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RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE

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ANNO LIII NUMERO 1 • GENNAIO/APRILE 2015 Poste Italiane Spa

Sped. in abb. postale d.l. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 e 3, C/RM/04/2014

PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL'EDUCAZIONE AUXILIUM

RIVISTA DI SCIENZE

DELL’EDUCAZIONE

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EDITORIALE

Per sradicare la schiavitù:

formare il cuore umano

Maria Spólnik 6-11

Non più schiavi, ma fratelli

Messaggio del Santo Padre Francesco per la celebrazione della XLVIII

Giornata mondiale della pace

1 Gennaio 2015 12-21

DOSSIER

GENDER: CONFRONTO TRA UMANESIMI

Introduzione al Dossier

Marcella Farina 24-31

«Chi mi può dire chi io sono?».

Ideologia di genere e persona

Francesco D’Agostino 32-39

Dalla sessualità al genere:

una rivoluzione antropologica e semantica

Maria Luisa Di Pietro 40-55

2

PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM

SOMMARIO

(5)

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RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LIII NUMERO 1 GENNAIO/APRILE 2015

Identità sessuata e teoria di gender

Massimo Gandolfini 56-65

Promuovere la socio-affettività della persona tra identità sessuale e ruoli di genere

Domenico Bellantoni 66-79

SISTEMA PREVENTIVO OGGI

Don Bosco e la preventività educativa nel e oltre il suo tempo

Piera Ruffinatto 82-98

ORIENTAMENTI BIBLIOGRAFICI

Recensioni e segnalazioni 100-128

Libri ricevuti 129-135

(6)

EDITORIALE

RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE

DOSSIER

GENDER:

CONFRONTO TRA UMANESIMI

RIVISTA DI SCIENZE

DELL’EDUCAZIONE

(7)

IDENTITÀ SESSUATA E TEORIA DI GENDER

MASSIMO GANDOLFINI

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Premessa

«Le bugie assomigliano alle monete false: coniate da malviventi sono poi spese da persone oneste, che perpe- tuano il crimine senza saperlo. Così la bugia, soprattutto se detta da per- sona autorevole, corre in tutte le di- rezioni e lentamente si trasforma in ve- rità se non ci sottoponiamo alla fati- ca della verifica e della critica».

2

La premessa necessaria per affron- tare il tema in oggetto è precisare che lo strumento di lavoro adatto è la ra- gione. Si racconta che S. Tommaso fosse solito iniziare le sue conferen- ze mostrando all’auditorio una mela, accompagnando quest’atto con le parole: «Questa è una mela. Chi non è d’accordo può andar via».

Lo stesso Karl Popper

3

, uno fra i più autorevoli rappresentanti della filoso- fia relativista, affermò che la “corri- spondenza al reale” è principio inelu- dibile per analizzare ogni tematica in termini di rigore oggettivo.

Il tema dell’identità sessuale della persona umana è, oggi, fra i più di- battuti: da quando la cosiddetta “teo- ria di genere” è uscita dai contesti ac- cademici proponendosi alla scena giuridica internazionale, intere socie- tà nazionali sono state coinvolte in un lavoro di ristrutturazione secondo schemi antropologici inediti.

Scopo del presente lavoro è quello di realizzare un po’ di chiarezza sull’ar- gomento, partendo proprio dai termi- ni e dalle parole utilizzate, in modo da favorire una chiara conoscenza, indi- spensabile per affrontare una questio- ne che vuole proporre una radicale rie- laborazione dell’umano così come consegnatoci dalla storia.

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PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM

DOSSIERGENDER: CONFRONTO TRA UMANESIMI

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1. L’identità sessuata della persona umana secondo la Biologia

Possiamo partire dalla domanda di fondo: maschio o femmina si nasce o si sceglie di diventarlo?

Più specificatamente, la persona uma- na è una struttura con una precisa identità sessuata (ontologicamente sessuata), oppure è realtà mutevole e modificabile in base al desiderio e alla libera scelta dell’orientamento sessuale di un soggetto?

