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Le lumie di Sicilia: note storiche e botaniche

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Quad. Bot. Amb. Appl. 26 (2015): 43-50.

Le lumie di Sicilia: note storiche e botaniche

F.M. R aiMondo 1 , L. C oRnaRa 2 , P. M azzoLa 3 & a. S MeRigLio 4

1

Dip.to Scienze e Tecnologie Biologiche, Chimiche e Farmaceutiche, Università di Palermo, Via Archirafi 38, I 90123 – Palermo.

2

Dip.to di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita, Università di Genova, Corso Europa 26, 16132, Genova.

3

Dip.to di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, Università di Palermo, Viale delle Scienze, 90128, Palermo.

4

Dip.to di Scienze Chimiche, Biologiche, Farmaceutiche ed Ambientali, Università di Messina, Via Ferdinando d’Alcontres 31, 98166, Messina.

aBSTRaCT. – Citrus lumia Risso is one of the old cultivated limes in Sicily, Mediterranean Europe and North Africa; For this reason, besides lumia, it is called Mediterranean lime. It is a small tree, with unarmed branches; obovate, obtuse leaves, with serrate margins and slightly winged petioles; flowers of medium size, fragrant, with petals externally reddish; fruit globose, umbonate, with base and apex de- pressed; umbo conical, dotted at the base; smooth, yellow-sulphureous, aromatic peel; thin and bitter mesocarp; endocarp with sweet juice, consisting of 9 -11 logs containing many seeds. It is distinguished from C. limetta Risso by the colour of petals and some other carpological and foliar characters, but mainly for non-acid juice. The two limes were already described in the masterly citrus work of F

eRRaRiuS

(1646), where in a table these are shown together as Lima dulcis et Lima acris. Cultivation of “lumia”, was once intended for the production of fruits used in the essence and food industry, nowadays is amateur, which is why this citrus has been preserved. In addition to the botanical characteristics of C. lumia, the identity of the “lumia” and its history are also discussed with respect to its cultivation in Sicily, as well as to the correspondence of this citrus with the “sweet lime” by the English authors.

Key words: Rutaceae, Citrus lumia, sweet lime, traditional fruit growing, Sicily.

i nTRoduzione

Citrus lumia è il binomio attribuito all’agrume noto in Sicilia con il nome di “lumia”. Si tratta di un taxon critico, descritto da Risso (1777-1845) dopo la pubblicazione delle sue più celebri opere sugli agrumi nelle quali, tuttavia, seppure in forma ancora piuttosto generica, parlava già di

“lumies” (R iSSo , 1813a; R iSSo et P oiTeau , 1818-1822). Il binomio Citrus lumia venne formalizzato qualche anno più tardi (R iSSo , 1826). Nella prima opera (R iSSo , 1813a), il noto citrologo nizzardo descrive, invece, Citrus limetta, nome con cui indica, appunto, la limetta e con il quale viene chiamata anche la lumia in trattati di agrumicoltura e memorie recenti (S Pina , 1985; C aLaBReSe , 1990; C aLaBReSe e B aRone in V aCanTe e C aLaBReSe , 2009). Per Giuseppe Antonio Risso – nome francesizzato Joseph Antoine – lime, limette e lumie sono agrumi simili al limone, ma distinti da questo e tra di loro: tra di loro soprattutto per il colore dei petali dei fiori e per il succo della polpa: acido in C. limetta Risso, zuccherino in C. lumia Risso. Si tratta dunque di un antico agrume già ricordato dal celebre Ferrarius (1584-1655) e conosciuto con il nome di “lumia”, soprattutto in Italia oltre che in alcune regioni prossime della Francia (A uBeRT , 2002).

Sulle differenze e affinità fra i due taxa – entrambi istituiti da J.A. Risso – si è scritto molto e di più e, oggi, c’è chi considera lumia e limetta lo stesso agrume. In realtà le differenze in origine erano chiare: la lumia corrispondeva a una lima dolce, la limetta invece a una lima acida da cui il richiamo ad una tavola illustrativa del terzo libro della più antica opera prelinneana sugli agrumi pubblicata in

Italia: Hesperides, sive de malorum aureorum cultura et usu (F eRRaRiuS , 1646). Ma quella tavola (Fig. 1) si riferiva alle lime [Limon, qui lima nuncupatur] (cfr. Capitulo XXVI, pag. 333, op.cit.), mentre nello stesso libro terzo (Capitulo XXV, pag. 317) l’autore trattava delle lumie (Limon, qui dicitur lumia) illustrandone cinque, fra le quali, alle pagine rispettive 321 e 327, la Lumia Valentina (Fig. 2) e la Lumia Ollulae aspectu (Fig. 3).

