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NON FATE DELLA CASA DEL PADRE MIO UN MERCATO!

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(1)

G.A.M. Gioventù Ardente Mariana

NON FATE DELLA CASA DEL PADRE MIO

UN MERCATO!

III DOMENICA DIQUARESIMA 7 MARZO2021

CENACOLO GAM

(2)

Ave, Mamma, piena di grazia, Madre di Dio e della Chiesa

INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

A Gesù per Maria

CANTO:

Vieni in noi, o Spirito Santo, vieni in noi o Spirito Amor!

Per Maria Spirito Santo, vieni in noi o Spirito Amor!

Lettura corale 1 Vieni, Santo Spirito,

manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.

Canto 2 Consolatore perfetto

ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.

Canto 3 O luce beatissima,

invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.

Canto 4 Lava ciò che è sordido,

bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.

Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato.

Canto 5 Dona ai tuoi fedeli

che solo in te confidano i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen.

Canto

(3)

NON FATE DELLA CASA DEL PADRE MIO UN MERCATO!

Rosario e Parola di Dio dal Vangelo di San Giovanni 2,13-25

Meditiamo il mistero di Gesù che arde di zelo per la casa del Padre. Padre nostro...

1ª AVE MARIA Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.

La maggior parte dei segni e delle opere di Gesù avvengono nella cornice delle feste giudaiche; tutto è orientato verso il mistero pasquale. Il tema della salita a Gerusalemme ricorre frequente- mente nei Vangeli, a significare l’orientamento totale di Gesù verso la sua Pasqua, il compimento della sua “ora”.

Ave, o Maria...

Canto: Amo la tua casa, dove tu Signor dimori, amo il Santuario dove regna la tua gloria.

Amo la tua casa dove tu dimori, amo il Santuario, la tua gloria è là.

La più bella casa fu la Vergine Maria,

il più bel Santuario fu il suo Cuore Immacolato.

Amo la tua casa dove tu dimori, amo il Santuario, la tua gloria è là.

2ª AVE MARIA Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.

Gli animali che si vendevano, erano quelli che servivano per le offerte e i sacrifici rituali; così pure i cambiavalute cambiavano le monete correnti dell’impero ro-

mano con leghe di argento e oro puro da offrire nel Tempio. Ma questi servizi che erano necessari per il culto, del tempio erano stati trasformati in un affare, in un gioco di borsa.

Ave, o Maria... - Canto

3ª AVE MARIA Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi.

Gli interessi commerciali interferiscono spiacevolmente con gli interessi spirituali del Tempio da cui dipendono. Introdurli nel Tempio era stata quasi una legittimazione di uno scandalo. Il fatto che i mercanti vi si fossero installati con piena tranquillità era un indice dello scardinamento del culto ebraico.

Ave, o Maria... - Canto

(4)

4ª AVE MARIA

«Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».

La purificazione del Tempio è un episodio semplice, ma di signi- ficato densissimo. In un atrio del Tempio si era impiantata una vera e propria fiera del bestiame. L’illecito stava nel fatto che il mercato si era esteso progressivamente, invadendo sempre di più il Tempio, con tutto il suo disordine e il suo schiamazzo orientale. La loro cacciata è il simbolo più sorprendente di ciò che Gesù stava per fare della re- ligione ebraica: non distruggerla, ma perfezionarla.

Ave, o Maria... - Canto

5ª AVE MARIA I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».

Queste parole di Gesù non esprimono semplicemente che Gesù arde di zelo, ma indicano che quello zelo sarà la causa della sua morte, perché i Giudei per non lasciarsi sfuggire il loro tempio, distruggeranno il tempio del suo corpo. Ma la morte di Gesù se- gnerà la fine del loro tempio: il sacrificio della Croce porrà ter- mine al culto del tempio e ai sacrifici degli animali. Su tutta la scena aleggia il mistero pasquale.

Ave, o Maria... - Canto

6ª AVE MARIA Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distrug- gete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».