L’essere umano si presenta sulla scena della storia con un dimorfismo sessuale ben preciso che conoscia- mo dai primordi dell’umanità oppu-

re è un essere asessuato o panses- suale che si autodetermina secon- do un genere arbitrario?

Per rispondere in modo argomenta- to, razionale e ragionevole, è indispen- sabile partire dalla biologia umana. La biologia ci insegna che esistono due sessi, maschio e femmina, ciascuno portatore di caratteristiche differenti e complementari, secondo un proget- to ben definito: il patrimonio cromo- somico – genetico.

In tutte le cellule del nostro organismo, fra i 46 cromosomi che caratterizza- no la specie umana, ve ne sono due, chiamati X e Y, cromosomi sessuali, che condizionano la strutturazione e lo sviluppo dell’organismo secondo le 57

RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LIII NUMERO 1 GENNAIO/APRILE 2015

IDENTITÀ SESSUATA E TEORIA DI GENDER / MASSIMO GANDOLFINI

Riassunto

Il tema dell’identità sessuale della persona umana è, oggi, fra i più di- battuti: da quando la cosiddetta

“teoria di genere” è uscita dai con- testi accademici proponendosi al- la scena giuridica internazionale, in- tere società nazionali sono state coinvolte in un lavoro di ristruttura- zione secondo schemi antropologi- ci inediti.

Scopo del presente lavoro è quel- lo di realizzare un po’ di chiarezza sull’argomento, partendo proprio dai termini e dalle parole utilizzate in modo da favorire una chiara co- noscenza, indispensabile per af- frontare una questione che vuole proporre una radicale rielaborazio- ne dell’umano così come conse- gnatoci dalla storia.

Parole chiave: identità sessuata, teoria gender, disforia di genere, transessualismo

Summary

The theme of the sexual identity of the human person is, today, among the most debated issues. Ever sin- ce the so called “gender theory” ca- me out of the academic contexts, proposing itself to the international juridical scene, entire national so- cieties have been involved in the work of restructuring according to unedited anthropological outlines.

The aim of the present article is to give a bit of clarity to the issue, be- ginning specifically from the terms and words used, so as to favor a clearer knowledge which is essen- tial to facing the question that pro- poses to be a radical re-elaboration of the nature of the human person as handed down to us through hi- story.

Key words: sexual identity, gender

theory, gender dysphoria, transse-

xualism

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due linee del maschio e/o della fem- mina, con i correlati caratteri sessua- li, primari e secondari.

Questa sessuazione dimorfica coin- volge l’intero corpo umano, cervel- lo compreso, tanto che oggi si par- la di cervello maschile e cervello fem- minile. Le tecnologie più avanzate di neuroimaging – quali la RMN (Riso- nanza magnetica nucleare) funziona- le e la SPECT (Tomografia Compu- terizzata ad emissione di Singolo fo- tone) – ci hanno consentito di docu- mentare a differenze anatomiche e funzionali fra il cervello del maschio e quello della femmina.

Senza entrare in dettagli troppo tec- nici che affronteremo poi, possiamo dire che il primo è caratterizzato da una rigida lateralizzazione delle fun- zioni simboliche, quali il linguaggio, con aree funzionali specifiche nel- l’emisfero dominante (solitamente il sinistro). Al contrario, nella donna vi sono aree deputate al linguaggio an- che nell’emisfero destro, e il siste- ma di interconnessione fra i due emisferi (soprattutto il corpo callo- so) è maggiormente rappresentato – anatomicamente e funzionalmen- te – rispetto al maschio.

Tutto ciò ci dà ragione di quanto la psicologia del comportamento ci di- ce da molti anni: il funzionamento del- la mente è differente fra maschio e femmina. Il maschio è caratterizzato, in linea di massima, da un pensiero che definiamo “lineare”, cioè in gra- do di gestire appieno un compito per volta, mentre il cervello femminile ap- pare idoneo a gestire adeguatamen- te – con ottimi risultati – più compiti contemporaneamente.

Per questa ragione lo denominiamo

pensiero “circolare”, cioè non se- quenziale. Non senza una certa dose d’ironia, si dice che le donne sono

“multitasking” e gli uomini no!

