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1 REPORT INCONTRI. Artigianato - Professioni - Commercio Agricoltura. Giovani - Associazioni

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18 marzo 2020 – PdV04

1° REPORT INCONTRI

Artigianato - Professioni - Commercio – Agricoltura Giovani - Associazioni

Premessa

Sulla base di quanto programmato con l'Amministrazione, al fine di costruire una analisi della comunità di Sant'Andrea di Conza che permettesse una selezione degli obiettivi da perseguire e degli strumenti da utilizzare per la redazione del Piano di Vivibilità, sono state realizzati diversi incontri, formali ed informali, strutturati e non.

In particolare, tra il 14 ed il 29 febbraio, si è proceduto ad effettuare una serie di incontri d'ascolto con i cittadini santandreani operanti nei settori Agricoltura, Artigianato Commercio, Professioni e Turismo, con le Associazioni e con i giovani compresi nella fascia d'età 18-35 anni.

Gli incontri sono stati effettivi eventi di democrazia. La partecipazione è stata ampia e l’impegno dei componenti dei diversi gruppi di ascolto è stato improntato alla disponibilità di fornire un contributo.

I risultati raccolti consentono di supportare le azioni per la realizzazione del Piano di Vivibilità.

Dall’ascolto della comunità, in merito ai temi dello sviluppo sociale, culturale e economico interno sono emerse alcune percezioni diffuse:

Calo demografico e assenza di utenza

Gli interventi sono stati tutti improntati dalla certezza che la mancanza di un numero rilevante di cittadini nel paese, sia la causa della crisi delle attività economiche locali e che solo nell’aumento di questo dato sia possibile immaginare una svolta positiva. Non sono emerse disponibilità all’iniziativa o a forme di investimento professionale o economico per affrontare la situazione. Un orientamento alla dipendenza dalle scelte pubbliche e non dall'iniziativa individuale prevale nelle posizioni espresse.

Considerazioni PdV:

La rassegnazione a questo dato, purtroppo, comporta una diffusa sfiducia nella ricerca di soluzioni “altre”, una rassegnazione che evidenzia una difficoltà a guardare la propria realtà da altre prospettive che non siano quelle proprie della retorica, della nostalgia.

Economia “autoarchica”

Negli operatori, è diffusa la convinzione che la scarsa propensione di spesa all’interno della

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comunità da parte degli stessi cittadini santandreani, sia una causa importante di mancati redditi.

E' opinione comune che una diversa attenzione dei locali a spendere negli esercizi commerciali del paese rappresenterebbe, invece, un sostegno importante all'economia locale.

Considerazioni PdV:

Si deve sottolineare, però, che tale atteggiamento è più diffuso tra gli operatori del commercio al dettaglio, specialmente quello alimentare. Tra gli operatori dell'artigianato e dell'agricoltura, invece, l'abitudine a progettare la propria offerta e confrontarsi con mercati sovra-comunali è molto più diffusa. Nel commercio, invece, è stato sottolineato dagli stessi operatori un livellamento dell'offerta tra i vari operatori (nei prodotti e nelle modalità di vendita) e la convinzione di ognuno di potersi differenziare sul mercato per fattori individuali (cura del cliente, localizzazione dell'attività, qualità “auto-dichiarata” delle materie prime o del prodotto). Questi elementi, di fatto, si dimostrano riconoscibili solo da clientele locali o

“consolidate”, quindi, difficilmente comunicabili verso tipologie di clienti occasionali o, comunque esterni. In sintesi, manca la sensibilità di caratterizzare i propri prodotti anche verso l'esterno, di immaginare un diverso modo di proporli e di riconoscere, nel proprio essere comunità, un “brand” che, invece, potrebbe aiutare ad aprirsi verso mercati più ampi di quello strettamente locale.

Scarsa o nulla considerazione di alternative possibili all’attuale equilibrio socio- economico

Le risorse locali, dal territorio, al paesaggio, alle stesse iniziative culturali che pure sono almeno in parte presenti nel paese, tendono a non essere considerate. Non si profilano ipotesi di individuazione di alternativi fattori di sviluppo, in ambiti diversi da quelli tradizionali.

Considerazioni PdV:

L'atteggiamento prevalente è quello di considerare la “cultura” come un elemento slegato dalla soddisfazione delle priorità. Anche l'organizzazione di eventi culturali non sono considerati stimoli alla creazione di nuova impresa ma momenti occasionali da cui ottenere, passivamente e con immediatezza, ricadute economiche per le singole attività

Nelle specifiche situazioni delle singole categorie, sono emerse, le seguenti criticità:

1.