Su basi fenetiche, il frutto di “lumia” come anche il resto della pianta, ricorda molto il limone, dal quale però si distingue per il succo del suo frutto piuttosto dolce e non acido. Altri caratteri morfologici differenziano il taxon oggetto di studio e, ciononostante, la sua criticità viene avvalorata dal fatto che il binomio del Risso (C. lumia) ricorre tra quelli citati in una delle più significative e moderne revisioni sistematiche del genere Citrus (T anaka , 1961), riferito alla subsect. Decumanoides (sect. Citrophorum), differentemente da C. limetta che, invece, viene riferito alla subsect. Limonoides.

Che si trattasse di un ibrido lo ricorda già uno dei più classici studiosi che si sono interessati agli agrumi, ovvero il G aLLeSio (1811); ma anche altri autori suoi contemporanei, come gli stessi R iSSo et P oiTeau (1818-1822). Questi ultimi, consapevoli che le lumie non sono le “lumies” citate nel XII secolo da Falcando – ovvero limoni – dedicano alle

“Lumies” il capitolo IX della loro magistrale opera, e in

questa ne descrivono i caratteri essenziali: .…caule, ramis,

foliusque limonis: floribus extrès rubris, fructibus cortice

Pubblicato online il 29.12.2017

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et carne limonis, pulpa dulci, vesciculis corticis in aliis convexis, in aliis concavis… . In detta sezione – come viene ad essere definita dai due studiosi – gli stessi comprendono tutti quegli agrumi che hanno il portamento, le foglie e i fiori pressappoco come quelli del limone; come dello stesso hanno spesso forma e colore del frutto, ma la cui polpa è dolce, più o meno zuccherina, piuttosto che acida. Le vescicole della scorza – tranne una eccezione – sono concave. Ricordano che il F eRRaRiuS (1646) aveva descritto sia lumie che lime, ma non le aveva chiaramente distinte per alcun carattere naturale o artificiale. Alle loro osservazioni generali, i due studiosi fanno seguire la rassegna di ben dodici “lumies”.

Tra queste, comunque, figura Citrus lumia dulcis (lumia a frutto dolce), che sinonimizzano con il Limon dulci medulla vulgaris del citato Ferrarius (p. 227, Tav. p. 229) (Fig. 4), con succo dolce, molto gradevole, e frutto con 9-11 logge.

Concludono dicendo che il primo gruppo delle lumie elencate e descritte comprende degli alberi che si rapportano all’arancio propriamente detto (Citrus sinensis), alla limetta (C. limetta), al limone (C. × limon) e al cedro (C. medica), e differiscono dalle prime lumie trattate per il colore rossastro dei loro fiori, e dalle due ultime per il succo leggermente dolce dei loro frutti. Osservano, ancora, che gli alberi del secondo gruppo hanno il portamento, le foglie e i fiori del tutto simili a quelli del limone; i frutti contengono nella loro polpa un succo dolce che non si trova nei veri limoni, il cui carattere essenziale è di avere il succo decisamente acido. In queste nostre considerazioni, di un certo interesse appare quanto osserva B onavia (1888) in proposito dei due

taxa di Risso (C. limetta e C. lumia). Questi ricorda che essi vengono riuniti da Alfonso De Candolle – C andoLLe (1885) – sotto il trinomio Citrus medica limetta, e, dunque, rileva che è difficile tenere distinte limette e lumie, e che entrambe vanno considerate nell’ambito di uno stesso taxon. Questa considerazione, in fondo, riprende R iSSo et P oiTeau (1818- 1822) quando, in calce alla descrizione della “limetta di Spagna”, scrivono: “bisogna convenire che le limette e le lumie sono molto difficili da distinguere, soprattutto se si considera che gli uni e gli altri hanno pressappoco il portamento e le foglie del limone e che il succo del loro frutto è di un sapore debolmente zuccherato o molto leggermente acido”; poi continuano: “si riconoscono presto le limette dai loro fiori di un bianco puro, e le lumie dai loro fiori esternamente lavati di rosso o di violetto”.