Ma da dove origina questa differen- za che coinvolge la totalità del nostro corpo? Deriva dal patrimonio geneti- co, dai cromosomi, che abbiamo ere- ditato dai nostri genitori. La mamma ci ha trasmesso 22 autosomi ed un cromosoma sessuale, il cromosoma X, tramite il gamete femminile, l’ovo- cita o cellula uovo, mentre il papà, in- sieme ai suoi 22 autosomi, ci ha da- to un cromosoma sessuale che può essere X o Y, tramite il gamete ma- schile, lo spermatozoo. Risultato:

46XX o 46XY, femmina o maschio.

Fino alla settima settimana di vita ge- stazionale (intrauterina) la sessuazio- ne gonadica (ovaie o testicoli) è bipo- tenziale. A quella scadenza entra in gioco il cromosoma Y, indirizzando la differenziazione gonadica verso la formazione dei testicoli; in sua assen- za, lo sviluppo si indirizza verso la for- mazione delle ovaie.

Il cromosoma Y è il vero “determinan- te biologico” della mascolinizzazione:

caratteri sessuali primari e seconda- ri, ormoni, sessuazione cerebrale.

La femminilizzazione non avviene per processo attivo, ma si compie in assenza di ormoni maschili (an- drogeni), regolati dall’Y.

Il cromosoma Y, benché morfologi- camente e strutturalmente molto più piccolo dell’X (è lungo 1/3 della X, contiene circa 100 geni contro i circa 1500 della X, e “solo” 65 mi- lioni di basi) è dotato di una grande efficienza e penetranza biologica, condizionata da una complessa re- te di interazioni geniche (gene SRY, 58

PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM

DOSSIERGENDER: CONFRONTO TRA UMANESIMI

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chiamato “interruttore maschile”, gene SOX3, gene SOX9, geni della spermatogenesi, ecc..).

È abbastanza facile intuire che – da- ta la complessità dei processi in gio- co – è possibile, ad ogni livello, che questo affascinante meccanismo s’in- toppi, passando dalla biologia fisio- logica descritta alle forme patologiche dello sviluppo sessuale.

L’identità sessuata di ogni essere umano, sul piano biologico, non lascia spazio ad interpretazioni personali o a scelte individuali.

Pertanto identità sessuale ed identi- tà sessuata non sono sinonimi e non configurano il medesimo concetto:

l’identità sessuata si struttura nell’in- terazione fra “natura” (il sesso biolo- gico) ed ambiente biografico, in cui la persona si sviluppa e cresce.

Certamente la genetica non è acqua, e con essa si deve fare i conti; ma altrettanto l’epigenetica – cioè tutto ciò che sta al di fuori e che va oltre i geni – costituisce un’importante for- za plasmante la personalità e l’iden- tità del soggetto.

L’io, l’identità di sé, il sé è il punto d’in- contro tra la natura (con il suo geno- tipo e fenotipo) e la “cultura”, con quel variegato bagaglio di relazioni e con- dizionamenti parentali e sociali che delineano la “biografia” di ciascuno di noi. L’integrazione di questi fattori, non scindibili fra loro – pena fratturarne l’identità – genera l’io.

La relazione corpo-psiche è bidire- zionale e reciprocamente integra- ta: non esiste un corpo senza psi- che e, altrettanto, non esiste una psiche che possa prescindere dal corpo cui appartiene.

In un ambito così complesso, ogni ti-

po di determinismo semplificatorio ap- pare ingenuo e pericoloso: la biolo- gia, lo psichismo, l’ambiente sono fat- tori interagenti il cui prodotto è l’iden- tità sessuata.

Come l’aritmetica ci insegna, se ad uno qualsiasi di essi si dà valore ze- ro – come richiede la teoria del gen- der, che attribuisce ininfluenza com- pleta al sesso biologico, valorizzan- do soltanto la libera scelta, cioè lo psi- chismo – il prodotto si annulla: l’uma- no scompare, non è più leggibile ed intelligibile, cedendo il posto alla co- struzione ideologica autoreferenziale.