Agricoltura – frammentazione delle proprietà

La ragione principale dell'abbandono dei terreni coltivabili sembra risiedere nella frammentazione della proprietà, Tale fattore, infatti, crea due problematiche:

 I troppi proprietari della limitata estensione di territorio, una generica mancanza d’interesse di questi per le loro proprietà, la difficoltà a contattarli e/o riunirli crea grosse difficoltà ad individuare soggetti con cui stabilire accordi di compravendita/affitto/comodato dei terreni, per

l’avvio/ampliamento di imprese agricole.

 La presenza di troppi soggetti per ogni proprietà, unita al basso valore dei terreni crea uno scarso margine di guadagno in caso di vendita/affitto degli appezzamenti. Tale fattore, unito alla bassa tassazione (IMU comuni montani) non crea interesse ad alienare proprietà che, di fatto, non hanno rilevanti costi di possesso.

Considerazioni PdV:

Allo stato, anche a Sant'Andrea d. C., la detenzione di proprietà (sia di terreni che di

fabbricati) se non genera utili, non genera neanche costi rilevanti per i possessori. Così, nella individuale speranza che le “proprietà” possano tornare a produrre rendite di sfruttamento o

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di posizione utili a soddisfare le attese di reddito di ogni singolo comproprietario, del singolo bene, l'abbandono è visto come una conseguenza naturale, quasi dovuta.

In alcun modo sembrano analizzati gli enormi costi sociali di questa che, in assenza di ricerca di soluzione alternative (magari di condivisione), è una causa e non una conseguenza dell'impoverimento del territorio.

2.

Agricoltura – terreni incolti

Circa il 70% della superficie coltivabile compresa nel territorio di Sant'Andrea di Conza è incolta, la maggior parte della produzione attiva è finalizzata all’autoconsumo o, comunque, ad economie di sostegno. Eppure, sono nate iniziative di ottimo livello qualitativo e di innovazione, particolarmente nel settore vitivinicolo, dello zafferano e dei legumi. Le potenzialità della rete per commercializzare i prodotti agricoli, quando sono usate si mostrano efficaci. L’ortoterapia è un’altra possibilità da considerare.

Potenziale, sembra essere, l'impegnarsi nella creazione di un luogo di commercializzazione di prodotti distintivi del territorio e rivolto anche agli altri paesi limitrofi.

Considerazioni PdV:

Si evidenzia come, nei diffusi appelli di “ritorno all'agricoltura”, sia da parte dei singoli che delle strutture di promozione del territorio, il riferimento (altrettanto diffuso) è sempre alla nostalgica e soprattutto anacronistica “riscoperta” delle attività agricole del passato, legate, però, ad una agricoltura estensiva tradizionale. Questa, però, si caratterizzava per lo scarso uso di macchinari, di investimenti, di enorme presenza di manodopera a basso costo e, soprattutto, per una disponibilità di suoli molto estesi. Tutti elementi, oggi, non più proponibili, come pure il sistema economico da cui dipendeva: il latifondo. Fenomeno d’accentramento della proprietà giuridica della terra, oggi praticamente assente e che, comunque, mai ha contribuito a favorire una razionale produttività agricola.

Nonostante la presenza sul territorio di iniziative individuali che dimostrano, invece, la potenzialità legate ad una “nuova agricoltura”, è assente la riflessione sulle opportunità di affidare lo “studio” dei terreni incolti a professionisti in grado di creare proposte possibili per un nuovo sfruttamento sostenibile (economicamente e socialmente) delle risorse agrarie santandreane.

3.

Commercio - periodi

Il periodo estivo, soprattutto luglio-agosto, è diffusamente percepito come un “buon periodo di lavoro”. In questo, non incidono i flussi turistici propriamente detti ma, soprattutto, le economie prodotte dagli emigranti di ritorno per le vacanze. Attraverso l'ottenimento dell’aumento dell’utenza” interna”, la comunità si auto-convince delle proprie analisi legate all'assioma: “pochi abitanti-poca economia”. Infatti, resta assente, nelle offerte d'impresa, sia l’attrattore “cultura”, come anche la volontà di distinguersi e proporsi in un ottica d'insieme, costruendo “brand territoriali”.

Dopo la parentesi estiva, tutto il resto dell'anno è percepito come “periodo negativo”.

Considerazioni PdV:

E’ importante sottolineare come, la “fase attiva”, è sentita anche come quella in cui si è più disposti a cambiare/ampliare/migliorare la propria offerta d’impresa, a differenza, invece, dei periodi negativi. Allo stesso tempo, però, va detto che non esiste una azione di promozione delle singole attività verso i nuovi potenziali clienti. L'atteggiamento imprenditoriale,

comunque, si dimostra passivo e rivolto all'attesa delle occasioni di lavoro e non alla loro intercettazione. Si attende che qualcuno arrivi o qualcosa accada.

