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Academic year: 2021

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ABSTRACT

Questo lavoro mostra come alcuni resoconti di fine Ottocento elaborati dagli esploratori portoghesi abbiano contribuito al tentativo di realizzazione del progetto coloniale del Mapa cor-de-rosa (simulazione cartografica delle pretese di sovranità del Portogallo sui territori situati tra Angola e Mozambico), smentendo così il mito di un esploratore guidato esclusivamente da scopi scientifici e di conoscenza.

Attraverso un approccio storico e dialettico si è cercato di dimostrare come il dato scientifico non sia la causa determinante di queste pubblicazioni, alle quali i critici letterari hanno sempre mostrato poco interesse proprio a causa della loro presunta “scientificità”, definendole al più come paraletteratura.

L’analisi di questi testi, nella comparazione con i diversi generi letterari dai quali attingono gli esploratori, oltre a testimoniare il perdurare di coordinate mentali “positivistiche” che inducono a una rinnovata assunzione dell’Altro e dell’Altrove come involuti antecedenti logico- storici del Sé occidentale, rivela al contrario la presenza di un alto tasso di letterarietà che li rende, anche per il loro valore perlocutivo, del tutto simili a romanzi d’avventura piuttosto che a trattati scientifico- accademici.

ABSTRACT

This work shows how some reports drawn up by the late nineteenth century Portuguese explorers have contributed to the effort to carry out the project of the colonial Mapa cor-de-rosa (mapping simulation of sovereignty claims over the territories of Portugal located between Angola and Mozambique), thus disproving the myth of an explorer guided exclusively by scientific issues and knowledge desire.

Through an historical and dialectical approach we tried to show how the scientific data are not the determining cause of these publications, to which literary critics have always shown little interest because of their alleged "scientific base", and defining them such as para-literature.

The analysis of these texts, in comparison with the different literary genres from which the explorers derive from, a part from proving the continuation of some mental positivist coordinates which lead to a renewed commitment on the “other” and on the “elsewhere” seen as the Self-west convoluted logical-historical antecedents, reveal on the contrary the presence of a high rate of literariness that makes them, even for their perlocutionary value, similar to adventure novels rather than scientific- academic treaties.

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