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VI. Conclusioni L’insieme delle indagini svolte in questo studio miravano ad approfondire le conosecenze sull’autoecologia e sinecologia di H. elodes

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VI. CONCLUSIONI

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VI.

Conclusioni

L’insieme delle indagini svolte in questo studio miravano ad approfondire le conosecenze sull’autoecologia e sinecologia di H. elodes. Per quanto riguarda l’autoecologia, in particolare, è stato eseguito un censimento della popolazione e sono stati studiati la fenologia, la biologia d’impollinazione e i semi.

Dall’ultimo censimento, eseguito in Settembre 2010, emerge che la popolazione della specie (l'unica in Italia) è di piccole dimensioni, in quanto sono stati contati in tutto 1.228 individui. Il numero degli adulti è pari a 916 individui, tuttavia questi valori potrebbero essere molto più bassi, in quanto parte di essi potrebbero essere dei ramets.

Gli studi condotti sulla fenologia hanno messo in luce che Hypericum elodes fiorisce da Giugno a Settembre, il culmine della fioritura è raggiunto tra Luglio ed Agosto e, da un anno all’altro, ci possono essere ampie fluttuazioni sulla stagione di fioritura.

Le cime portano, mediamente, 7 – 8 fiori, tuttavia si può arrivare ad un massimo di 15 fiori. La fioritura completa di una cima dura mediamente 22 giorni. Generalmente si ha l'antesi di un fiore alla volta, ma talvolta possono schiudersi contemporaneamente due fiori appartenenti a due diramazioni diverse della cima. Tra l’antesi di un fiore ed un altro trascorrono dai 2 ai 4 giorni, e i fiori durano un solo giorno.

I fiori si schiudono in tarda mattinata, verso le 11, e nel tardo pomeriggio, verso le 17, cominciano a richiudersi. Per tutto il periodo di tempo di apertura sono frequentati da piccoli imenotteri e ditteri.

Durante l’anno di osservazione del popolamento, inoltre, si è visto che H. elodes supera le stagioni avverse sia come emicriptofita, sia come elofita. In inverno, tra Dicembre e Febbraio, c’è una fase di pausa vegetativa. I primi germogli vengono prodotti in Marzo. Ad Aprile si assiste anche alla propagazione vegetativa della specie: in particolare dai fusti sommersi si diramano numerose radici avventizie. I fusti si spezzano facilmente, rilasciando in acqua i propaguli. Tra Maggio e Giugno si registra il maggiore sviluppo della pianta, che, al termine, può arrivare fino a 18 nodi. Nel periodo estivo sono state osservate emergere nuove plantule. Tra Luglio ed Agosto la pianta può soffrire un po’ di stress idrico, la velocità di crescita diminuisce e la parte superiore può avvizzire. Sempre nel periodo estivo è stato osservato un maggior disturbo dovuto alla presenza di ungulati, in particolare è stato osservato un intenso calpestio nella zona in cui H. elodes cresce, a causa del grufolìo dei cinghiali. In alcuni casi sono stati trovati anche alcuni individui di Hypericum con segni di brucatura. Sembrerebbe comunque che il pascolamento occasionale non causi danni ma, anzi, favorisca l’accestimento di H. elodes.

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Grazie agli esperimenti sulla biologia di impollinazione si è compreso che H. elodes si riproduce sia per autogamia, sia per impollinazione incrociata (entomofila), ma non per apomissia.

Confrontando i dati relativi al numero di semi per capsula, alla caratterizzazione dei semi ed ai test di germinazione, è emerso che il gruppo di controllo assume sempre un comportamento intermedio tra quello dell’autogamia forzata e quello dell’impollinazione incrociata forzata, lasciando supporre che H. elodes sia una specie autogama facoltativa.

Sulla base dei dati in nostro possesso, inoltre, si può ipotizzare che H. elodes sia capace di costituire una banca del seme nel terreno.

La maggior produzione di semi ottenuta tramite l'impollinazione incrociata forzata, e la loro maggiore vitalità rispetto al gruppo di controllo, ha messo in luce che probabilmente in natura l’impollinazione incrociata, operata dagli insetti, avviene meno del previsto e, di conseguenza, probabilmente una consistente percentuale dei semi prodotti deriverebbe da autogamia.

