Psicologia dello sviluppo Capitolo 9A (Santrock)
Prof.ssa Caterina Fiorilli
Docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione
Direttrice dell’Osservatorio Nazionale Salute e Benessere dell’Insegnante ONSBI
E-mail: fiorilli@lumsa.it
Materiali didattici in Google Classroom.
Codice insegnamento:
dxmra5v
Università LUMSA
Cos’è
Come si sviluppa Atipicità nello sviluppo Emozione
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Emozione: allontanamento dal normale stato di quiete dell’organismo, cui si accompagna un impulso all’azione e alcune reazioni fisiologiche interne
Livelli implicati:
Livello fisiologico
Livello cognitivo
Livello motivazionale
Livello espressivo e comunicativo
Livello sociale
Catena di eventi che costituisce un’emozione (Plutchik, 1983):
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Emozione: Cos’è
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Un sentimento che si presenta quando una persona si trova nel corso di un evento, di un’interazione che riveste una particolare importanza, specialmente per il
suo benessere.
La presenza di un’emozione è rilevata dalla manifestazione del
comportamento, che riflette il piacere o il dispiacere dello stato d’animo o del momento che la persona sta vivendo, ma le componenti che definiscono l’emozione
non sono tutte oggettive e tangibili.
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Emozione: Cos’è
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Emozioni positive includono
entusiasmo, gioia, amore
Emozioni negative includono ansia,
rabbia, senso di
colpa e tristezza
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Emozione: Cos’è
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Le emozioni sono influenzate dalla base biologica e dall’esperienza.
Darwin (1872): le espressioni facciali
delle emozioni sono innate, non apprese;
universali;
a base evoluzionistica e si sono evolute
dalle emozioni degli animali.
Riconoscere le emozioni di base è apparentemente semplice
1) Emozione e Competenza Emotiva: definizioni
1) Emozione e Competenza Emotiva: definizioni
Pianto di base
(fame) Pianto di rabbia Pianto di dolore Richiamo di richiamo/attenzione
Tipi di pianto
http://www.youtube.com/watch?v=8DG0LY73_40 https://www.youtube.com/watch?v=ZA3KsBTJAJ8
https://www.youtube.com/watch?v=iVeKq9sriuA&t=71s http://www.youtube.com/watch?v=avUsS9EKyq0
Tipi di pianto
Il sorriso
Campos (2009): scambio emotivo tra caregiver e bambino
Sorriso endogeno (riflesso)
Sorriso esogeno
Sorriso sociale
Nelle prime settimane di vita si assiste alla comparsa del sorriso endogeno: manifestazioni automatiche e riflesse.
Alla fine del II mese compare il sorriso esogeno attivato dalla voce materna e dal volto umano, associato al contatto oculare: conserva ancora alcuni aspetti di automaticità.
Durante il III-IV mese compare il sorriso sociale, rivolto in modo più frequente ai familiari e sincronizzato con il loro sorriso, prevede uno scambio reciproco
Il sorriso
La Paura
una delle prime emozioni del bambino
appare generalmente intorno ai 6 mesi e raggiunge l'apice verso i 18
mesi
bambini maltrattati o abbandonati
possono mostrare paura anche
prima dei 3 mesi (Campos, 2005)
Paura
dell'estraneo: Si manifesta gradualmente
Appare la prima volta intorno ai 6 mesi sotto forma di diffidenza
Intorno ai 9 mesi diventa più intensa ed aumenta fino al I anno di vita (Scher, Harel, 2008)
Condizioni in cui varia
l'espressione della paura:
Aspetti culturali
Aspetti temperamentali Aspetti contestuali
Aspetti relazionali
La Paura
Ansia da separazione
• si riferisce alla paura di allontanarsi dalla figura di accudimento (caregiver)
Ansia da separazione:
Consiste nel pianto o altri segni di sofferenza all'allontanamento del caregiver
Si manifesta prevalentemente tra i 14 e i 24 mesi
Raggiunge il picco a 15 mesi
Decresce gradualmente durante l'infanzia e nel
periodo prescolare
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Cos’è
Come si sviluppa Atipicità nello sviluppo Emozione
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Emozione: Come si sviluppa
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sorpresa interesse
gioia rabbia tristezza
paura disgusto Prima infanzia
Emozioni primarie (chiamate anche fondamentali): si
trovano negli umani e negli altri animali e sono presenti sin
dai primi 6 mesi di vita. Includono:
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Emozione: Come si sviluppa
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L’orgoglio viene espresso quando i bambini provano un sentimento di gioia in seguito all’esito positivo di un’azione particolare
La vergogna emerge quando i bambini percepiscono che non hanno raggiunto dei comportamenti standard o degli obiettivi.
Il senso di colpa emerge quando i bambini giudicano il loro comportamento un fallimento includono empatia, gelosia e imbarazzo, che
appaiono per la prima volta a circa un anno e mezzo (a seguito dell’emergere della consapevolezza di sè)
Seconda infanzia
Le emozioni autoconsapevoli richiedono che i bambini siano in grado di
rivolgersi a se stessi e di avere consapevolezza di sé come esseri distinti dagli altri.