2. Cervello sessuato, maschile e femminile

Punto significante della nostra disser- tazione è rappresentato dalle differen- ze strutturali e funzionali riscontrabi- li nel cervello femminile rispetto a quel- lo maschile e viceversa.

Le differenze

4

si riscontrano prima di tutto nella Corteccia Cingolata Ante- riore (ACC) di volume maggiore in quello femminile rispetto a quello ma- schile; relativamente alla corteccia prefrontale (PFC), luogo delle emozio- ni e loro contenimento attraverso una specifica azione su Amigdala, studi specifici e oramai consolidati hanno dimostrato la precocità della matura- zione del cervello femminile rispetto al suo corrispettivo maschile. Maggio- re è il volume dell’insula femminile, parte collegata alle sensazioni ‘vi- scerali’, mentre differenziale è il fun- zionamento dell’ipotalamo (cd centra- lina neuroendocrina), in modo “sinu- soidale” per il cervello femminile, a

“flat“ per quello maschile. Maggiore è invece l’Amigdala maschile, nucleo istintuale calmierato dalla Corteccia 59

RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LIII NUMERO 1 GENNAIO/APRILE 2015

IDENTITÀ SESSUATA E TEORIA DI GENDER / MASSIMO GANDOLFINI

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Pre-frontale, mentre sempre maggio- re è l’Ippocampo femminile (cd me- moria “emozionale”).

Quando leggiamo, scriviamo o inta- voliamo una discussione, la domi- nanza è riservata all’Emisfero sinistro (cervello ingegnere); al contrario quando disegniamo o guardiamo un’immagine, è l’emisfero destro (cervello poeta) ad avere dominan- za su quello sinistro. Il cervello non va comunque inteso come scisso in due parti a sé stanti: cervello poeta e cervello ingegnere sono stretta- mente connessi tra loro, con un con- tinuo scambio d’informazioni, attra- verso un grosso fascio di fibre ner- vose, il cd corpo calloso, che permet- te al cervello di integrare le elabora- zioni delle diverse aree.

Cervello maschile e femminile hanno non solo struttura e dimensioni, ma anche funzionalità distinte.

A titolo esemplificativo, la giunzione temporo–parietale più attiva negli uomini, rafforza la loro capacità di analizzare problemi, così come la corteccia parietale più grande degli uomini, favorisce una spiccata intel- ligenza spaziale; le maggiori dimen- sioni sia del nucleo pre-mammilare dorsale che della giunzione tempo- ropoparietale negli uomini, li rende più sensibili ad identificare potenzia- li minacce da un lato e più inclini al- l’attività fisica dall’altro.

Nella donna, invece, la corteccia pre-frontale più grande, e sviluppa- tesi circa due anni prima rispetto al- l’uomo, le rende meno inclini a infu- riarsi, così come la maggiore com- plessità e volume della corteccia frontale ne favorisce la capacità di prendere decisioni, mentre le mag-

giori dimensioni della corteccia cin- golata anteriore le rende più capaci di pesare le diverse opzioni.

Sempre grazie al neuroimaging si è scoperto, inoltre, che nel cervello femminile il corpo calloso è più spes- so di quello maschile. Ciò significa che nella donna le due metà del cervello comunicano più facilmente. Nell’emi- sfero di sinistra (quello che “coman- da”, rispetto all’emisfero destro che esegue) avvengono ragionamenti di ti- po sequenziale logico (tipici maschi- li). L’emisfero destro, invece, permet- te di effettuare anche i ragionamenti di tipo parallelo, di portare avanti più operazioni mentali contemporanea- mente. La maggiore comunicazione tra i due consente ai ragionamenti pa- ralleli di raggiungere l’emisfero sinistro e di influenzare le decisioni al di là del- la logica. L’intuito altro non è che il ri- sultato di un ragionamento parallelo che una parte del cervello ha conti- nuato a portare avanti al di fuori del- la coscienza e che è andato a influen- zare una logica sequenziale rigida, for- nendo una soluzione diversa al pro- blema preso in esame.