Confrontando, infine, le caratteristiche dei semi ottenuti tramite autogamia forzata con quelle dei semi ottenuti tramite l’impollinazione incrociata forzata è emerso che le due strategie riproduttive comportano la formazione di due tipologie diverse di semi: l’autogamia produce un minor numero di semi, con una minore quantità di sostanze di riserva, una minore vitalità, una minore dormienza ed una maggiore velocità di germinazione, mentre l’impollinazione incrociata produce un maggior numero di semi, con una maggiore quantità di sostanze di riserva, una maggiore vitalità, una maggiore dormienza e una minore velocità di germinazione. Sembra così che H. elodes ricorra all’autofecondazione per potersi assicurare una riproduzione veloce ed a breve termine, mentre l’impollinazione incrociata fornisce semi più resistenti che possono permanere nel terreno per un tempo maggiore, garantendo la variabilità genetica della speciee la sua persistenza a lungo termine.

Il protocollo di germinazione individuato è il seguente: risciacquo dei semi in acqua demineralizzata per 2 ore e successiva vernalizzazione per 4 settimane a 5 °C. Si utilizza un substrato di germinazione con agar all’1%, le condizioni di germinazione sono temperatura costante a 19.5 °C e fotoperiodo di 12 ore. Per migliorare la germinabilità è stato necessario un trasferimento dei semi su un nuovo substrato.

Nella parte relativa alla sinecologia, invece, è stata aggiornata la flora del bosco del Palazzetto e sono stati effettuati dei rilievi fitosociologici.

Per l’area del Bosco del Palazzetto sono state segnalate in tutto 414 specie. Di queste, 236 sono state individuate in questo studio. È stato possibile confermare 64 specie segnalate da Corti (1953), ma non da Garbari (2000), e segnalare 69 entità nuove per il Bosco del Palazzetto. Dal confronto dell’elenco delle nuove entità con la check-list della Tenuta di San Rossore (Garbari, 2000), 33 di esse risultano nuove anche per l'intera area. Infine, 3 specie risultano di nuova segnalazione per la

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Provincia di Pisa e 2 rappresentano importanti conferme di dati storici a livello di flora provinciale (vedi Garbari & Borzatti von Loewenstern, 2005).

Dai rilievi fitosociologici, invece, è emerso che la vegetazione in cui Hypericum elodes si inserisce è di difficile inquadramento sintassonomico. A livello di alleanza, però, la cenosi si può attribuire al

Hyperico elodis-Sparganion Br.-Bl. & Tüxen ex Oberdorfer 1957, anche se numerose specie caratteristiche dell’Isoëto-Littorelletea Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937 non sono state rinvenute. La popolazione di H. elodes, risulta essere anche minacciata, soprattutto dalla massiccia presenza di ungulati. Altri fattori di rischio sono connessi ad un’eventuale alterazione dell’habitat, connesso sia al naturale interramento della zona umida, sia all’eventuale arretramento del cuneo salino. Queste modificazioni ambientali potrebbero accelerare il dinamismo favorendo, così una sostituzione delle cenosi.

Come è emerso dalla discussione, lo studio dell’ecologia della specie ha aperto numerose questioni che meritano un ulteriore sviluppo. Si può, quindi, auspicare che in futuro vengano effettuati degli studi che mirino a comprendere meglio se il popolamento sia effettivamente affetto da pollen

limitation ed, eventualmente, comprendere quali siano le cause.

Altri studi, invece, sono necessari per comprendere se H. elodes ricorra ad un’autogamia di tipo competitivo o di tipo ritardato. Inoltre sarebbe da verificare se ci sia una netta differenza qualitativa tra i semi prodotti da autofecondazione e i semi prodotti per impollinazione.

Occorrerebbe, poi, verificare se esista o meno una banca del seme del terreno.

Il protocollo di germinazione dovrebbe essere affinato: in particolare, bisognerebbe comprendere quale sia il tempo migliore di risciacquo in acqua affinché le sostanze inibitorie siano completamente dilavate.

A fini conservazionistici, inoltre, sono consigliabili degli studi sulla dinamica e la genetica della popolazione, affinché si possa valutare meglio lo status del popolamento (numero effettivo di adulti riproduttori, eventuali colli di bottiglia). Anche degli studi su come la disponibilità idrica, il pascolamento ed il calpestio possano influire sulla specie possono rilevarsi utili a comprendere meglio l’entità delle potenziali minacce che gravano sulla specie.

Per quanto riguarda la sinecologia, ulteriori studi saranno necessari per individuare informazioni che permettano un migliore inquadramento sintassonomico ed una migliore percezione delle dinamiche in atto.

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