I Giudei gli chiesero di legittimare il suo operato per mezzo di un segno. Egli alluse al vero tempio, cioè al suo corpo che abbattuto da morte violenta, sarebbe stato ricostruito dopo tre giorni nella risurrezione. Era il segno che avrebbe motivato e fatto compren- dere la sua missione di Salvatore.

Ave, o Maria... - Canto

7ª AVE MARIA Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.

Il tempio di pietra è il segno del vero tempio di Dio che è il corpo umano di Gesù, il Verbo divino incarnato. Il tempio del suo corpo significa che il culto vero e spirituale non sarà più legato a un santuario nazionale o locale. L’adunanza dei fedeli per rendere a Dio il culto che gli è dovuto, non avverrà più in un luogo ma nella persona viva di Cristo Gesù Risorto.

Ave, o Maria... - Canto

(5)

8ª AVE MARIA Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricor- darono che aveva detto questo e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

La luce della Pasqua illumina tutto quello che Gesù aveva fatto e insegnato. I discepoli si ricorderanno di queste parole pronun- ciate all’inizio della sua vita pubblica, e ne trarranno argomento per consolidare la loro fede. Credet- tero alla Scrittura: solo dopo la risur- rezione di Gesù, illuminati dallo Spirito Santo comprendono la Sacra Scrittura. Nell’incontro con i disce- poli di Emmaus, Gesù aprì loro la mente per capire la Scrittura.

Ave, o Maria... - Canto

9ª AVE MARIA Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome.

Credono ai segni; la vera fede è credere alla Parola, accogliere la Parola: “Beati quelli che crederanno senza vedere”. Credere nella persona di Gesù, aderire a Lui, ascoltarne la Parola, mostrargli amore. La fede ingloba la carità, la carità produce la fede; tutte e due le cose sono reversibili.

Ave, o Maria... - Canto

10ª AVE MARIA Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo.

Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

Il fatto di non fidarsi dice che la loro fede era molto incerta, era incipiente. Conosceva tutti: Gesù è totalmente uomo, ma è anche totalmente Dio. La conoscenza dei segreti del cuore umano, secondo la concezione biblica è una prerogativa divina.

In questo caso, la constatazione dell’evangelista rimanda im- plicitamente all’origine divina di Gesù.

Ave, o Maria... - Canto - Gloria...

(6)

SALMO 18

B

LODE A DIO, SIGNORE DELLA LEGGE

SPUNTO DI MEDITAZIONE

Siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli (Matteo 5,48).

CANTO

Le tue parole, Signore, son giuste, fan gioire il mio cuor;

le tue parole, Signore, son limpide, danno luce a me.

Sono dolci più del miele, più preziose son dell’oro le tue parole, Signor!

I tuoi comandi, Signor, furon luce per la Vergine Maria;

i tuoi precetti, Signor, furon gioia al suo Cuore lilial.

Sono dolci più del miele, più preziose son dell’oro le tue parole, Signor!

TESTO DEL SALMO

La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima;

la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice.

Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore;

i comandi del Signore sono limpidi,

danno luce agli occhi. (Canto) - selà - Il timore del Signore è puro, dura sempre;

i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti, più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante.

Anche il tuo servo in essi è istruito,

per chi li osserva è grande il profitto. (Canto) - selà - Le inavvertenze chi le discerne?

Assolvimi dalle colpe che non vedo.

Anche dall’orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere;

allora sarò irreprensibile, sarò puro dal grande peccato.

Ti siano gradite le parole della mia bocca, davanti a te i pensieri del mio cuore.

Signore, mia rupe e mio redentore (Canto) - selà - DOSSOLOGIA:Gloria al Padre, e al Figlio e allo Spirito Santo...

(7)

LETTURA CON ISRAELE

* Il salmo 18Bcomincia in forma litanica e celebra le qualità in- trinseche della Legge o Parola di Dio e i suoi vantaggi che reca all’uomo. Il salmista chiama la Parola di Dio con 8 termini di- versi, cioè in 8 diverse sfumature: legge, testimonianza, pre- cetto, decreto, oracolo, sentenza, volontà e parola.

