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Strutture cosmiche in teorie

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Academic year: 2021

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(1)

Universit` a degli Studi di Padova

Dipartimento di Fisica e Astronomia Corso di Laurea Magistrale in

Fisica

Tesi di laurea

Strutture cosmiche in teorie

gravitazionali scalari-tensoriali prive di ghost

Laureando:

Mattia Scomparin

Relatore:

Sabino Matarrese

Correlatore:

Nicola Bartolo

Anno Accademico 2015-2016

(2)
(3)

A Valentina, mia sorella

(4)
(5)

Indice

1 Introduzione 7

2 Teorie gravitazionali scalari-tensoriali quadratiche di ordine superiore (qHOST) 11

2.1 Formalismo introduttivo . . . . 11

2.2 Definizione di una teoria gravitazionale qHOST . . . . 12

2.2.1 Casi particolari: Relativit` a Generale, L 4,H di Horndeski ed L 4,bH di beyond Horndeski . . 13

2.2.2 Riformulazione equivalente di una teoria gravitazionale qHOST . . . . 14

2.3 Matrice cinetica associata ad una teoria gravitazionale qHOST . . . . 14

2.3.1 Formalismo ADM(3+1) covariante . . . . 15

2.3.2 Contributo scalare alla matrice cinetica . . . . 16

2.3.3 Contributo gravitazionale alla matrice cinetica . . . . 19

2.3.4 Espressione esplicita della matrice cinetica . . . . 21

3 Teorie gravitazionali scalari-tensoriali quadratiche di ordine superiore degeneri (qDHOST) 25 3.1 Condizioni di degenerazione . . . . 25

3.2 Classi degeneri e corrispondenti parametri liberi . . . . 25

4 Strutture cosmiche statiche e sfericamente simmetriche in teorie gravitazionali qDHOST 29 4.1 Modello semplificato di teorie gravitazionali qDHOST degeneri . . . . 29

4.2 Relazioni variazionali introduttive . . . . 30

4.3 Equazione di campo scalare . . . . 31

4.4 Equazioni di campo tensoriali . . . . 32

4.5 Equazioni di campo scalari-tensoriali degeneri . . . . 36

4.6 Strutture cosmiche statiche e sfericamente simmetriche nella sottoclasse degenere C = Ia* . . . 36

4.6.1 Analisi del sottocaso ζ 1 = f 4 X . . . . 38

4.6.2 Analisi del sottocaso ζ 1 = g 4 = cost . . . . 39

5 Conclusioni 41 A Sull’impiego delle condizioni di degenerazione per eliminare il ghost di Ostrogradski 43 A.1 Formulazione Lagrangiana and Hamiltoniana di un modello esplicativo . . . . 43

A.2 Condizioni di degenerazione . . . . 45

A.3 Cenni di analisi Lagrangiana . . . . 46

A.3.1 Teoria non degenere . . . . 46

A.3.2 Teoria degenere . . . . 46

A.4 Cenni di analisi Hamiltoniana . . . . 47

A.4.1 Teoria non degenere . . . . 48

A.4.2 Teoria degenere . . . . 48

B Delucidazioni su alcuni risultati intermedi impiegati per il calcolo della matrice cinetica M q 51 B.1 Fondamentali contrazioni tra C ab,cd ed n a . . . . 51

B.2 Rappresentazione dei coefficienti cinetici A (φ) , B (φ) cd , K ab,cd (φ) . . . . 52

B.3 Rappresentazione della matrice cinetica . . . . 53

C Delucidazioni su alcuni risultati intermedi impiegati per il calcolo delle equazioni di campo 55 C.1 Variazione delle Lagrangiane L I e corrispondenti derivate covarianti . . . . 55

C.2 Calcolo delle espressioni per Π µ I ed Σ µ I . . . . 57

C.3 Calcolo delle espressioni per ∆ I µν e Ξ I µν . . . . 58

C.4 Espressioni per i parametri di classe ζ I C e derivate ζ I,X C . . . . 61

C.5 Spazio-tempo di De Sitter . . . . 62

C.5.1 Equazioni di background per tutte le classi degeneri . . . . 63

C.6 Spazio-tempo statico e sfericamente simmetrico . . . . 65

(6)
(7)

1 Introduzione

La Teoria della Relativit` a Generale ` e ritenuta una dei pilastri fondamentali della fisica moderna ed ` e tutt’oggi considerata la teoria standard della gravit` a [1].

Ancora invariate dall’originale formulazione che Einstein comunic` o alla Prussian Academy of Sciences nel novembre del 1915, le equazioni di campo della Relativit` a Generale hanno profondamente rivoluzionato la cono- scenza del cosmo nel corso di quest’ultimo secolo: esse governano la dinamica dell’Universo, predicono l’esistenza di buchi neri descrivendone le propriet` a, esprimono la propagazione di onde gravitazionali e delineano i processi di formazione di tutte le strutture cosmiche nell’Universo, dalle stelle e i pianeti fino agli ammassi e i super-ammassi di galassie.

Sebbene la teoria di Einstein abbia ricevuto sin da subito numerose conferme sperimentali da test osservativi compiuti sulla Terra e nel Sistema Solare, negli ultimi trent’anni lo studio di soluzioni cosmologiche opportuna- mente riproducenti dinamiche gravitazionali a grandi scale, tra cui l’odierna espansione accelerata dell’Universo, ha condotto la Teoria della Relativit` a Generale a richiedere tuttavia una innaturale abbondanza nell’Universo, circa del 96%, di ignoti contributi di materia ed energia oscure che ha motivato la comunit` a scientifica, in par- ticolare nell’ultimo decennio, a ritenere che la Teoria della Relativit` a Generale possa non essere la teoria della gravit` a pi` u adatta a descrivere l’Universo a grandi scale [2].

Poich´ e nella teoria di Einstein il campo gravitazionale ` e descritto dal singolo tensore metrico, alla base di una sua possibile estensione a grandi scale risiede la libert` a di includere ulteriori campi fondamentali a partire da quest’ultima. In tal contesto la scelta pi` u semplice ricade nelle ben note teorie gravitazionali scalari-tensoriali in cui al tensore metrico viene aggiunto un singolo campo scalare 1 la cui dinamica viene pesantemente soppressa da adeguati meccanismi di screening nelle scale dell’ordine del Sistema Solare, dove la Relativit` a Generale ` e la teoria sperimentata [3].

Le teorie gravitazionali scalari-tensoriali sono tra le pi` u consolidate e studiate teorie di gravit` a modificata [1]

sia per la loro intuitiva formulazione covariante che per la relativamente semplice struttura delle loro equazioni di campo scalari e tensoriali, ottenibili in tutta generalit` a dalla variazione di opportuni funzionali d’azione del tensore metrico, del campo scalare e delle loro rispettive derivate.

Un fortissimo vincolo nello spazio delle possibili teorie scalari tensoriali definibili in tal maniera ` e imposto dal Teorema di Ostrogradski [4]. Esso afferma che teorie scalari-tensoriali definite a partire da una densit` a di Lagrangiana non degenere 2 contenente derivate temporali di secondo o superior ordine nei campi sono condotte inevitabilmente alla presenza di una instabilit` a campistica nota come ghost di Ostrogradski 3 .