Secondo la letteratura, il termine ”lumias” fu citato per la prima volta da F aLCando (1169) per indicare i limoni [C. limon (L.) Burm. f.] e, dal 1500, da altri citrologi, per indicare gli ibridi di cedro [C. medica L.] e arancio [C.

sinensis (L.) Osbeck.]. Questa è in particolare l’opinione del celebre G aLLeSio (1813), in seguito ripresa anche negli Atti dell’Accademia dei Georgofili del 1837. Tuttavia, mancano ad oggi analisi specifiche che supportino in termini genetico- molecolari tale interpretazione, come è stato fatto, invece, per altri nothotaxa dello stesso genere (D eng et al., 1995) e che, in ogni caso, non hanno interessato C. lumia Risso. In diverse opere post linneane, il citato taxon viene ridotto a semplice varietà ora di C. medica ora di C. limon – del quale si è poi accertata la stessa natura ibrida – e ciò in relazione ai Fig. 1 -Tavola illustrativa delle critiche lime del Ferrarius (1646):

Lima dulcis et Lima acris . Fig. 2 - Tavola illustrativa della Lumia Valentina del Ferrarius (1646).

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più appropriatamente riferibile a C. limetta Risso, la ”sweet lime” degli autori inglesi, nome che per B onavia (1888) invece andrebbe riferito anche a Citrus lumia di Risso. Una vera questione si direbbe di “lana caprina” che merita di essere ulteriormente chiarita cominciando con la tipificazione del binomio, per la quale si rimanda a R aiMondo et al. (in pubbl.).

Nella recente trattazione del genere Citrus per la Flora dell’Isola di Cuba, B euRTon (in G ReuTeR & R ankin

R odRiguez , 2008), conferma l’origine ibrida di C. lumia Risso (Citrus × limon × Citrus × aurantium) e indica il taxon come nothospecie: Citrus × lumia Risso.

L a L uMia in S iCiLia

I primi riferimenti scientifici e le prime raffigurazioni botaniche sulle lumie di Sicilia risalgono alle opere di Francesco Cupani (1657-1710). Nel suo Hortus Catholicus (C uPani , 1696), l’autore le annovera in “Malus”, una sorta di genere non linneano entro cui vengono fatte rientrare alcune piante frutticole e fra queste oltre ad alcune rutacee, le classiche rosacee pomoidee.

Nel prospetto che segue si riportano integralmente i Malus, corrispondenti ai Citrus citati dal Cupani.

In tutto, solo tre saranno le lumie illustrate dal Cupani nel suo Panphyton siculum comparso post mortem nel 1713. In quest’opera – recentemente pubblicata in tre caratteri dell’uno o dell’altra specie che i sistematici classici

vi hanno visto prevalere (C andoLLe , 1824; E ngLeR , 1931).

Sulla identità di questo insieme di agrumi – in buona parte trattate come specie e varietà orticole – esiste ancora molta confusione e non è questa la sede per cercare di chiarirne la tassonomia né, tantomeno, i rapporti genetici e parentali. L’identificazione anche di uno solo di essi, tuttavia, costituisce una base di lavoro a cui alcuni degli autori stanno lavorando.

Occorre, comunque, ricordare che noti sistematici del genere Citrus riconoscono C. lumia Risso a livello varietale, all’interno di C. medica, o lo considerano come ibrido di cedro e arancio (C. medica × C. sinensis), di cedro e pummelo (C. medica L. × C. grandis) o, ancora di pummelo e limone (C. grandis × C. × limon), mentre altri nemmeno citano il binomio. Di essi, S wingLe (1967) sconosce tutti i Citrus descritti da Risso, Hodgson (1961) ne riconosce solo alcuni, tra cui C. limetta ma non C. lumia, al contrario di T anaka (1961) – fra i massimi sistematici del genere Citrus – che li riconosce tutti, compresi, quindi, C. limetta e C. lumia, riferendoli a sottosezioni diverse, come si è prima ricordato.

Su questa ultima tendenza verranno poi fondati i riferimenti recenti alle lumie, dove lime [C. aurantiifolia (Christm.) Swingle] e limette (C. limetta Risso, inclusivo di C. lumia Risso) vengono trattate sempre insieme (S Pina , 1985; C aLaBReSe , 1990; B aRBeRa , 2007; C aLaBReSe &

B aRone 2009).