Risulta assente il dibattito o la riflessione sulle potenzialità di creare o aderire a brand

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territoriali che qualifichino l'offerta locale e la rendano maggiormente comunicabile all'esterno quali ad esempio la “De.C.O.” - Denominazione Comunale di Origine”, un esempio di marchio privato ad uso collettivo, per il riconoscimento e la tutela dei prodotti agroalimentari e artigianali realizzati nello specifico territorio del Comune.

4.

Commercio – ricaduta degli eventi culturali

Gli operatori commerciali valutano gli eventi culturali organizzati durante l’estate, esclusivamente per la loro capacità, reale, presunta o percepita, di produrre ricadute economiche dirette. Principalmente, si misura la capacità di produrre aumento dei consumi interni e questi, a Sant’Andrea d. C., vengono considerati bassi se non nulli. La ragione starebbe nella delocalizzazione, geografica ed organizzativa, degli eventi, rispetto al polo commerciale paesano.

Relativamente alla possibilità di creare/intercettare flussi turistici reali, gli operatori, semplicemente, richiedono che l’ospitalità “venga promossa”, che gli si creino “occasioni di visibilità”, che gli eventi creati dall'Amministrazione comunale sappiano coincidere con le proprie aspettative di reddito. Poco interessa il grado di qualità degli eventi creati dalle istituzioni, la durata delle conseguenze positive, la loro capacità di proporre un'immagine positiva del paese o di creare “brand”. Importante resta, ancora, la capacità di moltiplicare, genericamente, la “utenza interna”, quindi, la possibilità di aumentare le possibilità di essere intercettati da potenziali clienti.

Considerazioni PdV:

Sono risultati interessanti alcuni spunti legati alla possibilità di portare verso il centro del paese le azioni culturali organizzate o, comunque, di creare specifici link tra le parti del territorio considerate “a vocazione turistica” e quelle maggiormente caratterizzate da presenza commerciali.

Una riflessione su questo aspetto nella organizzazione dei nuovi eventi potrebbe creare maggiore coinvolgimento degli operatori della produzione e quindi ipotesi di trasformazione della percezione della “cultura” da “utile superfluo” a catalizzatore positivo di processi di vita.

La condizione, ovviamente, è non ridurre il tutto a mere azioni di “trasloco” delle iniziative a favore di un aumento del consenso ma creare concrete azioni di coinvolgimento attivo (logistico, organizzativo, economico) delle attività economiche nella costruzione di una immagine positiva di Sant'Andrea d. C. verso l'esterno.

5.

Artigianato – formazione

Anche gli imprenditori dell'artigianato, pur essendo tra gli operatori economici quelli più coinvolti in mercati sovra-comunali, considerano lo “spopolamento” la ragione principale di una crisi generalizzata.

Anche loro sembrano più impegnati nella analisi dei modi per limitare/diminuire le spese aziendali (specie quelle delle imposte/contributi) che nella ricerca di innovazione, qualificazione e diversificazione del loro prodotto e quindi di aumento della sua redditività.

Diffusamente, lamentano la mancanza di un rinnovo degli addetti: “i giovani non entrano in bottega”, contemporaneamente, non esistono percorsi di formazione/apprendistato sentiti come “convincenti” nel garantire, sia gli allievi che le aziende:

Considerazioni PdV:

Sicuramente un'azione comunale che venga incontro alla diminuzione della contribuzione d'impresa potrebbe rappresentare un gesto di comprensione del generale stato di crisi in cui versano le aziende ma, anche, un ulteriore favoreggiamento della generale inerzia in cui versa il processo di innovazione dell'offerta produttiva. Per evitare questo, i vari processi virtuosi di incentivi/defiscalizzazione avviati in altre realtà comunali, non sono mai concessi

“a prescindere” ma “in conseguenza” di azione di aumento della ricaduta sociale delle

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aziende potenzialmente interessate-

Va anche detto che non c'è dibattito sul perché i giovani “non entrano in bottega”. Spesso, le attività che lamentano questa carenza, appartengono a categorie e tecniche una volta protagoniste del mercato ma che oggi, a seguito del cambiamento della domanda,

dell'organizzazione del lavoro e dei modelli di commercializzazione, si sono allontanate dalle richieste funzionali del mercato, avvicinandosi più alla sfera del “superfluo” e continuando a ricercare il proprio valore più in quello che si “è fatto” che in quello che si “potrebbe fare”.