Condizione sufficiente ad evitare l’insorgere di tale instabilit` a ` e restringere il dominio di indagine a teorie localmente Lorentz-covarianti in uno spazio tempo 4-dimensionale che, come la Relativit` a Generale, possiedono manifestamente equazioni di campo del secondo ordine. Il Teorema di Horndeski [5], proposto nel 1974 ma riva- lutato in tempi pi` u recenti nell’ambito di teorie gravitazionali, determina la pi` u generale teoria scalare-tensoriale localmente Lorentz-covariante in uno spazio tempo 4-dimensionale la cui variazione produce equazioni di campo scalari e tensoriali del secondo ordine. Introdotto il campo scalare φ, la teoria di Horndeski ` e descrivibile da una densit` a di Lagrangiana L H ≡ L 2H + L 3H + L 4H + L 5H con

L

2H

≡ G

2

(φ, X)

L

3H

≡ G

3

(φ, X)∇

µ

µ

φ (1.1)

L

4H

≡ G

4

(φ, X)R − 2G

4,X

(φ, X) (∇

µ

µ

φ)

2

− ∇

µ

ν

φ∇

µ

ν

φ 

L

5H

≡ G

5

(φ, X) G

µν

µ

ν

φ +

13

G

5,X

(φ, X)(∇

µ

µ

φ)

3

− 3∇

ρ

ρ

φ ∇

µ

ν

φ ∇

µ

ν

φ + 2∇

µ

ν

φ ∇

µ

σ

φ ∇

ν

σ

φ  dove ∇ ` e la derivata covariante 4-dimensionale, X ≡ ∇ µ φ ∇ µ φ e dove {G i } i=2,...,5 sono cinque arbitrarie funzioni dipendenti dalla combinazione cinetica X e dal campo scalare φ. La virgola a pedice denota l’operazione di derivazione. I tensori R ed G µν sono rispettivamente lo Scalare di curvatura e il Tensore di Einstein 4-dimensionali.

Grazie alla sua generalit` a, la Lagrangiana di Horndeski ingloba al suo interno una enorme variet` a di teorie

1

E’ comunque possibile considerare in tutta generalit` a anche campi vettoriali o campi tensoriali di rango superiore: quel che conta

` e che la dinamica introdotta da tali campi aggiuntivi sia soppressa nelle scale dell’ordine del Sistema Solare.

2

Una teoria ` e degenere se, dopo opportune ridefinizioni dei campi fondamentali al fine di eliminare i contributi derivativi di ordine superiore, la matrice cinetica contenente i coefficienti dei termini cinetici cos`ı ottenuti non ` e invertibile.

3

Non ` e scopo del presente elaborato indagare e descrivere approfonditamente la natura di tale instabilit` a. Basti tuttavia sapere che

teorie non degeneri possiedono in generale equazioni di campo con derivate di ordine superiore al secondo nei campi e dunque in

generale richiederebbero pi` u condizioni iniziali di quelle associate ad un ordinario sistema fisico. In formulazione Hamiltoniana tale

fatto si traduce naturalmente in una corrispondente densit` a di Hamiltoniana energeticamente non limitata inferiormente poich´ e

linearmente dipendente da un momento coniugato (il lettore interessato ` e rimandato all’appendice A per una semplice giustificazione

di quest’ultimo fatto).

(8)

gravitazionali scalari-tensoriali [6] permettendo dunque uno studio sistematico delle loro propriet` a 4 . Nonostante nella teoria (1.1) siano presenti derivate seconde del campo scalare, essa realizza ugualmente equazioni di campo del secondo ordine grazie ad una fine cancellazione dei contributi di ordine superiore indotta dalla struttura anti-simmetrica con cui esse compaiono nelle corrispondenti equazioni di campo 5 . La teoria di Horndeski si ` e dimostrata consistente con le predizioni della Relativit` a Generale su piccole scale grazie all’opportuna introduzione di meccanismi di screening alla Vainshtein [7][8]. Numerosi studi sia in contesto astrofisico che cosmologico [9] ne hanno indagato le fondamentali manifestazioni a grandi scale cosmologiche. Lavori preliminari focalizzati sullo studio delle nuove propriet` a caratterizzanti i meccanismi di lente gravitazionale attivi in vicinanza di stelle e ammassi estesi [11] e le recentissime misure del satellite Planck [12] sul Fondo Cosmico di Microonde (CMB) hanno testato l’ampio spettro di indagine della Teoria di Horndeski fornendo esplicitamente dei limiti teorici e osservativi sui parametri liberi della teoria.

Sebbene molte siano state sin da subito le perplessit` a in merito alla possibilit` a di giustificare in termini fisicamente fondamentali l’interpretazione della teoria di Horndeski (1.1) come naturale teoria fisica della gravit` a, l’abbondanza di riscontri sperimentali ottenuti ha motivato una spinta verso la ricerca di ulteriori generalizzazioni di quest’ultima.

In tempi relativamente recenti si ` e capito che richiedere equazioni di campo manifestamente del secondo ordine non sia una condizione obbligatoria per evitare l’insorgere del ghost di Ostrogradski: se la teoria presenta vincoli

“nascosti” anche equazioni di campo di ordine superiore contrariamente alle apparenze possono essere riformulate, ad esempio previo una ridefinizione dei campi, in termini di una struttura del secondo ordine rimuovendo il grado di libert` a indesiderato. Prendendo dunque spunto da tale considerazione, la moderna teoria beyond Horndeski [13][14][15] introduce una aggiuntiva densit` a di Lagrangiana L bH = L 4bH + L 5bH , somma dei due nuovi termini 6

L

4,bH

= F

4

(φ, X) ε

µνρσ

ε

αβγσ

φ

µ

φ

α

φ

νβ

φ

ργ

(1.2)

L

5,bH

= F

5

(φ, X) ε

µνρσ

ε

αβγδ

φ

µ

φ

α

φ

νβ

φ

ργ

φ

σδ

dove ε αβγσ ` e il tensore completamente anti-simmetrico di Levi Civita e dove F 4 ed F 5 sono due arbitrarie funzioni in X e φ. In questo caso la struttura del secondo ordine delle equazioni di campo ` e indotta dalla presenza di un vincolo primario che, introdotto in ambiente Hamiltoniano, rimuove l’instabilit` a di Ostrogradski [16]. Studi pi` u approfonditi hanno dimostrato che la somma L H+bH = L H +L bH definente la teoria Horndeski+beyond Horndeski non estende la gi` a teoria di Horndeski: l’interferenza di termini beyond Horndeski con termini di Horndeski di ordine differente 7 non permette pi` u l’esistenza del vincolo primario necessario ad evitare l’insorgere del ghost di Ostrogradski, la somma di termini beyond Horndeski con termini di Horndeski dello stesso ordine ` e ri-mappabile in Horndeski tramite una opportuna trasformazione disforme generalizzata del tensore metrico [17][18][19]

¯

g

µν

= g

µν

+ Γ(φ, X)A

µ

A

ν

(1.3)

dove Γ ` e una arbitraria funzione in X ed φ. La situazione emergente ` e dunque che la teoria beyond Horndeski sia una teoria del tutto autoconsistente ma isolata: se combinata con Horndeski dello stesso ordine torna ad essere Horndeski, altrimenti propaga ghost [20]. Nel contesto della teoria beyond Horndeski studi relativamente recenti si sono focalizzati sulle nuove propriet` a caratterizzanti i meccanismi di lente gravitazionale attivi in vicinanza di stelle e ammassi estesi [21], altri hanno evidenziato la “rottura” del meccanismo di screening alla Vainshtein su piccole scale all’interno di stelle e ammassi di materia [23][22], altri ancora hanno esteso le dinamiche di tale rottura indagando le possibili modificazioni indotte alle equazioni di equilibrio atte a descrivere le propriet` a strutturali di stelle ed oggetti compatti [24][25].