La moderna tassonomia tende dunque ad assimilare la

“lumia” (C. lumia Risso) alla “limetta dolce mediterranea”, Fig. 3 - Tavola illustrativa della Lumia Ollulae aspectu del Ferrarius

(1646). Fig. 4 - Tavola illustrativa di Limon dulci medulla vulgaris del Fer-

rarius (1646).

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Malus Limonia acida C.B.P. Limonia malus I.B. Limon vulgaris Ferrar Hesper. Vulgatè Lumiuni napulitanu.

Eadem levi, ac molli pulpa, vulgo lumiuni muddisi.

Malus Limonia Panormitana, vulgaris fructu succusiori, ac tenuiori corti- ce. Panormi Lumiuni di la sciorta di Palermu.

Malus Limonia major, dulcis C.B.P. Limon dulci medulla, vulgaris Ferrar.

Hesper. Ionston. seù fructu intimiori medulla dulci, acinis exper- te, communitèr Lumiuni cù l’agru duci, o Lumiuni duci d’intra.

Malus Limonia fructu minori, oblongo, utrinque papillari, medulla dul- ci, arillis deficiente. Limon dulci medulla Olsiponensis Ferrar.

Hesper. Publicitus Lumiuni lungareddu minuri, cù capicchia di minna di susu, e di iusu, duci d’intra, e senza ariddi.

Malus Limonia, fructu rotundo, orbiculato. C.B.P. Lumia Valentina Ferrar.

Hesper. Ionston. Plebis voce Lumiuni Valentianu.

Eadem fructu oblongo, spiculis dulcibus, acinis carentibus, vul gari nomine Lumiuni Valenzianu, spirlungatu, tuttu duci.

Malus Limonia triplici specie fructum: Neapolitana molli, Panormitana lepidiori & Valentina, toto anno edens fructus. vulgo Pedi di lumiuni, chi fa frutti tuttu l’annu. Nellu stissu ramu, di tri sorti, Napulitanu muddisi, di la sciorta di Palermu chiù gustusu, e Valenzianu.

Malus Limonia pusilla Calabra H,A,L,B. Limon pusillus sillus Calabren- sis Ferrar. Hesper. Limon Calaber Ionston. Vulgo Lumincella di tagghierri.

Malus Limonia, fructu Pyriformi H.A.L.B. P Pyri effigie; vulgo Piretta, seu Spatafora. Ferrar. Hesper. Fructu maiori, seu amgustiori. Vul- gatim. Pirettu maggiuri grossi. Rheij Calabriae Cedri Bergamotti.

Eadem fructu longiori H.A.L.B. Perettae consimilis limon Fer rar. Hesper. Vulgi eloquio Lumiuni simili a li piretti, longhi ordi- narij, però pizzuti.

Malus Limonia, fructu Pyriformi strigato. Limon Pyriformis strigatus Ion- ston. Limon strigatus Ferrar.. Hesper. Pubblico sermone Piretti a vrachi di Tudiscu, minuri, ed ordinarij.

Eadem fructu crassiori, longiorique patrio idiomate Piretti, a vrachi di Tudiscu, maiuri.

Malus Adami, C. B. P. Adami Pomum Ferrar. Hesper. Poma Adami I. B.

populari vocabulo Sollima.

Malus Limonia minor, dulcis C. B. P. Limon, qui Lima nuncupatur, dulcis Ferrar. Hesper. vernacula lingua Lumincelli duci.

Malus Limonia minor, acida Cat. Hort. Reg. Pari. s Limon, qui Lima nun- cupatur, acris Ferrar. Hesper. plebeo nomine Lumia Napulitana.

Malus Limonia Citrata H.A.L.B. Limon Citratus primae notae laevior Fer- rar. Hesper. Vulgariter Lumiuni Citratu, ò cù spicchi di Citru Eadem fructu fructum includente H.B.A.L.B. Limon Citratus alterum includens Ferrar. Hesper. Limones praegnantes alium fructum minorem in se continentes Clus. Hist. C.B.N. vulgate Lumiumi cù lu Citru d’intra

Prospetto degli agrumi (limoni, limoni dolci, lumie e lime) citati sub Malus in C

uPani

(1696).

volumi dalla Biblioteca centrale della Regione Siciliana a cura di P aSTena et al. (2003) – accompagnate dalle relative schede di commento dei curatori, figurano infatti: “Lumia Gargamatica” (Fig. 5), “Lumia Sollima gentilis seu maior vulgo dicta” e “Lumia Ollulae aspectu minor ac persuavis”

(Figg. 6 e 7).