Le donne sono più intuitive dell’uomo grazie alle maggiori connessioni tra i due emisferi. Oltre al corpo calloso le ricerche hanno evidenziato che esi- ste un’altra area del cervello nella don- na che appare più voluminosa e atti- va rispetto all’uomo. E’ una zona dei lobi frontali, la corteccia frontale dor- solaterale, che sovrintende ai proces- si di memoria a breve termine, alla pro- grammazione e valutazione delle pro- cedure e delle decisioni per raggiun- gere uno scopo. Questa zona nella donna ha uno spessore maggiore ed è collegata con le cosiddette aree 60

PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM

DOSSIERGENDER: CONFRONTO TRA UMANESIMI

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“limbiche”, la sede dell’emotività, che, sempre nella donna, a parità di stimo- li, si attivano più intensamente. Il pro- cesso decisionale delle donne, quin- di, è influenzato emotivamente in mi- sura maggiore rispetto a quello degli uomini.

Sembra ci sia anche una discriminan- te cerebrale tra maschi e femmine.

Una differenza nel modo di ragiona- re, di affrontare problemi e trovare so- luzioni. L’uomo ha una mente detta

“lineare”, si impegna fino in fondo su una e una cosa soltanto, che assor- be tutta intera la sua attenzione. La donna ha invece un cosiddetto “pen- siero circolare”, che la mette in gra- do di eseguire contemporaneamen- te più compiti, diversificati tra loro.

3. Gender Identity Disorder (“disforia di genere”)

La medicina moderna descrive pato- logie riguardanti il sesso genetico, il sesso gonadico, il sesso fenotipico:

tutte situazioni condizionate e provo- cate da specifiche alterazioni dell’as- setto normale dei meccanismi di dif- ferenziazione sessuale.

Allo scopo di evitare confusioni o in- terpretazioni erronee, va chiarito che l’omosessualità non è riferibile alle si- tuazioni patologiche sopra elencate.

Si tratta di una condizione molto più complessa, in parte ancora molto po- co conosciuta nei suoi determinanti più strutturali, che esula dalla finalità del presente lavoro. Può, invece, es- sere utile – nel contesto del tema del- la sessuazione cerebrale – affrontare il tema del “transessualismo”.

La “disforia di genere”

5

o transessua- lismo è la condizione vissuta da un soggetto di un dato sesso che si sen-

te “imprigionato in un corpo sbaglia- to”. Si parla di due varianti: da ma- schio a femmina (M/F), e da femmina a maschio (F/M).

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Circa la causa, peraltro ancora non ben definita, si propende per una ge- nesi multifattoriale, in cui prevalgono le componenti ambientali-relazionali (famiglia, ambiente sociale e cultura- le), rispetto al dato biologico-geneti- co (sessualizzazione atipica legata al testosterone).

Circa l’aspetto “cerebrale” è interes- sante quanto indagini di neuroimaging ci hanno documentato: soggetti tran- sessuali M/F hanno una lateralizzazio- ne del linguaggio con caratteristiche maschili, e soggetti transessuali F/M con caratteristiche femminili.

Ebbene, in ambito di cure per la rias- segnazione del sesso finalizzate al superamento della condizione disfo- rica, queste caratteristiche di ses- suazione cerebrale risultano non es- sere modificabili con terapia ormo- nale post-natale. L’imprinting or- monale intrauterino ha condiziona- to la sessuazione cerebrale in mo- do non più modificabile.

Ciò può costituire una chiave interpre- tativa del fatto che, in una grande maggioranza di casi, soggetti che hanno compiuto tutto il lungo percor- so di riassegnazione sessuale, giun- gendo fino al traguardo tanto deside- rato ed atteso, appaiono profonda- mente insoddisfatti, inappagati, anco- ra sofferenti.

Occorre sottolineare bene come la te- rapia ormonale post-natale in ogni modo non è in grado di modificare il cervello: questo in riferimento a recen- ti proposte di alcuni ospedali italiani di attivare dei protocolli che prevedes- 61

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IDENTITÀ SESSUATA E TEORIA DI GENDER / MASSIMO GANDOLFINI

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sero trattamenti ormonali sui bambi- ni affetti da Gender identity disorder.