Le teorie di Horndesky e beyond Horndeski sono solo un caso particolare della pi` u estesa e complessa famiglia delle teorie scalari-tensoriali definite a partire da densit` a di Lagrangiana contenenti al pi` u contrazioni cubiche nelle derivate seconde nel campo scalare. Risulta dunque naturale chiedersi se esse siano le uniche teorie de- generi, dunque stabili sotto il teorema di Ostrogradski, presenti in tale famiglia e, in caso di risposta negativa, quali possano essere le fondamentali implicazioni cosmologiche ed astrofisiche indotte dalle nuove teorie degeneri introdotte.

A tale scopo, la prima parte del presente elaborato si occuper` a di ripercorrere dettagliatamente la deduzione sistematica delle condizioni di degenerazione a cui devono obbedire i parametri liberi di teorie gravitazionali scalari-tensoriali quadratiche di ordine superiore (qHOST) [26]. Esse rappresentano la pi` u generale famiglia di teorie scalari-tensoriali descritte da una densit` a di Lagrangiana dipendente al pi` u quadraticamente dalle derivate covarianti seconde del campo scalare. Tali teorie saranno formalmente definite nella Sezione 2, dove tra l’altro sar` a ricavata in tutta generalit` a l’espressione della matrice cinetica nell’ambito del formalismo ADM(3+1) covariante [28].

4

Si noti che L

2H

non contiene derivate covarianti seconde in φ mentre L

3H

, L

4H

e L

5H

contengono rispettivamente termini lineari, quadratici e cubici in esse.

5

Una semplice tecnica per evidenziare operativamente l’avvenire di tale cancellazione consiste nel ridurre il teorema di Horndeski al caso unidimensionale e calcolare in tale assunzione le equazioni di Eulero-Lagrange per il campo scalare.

6

Si noti che la notazione ` e consistente con la presenza di termini quadratici e cubici nelle densit` a di Lagrangiana

7

Un esempio di combinazione di termini beyond Horndeski con termini di Horndeski di ordine differente ` e L

4H

+ L

5bH

mentre dello

stesso ordine ` e L

4H

+ L

4bH

(9)

Le teorie degeneri ottenute dall’imposizione di non invertibilit` a della corrispondente matrice cinetica prendono il nome di teorie gravitazionali scalari-tensoriali quadratiche di ordine superiore degeneri (qDHOST) e risultano classificate nella Sezione 3 in opportune classi degeneri. Oltre ai termini quadratici L 4,H ed L 4,bH , si vedr` a che nelle classi degeneri sono contenute nuove teorie scalari-tensoriali prive di ghost e non deducibili da modelli gi` a noti attraverso trasformazioni disformi generalizzate del tipo (1.3) [27].

L’obiettivo principale del presente lavoro ` e concentrato nella Sezione 4 dove ci si preoccuper` a di ottenere per la prima volta, alla luce di quanto discusso precedentemente, le pi` u generali equazioni di campo covarianti scalari e tensoriali associate ad una arbitraria teoria qDHOST simmetrica per la trasformazione φ → φ + cost del campo scalare. Tali risultati sono poi stati specializzati alla sottoclasse C = Ia* per ottenere infine le equazioni di campo, sia esatte che perturbate nel limite di campo debole attorno ad uno spazio-tempo di De Sitter, per descrivere la dinamica gravitazionale scalare e tensoriale in vicinanza di una struttura cosmica statica e sfericamente simmetrica 8 .

L’Appendice A fornir` a al lettore interessato una intuitiva giustificazione sull’utilizzo delle condizioni di degene- razione per evitare l’insorgere dell’instabilit` a campistica di Ostrogradski in una teoria scalare-tensoriale di ordine superiore nelle derivate temporali dei campi fondamentali. Infine le Appendici B e C esibiranno gli svolgimenti cruciali per comprendere completamente i passaggi intermedi di calcoli non completamente sviluppati nelle sezioni principali dell’elaborato.

Sebbene formale nel suo svolgimento, il presente lavoro vuole essere fortemente sensibile alle fondamentali interconnessioni fenomenologiche che ne hanno giustificato e guidato lo sviluppo sin dalle sue origini [9][25]. La trattazione introduttiva alle teorie qHOST e delle teorie qDHOST nelle Sezioni 2 e 3 e nell’Appendice A ` e stata ispirata ad un recente lavoro del 2016 [26]. La Sezione 3 presenta invece un calcolo del tutto originale che riotterr` a come possibile caso limite i risultati di [25].

8

Tali risultati potranno poi essere estesi anche allo studio di oggetti di interesse astrofisico come stelle ed oggetti compatti

(10)
(11)

2 Teorie gravitazionali scalari-tensoriali quadratiche di ordine supe- riore (qHOST)

Dopo una breve introduzione al formalismo preliminarmente adottato nel corso dell’elaborato, il presente capitolo si occuper` a di definire teorie gravitazionali scalari-tensoriali quadratiche di ordine superiore (qHOST) come le pi` u generali teorie scalari-tensoriali della gravit` a contenenti combinazioni quadratiche nelle derivate covarianti seconde del campo scalare. Esse includono, oltre alla Relativit` a Generale, il termine quadratico L 4,H appartenente alla teoria di Horndeski (1.1) ed il termine quadratico L 4,bH descritto dalla teoria beyond Horndeski (1.2), casi dunque particolari di teorie degeneri stabili sotto il teorema di Ostrogradski contenuti nelle qHOST. Nell’ambito del formalismo ADM(3+1) covariante [28] si otterr` a in tutta generalit` a la matrice cinetica associata ad una teoria qHOST [26] dalle cui propriet` a di non invertibilit` a si potranno ricavare le opportune condizioni di degenerazione necessarie a capire se (1.1) e (1.2) sono le uniche teorie stabili contenute nelle qHOST.

2.1 Formalismo introduttivo

Si consideri uno spazio-tempo 4-dimensionale N localmente rappresentato da un sistema di coordinate x µ = (x 0 , x i ) e la cui geometria sia descritta dal tensore metrico g µν con segnatura (−, +, +, +) definente l’elemento di linea ds 2 ≡ g µν dx µ dx ν in esso. Gli indici Greci (µ, ν, ..., α, β, ...) assumeranno d’ora in avanti valori da 0 a 3 mentre gli indici Latini (i, j, ..., m, n, ...) assumeranno valori da 1 a 3; indici ripetuti si considereranno sommati.

D’ora in avanti risulter` a inoltre conveniente lavorare con opportune unit` a di misura tali da rendere la velocit` a della luce c = 1. A partire da g µν si introducano i coefficienti della connessione di Levi-Civita 4-dimensionale

(4)

Γ

µνρ

=

(4)

Γ

µρν

12

g

µσ

(∂

ρ

g

νσ

+ ∂

ν

g

ρσ

− ∂

σ

g

νρ

) (2.1) dove g µν ` e il tensore metrico inverso tale che g µσ g σν = δ ν µ , con δ µ ν la delta di Kronecker 4-dimensionale, e dove ∂ µ

denota la derivata parziale rispetto alla coordinata spazio-temporale x µ . L’apice che d’ora in avanti comparir` a a sinistra (4) Γ segnaler` a la quadridimensionalit` a dell’oggetto e servir` a ad evitare possibili ambiguit` a notazionali che compariranno nel corso della trattazione. Assegnato un arbitrario tensore T di rango (m, n) in N , si definisca in tutta generalit` a derivata covariante 4-dimensionale di T il tensore ∇T di rango (m + 1, n) avente componenti

(4)

µ

T

αβ11...α...βnm

≡ ∂

µ

T

αβ11...α...βnm

+ n

(4)