* La meravigliosa evocazione del cosmo che parla a coloro che sanno contemplare l’universo, i cieli, le stelle, il sole (nel salmo 18 A)è un’introduzione a questa affermazione incredi- bile: Dio ha parlato a un popolo (l’ebreo) e gli ha rivelato i suoi pensieri sull’umanità.

* Il dono della Legge o Parola di Dio agli uomini è un qualche cosa come la gioia delle nozze; è un mistero nuziale.

(Canto) LETTURA CON GESÙ

* Ci stupisce questo intenso amore della Parola di Dio che corre in tutto questo salmo 18B? Gesù diceva: «La mia parola non è mia, è la parola di Colui che mi ha mandato» (Giovanni 14,24).

* La sola legge, in definitiva, è l’amore: «Ecco il mio comanda- mento: amatevi come io vi ho amato» (Giovanni 15,12).

(Canto) LETTURA GAM, OGGI

* Giovane, non ti accorgi che devi ancora scoprire che cosa sia una legge? Il salmista giubila di avere una legge, che non gli viene imposta dall’esterno o per costrizione; gli è suggerita dall’interno, dallo Spirito Santo.

* La legge del Signore è profonda, è utile, è preziosa: regola dall’interno la nostra vita. Diceva Kant, il filosofo tedesco:

«Due cose strappano la mia ammirazione: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me». (Canto)

V V

IVAIVA EDED EFFICACEEFFICACE ÈÈ LALA

P P

AROLAAROLA DIDI

D D

IOIO La Parola di Dio è onnipotente;

la sua efficacia è sovrana.

Dio parla e tutto esiste.

«Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra e fatta germogliare;

cosi sarà della mia Parola,

non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero,

senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata»(Is 55).

Servo di Dio don Carlo De Ambrogio

(8)

EDUCHIAMO

COME DON CARLO DE AMBROGIO E E

DUCATELIDUCATELI STANDOSTANDO CONCON LOROLORO

Per educare i ragazzi, occorre stare con loro.

«Educare i ragazzi – scriveva uno psicologo – è facilissimo se si ha la pazienza di un certo- sino, i nervi di un astronauta e poco bisogno di sonno». Gli fecero questa domanda: «Qual è la vostra

opinione sull’adolescenza?». Rispose. «L’adolescenza è uno stadio normalissimo dello sviluppo che tutti attraversano eccettuati i genitori dell’adolescente». Per capire e per educare i ragazzi bi- sogna, come Don Bosco, essere con loro, essere presenti e in mezzo a loro, essere lì.

Mistero della presenza! Per dare gioia a qualcuno, per confortarlo, non è sempre necessario fare qualcosa o dirgli qualcosa. D’al- tronde non sarebbe nemmeno possibile. È sufficiente essere lì, essere cioè presenti con tutte le proprie forze di simpatia e di af- fetto. Un bimbo piange. Ha paura. Arriva la mamma. Subito il sor- riso succede alle lacrime. Molti purtroppo non hanno nessuno nella loro vita; somigliano al paralitico della piscina probatica che diceva a Gesù: «Io non ho nessuno... nessuno che mi aiuti a scen- dere nell’acqua al momento giusto».

Occorre educare i ragazzi a essere a loro volta presenti almeno in alcune particolari occasioni, per rallegrare o confortare gli altri.In quali occasioni?

• Nei momenti di una grande gioia,quando per esempio ritorna da una lunga assenza una persona cara. La propria presenza non fa che accrescere la gioia.

• Nei momenti delle grandi pene.Il ragazzo di per sé non ci pensa nemmeno a farsi presente oppure la timidità lo trattiene. Occorre educarlo a trovarsi lì.

