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Modelli formativi per insegnare a pensare

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Academic year: 2021

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Modelli formativi per insegnare a pensare

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PHILOSOPHY FOR CHILDREN

di Matthew Lipman

Creazione di:

Gruppo di indagine

uso di materiali (racconti) /occasioni stimolo

clima di dialogo nel cui contesto i bambini stessi individuano questioni (perché) vicine alle proprie esperienze.

discussione in gruppo

Superamento del punto di vista individuale Osservazione di questioni da più prospettive Scambio idee, sensazioni

Produzione idee di gruppo

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Modalità operativa

Ogni incontro inizia con la lettura di un episodio tratto dai racconti che compongono il curricolo (P4C) e che sono pensati in base all’età di riferimento dei bambini.

Nelle storie i protagonisti (bambini, adolescenti, adulti..) dialogano su questioni semplici e quotidiane ma che fanno pensare: il rapporto mente-corpo, il valore della vita, il pensiero, il rapporto tra mente e corpo, la natura...

Sul testo – stimolo vengono svolte le seguenti attività: ascolto/lettura/discussione (domanda – risposta)

I bambini sono invitati a formulare delle domande, individualmente o in piccoli gruppi, in base a quello che la narrazione suscita in loro. Tutti insieme costruiscono l’AGENDA, un elenco scritto di domande da cui nascerà il PIANO DI DISCUSSIONE, ovvero l'insieme dei perché su cui i bambini sentono il bisogno di interrogarsi e di confrontarsi.

Il docente ha il compito del FACILITATORE. Garantisce la democraticità del dialogo, stimolando la partecipazione e il coinvolgimento di tutti.

Ogni bambino interviene insieme agli altri, portando il proprio contributo a partire dalla sua esperienza. Offre argomenti a sostegno delle proprie idee, ascoltando e rispettando quelle dei compagni per la costruzione di una discussione.

Ogni incontro si conclude con l’auto valutazione, secondo indicatori scelti di volta in volta dagli stessi bambini.

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costruzione di un’agenda

creare il setting (sedie disposte in modo circolare);

invitare ad ascoltare la narrazione di un testo prescelto ( scuola materna) o a leggere in successione parti di un brano

invitare a porre domande su quanto letto

facilitare la formulazione di domande senza essere direttivi

scrivere le domande su una lavagna, accompagnandole dal nome ( un segno, un simbolo...) di chi le ha formulate

raggruppare domande o affermazioni per tipologia ed elaborare un piano di discussione

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La/e domanda/e del gruppo: L’AGENDA

27.01.2003 - Elfie. Libro I, 1

Nevia: che cosa vuol dire pensare?

Lia: i pensieri si vedono?

Antonella: I pensieri si sentono?

Donatella: dove si trovano i pensieri?

Lia: si può toccare un pensiero?

Gina: i pensieri si dicono a qualcuno?

LA DOMANDA COMUNE: che cosa sono i pensieri e dove si trovano?

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piano di discussione

Viene redatto sulla base dei temi di indagine e degli orientamenti emersi durante la costruzione dell’agenda

il facilitatore

- individua e indica il nucleo di interesse

- estrapola il / i problema/i caratterizzanti l’interesse del gruppo - rende comprensibile e riconoscibili motivi e interrrogativi

il piano può essere redatto:

- utilizzando le domande dell’agenda più generali, inclusive di molte altre - formulando una nuova domanda, di più ampia estensione ancora

- formulando una nuova domanda su temi che maggiormente rispondono all’orientamento del gruppo

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1.

Esercitare abilità cognitive (ragionamento,

ricerca...)

Porre/formular2.

e domande sensate

7.Fornire ragioni, prove,

giustificazioni

6. Esplicitare/

chiarire pensieri e sentimenti

5.Assumere atteggiamenti

democratici.

3. Comunicare secondo linguaggi

Attività dello

spazio/laboratorio

4.Stabilire relazioni

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Riferimenti

http://www.filosofare.org/home/p4c/

http://www.scuolecollegno3.it/docenti/formazione/philosophy%20_for_children.pdf

http://www.filosofare.org/crif/wp-content/uploads/2012/09/STRIANO-PENSARE-INSIEME-IN- P4C.pdf

http://www.psicopedagogie.it/filo.shtml

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