Γ

βµ1

T

α...β1...αnm

+ ... +

(4)

Γ

βµn

T

αβ11...α...m

o

− n

(4)

Γ

µα1

T

...αβ1...βmn

+ ... +

(4)

Γ

µαm

T

αβ11......βn

o (2.2) Si noti che assegnato uno scalare ϕ vale ∇ µ ϕ = ∂ µ ϕ e che ∇ µ g νρ = 0, ovvero la metrica ` e preservata grazie alla natura simmetrica degli indici bassi nella connessione di Levi-Civita. Sempre a partire da quest’ultima si introducano le componenti del tensore di curvatura di Rienmann 4-dimensionale 9

(4)

R

ρσµν

≡ ∂

µ(4)

Γ

ρνσ

− ∂

ν(4)

Γ

ρµσ

+

(4)

Γ

ρµλ(4)

Γ

λνσ

(4)

Γ

ρνλ(4)

Γ

λµσ

(2.3) che, opportunamente contratte, permettono a loro volta di definire i coefficienti del ben noto tensore di Ricci 4-dimensionale e l’espressione dello scalare di curvatura 4-dimensionale che, come tale, risulta indipendente dal sistema di coordinate scelto:

(4)

R

σν

=

(4)

R

νσ

(4)

R

ρσρν (4)

R ≡ g

σν (4)

R

σν

(2.4)

Collezionati all’interno del tensore di Einstein 4-dimensionale

(4)

G

µν

=

(4)

G

νµ

(4)

R

µν

12

g

µν(4)

R (2.5)

essi soddisfano l’identit` a di Bianchi contratta

(4)

µ(4)

G

µν

= 0 (2.6)

La dinamica classica indotta da una teoria scalare-tensoriale nel campo φ e nel tensore metrico g µν descritta da un funzionale d’azione S ` e formalmente prescritta in tutta generalit` a dalle ben note Equazioni di Eulero- Lagrange scalari e tensoriali ottenute dalla variazione totale δ ≡ δ φ + δ g del funzionale d’azione δS = 0 rispetto ai campi fondamentali φ e g µν . In particolare, per una teoria scalare-tensoriale descritta in uno spazio-tempo 4-dimensionale da un funzionale d’azione definito a partire da una densit` a di Lagrangiana L contenente al pi` u derivate del secondo ordine di φ e g µν vale

δ

φ

≡ δφ δ δφ + δφ

µ

δ δφ

µ

+ δφ

µν

δ δφ

µν

δ

g

≡ δg

µν

δ

δg

µν

+ δg

µν

δφ

α

δg

µν

δ δφ

α

+ δg

µν

δφ

αβ

δg

µν

δ φ

αβ

(2.7)

9

Non verranno qui riportate le propriet` a di simmetria del tensore di curvatura di Rienmann. Per maggiori dettagli si consulti la

fonte proposta a fine sottosezione

(12)

dove φ µ ≡ ∇ µ φ e φ µν ≡ ∇ µν φ. L’equazione di Eulero-Lagrange per il campo scalare ha espressione 10 δL

δφ − ∇

µ

δL δφ

µ

+ ∇

µ

ν

δL δφ

νµ

= 0 (2.8)

Si invita il lettore interessato a consultare [31] per una pi` u approfondita analisi di quanto velocemente introdotto nella presente sottosezione riepilogativa.

2.2 Definizione di una teoria gravitazionale qHOST

Sia φ campo scalare definito nello spazio-tempo 4-dimensionale N e si indichino convenzionalmente con φ µ ≡ ∇ µ φ la sua derivata covariante prima e φ µν ≡ ∇ µν φ la sua derivata covariante seconda come specificate in (2.2).

Introdotta la combinazione cinetica 11 X ≡ φ µ φ µ = g µν φ µ φ ν , si definiscono teorie scalari-tensoriali quadratiche di ordine superiore, spesso indicate con l’acronimo qHOST dall’inglese “quadratic High Order Scalar Tensor Theories”, le famiglie di teorie scalari-tensoriali per il campo scalare φ ed il tensore metrico g µν la cui dinamica

`

e descritta da un funzionale d’azione [26] S q del tipo S

q

Z d

4

x √

−g L

q

(2.9)

dove la densit` a di Lagrangiana totale L q ha espressione L q = L g + L φ con

L

g

≡ f (X, φ)

(4)

R (2.10)

L

φ

≡ C

µν,ρσ

φ

µν

φ

ρσ

(2.11)

La densit` a di Lagrangiana L φ ` e la pi` u generale combinazione quadratica nelle derivate covarianti seconde del campo scalare φ ed il tensore C µν,ρσ dipende esclusivamente da g µν , φ, φ µ . Si noti che (4) R ` e lo scalare di Ricci 4-dimensionale introdotto in (2.4) e che f ` e una arbitraria funzione di φ ed X. Il simbolo g denota il determinante del tensore metrico g µν .

Senza perdere alcuna generalit` a, ` e utile sottolineare il fatto che i risultati della presente analisi risulteranno validi anche se nella definizione (2.9) si includono contributi aggiuntivi al pi` u lineari in φ µν , ovvero del tipo

L

+

≡ P (φ, X) + Q

1

(φ, X)g

µν

φ

µν

+ Q

2

(φ, X)φ

µ

φ

µν

φ

ν

(2.12) dove P , Q 1 e Q 2 sono arbitrarie funzioni di φ ed X. La giustificazione di tale affermazione sar` a evidente in seguito.

Poich´ e la contrazione di tensori simmetrici con tensori anti-simmetrici genera termini nulli, il tensore C µν,ρσ contribuisce ad L φ con le medesime simmetrie di indici presenti nella struttura di φ µν φ ρσ . Essendo φ µν = φ νµ , ` e dunque lecito richiede che 12

C

µν,ρσ

= C

νµ,ρσ

= C

µν,σρ

= C

ρσ,µν

(2.13)

Senza perdere alcuna generalit` a, ` e possibile dimostrare che la pi` u generale espressione di C µν,ρσ soddisfacente le simmetrie di indici richieste da (2.13) possiede un numero finito di termini ed ha espressione

C

µν,ρσ

= 1

2 α

1

g

µρ

g

νσ

+ g

µσ

g

νρ

 + α

2

g

µν

g

ρσ

+ 1

2 α

3

φ

µ

φ

ν

g

ρσ

+ φ

ρσ

g

µν

+ (2.14) + 1

4 α

4

φ

µ

φ

ρ

g

νσ

+ φ

ν

φ

ρ

g

µσ

+ φ

µ

φ

σ

g

νρ

+ φ

ν

φ

σ

g

µρ

 + α

5

φ

µ

φ

ν

φ

ρ

φ

σ

con α I cinque arbitrarie funzioni di φ ed X. Inserendo la parametrizzazione (2.14) in (2.11) e sfruttando le contrazioni con il tensore metrico per opportunamente alzare e abbassare gli indici, ` e possibile riscrivere (2.11) in termini di cinque densit` a di lagrangiana elementari L I

L

φ

5

X

I=1

α

I

L

I

(2.15)

quadratiche nelle derivate seconde del campo scalare ed aventi rispettivamente espressioni

L

1

= φ

µν

φ

µν

(2.16)

L

2

= φ

µµ

φ

νν

L

3

= φ

µ

φ

ν

φ

µν

φ

ρρ

(2.17)

10

La deduzione di tale espressione verr` a proposta nella Sezione 4.3

11

Spesso il letteratura ` e possibile incontrare varianti di tal definizione del tipo X ≡ −φ