• Nelle visite ai malati, che vivono di solito in una grande solitu- dine.Abituate i ragazzi a visitare soprattutto i loro coetanei sof- ferenti o ammalati. Gesù ha divinamente sottolineato l’importan- za della presenza accanto a quelli che soffrono, lui che ha pro- messo il suo regno non soltanto per un bicchier d’acqua dato a co- loro che hanno sete, ma anche per la visita fatta a chi è solo: «Ero prigioniero, ero ammalato e voi mi avete fatto visita».

La maniera più semplice per capire gli altri e per farsi amare è di essere lì, accanto a loro. Equivale a lasciar balenare un angolo di cielo della nostra anima.

Don Bosco lo sapeva e per questo non si stancava mai di stare con i suoi ragazzi.

(9)

D D AL AL M M ESSAGGIO ESSAGGIO DI DI P P APA APA F F RANCESCO RANCESCO

PER PER LA LA Q Q UARESIMA UARESIMA 2021 2021 T T

EMPOEMPO PERPER RINNOVARERINNOVARE FEDEFEDE

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SPERANZASPERANZA EE CARITÀCARITÀ

2. La speranza come “acqua viva” che ci consente di continuare il nostro cammino.

La samaritana, alla quale Gesù chiede da bere presso il pozzo, non comprende quando Lui le dice che potrebbe offrirle un’“acqua viva” (Gv 4,10). All’inizio lei pensa naturalmente all’acqua materiale, Gesù invece intende lo Spirito Santo, quello che Lui darà in abbondanza nel Mistero pasquale e che infonde in noi la speranza che non delude. Già nell’annunciare la sua passione e morte Gesù annuncia la speranza, quando dice: «e il terzo giorno risorgerà» (Mt 20,19). Gesù ci parla del futuro spalancato dalla misericordia del Padre. Sperare con Lui e grazie a Lui vuol dire credere che la storia non si chiude sui nostri errori, sulle nostre violenze e ingiustizie e sul peccato che crocifigge l’Amore. Significa attingere dal suo Cuore aperto il perdono del Padre.

Nell’attuale contesto di preoccupazione in cui viviamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione. Il tempo di Quaresima è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata (cfr Enc. Laudato si’, 32-33.43-44).È speranza nella riconciliazione, alla quale ci esorta con passione San Paolo: «Lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor 5,20).

Ricevendo il perdono, nel Sacramento che è al cuore del nostro processo di conversione, diventiamo a nostra volta diffusori del perdono: avendolo noi stessi ricevuto, possiamo offrirlo attraverso la capacità di vivere un dialogo premuroso e adottando un comportamento che conforta chi è ferito. Il perdono di Dio, anche attraverso le nostre parole e i nostri gesti, permette di vivere una Pasqua di fraternità.

Nella Quaresima, stiamo più attenti a «dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano, invece di parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano» (Enc. Fratelli tutti 223).

(10)

LA PAGINA DEI BUCANEVE

IL VANGELO PER I RAGAZZI

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(12)

UN RACCONTO PER TE

L L

OO SCIENZIATOSCIENZIATO EE LALA

B B

IBBIAIBBIA

Un uomo di 75 anni viaggiava in treno leggendo un libro du- rante il tragitto, al suo fianco viaggiava un giovane universita- rio che leggeva anche lui un voluminoso libro di scienze.

Improvvisamente, il giovane si rende conto che il libro che sta leggendo il vecchio è una Bibbia e senza troppe cerimonie gli chiede: Crede ancora in quel libro pieno di favole e storie?

- Sì certo, rispose il vecchio, ma questo non è un libro di fiabe, è la Parola di Dio. Voi pensate che mi stia sbagliando nel leggerlo?

Il giovane rispose: Certo che ha torto!

Penso che lei, signore, dovrebbe dedicarsi allo studio della scienza e della storia del mondo... Dovreste vedere come la rivoluzione francese, avvenuta più di 100 anni fa, ha mostrato la miopia, la stupidità e le bugie della religione. Solo persone senza cultura o fanatici, credono ancora in queste scioc- chezze... Dovreste sapere un po' di più cosa dicono gli scien- ziati di queste cose!