Fra tutte, solo una viene riferita ad una lumia illustrata dal Ferrarius, ovvero la Lumia Ollulae aspectu (vedi Fig. 3).

La prima lumia illustrata dal Cupani (Fig. 5) somiglia un po’ ad un’arancia schiacciata ai poli e, all’esterno, lievemente costoluta, un po’ a un pomelo; la foglia è piccola rispetto al frutto e con picciolo non marginato; la sezione del frutto mostra 12 logge prive di semi.

La seconda viene presentata con foglia ovato-arrotondata, picciolo non alato né marginato; il frutto è ovale, attenuato alla base e con umbone appena pronunciato; in sezione presenta un albedo spesso e 8 logge con pochi semi (Fig. 6).

La terza si presenta con foglie ovato-acuminate, serrate, picciolo pronunciato, non marginato; frutto sub globoso con

Fig. 5 - Illustrazione della Lumia Gargamatica del Cupani (1713) (da Pastena et al., 2003).

Fig. 6 - Tavola contenente l’illustrazione della Lumia Sollima genti-

lis... del Cupani (1713) (da Pastena et al., 2003).

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umbone pronunciato e solco basale infossato; in sezione presenta 11 logge (Fig. 7).

Indipendentemente dai richiami a F eRRaRiuS (1641), nessuna delle lumie illustrate dal Cupani corrisponderà a quelle illustrate nell’opera di questi, ne in quelle dei successivi citrologi che a loro volta non faranno mai riferimento al Panphyton, opera stampata in poche copie e mai tra loro corrispondenti né per il numero né per l’ordine delle tavole (cfr. P aSTena et al., 2003): dunque, da sempre, poco o incompletamente consultabile.

Riguardo alle lumie presenti in Sicilia in epoca post linneana, Ucria (1789) – primo botanico ad introdurre in Sicilia la nomenclatura e il sistema di classificazione di Linneo – rispetto alle specie di Citrus coltivate nell’Orto Botanico di Palermo, cita solamente C. medica, C. limon e C. aurantium. Sarà più avanti il direttore Vincenzo T ineo

(1827) ad elencare C. limetta Risso nel suo catalogo delle piante coltivate nello stesso Orto, collegando il binomio al termine volgare “lumia”. Compiutamente, sarà più avanti R iCCoBono (1899) a fornirci una completa e aggiornata rassegna della collezione di Citrus del citato Orto botanico e, alcuni anni dopo, la lista delle piante elencate nel rapporto della sua Direzione (A. B oRzì , 1908) in cui verranno citati sia C. lumia Risso sia C. limetta L., binomio attribuito – verosilmente per una svista – a Linneo piuttosto che a Risso.

Prescindendo dalla collezione di Citrus dell’Orto Botanico di Palermo, il lavoro di R iCCoBono (1899) costituisce un utilissimo riferimento anche per la lumia, mentre per una visione più generale sugli agrumi siciliani si rimanda agli scritti di i nzenga (1915) e, in ultimo, di F LoRidia (1936).

Sulla base della storia tassonomica di Citrus lumia e di quanto è potuto emergere sulla genetica dell’ormai rara lumia, è ancora più difficile riferire le piante siciliane alle diverse varietà descritte nell’Isola. Per questo, la stessa descrizione di C. lumia data da R iCCoBono (1899), in base allo studio della collezione presente all’Orto Botanico di Palermo, appare fuorviante almeno per quel che riguarda il colore dei fiori e il numero delle logge del frutto. Ad ogni buon conto, per i nostri fini, si ritiene comunque utile riproporla integralmente di seguito, con le sinonimie richiamate dallo stesso autore.

VIII. – I. C. Lumia Risso, Hist. Nat. Or. Europa Merid. I, 414. Rami inermi, giovani rigetti verdi con piccole spine;

foglie obovate-ottuse, margine seghettato, piccioli leggermente alati; fiori di media grandezza odorosi, diam da 3-4, petali bianchi, punteggiati in verde esternamente;

frutti globosi, mammellonati, con base ed apice depressi, mammellone conico ovvero ottuso, ed infossato alla base, diam. cm. 4-5 ½, buccia liscia, giallo-sulfurea, emanante odore assai aromatico, mesocarpio tenue ed amaro, polpa dolcissima, finemente granulosa, a 11 logge e numerosi semi che abboniscono.