µ

φ

µ

oppure X ≡ −

12

φ

µ

φ

µ

12

Dalla definizione (2.2) ` e evidente che sfruttando le propriet` a di commutazione delle derivate parziali e la simmetria di indici di Γ

σµν

si abbia φ

µν

= ∂

µ

φ

ν

− Γ

σµν

φ

σ

= ∂

ν

φ

µ

− Γ

σνµ

φ

σ

= φ

νµ

da cui facilmente

φ

µν

φ

ρσ

= φ

νµ

φ

ρσ

→ C

µν,ρσ

= C

νµ,ρσ

φ

µν

φ

ρσ

= φ

µν

φ

σρ

→ C

µν,ρσ

= C

µν,σρ

φ

µν

φ

ρσ

= φ

ρσ

φ

µν

→ C

µν,ρσ

= C

ρσ,µν

(13)

L

4

= φ

µ

φ

ν

φ

µρ

φ

νρ

L

5

= φ

µ

φ

ν

φ

ρ

φ

σ

φ

µν

φ

ρσ

L’analisi proposta nelle successive sezioni sfrutter` a la struttura compatta di L φ proposta in (2.11). Tuttavia la decomposizione (2.15) sar` a utile per l’identificazione in qHOST di teorie note, in particolare L 4,H di Horndeski (1.1) ed L 4,bH beyond Horndeski (1.2), e per il calcolo esplicito delle equazioni di campo per il modello studiato nella Sezione 4. In particolare, l’equazione di campo per il campo scalare φ ottenibile da L φ con l’espressione (2.8) sar` a formalmente 13

2

(4)

α(4)

β



C

αβ,ρσ

φ

ρσ



(4)

α

 δC

µν,ρσ

δφ

α

φ

µν

φ

ρσ



+ δC

µν,ρσ

δφ φ

µν

φ

ρσ

= 0 (2.20)

2.2.1 Casi particolari: Relativit` a Generale, L 4,H di Horndeski ed L 4,bH di beyond Horndeski La costruzione di una teoria generalizzante la visione di un modello pregresso contempla intrinsecamente la possi- bilit` a di stabilire principi unificatori che accomunino sotto una medesima interpretazione l’espressione di modelli elementari precedentemente noti. Di fondamentale importanza risulta quindi verificare sotto quali condizioni tale teoria riduca il proprio dominio alla struttura di quest’ultimi.

Sia Z ≡ (α 1 , α 2 , α 3 , α 4 , α 5 , f ) una collezione ordinata delle funzioni α I ed f introdotte in (2.14) ed (2.10).

Oltre alla ben nota azione di Einstein-Hilbert per la Relativit` a Generale [31]

S

E/H

≡ f Z

d

4

x √

−g

(4)

R (2.21)

banalmente ottenibile imponendo Z E/H ≡ (0, 0, 0, 0, 0, f ) con f costante, la teoria (2.9) include come casi parti- colari la Teoria L 4,H di Horndeski [5] e la Teoria L 4,bH Beyond Horndeski [13][14], rispettivamente descritte dalle densit` a di Lagrangiana

L

4,H

= G

4

(φ, X)R

(4)

− 2G

4,X

(φ, X) φ

µµ

φ

νν

− φ

µν

φ

µν



(2.22)

L

4,bH

= F

4

(φ, X) ε

µνρσ

ε

αβγσ

φ

µ

φ

α

φ

νβ

φ

ργ

(2.23)

dove G 4 ed F 4 sono arbitrarie funzioni di φ ed X, dove ε µνρσ rappresenta il tensore completamente anti-simmetrico di Levi-Civita e dove il pedice che compare in G 4,X indica ed indicher` a d’ora in avanti la derivata della funzione coinvolta rispetto ad X. Distribuendo il termine tra parentesi della (2.22) si noti che

L

4,H

= G

4

R

(4)

− 2G

4,X

 φ

µµ

φ

νν

− φ

µν

φ

µν



(2.24)

= G

4

R

(4)

− 2G

4,X

φ

µµ

φ

νν

+ 2G

4,X

φ

µν

φ

µν

= G

4

R

(4)

− 2G

4,X

L

2

+ 2G

4,X

L

1

da cui, per confronto con la (2.15) e la (2.10), si ottiene

Z

4H

≡ (2G

4,X

, −2G

4,X

, 0, 0, 0, G

4

) (2.25)

Alla stessa maniera, ricordando la definizione X ≡ φ µ φ µ e la relazione per lo sviluppo del tensore completa- mente anti-simmetrico di Levi-Civita in termini di delta di Kronecker 4-dimensionali 14 , l’espressione (2.23) ` e semplificabile in

L

4,bH

= F

4

ε

µνρσ

ε

αβγσ

φ

µ

φ

α

φ

νβ

φ

ργ

(2.26)

= −F

4

δ

µα

δ

νβ

δ

ργ

− δ

µα

δ

ρβ

δ

νγ

− δ

να

δ

µβ

δ

ργ

+ δ

να

δ

ρβ

δ

µγ

+ δ

ρα

δ

µβ

δ

νγ

− δ

ρα

δ

νβ

δ

µγ

µ

φ

α

φ

νβ

φ

ργ

13

A partire dalle equazioni di Eulero-Lagrange (2.8)

0 = δL δφ −

(4)

µ

δL δφ

µ

+

(4)

µ(4)

ν

δL δφ

νµ

(2.18)

= δC

µν,ρσ

δφ φ

µν

φ

ρσ

(4)

α

 δC

µν,ρσ

δφ

α

φ

µν

φ

ρσ



+

(4)

α(4)

β



2C

µν,ρσ

δ

µα

δ

νβ

φ

ρσ



= δC

µν,ρσ

δφ φ

µν

φ

ρσ

(4)

α

 δC

µν,ρσ

δφ

α

φ

µν

φ

ρσ



+ 2

(4)

α(4)

β



C

αβ,ρσ

φ

ρσ



(2.19)

14

In uno spazio metrico n-dimensionale la contrazione di p indici in una coppia di tensori completamente anti-simmetrici di Levi Civita ` e esprimibile come opportuna combinazione di delta di Kronecker n-dimensionali secondo la relazione [31]

ε

µ1...µqα1...αp

ε

ν1...νqα1...αp

= p! q!(−1)

t

δ

νµ11...ν...µqq

dove q = n − p, t corrisponde al numero di autovalori negativi presenti nella metrica e dove δ

µν11...ν...µqq

corrisponde alla delta di Kronecker n-dimensionale generalizzata

δ

νµ11...ν...µqq

≡ δ

1

1

... δ

µνq]

q]

La notazione [µ

1

, ..., µ

q

] indica la selezione di sole combinazioni anti-simmetriche negli indici raccolti.