Il signore anziano con molta calma gli disse:

- E dimmi, giovane. È questo che di- cono i nostri scienziati della Bibbia?

Il giovane gli rispose:

- Guardi, dovrei scendere alla prossima stazione, non ho tempo di spiegarle, mi lasci il suo nome con il suo indirizzo, così posso in- viarle del materiale scientifico per posta, in modo da illuminarla un po' sulle questioni che contano davvero per il mondo.

Il vecchio allora, con molta pazienza, aprì con cura la tasca del cappotto e diede al giovane universitario il suo biglietto da visita.

Il giovane prese il biglietto, e nel leggere chi era la persona con cui aveva interloquito, uscì con la testa bassa e gli occhi persi, sentendosi peggio di un'ebete!

Sul biglietto da visita c'era scritto:

Professor Dottor Louis Pasteur, direttore generale dell'Istituto na- zionale di ricerca scientifica dell'Università nazionale francese.

(Fatto accaduto nel 1892)

(13)

ESAME DI COSCIENZA

Io sono il Signore Dio tuo:

1° Non avrai altro Dio fuori che me.

2° Non nominare il nome di Dio invano.

3° Ricordati di santificare le feste.

4° Onora il padre e la madre.

5° Non uccidere.

6° Non commettere atti impuri.

7° Non rubare.

8° Non dire falsa testimonianza.

9° Non desiderare la donna d’altri.

10°Non desiderare la roba d’altri.

AMERAI ILSIGNOREDIO TUO 1) IO SONO ILSIGNOREDIO TUO:

NON AVRAI ALTRODIO FUORI CHE ME.

Penso ogni giorno a Dio mio Padre e Creatore? Ascolto la sua Parola? Gli parlo nella preghiera?

2) NON NOMINARE IL NOME DIDIO INVANO.

Offendo con la bestemmia il Nome Santo di Dio? Lo no- mino senza rispetto? Se sento bestemmiare riparo con una preghiera? Testimonio e annuncio che “Dio è Padre e ci ama”?

3) RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE.

Partecipo ogni domenica e festa alla Santa Messa? Chiedo perdono a Dio dei miei peccati nel Sacramento della Ricon- ciliazione? Ricevo la Santa Comunione in stato di Grazia?

AMERAI IL PROSSIMO TUO

4) ONORA IL PADRE E LA MADRE.

Rispetto e amo papà e mamma, familiari e insegnanti?

Sono loro riconoscente, docile e obbediente? Li sostengo e aiuto?

5) NON UCCIDERE.

Amo gli altri come me stesso? Sono attento e rispettoso verso chi è fragile e non può difendersi? Sono intollerante e prepotente? Litigo facilmente? Mi comporto da bullo?

Perdono le offese ricevute, mantengo risentimento o rancore nel cuore?

6) NON COMMETTERE ATTI IMPURI.

Con il Battesimo sono diventato figlio di Dio e lo Spirito di Dio abita in me. E allora, consapevole di essere chia- mato alla santità, mi chiedo: vivo alla presenza di Dio?

(14)

Custodisco puri i miei pensieri? Cerco piaceri e soddisfa- zioni impure? Profano il mio corpo compiendo azioni im- pure da solo o con altri?

7) NON RUBARE.

Chi ruba deve restituire. Rubo? Danneggio gli altri? Porto via, nascondo roba che non è mia? Prendo possesso di ciò che non mi appartiene? Rompo, spreco, rovino e tratto male i beni di tutti? Rispetto il creato, cioè “la casa co- mune”? (Papa Francesco)

8) NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA.

Il mio parlare è sì quando è sì, no quando è no? Dico bugie? Mantengo la parola data? Sono sincero con me stesso e con gli altri? Parlo male degli altri? Calunnio, pettegolo, discredito gli altri? Mi impegno a raccontare e far conoscere ciò che di buono fanno gli altri?