C. Limetta parva Risso e Poiteau, op. cit. p. 88, f. 58. Limon qui lima nuncupatur Ferr., op. cit., p.331, f. 333 (super).

C. Limetta communis, Savastano, op. cit., p. 26, n. 23 Volgarmente: “Lumia nustrali”

Ai superiori riferimenti, l’autore fa seguire la rassegna delle varietà: in tutto tre.

Dalla descrizione sopra riportata, almeno un carattere (il colore dei petali) non trova corrispondenza con la diagnosi di C. lumia pubblicata da R iSSo (1826); il colore dei petali ricordato da Riccobono si avvicina più a quello della limetta (C. limetta), piuttosto che a quello delle vere lumie (C. lumia) nelle quali, invece, è rosato (Fig. 8).

Anche il richiamo ai piccioli “leggermente alati” indirizza diversamente (Fig. 9). Occorre qui precisare che l’unica pianta di lumia oggi esistente nell’Orto Botanico di Palermo non trova corrispondenza nei fiori con la lumia descritta da Riccobono (cfr. Figg. 10, 11 e 12).

Gli stessi riferimenti sinonimici non sempre trovano corrispondenza. L’imperizia può essere giustificata dal fatto che l’autore – cui si devono importanti rassegne delle collezioni più rappresentative dell’Orto botanico di cui era capo giardiniere – non aveva alle spalle una solida formazione tassonomica.

Il riferimento a Ferrarius [Limon qui lima nuncupatur]

risulta, invece, molto più pertinente, e ciò indipendentemente dal fatto che il richiamo si riferisca a un agrume dal Ferrari trattato tra le lime, piuttosto che tra le lumie.

Queste criticità potrebbero spiegare il perché nel più recente trattato di Agrumicoltura coordinato da due studiosi siciliani (v aCanTe e C aLaBReSe , 2009), la lumia viene citata nel capitolo dedicato a “Lime e limette”, e viene presentata come “Limetta mediterranea” dal “frutto medio piccolo, oblato, con umbone schiacciato e un vistoso solco che lo circonda quasi interamente. Il succo è dolciastro per la scarsissima presenza di acidi”.

Con lo stesso nome di “limetta mediterranea”, la lumia – Fig. 7 - Tavola contenente l’illustrazione della Lumia Ollulae aspec-

to minor... del Cupani (1713) (da Pastena et al. 2003).

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Fig. 9 - Parte basale di foglia di Citrus lumia Risso.

Fig. 10 - L’unica pianta di lumia presente nell’antica collezione so- pravvissuta nell’Orto Botanico di Palermo.

Fig. 11 - Bocciolo e fiore della superstite pianta di lumia dell’Orto Botanico di Palermo in fig. 12.

Fig. 12 - Frutto immaturo e foglia della pianta di lumia dell’Orto Botanico di Palermo.

Fig. 8 - Fiore di Citrus lumia Risso, da pianta coltivata in Sicilia.

ancora prima della pubblicazione del citato trattato – viene ricordata dallo stesso C aLaBReSe (1990) e, poi, da B aRBeRa

(2007); ma come implicitamente i citati autori lasciano intendere, essi riferirebbero il raro agrume a Citrus limetta Risso.

L e L uMie neLL ’ eConoMia

Riguardo alla valenza economica delle lumie non si hanno notizie specifiche come per altre specie o ibridi di

Citrus. Relativamente alla Sicilia, F LoRidia (1936) ripreso

da C aLaBReSe (1990) – rileva che il commercio degli agrumi

non si limitava soltanto al frutto fresco ma riguardava anche

il succo (“agro cotto”), le scorze e le essenze. Tali prodotti

venivano richiesti dai mercati inglesi. In merito, il succitato

Floridia riporta quanto scriveva nel 1761 l’abate Arcangelo

Leanti in un rapporto sulle varie produzioni agricole

siciliane: ovvero che dalle scorze delle lumie dolci e da altri

agrumi si estraeva, a mano e con fatica, l’olio essenziale che

chiuso in speciali contenitori, chiamati “caraffini”, veniva

(7)

farne gelati dal gusto delicato e piacevole.