(14)

= −F

4

φ

α

φ

α

φ

ββ

φ

γγ

+ F

4

φ

α

φ

α

φ

γρ

φ

ργ

+ F

4

φ

β

φ

ν

φ

νβ

φ

γγ

− F

4

φ

γ

φ

ν

φ

νρ

φ

ργ

− F

4

φ

β

φ

ρ

φ

γβ

φ

ργ

+ F

4

φ

γ

φ

ρ

φ

ββ

φ

ργ

= −F

4

α

φ

α

ββ

φ

γγ

+ F

4

α

φ

α

γρ

φ

ργ

+ 2F

4

φ

β

φ

γ

φ

βγ

φ

νν

− 2F

4

φ

γ

φ

ν

φ

γρ

φ

ρν

= −F

4

XL

2

+ F

4

XL

1

+ 2 F

4

L

3

− 2 F

4

L

4

da cui risulta facile riconoscere

Z

4bH

≡ (F

4

X, −F

4

X, 2F

4

, −2F

4

, 0, 0) (2.27)

Si noti infine che (2.9) riproduce inoltre la teoria L 4H + L 4bH di Horndeski e beyond Horndeski selezionando Z

4H+4bH

= Z

4H

+ Z

4bH

≡ 2G

4,X

+ F

4

X, −2G

4,X

− F

4

X, 2F

4

, −2F

4

, 0, G

4

 (2.28)

2.2.2 Riformulazione equivalente di una teoria gravitazionale qHOST

Si introduca la ridefinizione di campo φ µ = A µ . La densit` a di Lagrangiana (2.11) sar` a allora riscrivibile L

φ

= C

µν,ρσ (4)

µ

A

ν(4)

ρ

A

σ

+ λ

µ

µ

− A

µ

) (2.29)

dove λ µ ` e il moltiplicatore di Lagrange vincolante il campo A µ ad essere la derivata covariante prima del campo scalare φ. Le equazioni di campo della teoria (2.29) saranno dunque ottenibili dalle equazioni di Eulero-Lagrange associate rispettivamente al campo φ al campo A µ e al campo λ µ 15 :

 

 

 

 

 

 

(4)

α

λ

α

− δC

µν,ρσ

δφ

(4)

µ

A

ν(4)

ρ

A

σ

= 0 2

(4)

α



C

α,ρσ (4)

ρ

A

σ

 − δC

µν,ρσ

δA



(4)

µ

A

ν(4)

ρ

A

σ

+ λ



= 0 φ



= A



(2.30)

Eseguendo la derivata covariante della seconda equazione del sistema (2.30), sostituendo al termine (4) ∇  λ  il corrispondente termine presente nella prima equazione ed imponendo la terza uguaglianza si avr` a:

0 = 2

(4)

(4)

α



C

α,ρσ (4)

ρ

A

σ

 −

(4)



 δC

µν,ρσ

δA



(4)

µ

A

ν(4)

ρ

A

σ



+

(4)



λ



= 2

(4)

(4)

α



C

α,ρσ (4)

ρ

A

σ

 −

(4)



 δC

µν,ρσ

δA



(4)

µ

A

ν(4)

ρ

A

σ



+ δC

µν,ρσ

δφ

(4)

µ

A

ν(4)

ρ

A

σ

= 2

(4)

(4)

α



C

α,ρσ (4)

ρ

φ

σ

 −

(4)



 δC

µν,ρσ

δφ



(4)

µ

φ

ν(4)

ρ

φ

σ



+ δC

µν,ρσ

δφ

(4)

µ

φ

ν(4)

ρ

φ

σ

= 2

(4)

α(4)

β



C

αβ,ρσ

φ

ρσ



(4)

α

 δC

µν,ρσ

δφ

α

φ

µν

φ

ρσ



+ δC

µν,ρσ

δφ φ

µν

φ

ρσ

che, uguale alla (2.20), dimostra l’equivalenza tra la formulazione (2.11) e la formulazione (2.29). La stessa dimostrazione pu` o essere fatta a partire dalle equazioni dai campo tensoriali associate alla variazione dell’azione rispetto al tensore metrico. Per semplicit` a di calcolo si ` e comunque deciso di riportare solamente l’esempio delle equazioni di campo associate allo scalare φ poich´ e quanto dedotto ha validit` a del tutto generale.

2.3 Matrice cinetica associata ad una teoria gravitazionale qHOST

La presente sottosezione si focalizzer` a sulla deduzione della matrice cinetica M q associata alla teoria qHOST (2.9), ossia all’ottenimento della matrice contenente i coefficienti cinetici espressi da termini quadratici nelle derivate temporali prime della campo scalare φ e del tensore metrico g µν . Al fine di riuscire a separare le derivate temporali da quelle spaziali, la procedura standard [26] prevede l’utilizzo del formalismo ADM(3+1) [31] sviluppato da Arnowitt, Deser e Misner nell’ambito della formulazione Hamiltoniana della Relativit` a Generale 16 [28].

15

Dalle equazioni di Eulero-Lagrange segue infatti che per φ:

0 =

(4)

α

L

φ

δφ

α

− δL

φ

δφ =

(4)

α

λ

µ

δ

αµ

 − δC

µν,ρσ

δφ

(4)

µ

A

ν(4)

ρ

A

σ

=

(4)

α

λ

α

− δC

µν,ρσ

δφ

(4)

µ

A

ν(4)

ρ

A

σ

mentre per A

µ

: 0 =

(4)

α

L

φ

δ

(4)

α

A



 − δL

φ

δA



=

(4)

α



2C

µν,ρσ

δ

µα

δ

ν(4)

ρ

A

σ



− δC

µν,ρσ

δA



(4)

µ

A

ν(4)

ρ

A

σ

+ λ



= 2

(4)

α



C

α,ρσ (4)

ρ

A

σ

 − δC

µν,ρσ

δA



(4)

µ

A

ν(4)

ρ

A

σ

+ λ



poi per λ

µ

0 =

(4)

α

L

φ

δ

(4)

α

λ



 − δL

φ

δλ



= −δ

µ

φ

µ

− A

µ

 = −φ



+ A



16

A differenza dell’ordinario formalismo ADM(3+1), i risultati proposti nel presente elaborato saranno ottenuti senza la specificazione

di alcun sistema di coordinate e per l’appunto si parler` a di formalismo ADM(3+1) covariante. Si utilizzer` a la notazione astratta

(15)

2.3.1 Formalismo ADM(3+1) covariante

Si supponga che lo spazio-tempo 4-dimensionale N sia foliato in una famiglia di ipersuperfici 3-dimensionali Σ t di tipo spazio e si consideri il vettore unitario di tipo tempo n a ortogonale a Σ t in ogni suo punto e soddisfacente la normalizzazione

n

a

n

a

= −1 (2.31)

Una tale costruzione introduce in maniera del tutto naturale un il tensore metrico per le ipersuperfici Σ t

h

ab

= g

ab

+ n

a

n

b

(2.32)

che assieme ad n a definisce gli operatori di proiezione temporale e spaziale 17

τ

ab

= −n

a

n

b

h

ba

= δ

ab

+ n

a

n

b

(2.33)

Assegnato dunque un generico vettore A a , esso risulta univocamente decomponibile

A

a

≡ ˆ A

a

+ ˆ A

a

(2.34)

nei due corrispondenti contributi di tipo tempo, con componente A ≡ n a A a , e di tipo spazio

A ˆ

a

≡ τ

ab

A

b

= −(n

b

A

b

)n

a

≡ −A

n

a

A ˆ

a

≡ h

ba

A

b

(2.35) rispetto al foliamento specificato 18 . Si introduca il vettore t a definente la direzione del flusso temporale associato alla coordinata temporale t che stabilisce il foliamento dello spazio-tempo nelle ipersuperfici Σ t . Esso risulta sempre decomponibile

t

a

≡ N n

a

+ N

a

(2.36)

con N denominata “lapse function” ed N a chiamato “shift vector ” ortogonale ad n a

n

a

N

a

≡ 0 (2.37)

e permette di definire la derivata temporale, d’ora in avanti denotata con il punto, per ogni contributo della decomposizione (2.35) come

A ˙

≡ t

a (4)

a

A

A ˙ˆ

a

≡ h

ba

L

t

( ˆ A

b

) = h

ba

t

c (4)

c

A ˆ

b

+ ˆ A

c(4)

b

t

c



(2.38) con L t ( ˆ A b ) la derivata di Lie di ˆ A b nella direzione di t a . Si definiscano infine la derivata spaziale covariante 3-dimensionale associata al tensore metrico h ab

(3)

a

A ˆ

b

≡ h

ca

h

db (4)

c

A ˆ

d

(2.39)

l’accelerazione

a

b

≡ n

c (4)

c

n

b

(2.40)

ed il tensore simmetrico 19 corrispondente alla curvatura estrinseca K

ab

≡ h

ca

h

db(4)

c

n

d

= 1

2N  ˙h

ab

(3)

a

N

b

(3)

b

N

a



(2.41)

a indici latini a, b, ... per sottolineate il fatto che si sta lavorando con tensori decomposti in componenti di tipo tempo e di tipo spazio e non con componenti di tipo tempo e di tipo spazio.

