SVILUPPO LINGUAGGIO
Metodi e strumenti di indagine nel ciclo di
vita
COS’è una lingua?
Una lingua è un sistema formato da poche decine di unità minime prive di significato – chiamati
FONEMI, la cui combinazione dà origine a decine di migliaia di unità più grandi fornite di significato – i MORFEMI/PAROLE.
NATURA vs. cultura
Verso la fine degli anni ‘50 lo sviluppo del linguaggio è stato coinvolto nella controversia natura- cultura:
Esponenti del comportamentismo, tipo Skinner, sosteneva che il linguaggio venisse appreso seguendo i medesimi meccanismi di apprendimento validi per qualsiasi tipo di apprendimento:
imitazione, rinforzo.
Il bambino imita la parola detta dal genitore, e il genitore lo ricompensa con un sorriso o con l’offerta dell’oggetto
Noam Chomsky invece sosteneva l’innatismo del linguaggio: il linguaggio «succede» nel bambino, non viene appreso, quando è immerso in un ambiente appropriato.
L’ambiente determina solo quale linguaggio verrà sviluppato.
Secondo Chomsky tutte le lingue condividono molti aspetti: in tutte le lingue possiamo infatti identificare elementi comuni, quali soggetto, verbo, oggetto.
La Grammatica Universale è innata e diventa attiva quando i circuiti cerebrali sottostanti sono abbastanza maturi.
NATURA vs. cultura
A new sign language has been created by deaf Nicaraguans over the past 25 years, providing an opportunity to observe the inception of universal hallmarks of language. We found that in their initial creation of the language, children
analysed complex events into basic elements and sequenced these elements into hierarchically structured expressions
according to principles not observed in gestures
accompanying speech in the surrounding language.
Successive cohorts of learners extended this procedure, transforming Nicaraguan signing from its early gestural form into a linguistic system. We propose that children naturally possess learning abilities capable of giving language its fundamental structure.
NATURA vs. cultura
Il linguaggio è apparso nell’Homo Sapiens circa 30.000-100.000 anni fa, ma come esattamente si sia evoluto, non è chiaro.
Una teoria classica sostiene che il linguaggio sia un adattamento evoluzionistico: emergere del linguaggio per selezione naturale.
EVOLUZIONE del linguaggio
La seconda teoria (Chomsky; Gould) sostiene che il linguaggio si sia evoluto non come adattamento diretto, bensì come “byproduct” dell’evoluzione.
Exaptation = bird feathers
Il linguaggio si è evoluto perchè la struttura del cervello si è evoluta, quindi anche le strutture deputate al linguaggio si sono espanse, aumentando la possibilità di creare un linguaggio più complesso.
EVOLUZIONE del linguaggio
EVOLUZIONE del linguaggio
Koko, Washoe & Kanzi
EVOLUZIONE del linguaggio
Koko è nata allo zoo di San Francisco nel 1971 e ha iniziato subito il training per il riconoscimento di parole inglesi
(pronunciate) e prodotte tramite il linguaggio dei segni.
Koko ha imparato a produrre 1000 segni diversi, sa riconoscere oltre 2000 parole e ha imparato a generare parole sue.
VIDEO
EVOLUZIONE del linguaggio
EVOLUZIONE del linguaggio
Washoe ha imparato 350 segni, e ha
insegnato ai suoi stessi figli il linguaggio dei segni.
VIDEO
EVOLUZIONE del linguaggio
EVOLUZIONE del linguaggio
KANZI
Sviluppo fonologico
Fin dai primi giorni di vita, il bambino è in grado di distinguere non solo singoli suoni molto simili, ma anche le caratteristiche prosodiche dei discorsi (intonazione, andamento, ritmo, pause).
La produzione invece è ostacolata dall’immaturità di alcuni organi coinvolti nella fonazione.
Ad es., il tratto vocale del neonato presenta caratteristiche anatomiche diverse da quelle dell’adulto
Sviluppo fonologico
Il tratto vocale si modifica notevolmente durante il primo anno di vita, consentendo l’ampliamento della gamma di suoni che l’infante è in grado di produrre; tuttavia, fino a 6 anni è ancora molto immaturo.
Lo sviluppo fonologico avviene attraverso una sequenza di fasi suddivise in due periodi:
- Periodo prelinguistico - Periodo linguistico
Sviluppo fonologico
Il periodo prelinguistico caratterizza le prime settimane di vita.
- Primi 2 mesi: suoni vegetativi (ad es., sbadigli, e suoni legati al pianto)
- Dai 2 mesi: vocalizzazioni non di pianto (suoni vocalici, ad es. per manifestare contentezza in contesti sociali)
- Dai 7 mesi: comparsa di sequenze vocale-consonante; lallazione canonica (soprattutto con vocali
‘a’ ‘e’ e consonanti ‘b’, ‘p’, ‘m’, ‘n’)
Sviluppo fonologico
La lallazione sembra avere un’origine innata, infatti si manifesta anche in bambini sordi, così come il sorriso si manifesta in bambini ciechi.