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Emblematico, ad esempio il caso del VU Medical Center, alla periferia di Amsterdam, clinica ove si è sviluppa- to e messo a punto un protocollo spe- cifico contro la disforia di genere e che prevede anche la “sospensione del- la pubertà” dopo i 12 anni.

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All’interno della comunità scientifica ci si è chiesti se la GID avesse o me- no una base genetica: a tal fine è sta- to realizzato uno studio su 242 tran- sessuali (74MtF-168FtM) vs. 275 sog- getti di controllo (106M, 169F).

Le risultanze ci hanno condotto a di- mostrare come le anomalie geniche inerenti gli ormoni sessuali NON sia- no direttamente correlabili alla GID;

che la disforia di genere è ascrivibile ad un problema multifattoriale in cui prevalgono le componenti ambienta- li/relazionali rispetto al dato biologi- co/genetico, anche se è possibile una componente di sessualizzazione atipica legata al testosterone, perciò connessa a forme patologiche dello sviluppo sessuale.

A titolo esclusivamente indicativo, può essere utile ricordare come tra le patologie dello sviluppo sessuale occorra distinguere quelle riguar- danti il sesso genetico (es: Sindro- me di Turner; Sindrome di Klinfelter;

mosaicismi etc…); il sesso gonadi- co (es: sindrome di Mayer Hauser;

sindrome di Rokitansky; Sindrome Adrenogenitale (CAH) ), ed infine, il sesso fenotipico ( es: ermafroditismo, irsutismi, ginecomastie …).

È evidente, quindi, come la biologia ci consegni una umanità caratteriz- zata da un chiaro dimorfismo sessua- le, maschio e femmina, oggettiva-

mente intellegibile e descrivibile.

Forme “grigie” esistono e le abbia- mo elencate, precisando che si trat- ta non già di condizioni fisiologiche, bensì di patologie, altrettanto ben studiate ed oggettivabili.

4. La teoria del gender

Avendo, dunque, ben chiaro tutto quanto sopra argomentato, passiamo ad analizzare la cultura della cosiddet- ta “teoria del gender”.

Per “gender” (genere) si intende una libera scelta soggettiva ed in- dividuale, variabile nel tempo, che il soggetto compie sulla base della percezione che egli ha di sé stes- so, in un dato tempo, e che è, quin- di, slegata dalla propria appartenen- za di sesso: si può biologicamente appartenere ad un determinato ses- so, ma scegliere per sé un diverso genere, modificabile nel tempo, in qualsiasi momento.

Stante questa condizione, si è pas- sati nel giro di pochi anni, dalla pos- sibilità di scelta fra cinque generi LGBTQ

9

alle recenti proposte di 53 o 56 generi diversi.

Effettivamente, considerato che il principio che regola la scelta è – co- me abbiamo detto – la percezione di sé (che, oltretutto, non è fissa, ma con- tinuamente mutevole e variabile) è conseguenziale che i “generi” devo- no essere numerosi, teoricamente, senza limiti di numero, dovendo ren- dere disponibile ogni opzione, com- prese le più naif.

Non a caso perfino la pedofilia è en- trata nel dibattito dei possibili gene- ri a disposizione (con l’unica clau- sola che il minore sia “consapevole e consenziente”!).

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PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM

DOSSIERGENDER: CONFRONTO TRA UMANESIMI

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È in quest’ottica che proprio Judith Butler, nel 2004

10

ha sostenuto la li- berazione dal gender rigido e fisso, proponendo un “sesso fluido”, pie- gando il concetto stesso di gender (il termine utilizzato è “to bend gen- der”, piegare il genere), a favore di un “queer” che contempla scelte sempre rivedibili, modificabili, mo- dellabili, ristrutturabili nel tempo, fi- glie di “identità fluide”.