17

La natura proiettiva di τ

ab

ed h

ba

` e facilmente dimostrabile in quanto per la normalizzazione (2.31) (τ

2

)

ba

= τ

ac

τ

cb

= (−n

a

n

c

)(−n

c

n

b

) = n

a

(n

c

n

c

)n

b

= −n

a

n

b

= τ

ab

(h

2

)

ba

= h

ca

h

bc

= (δ

ca

+ n

a

n

c

)(δ

cb

+ n

c

n

b

) = δ

ac

δ

bc

+ n

a

n

c

δ

cb

+ δ

ac

n

c

n

b

+ n

a

(n

c

n

c

)n

b

= δ

ba

+ n

a

n

b

+ n

a

n

b

− n

a

n

b

= δ

ab

+ n

a

n

b

= h

ba

h

ba

τ

bc

= −(δ

ab

+ n

a

n

b

)n

b

n

c

= −(δ

ab

n

b

n

c

+ n

a

n

b

n

b

n

c

) = −(n

a

n

c

− n

a

n

c

) = 0

h

ba

+ τ

ab

= δ

ba

+ n

a

n

b

− n

a

n

b

= δ

ba

18

Infatti richiamando la propriet` a di completezza degli operatori (2.33) si ha A

a

= δ

ba

A

b

= (h

ba

+ τ

ab

)A

b

≡ ˆ A

a

+ ˆ A

a

19

Per dimostrare la simmetria degli indici della curvatura estrinseca si inizi ricordando che per l’annullarsi di contrazioni di tensori simmetrici con tensori anti-simmetrici vale che

0 = h

ca

h

db(4)

[c

n

d]

=

12

h

ca

h

db



(4)

c

n

d

(4)

d

n

c

=

1

2

h

ca

h

db(4)

c

n

d

− h

ca

h

db(4)

d

n

c

da cui la simmetria

h

ca

h

db(4)

c

n

d

= h

ca

h

db(4)

d

n

c

che inserita in (2.41) dopo aver scambiato la posizione delle metriche spaziali e riniminati gli indici contratti fornisce il risultato

K

ba

= h

cb

h

da(4)

c

n

d

= h

da

h

cb(4)

c

n

d

= h

ca

h

db(4)

d

n

c

= h

ca

h

db(4)

c

n

d

= K

ab

(16)

dove in termini di notazione astratta (4)c ` e la derivata covariante 4-dimensionale (2.2). Si noti che le contrazioni 20

h

db

n

d

= 0 h

ba

h

cb

= h

ca

(2.42)

si osservi che la proiezione spaziale ˆ A a soddisfa 21

h

ec

A ˆ

c

= ˆ A

e

A ˆ

e

n

e

= 0 (2.43)

e si consideri che un qualunque termine 22 n

c (4)

a

n

c

= 0 A ˆ

e∗(4)

d

n

e

= 0 (2.44)

Si noti infine che per quanto riguarda la curvatura estrinseca 23

n

a

K

ab

= 0 A

a

K

ab

= ˆ A

a

K

ab

(2.45)

mente per quanto riguarda l’accelerazione 24

n

a

a

a

= 0 (2.46)

In possesso di del formalismo ADM(3+1) covariante e delle principali relazioni notevoli, si ` e ora pronti ad affron- tare il calcolo esplicito della matrice cinetica M q . Essendo somma di un contributo scalare e di un contributo gravitazionale, la teoria (2.9) generer` a contributi ad M q sia da (2.11) e che da (2.10)

2.3.2 Contributo scalare alla matrice cinetica

Si consideri in termini di notazione astratta la derivata (4) ∇ a A b presente nella riformulazione (2.29) della densit` a di Lagrangiana scalare L φ . Poich´ e adoperando le definizioni (2.33) vale la riformulazione di due delta di Kronecker in termini dei proiettori

h

ca

h

db

+ h

ca

τ

bd

+ τ

ac

h

db

+ τ

ac

τ

bd

= (δ

ac

+ n

a

n

c

)(δ

db

+ n

b

n

d

) − (δ

ca

+ n

a

n

c

)n

b

n

d

− n

a

n

c

bd

+ n

b

n

d

) + n

a

n

c

n

b

n

d

= δ

ac

δ

bd

+ δ

ac

n

b

n

d

+ n

a

n

c

δ

bd

+ n

a

n

c

n

b

n

d

− δ

ac

n

b

n

d

− n

a

n

c

n

b

n

d

− n

a

n

c

δ

bd

− n

a

n

c

n

b

n

d

+ n

a

n

c

n

b

n

d

= δ

ac

δ

bd

(2.47)

`

e possibile riscrivere (4) ∇ a A b come:

(4)

a

A

b

= δ

ca

δ

db

(4)

c

A

d

(2.48)

= h

ca

h

db

+ h

ca

τ

bd

+ τ

ac

h

db

+ τ

ac

τ

bd



(4)

c

A

d

= h

ca

h

db

(4)

c

A

d

+ h

ca

τ

bd

(4)

c

A

d

+ τ

ac

h

db

(4)

c

A

d

+ τ

ac

τ

bd

(4)

c

A

d

= h

ca

h

db (4)

c

A

d

− h

ca

n

b

n

d (4)

c

A

d

− n

a

n

c

h

db (4)

c

A

d

+ n

a

n

c

n

b

n

d (4)

c

A

d

= h

ca

h

db (4)

c

A

d

 +  − h

ca

n

d (4)

c

A

d

n

b

+  − n

c

h

db (4)

c

A

d

n

a

+ n

c

n

d (4)

c

A

d

n

a

n

b

dove nel penultimo passaggio si sono utilizzate le definizioni (2.33) e nell’ultimo passaggio si sono opportunamente raccolti i termini ottenuti che, selezionati individualmente, possono essere ulteriormente semplificati.