C onSideRazioni ConCLuSive

Volendo concludere queste note sul mitico agrume, ad oggi Citrus lumia Risso resta un taxon non solo sistematicamente critico ma anche geneticamente inesplorato, contrariamente ad altri ibridi dello stesso genere (d eng et al., 1995). Quello che, tuttavia, qui si ritiene utile evidenziare è che il termine

“lumia” ricorre ancora nella cultura popolare siciliana e potrebbe sembrare solo un nome di qualcosa di virtuale.

Esso, come si è prima argomentato, corrisponde invece a una pianta che ha avuta una sua storia, ancora esistente e coltivata quasi per diletto e, comunque, meritevole di essere ulteriormente studiata non solo sistematicamente ma anche per le potenziali caratteristiche nutraceutiche e cosmetiche degli oli essenziali contenuti nelle bucce dei suoi frutti (Figg.

13 e 14) già oggetto di indagini fitochimiche (S MeRigLio et al., in pubbl.). Ci si augura che i risultati di queste indagini possano conferire alla lumia quell’interesse economico che finora è mancato e che possano stimolare gli agrumicoltori e riconsiderarla tra le piante d’importanza economica;

invertendo, così, quella tendenza a concepire la “lumia”

come un soggetto totalmente virtuale, dimenticato anche nei recenti trattati sugli agrumi curati da autorevoli studiosi siciliani che, probabilmente, ignorano o confondono il nostro speciale agrume. Lo ignorano, verosimilmente, in quanto di nessuna importanza economica; lo confondono anche per la sua complessa storia sistematica e nomenclaturale.

Ai soli fini della conservazione dell’agro-biodiversità è già tanto sapere che le lumie – incluse o meno nel novero delle

“limette mediterrarnee” – sono presenti “qua e là e sono allevate più che altro come curiosità botanica” anche in Sicilia.

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vincia di Agrigento.

Fig. 14 - Frutti di Citrus lumia oggetto di studi fitochimici.

destinato al mercato inglese. Questo stesso passo viene ricordato anche da B uTTiTTa (1983) nel capitolo introduttivo alla originale sua opera etnoantropologica “Dove fiorisce il limone”, e ancora dopo da altri autori compresi i citati C aLaBReSe (1990) e B aRBeRa (2007).

Con riferimento ad altre regioni dell’area mediterranea,

già R iSSo (1813b) parlava dell’uso in Francia degli oli

essenziali estratti dalla buccia delle limette dolci (C. limetta)

– non cita le lumie – per la produzione di liquori e profumi,

come anche dell’uso del succo della polpa dei loro frutti per

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R ingRaziaMenTi

Gli autori sono grati al dott. Sebastiano Ciccarello per la ricerca bibliografica e al dott. Filippo Scafidi per la ricerca e documentazione fotografica.

RIASSUNTO – Citrus lumia Risso è una delle lime anticamente coltivate in Sicilia, nell’Europa mediterranea e in Nordafrica; per questo, oltre che lumia, è chiamata limetta mediterranea. Si tratta di albero di piccola taglia, con rami maturi inermi; foglie obovate, ottuse, con margine seghettato e piccioli leggermente o per niente alati; fiori di media grandezza, odorosi, con petali esternamente rossastri;

frutti globosi, mammellonati, con base e apice depressi;

mammellone conico, infossato alla base; endocarpo con succo dolce, costituito da 9-11 logge contenenti numerosi semi. Si distingue da C. limetta Risso per caratteri carpologici e fogliari, ma principalmente per il succo non acido. Le due lime vennero descritte già nella magistrale opera sugli agrumi del F eRRaRiuS (1646) dove in si trovano illustrate insieme in una tavola con la dicitura Lima dulcis et Lima acris. La coltivazione della lumia, un tempo finalizzata alla produzione di frutti impiegati nell’industria essenziera e alimentare, oggi riveste carattere amatoriale, motivo per il quale questo agrume si è potuto conservare. Oltre ai caratteri botanici di C. lumia, viene discussa l’identità della “lumia”

e la sua storia anche con riferimento alla sua coltivazione in

Sicilia, come anche la corrispondenza di questo agrume con

la “sweet lime” degli autori inglesi.

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