Ad esempio, dall'ascolto fatto, a Sant'Andrea si evidenzia l'assenza, soprattutto nel settore

“artigianato artistico” (se non per esempi passati e, comunque, non di sistema) di collegamenti organici tra le realtà produttive e centri di ricerca quali università, consorzi, marchi di qualità, fiere...

6.

Artigianato - fondi di garanzia

Tra gli operatori, anche quelli del commercio, è diffusa la difficoltà ad innovare la propria offerta produttiva per la difficoltà di accesso al credito. In particolare, per l’assenza di consulenza nell’uso dei canali di finanziamento pubblico e per la difficoltà di poter offrire le garanzie richieste. Molti reputano utile lo strumento dei fondi di garanzia.

Considerazioni PdV:

Creare supporti o collegamenti specifici con supporti già esistenti, finalizzati ad aiutare i santandreani a conoscere ed intercettare incentivi e/o fonti di finanziamento pubblico, potrebbe essere la leva attraverso la quale velocizzare i processi di

qualificazione/innovazione delle offerte d'impresa.

In particolare, uno strumento utile e immediato, potrebbe essere quello della realizzazione di un “regolamento comunale” che prevede e regoli la concessione di incentivi, contributi e ausili per l’attribuzione di vantaggi fiscali/economici di qualunque genere, ovviamente, a fronte della creazione processi di creazione/innovazione di impresa o di forme di solidarietà e/o reciproco sostegno fra le persone qualunque sia il campo di azione, sociale, sportivo, artistico e culturale o del tempo libero ed anche per il re-inserimento in filiere produttive dei terreni e fabbricati inutilizzati.

7. Professionisti

Si reputa necessaria un’attività principale e caratterizzante intorno a cui far girare il resto. Quell’attività potrebbe essere anche capace di aiutare i giovani a recepire un’idea di paese e a trasformarla. Il Seminario e gli altri giacimenti culturali possono essere i fattori da cui partire. Le iniziative già esistenti devono essere potenziate e lanciate in un altro modo. Centri di aggregazione per anziani e un nuovo welfare per anziani possono essere fattori caratterizzanti.

Considerazioni PdV:

a fronte dell'elevato numero di laureati ed universitari, si registra l'assenza di un

coinvolgimento delle diverse nuove professionalità nel tentativo di caratterizzare il paese intorno ai singoli patrimoni di nuova conoscenza acquisita.

La percezione che resta è che la “laurea” sia il mezzo per costruirsi possibilità di vita fuori Sant'Andrea d,. C. e non un modo per implementare nuovi atteggiamenti all'interno.

8. Giovani

Per l'ascolto dei “giovani” di Sant'Andrea, è stato scelto un format diverso. Al fine di permettere la più ampia partecipazione possibile ed avendo avuto contezza che sono molti i ragazzi che, per

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vari motivi, dimorano fuori sede, si è preferito utilizzare la piattaforma di “Google schede”, per costruire un questionario da compilare on line. Il link al questionario, poi, è stato diffuso sui social e sul sito del Piano di Vivibilità e, attraverso una catena di messaggi privati, usando anche Whatsapp e Messenger.

Oggetto del questionario sono state 11 domande, di cui 4 funzionali a disegnare la percezione che i ragazzi hanno del loro paese e le restanti a trarre un quadro delle esperienze in cui sono impegnati o a cui aspirano.

P.S.

Di seguito si allegano i grafici più significativi delle risposte ottenute.

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Considerazioni PdV:

Nonostante gli sforzi di comunicazione profusi, però, la risposta ottenuta è stata assai debole. Infatti, a fronte dei 273 soggetti tra i 18 ed i 35 anni presenti nell'anagrafe comunale, solo 83 sono stati quelli che hanno voluto compilare il questionario.

Pochi per costruire un profilo oggettivo, abbastanza per leggere, tra le righe,

una difficoltà a percepire il proprio paese quale luogo in cui poter esprimere altro, oltre l'affetto

la rassegnazione diffusa all'abitudine di vedere nel “esterno” l'unico luogo da cui

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poter ricevere soddisfazione per le proprie ambizioni.

9. Associazioni

Sono state contattate tutte le varie associazioni/gruppi attivi nel comune, chiedendo loro un incontro nel quale poter avere mutui scambi di conoscenza sui reciproci obbiettivi.

Al momento (e prima dell'emergenza Coronavirus) sono cinque le sigle incontrate. Pertanto, si rimanda ad un successivo, specifico report.

In fede

Prof. Ugo Morelli, Direzione Scientifica Arch. Mario Pagliaro, Direzione Tecnica

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