: non si può continuare con i vecchi sistemi fino all’Ottocento, e poi cambiare di colpo quando si arriva al Novecento, pena il totale disorientamento degli studenti. Ciò che si impone è pertanto una diversa idea di storia generale, per la quale rimando alla prossima relazione, quella del prof. Antonio Brusa.

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