20

Sostituendo le definizioni (2.33) e sfruttando la normalizzazione (2.31) si ha infatti h

db

n

d

= (δ

db

+ n

b

n

d

)n

d

= δ

bd

n

d

− n

b

(n

d

n

d

) = n

b

− n

b

= 0

h

ba

h

cb

= (δ

ba

+ n

a

n

b

)(δ

bc

+ n

b

n

c

) = δ

ab

δ

cb

+ δ

ab

n

b

n

c

+ n

a

n

b

δ

cb

+ n

a

n

b

n

b

n

c

= δ

ca

+ n

a

n

c

= h

ca

21

Adoperando quanto ottenuto nella (2.42) unitamente ai contributo spaziale (2.35) si ha h

ec

A ˆ

c

= h

ec

(h

cb

A

b

) = (h

ec

h

cb

)A

b

= h

eb

A

b

= ˆ A

e

A ˆ

e

n

e

= (h

eb

A

b

)n

e

= (h

eb

n

e

)A

b

= 0

22

Impiegando la normalizzazione (2.31), la regola di Leibniz rinominando gli indici contratti fornisce 0 =

(4)

a

(n

c

n

c

) = (

(4)

a

n

c

)n

c

+ n

c

(

(4)

a

n

c

) = 2n

c

(

(4)

a

n

c

)

da cui. Conseguentemente, dai contributi (2.35) si ha A ˆ

e∗(4)

d

n

e

= A

n

e (4)

d

n

e

) = 0

23

Ricordando la definizione (2.41) e sfruttando (2.42) si ha n

a

K

ab

= n

a

(h

ca

h

db(4)

c

n

d

) = (n

a

h

ca

)h

db(4)

c

n

d

= 0

A

a

K

ab

= ( ˆ A

a

+ ˆ A

a

)K

ab

= ˆ A

a

K

ab

+ ˆ A

a

K

ab

= −A

n

a

K

ab

+ ˆ A

a

K

ab

= ˆ A

a

K

ab

dove nell’ultimo caso si ` e la decomposizione (2.34) e le componenti (2.35) e la relazione appena dedotta n

a

K

ab

= 0

24

Impiegando la normalizzazione (2.31), la regola di Leibniz rinominando gli indici contratti fornisce

0 = n

c (4)

c

(−1) = n

c (4)

c

(n

a

n

a

) = 2 n

a

n

c (4)

c

n

a

= 2 n

a

a

a

(17)

Sfruttando le definizioni (2.39) e (2.41) la quantit` a h c a h d b (4)c A d ` e ottenibile dal rimaneggiamento di

(3)

a

A ˆ

b

− A

K

ab

= h

ca

h

db (4)

c

A ˆ

d

− A

h

ca

h

db (4)

c

n

d

(2.49)

= h

ca

h

db (4)

c

A ˆ

d

− A

∗(4)

c

n

d



= h

ca

h

db



(4)

c

A ˆ

d

− 

(4)

c

(A

n

d

) − n

d(4)

c

A



= h

ca

h

db (4)

c

A ˆ

d

+

(4)

c

A ˆ

d

 + h

ca

h

db

n

d(4)

c

A

= h

ca

h

db (4)

c

A

d

dove nella terza riga si ` e adoperata la regola di Leibniz (4) ∇ c (A n d ) = ( (4) ∇ c A )n d + A ( (4) ∇ c n d ), nella quarta la prima definizione di (2.35) mentre nell’ultima si ` e impiegata la prima relazione (2.42) unitamente alla (2.34).

Analogamente, la contrazione −h d b n e (4)d A e ` e deducibile dalla manipolazione di

K

bc

A ˆ

c

(3)

b

A

= h

db

h

ec

(

(4)

d

n

e

) ˆ A

c

(3)

b

A

(2.50)

= h

db

(

(4)

d

n

e

) ˆ A

e

(3)

b

A

= h

db

(

(4)

d

n

e

)(A

e

− ˆ A

e

) −

(3)

b

A

= h

db

(

(4)

d

n

e

)A

e

− h

db

(

(4)

d

n

e

) ˆ A

e

(3)

b

A

= h

db



(4)

d

(A

e

n

e

) − n

e(4)

d

A

e

 − h

db

(

(4)

d

n

e

) ˆ A

e

(3)

b

A

= h

db (4)

d

(A

e

n

e

) − h

db

n

e(4)

d

A

e

− h

db

(

(4)

d

n

e

) ˆ A

e

(3)

b

A

=

(3)

b

A

− h

db

n

e(4)

d

A

e

(3)

b

A

= −h

db

n

e(4)

d

A

e

dove, oltre alla definizione (2.41) nel primo passaggio e la relazione (2.43) nel secondo, si ` e utilizzata la decom- posizione (2.34) nel terzo, la regola di Leibniz (4)d (A e n e ) = ( (4)d A e )n e + A e ( (4)d n e ) nel quinto e la seconda relazione (2.44) nel settimo. Infine il termine n c n a (4) ∇ a A c ` e riprodotto a partire da

1

N h ˙ A

− N

c (3)

c

A

−N ˆ A

c

a

c

i

= 1 N

h

t

a (4)

a

A

− N

c (3)

c

A

− N ˆ A

c

a

c

i

(2.51)

= 1 N

h

(N n

a

+ N

a

)

(4)

a

A

− N

c (3)

c

A

− N ˆ A

c

(n

b (4)

b

n

c

) i

= n

a (4)

a

A

− n

b

(

(4)

b

n

c

) ˆ A

c

+ 1 N

h

N

a (4)

a

A

− N

c (3)

c

A

i

= −(−1) n

a (4)

a

A

− n

b

(

(4)

b

n

c

) ˆ A

c

+ 1 N

h N

a

h

ca

(3)

c

A

− N

c (3)

c

A

i

= −n

c

n

c

n

a (4)

a

A

− n

b



(4)

b

(n

c

A ˆ

c

) − n

c (4)

b

A ˆ

c

 + 1 N

h

N

a

ca

+ n

a

n

c

)

(3)

c

A

− N

c (3)

c

A

i

= −n

c

n

c

n

a (4)

a

A

+ n

b

n

c (4)

b

A ˆ

c

+ 1 N

h

N

a (3)

a

A

− N

c (3)

c

A

i

= −n

c

n

c

n

a (4)

a

A

+ n

b

n

c (4)

b

A ˆ

c

= n

c

n

a



(4)

a

A ˆ

c

− n

c(4)

a

A



= n

c

n

a



(4)

a

A ˆ

c

(4)

a

(n

c

A

) + (

(4)

a

n

c

)A



= n

c

n

a



(4)

a

A ˆ

c

(4)

a

(n

c

A

) 

= n

c

n

a



(4)

a

A ˆ

c

+

(4)

a

A ˆ

c



= n

c

n

a (4)

a

A

c

A seguito della sostituzione (2.38) della derivata temporale presente alla prima riga, nel secondo passaggio della (2.51) si ` e usata la definizione di accelerazione (2.40) e la decomposizione (2.36) per sostituire t a . Nel quarto passaggio la definizione (2.39) ha permesso di eliminare la derivata 4-dimensionale nel termine tra parentesi quadre. Allo step successivo, quinta linea, l’utilizzo della normalizzazione (2.31), della regola di Leibniz per il termine centrale contenente (4) ∇ b (n c A ˆ c ) = ( (4) ∇ b n c ) ˆ A c + n c (4) ∇ b A ˆ c e della definizione (2.33) ha permesso di semplificare molti termini nel sesto e settimo passaggio grazie alla (2.37) ed (2.43). Infine riapplicando la regola di Leibniz (4) ∇ a (n c A ) = ( (4) ∇ a n c )A + (4) n c (∇ a A ), la (2.44) e la (2.35) rispettivamente alla nona, decima ed undicesima riga si ` e giunti al risultato proposto nella dodicesima linea utilizzando (2.34).

Dall’inserimento delle relazioni (2.49) (2.50) (2.51) nell’espressione (2.48) si ottiene dunque

(4)

a

A

b

= h

(3)

a

A ˆ

b

− A

K

ab

i + h

K

bc

A ˆ

c

(3)

b

A

i n

a

+ h

K

ac

A ˆ

c

(3)

a

A

i n

b

+ 1

N h ˙ A

− N

c (3)

c

A

− N ˆ A

c

a

c

i n

a

n

b

=  1

N A ˙

n

a

n

b

− A

K

ab

+ K

bc

A ˆ

c

n

a

+ K

ac

A ˆ

c

n

b

 +



(3)

a

A ˆ

b

− 2n

(a

(3)

b)

A

− 1 N

h

N

c (3)

c

A

+ N ˆ A

c

a

c

i n

a

n

b



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