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GLI ALBERI MONUMENTALI PROFILI APPLICATIVI DELLA NUOVA NORMATIVA IN ABRUZZO

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L’Italia Forestale e Montana / Italian Journal of Forest and Mountain Environments       70 (6): 409‐410, 2015 

© 2015 Accademia Italiana di Scienze Forestali       

ATTI DELLA GIORNATA DI FORMAZIONE

GLI ALBERI MONUMENTALI

PROFILI APPLICATIVI DELLA NUOVA NORMATIVA IN ABRUZZO Università di Teramo, 24 marzo 2015

INTRODUZIONE

Il concetto della “monumentalità”, riferito alle specie arboree, ha contenuto non solamente tecnico-forestale, ma composito, perché ai dati della scienza e della tecnica, cioè alle caratteristiche intrinseche degli esemplari quali l’età, il por- tamento, le dimensioni, ecc., mescola dati che si possono definire in senso ampio culturali in quanto facenti leva sulla loro rilevanza storica, paesaggistica e sociale.

Il concetto, perciò, per essere correttamente inquadrato abbisogna di un ap- proccio necessariamente multidisciplinare, che unisca le scienze forestali con quelle sociali. Tra le seconde, un posto di rilievo è occupato dal diritto, perché da tempo i dati sia tecnici sia storico-culturali sono assunti dall’ordinamento giuridico come altrettanti criteri di valore per giustificare la particolare conside- razione da riservare alle forme vegetali monumentali, assoggettando i relativi proprietari ad una serie di obblighi e di vincoli.

L’occasione per la Giornata di formazione sugli alberi monumentali tenutosi a Teramo il 24.03.2015, di cui in questo numero di IFM si pubblicano le rela- zioni, è stata la precisazione, con il d.m. 23 ottobre 2014, dei contenuti e dei criteri da seguire nel nuovo censimento degli alberi monumentali, ordinato con l’art. 7 della l. 14 gennaio 2013, n. 10, i cui esiti si sostituiranno a quelli del cen- simento compiuto nel 1982 dal Corpo Forestale dello Stato.

Il decreto ministeriale ha confermato, sulla scia di una tradizione normativa in cui un ruolo pionieristico è stato assunto dalle legislazioni regionali in mate- ria, come nella nozione della monumentalità si combinino dati dell’esperienza tecnico-forestale con quelli storico-sociali, e particolarmente con i valori pae- saggistici, i quali, fin dall’inizio, con una modifica al Codice dei beni culturali e del paesaggio (art. 136, comma 1 lett. a) del d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, modi- ficato dall’art. 2, comma 1, lett. f), n. 1), del d.lgs. 26 marzo 2008, n. 63), hanno costituito una sorta di criterio-guida per la prima forma di tutela dei grandi pa- triarchi verdi.

Gli alberi monumentali incarnano in modo paradigmatico la definizione normativa del paesaggio italiano, sia perché frutto di cura e manutenzione da parte degli uomini, sia perché inseriti, talvolta, in complessi architettonici, sia ancora perché legati, talaltra, a particolari fatti o memorie rilevanti per la storia di comunità locali o della intera collettività nazionale.

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410 P. CORONA - F. ROGGERO IFM LXX – 6/2015

È da domandarsi, però, se, con riferimento agli esemplari monumentali, la protezione dei valori ritenuti meritevoli di tutela per la loro rilevanza pubblica, imperniata sullo schema classico della conformazione dei diritti e fatta propria anche dal Codice dei beni culturali e del paesaggio e che muove dall’individuazione dei beni da tutelare (in questo caso, mediante il censimento) proseguendo con l’apposizione di un vincolo (art. 7 della legge 14 gennaio 2013, n. 10), sia sufficiente al raggiungimento dei fini che dovrebbero sorregge- re una oculata politica dei beni culturali e paesaggistici.

I monumenti naturali (gli alberi, ma non solo), infatti, ben oltre i valori che contengono, non possono non essere apprezzati nella prospettiva dinamica della loro valorizzazione per finalità naturalistiche, scientifiche in senso ampio, culturali, turistiche: in una parola, per una fruizione educata da parte di tutti gli interessati, che di per sé è il migliore strumento per la conservazione degli esemplari stessi e dei valori che esprimono.

È in questa ottica che si collocano le relazioni presentate al Convegno: ap- prezzare gli alberi monumentali non soltanto come oggetto di un approccio ri- cognitivo finalizzato all’apposizione di un vincolo, bensì come emergenze verdi suscettibili di rappresentare una risorsa strategica per il futuro del nostro Paese, non diversamente da quanto avviene per i beni culturali.

L’Accademia, unitamente all’Università di Teramo che ha ospitato il Conve- gno, auspica che gli scritti qui raccolti servano non soltanto a supportare le complesse operazioni del nuovo censimento, ma anche a favorire una cultura degli alberi monumentali focalizzata anche sulla funzione sociale da essi svolta e la cui realizzazione in concreto non sia limitata al sistema dei vincoli e delle prescrizioni.

PIERMARIA CORONA eFEDERICO ROGGERO

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