Dai 10-12 mesi: lallazione variata, con emergere di suoni nuovi specifici della lingua dell’ambiente.
L’intonazione e il ritmo diventano quelli dell’adulto.
Sviluppo fonologico
Nel periodo linguistico compaiono le prime parole, e i bambini iniziano ad imitare tutto quello che sentono.
Alcune parole contengono sequenze CVCV (consonante-vocale) altre invece sono più complesse (CVC o CCV).
Errori tipici – strategie per ripetere parole difficili:
- Ripetere la sillaba iniziale eliminando le altre (ad es., ‘chechè’ al posto di ‘caffè’) - Cancellazione di sillabe (ad es., ‘nana’ al posto di ‘banana’)
- Semplificazione della struttura sillabica (ad es., ‘pecchio’ al posto di ‘specchio’) - Sostituzione di alcune consonanti con altri suoni (ad es., ‘tole’ al posto di ‘sole’)
LO Sviluppo della comunicazione
0-8 mesi: preintenzionale
Durante questa fase c’è interesse per diversi stimoli (suoni, espressioni del volto, movimenti), e l’interesse per il partner sociale viene spesso ‘dimenticata’ a favore di un oggetto ad esempio.
8-12 mesi: intenzionale
Compare durante il IV stadio del periodo sensomotorio, assieme ad altre azioni intenzionali, ed è caratterizzato da vocalizzi, sguardi e gesti, volti ad attirare l’attenzione delle persone.
Ad es., indicando un oggetto che desiderano.
Dagli 8-9 mesi il gesto dell’indicazione (pointing) viene usato insieme allo sguardo per dirigere l’attenzione dell’interlocutore verso un oggetto di interesse comune.
nascono le interazioni TRIADICHE (adulto + bambino + oggetto): il focus dell’attenzione congiunta è il mondo esterno
LO Sviluppo della comunicazione
Gesti DEITTICI, o performativi (dagli 8-9 mesi)
I gesti esprimono un’intenzione comunicativa e si riferiscono ad un oggetto-evento che si può individuare osservando il contesto.
(es.: stendere le braccia in alto; aprire e chiudere ritmicamente il palmo della mano; indicare) Sono utilizzati con finalità comunicative di complessità crescente:
Gesti RICHIESTIVI Gesti DICHIARATIVI
8-9 mesi
Il bambino chiede l’intervento dell’adulto per raggiungere uno
scopo
10-12 mesi
Il bambino chiede l’attenzione dell’adulto per condividere l’interesse per un aspetto
della realtà
LO Sviluppo della comunicazione
Gesti
RICHIESTIVI
Mirano a influenzare il
COMPORTAMENTO degli altri (l’adulto deve fare qualcosa)
Gesti
DICHIARATIVI
Mirano a influenzare gli STATI MENTALI degli altri (l’adulto deve condividere con il bambino
l’interesse per qualcosa) L’uso delle forme richiestive è
possibile, oltre che nell’uomo, anche in altre specie animali, e
frequente nei bambini autistici.
L’uso delle forme dichiarative richiede una prospettiva RAPPRESENTAZIONALE
LO Sviluppo della comunicazione
Gesti DEITTICI, o performativi (dagli 8-9 mesi)
LO Sviluppo della comunicazione
Gesti REFERENZIALI, o rappresentativi (dagli 11-12 mesi)
Esprimono un’intenzione comunicativa e rappresentano un referente specifico. Il loro significato cioè non varia in funzione del contesto.
(es.: salutare con la mano, fare no con la testa, nominare un oggetto attraverso i gesti)
• Hanno origine sociale, nascono all’interno di routine sociali o di giochi con l’adulto e vengono appresi per imitazione.
• Fanno da ponte per l’apprendimento del linguaggio perché hanno natura convenzionale, ma hanno portata esplicativa limitata per la loro natura iconica.
LO Sviluppo della comunicazione
12+ mesi: comunicazione linguistica
Accompagnata dallo sviluppo del lessico:
LO Sviluppo della comunicazione
A 18 mesi avviene un’esplosione del linguaggio, con l’inizio della costruzione della frase. In questa fase i bambini omettono articoli, preposizioni e pronomi e pronunciano soprattutto parole singole.
Questo linguaggio ‘telegrafico’ è guidato da relazioni semantiche legate all’azione. Ad es:
Situazione: il bambino invita la mamma a sedersi sulla sedia.
‘siedi sedia’ – azione locativo
Situazione: la mamma dà al bambino la palla
‘dà palla’ – azione recipiente