Sul piano filosofico, il genere “queer”

affonda le sue radici nel principio del

“nomadismo”: l’uomo è un essere pri- vo di identità, sconosciuto all’altro e nomade a sé stesso, dotato della li- bertà più assoluta di costruire e de- costruire, fare e disfare la propria identità, fondando la totale “performa- tività dell’agire e del fare”.

11

Per la verità, già Donna Haraway, nel suo lavoro Manifesto Cyborg, nel 1991,

12

e Rosi Braidotti in Nomadics Subjects del 1994,

13

avevano affron- tato il tema della “liquefazione del- l’umano”, preconizzando il nomadi- smo antropologico come tappa inter- media di un percorso di evoluzione dell’umano che – partendo dall’egua- glianza, identitaria e sessuale, e dal- la decostruzione di ogni stereotipo ri- gido (sessista e addirittura “genderi- sta”) – traghetta l’uomo all’indifferen- tismo e – grazie allo sviluppo tecno- logico (clonazione, riproduzione aga- mica extracorporea - utero artificiale) – al “transumanesimo”.

L’uomo supera sé stesso modifican- do la biologia, rifonda l’umano stes- so, elimina ogni categoria antropolo- gica, e si automodella (autopoiesi) ar- bitrariamente.

Nasce così la proposta culturalmen- te oggi più avanzata sul fronte del-

l’ideologia di rifondazione dell’uma- no: abolire il termine stesso “gender”

sostituendolo con “nuovi modi di es- sere”, collegati al cosiddetto “queer not labeling” (non classificabile). Il nuovo acronimo proposto, per sop- piantare l’ormai datato LGBT, è FAB- GLITTER (Fetish – cioè “feticista”, Al- lies – cioè eterosessuali gay friendly, Bisexual, Gay, Intersexual, Transgen- der, Transexual, Transexual Engen- dering Revolution) (2008).

5. Conclusione

Riassumendo, nella teoria gender (GBLT-Q) un “io” desiderante, astrat- to, che gioca sulla decostruzione dell’“unitarietà” della persona “reale”

(frammentandone psichismo, biolo- gia, linguaggio, ruoli) “definisce” il proprio spazio prescindendo dalla si- gnificanza del biologico che oggetti- vamente lo struttura e precede il suo pensiero.

Penso si possa concludere eviden- ziando l’enorme diversità fra il concet- to di identità sessuata e la teoria di gender. La prima ha radici precise, chiare, rigorose, non opinabili, scien- tificamente comprovate ed argomen- tate; la seconda è un classico esem- pio di “ideologia”, moderna edizione della filosofia gnostica, autoreferen- ziale che non solo non ha alcun lega- me con il dato biologico strutturale, ma nega perfino il popperiano princi- pio (relativista) della “corrispondenza con il reale”. Ci troviamo di fronte ad un arbitrio autoperformante che – a mio parere – tanto ricorda “l’abomi- nio della desolazione stare nel luogo santo”. Ove “santo” è molto sempli- cemente la vita, la vita naturale.

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RICH Adrienne, Compulsory Heterosexuality and Lesbian Existence, in Journal of Women in Culture and Society, Summer 1980 e in http://www.weldd.org/sites/default/files/Com- pulsory%20Heterosexuality.pdf (24-03-2015).

WALLIENM.S., et ALII, Psychiatric co-morbidi- ty among children with gender identity disor- der, in Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry 10(2007) n. 46, 1307-14.

NOTE

1Professore associato di Neurochirurgia, Do- cente di Neurochirurgia del corso di Laurea in Scienze Infermieristiche dell’Università Catto- lica Sacro Cuore di Roma, Direttore del Dipar- timento di Neuroscienze Fondazione Poliam- bulanza-Brescia.

2Correspondance inédite: Lettre à M. l’Amiral Tchitchagof; in Œuvres complètes, DEMAISTRE

Joseph-Marie (Chambéry 1753 – Torino 1821) conte, magistrato, diplomatico, filosofo, scrit- tore, politico e giurista italiano, in http://it.wi- kiquote.org/wiki/Joseph_de_Maistre (24-03- 2015).