9) NON DESIDERARE LA DONNA DALTRI.

Riempio il mio cuore di Parola di Dio? Sono convinto che solo in Gesù trovo la pace, la gioia e l’amore che cerco?

Sono pronto a cacciare i pensieri cattivi? Sono fedele a Gesù fino al sacrificio?

10) NON DESIDERARE LA ROBA DALTRI.

Mi accontento e apprezzo ciò che possiedo? Sono geloso di ciò che possiedo? Sono invidioso di ciò che hanno gli altri? Riconosco il bene e godo del successo e dei buoni risultati degli altri?

Canto: Signore, ti domando perdono e pietà;

sarò più bianco della neve col tuo bacio d’amor.

«LA GIOIA DIDIO È PERDONARE»

- Papa Francesco -

(15)

IL SANTO ROSARIO

M M

ISTERIISTERI DELDELDOLOREDOLORE 1 Primo mistero del dolore

Gesù nell’orto degli ulivi prega e soffre.

Gesù piegando i ginocchi pregava: «Padre, sia fatta la tua vo- lontà» (cf Lc 22,41-42).

Gesù in ginocchio prega perché il Padre Celeste lo aiuti a compiere la sua volontà d’amore per la salvezza di tutti gli uomini.

Padre nostro, dieci Ave Maria, Gloria Canto Le tue piaghe ci han salvato,

il tuo amore ci ha redento;

grazie Signore, grazie Signor!

2 Secondo mistero del dolore Gesù flagellato alla colonna.

Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare (Gv 19,1).

Gesù viene flagellato. Ad ogni colpo di flagello il suo corpo trasale in un so- prassalto di dolore.

Padre nostro, dieci Ave Maria, Gloria, Canto.

3 Terzo mistero del dolore Gesù è coronato di spine.

I soldati spogliarono Gesù e intrecciata una corona di spine gliela posero sul capo(cf Mt 27,28-29).

A Gesù viene posta la corona di spine sul capo: è il nostro Re.

Re di amore e di pace che regna dando la propria vita per noi.

Padre nostro, dieci Ave Maria, Gloria, Canto.

4 Quarto mistero del dolore

Gesù sale al Calvario portando la croce.

Presero dunque Gesù che portando la propria croce, uscì dalla città, per andare verso il Gòlgota, dove lo crocifissero

(cf Gv 19,17-18).

Gesù sale il monte Calvario carico della croce su cui sarà crocifisso.

Egli toglie il peccato e il male del mondo, portandolo su di sé.

Padre nostro, dieci Ave Maria, Gloria, Canto.

5 Quinto mistero del dolore Gesù muore in croce per noi.

Presso la croce stava la Madre di Gesù. Gesù gettò un forte grido. Chinato il capo effuse lo Spirito(cf Gv 19,25.30).

Gesù ci ha amato fino all’estremo, fino a morire per noi. Prima di morire ci ha donato la sua Mamma che rimane accanto a noi e ci guida al Cielo.

Padre nostro, dieci Ave Maria, Gloria, Canto.

(16)

A cura delle Figlie della Madre di Gesù del Movimento G.A.M. -Todocco- www.gamfmgtodocco.it

IL PIÙ BEL CANTO DI RINGRAZIAMENTO

Alterna a ogni strofa il ritornello:

Ave, Mamma, tutta bella sei come neve al sole;

il Signore è con te, piena sei di grazia e d’amor.

L’anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore perché ha guardato l’umiltà della sua serva D’ora in poi tutte le generazioni

mi chiameranno beata

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele suo servo ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri,

ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

CONSACRAZIONE ALLA MAMMA CELESTE Ave, Mamma, piena di grazia, Madre di Dio e della Chiesa, noi ci consacriamo

al tuo Cuore Immacolato e Addolorato.

Tienici sempre amorosamente per mano.

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