3«Sentivo che era questo il vero atteggiamen- to scientifico. Era completamente differente dall’atteggiamento dogmatico, che continua- mente affermava di trovare “verificazioni” del- le sue teorie preferite. Giunsi così, sul finire del 1919, alla conclusione che l’atteggiamento scientifico era l’atteggiamento critico, che non andava in cerca di verificazioni, bensì di con- trolli cruciali; controlli che avrebbero potuto confutare la teoria messa alla prova, pur non potendola mai confermare definitivamente».

(POPPERKarl Raimund, La ricerca non ha fine.

Un’autobiografia intellettuale, trad. di Dario An-

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PONTIFICIA FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE AUXILIUM

DOSSIERGENDER: CONFRONTO TRA UMANESIMI

(16)

tiseri, Roma, Armando 1976, 19972).

4BRIZENDINELouann M.D., The female brain, New York, Broadway Books 2006, pp. 279, in http://www.drlumd.com/wp-content/uplo- ads/2011/12/The-Female-Brain.pdf (24-03- 2015).

5 Cf GID (Gender Identity Disorder), in http://en.wikipedia.org/wiki/Gender_identity_di sorder (4-03-2015).

6Cf PEGGYT. Cohen-Kettenis - PFÄFFLINFrie- demann, The DSM Diagnostic Criteria for Gen- der Identity Disorder in Adolescents and Adults, in http://www.cpath.ca/wp-content/uplo- ads/2009/08/COHEN-KETTENIS.DSM_.pdf (24-03-2015); BRADLEYSusan J., M.D. - ZUC-

KERKenneth J., PH.D., Gender Identity Disor- der: A Review of the Past 10 Years G Adole- scent Psychiatry, in Journal of the American Academy of Child, in http://en.wikipedia.org/

wiki/Kenneth_Zucker (24-03-2015); PRUNAS

Antonio - MOGNETTIMattia - HARTMANNDiaman- te - BINIMaurizio, La valutazione della disforia di genere (versione italiana del gender identity/gender dysphoria questionnaire), in Ri- vista di Sessuologia Clinica (2013)1, in https://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_Ri vista.aspx?idArticolo=48661 (24-03-2015).

7Cf CAREGGI DIFIRENZE, La disforia di genere:

trattamenti ormonali per bloccare la pubertà nei bambini, in http://www.informasalus.it/it/ar- ticoli/trattamenti-ormonali-puberta.php (4-03- 2015).

8PEGGYT. Cohen-Kettenis - DELEMARRE-VAN DE

WAALHenriette A. - GOORENLouis J. G., The Treatment of Adolescent Transsexuals: Chan- ging Insights, in The Journal of Sexual Medi- cine (2008) n.5, 1892–1897; cf pure in http://www.imatyfa.org/wp-content/uplo- a d s / 2 0 1 3 / 0 6 / 0 8 s e p - c o h e n - k e t t e n i s - jsm2008.pdf (24-03-2015).

9«LGBT (o GLBT) è una sigla utilizzata come termine collettivo per riferirsi a persone Lesbi- che, Gay, Bisessuali e Transgender […]. Soli- tamente si aggiunge la Q per queer e la I per intersexual (qualche volta abbreviato con un punto interrogativo) (LGBTQ o LGBTQI)», in http://it.wikipedia.org/wiki/LGBT (24-03-2015).

10BUTLERJudith, Undoing Gender, New York, Routledge 2004, 288.

11Cf l. cit.

12HARAWAYDonna, A Cyborg Manifesto Scien- ce, Technology, and Socialist-Feminism in the Late Twentieth Century, in SIMIANS, Cyborgs and Women: The Reinvention of Nature, New York, Routledge 1991, 149-181.

13BRAIDOTTIRosi, Nomadic Subjects: Embodi- ment and Sexual Difference in Contemporary Feminist Theory, New York, Columbia Univer- sity Press 1994.

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RIVISTA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE • ANNO LIII NUMERO 1 GENNAIO/APRILE 2015

IDENTITÀ SESSUATA E TEORIA DI GENDER / MASSIMO GANDOLFINI

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