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Emozione: Come si sviluppa
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Aumentata abilità di comprendere
emozioni complesse come
orgoglio e vergogna.
Maggiore comprensione del
fatto che in una situazione si può sperimentare più di un’emozione.
Accresciuta tendenza a tenere in maggior
considerazione gli eventi che
conducono a reazioni emotive.
Miglioramenti nell’abilità a sopprimere o
nascondere reazioni emotive.
Uso di strategie autonome per ri-
dirigere sentimenti, per esempio, l’utilizzo
di pensieri distraenti.
Età scolare o fanciullezza
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Comprensione delle emozioni
Regolazione delle emozioni
Età scolare o fanciullezza
Abilità nell'affrontare le proprie emozioni e quelle degli altri salvaguardando le
relazioni con il mondo esterno:
Prende sempre più forma la competenza emotiva, definita come
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Emozione: Come si sviluppa
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Perché è importante educare ad una buona competenza emotiva:
Consente all'individuo di vivere in modo adattivo le emozioni positive e negative
Adattivo significa: raggiungere i propri obiettivi senza interrompere le relazioni sociali
Influenza tutte le attività cognitive e, quindi, le
prestazioni
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Emozione: Come si sviluppa
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Quindi: Regolazione dell’emozione
Consiste nel controllare o attenuare efficacemente il proprio stato di attivazione psico-fisiologico (arousal) per adattarsi e raggiungere uno scopo.
L’arousal implica uno stato di allerta o di attivazione, che può raggiungere livelli troppo alti per un
funzionamento efficace (es. stato di forte ansia o
paura)
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Emozione: Come si sviluppa
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dalla etero all'auto- regolazione
uso di strategie cognitive
regolazione dell'arousal
Regolazione dell’emozione: E' frutto di una progressiva acquisizione:
Sebbene i ricercatori siano per lo più
d’accordo con Darwin nel ritenere che le emozioni abbiano una base biologica,
tuttavia la regolazione e l’espressione delle emozioni sono modellate da
caregivers e fattori culturali.
• Caregivers giocano un ruolo nella regolazione neurobiologica delle emozioni del bambino.
• Le regole di espressione (display rules) delle
emozioni non sono universali.
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Emozione: Come si sviluppa
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Effetti dell’ambiente sulla
competenza emotiva attraverso
• regole di esibizione delle emozioni imparate
nell’ambiente
• stili educativi di
socializzazione alle
emozioni
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Emozione: Come si sviluppa
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Modeling: le modalità espressive e di auto- regolazione delle emozioni
dell'adulto nella vita quotidiana forniscono
esempi al bambino/studente.
Coaching: l'educatore istruisce il
bambino/studente sulle emozioni e su come riconoscerle-esprimerle nelle diverse situazioni.
Contingency: di fronte alle situazioni emotivamente salienti l'educatore reagisce
con l'obiettivo di regolare l'espressione delle
emozioni del bambino/studente.
I caregivers educatori possono socializzare alle emozioni in tre modi:
Coaching Contingency
Modeling
Esempi
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Emozione: Come si sviluppa
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Efficacia degli stili educativi di socializzazione alle emozioni:
Modeling: si basa su apprendimento e
insegnamento implicito e spesso
non consapevole.
Coaching e Contingency: si
basano su apprendimento e
insegnamento esplicito e consapevole.
L'efficacia dello stile di socializzazione alle
emozioni adottato dall'adulto cambia in relazione alla natura della relazione tra
educatore e bambino/studente.
Le variabili determinanti per
l'efficacia sono:
continuità, reciprocità e intimità
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Emozione: Come si sviluppa
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Efficacia degli stili educativi di socializzazione alle emozioni:
https://www.youtube.com/watch?v=Ch_33u2MFWE
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Cos’è
Come si sviluppa Atipicità nello
sviluppo Emozione
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A scuola si possono, inoltre, osservare, diverse manifestazioni di disagio emotivo:
• Disturbi internalizzati (es., ansia, umore depresso)
• Disturbi esternalizzati (es., antisocialità)
• Manifestazioni (alcuni esempi tipici):
• Bullismo
• Vittimizzazione
• Isolamento
Emozione: Atipicità nello sviluppo
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Bullismo e vittimizzazione
Olweus (1993): un bambino subisce
prepotenze quando viene esposto
ripetutamente e per lungo tempo ad
azioni negative da parte di uno o più
compagni
Bullismo
Molti studenti sono vittime del bullismo.In Italia il termine “bulling” è stato tradotto come “prepotenze”, per riferirsi a chi agisce le prepotenze e non a chi le subisce.
Esso racchiude in modo ampio sia le prepotenze esplicite, sia quelle nascoste (diffamazione, calunnia, isolamento, ecc.).
I criteri adottati dalla comunità scientifica per descrivere il bullismo sono:
l’intenzionalità la persistenza
l’asimmetria di forza fisica e psicologica.
Le vittime più probabili sono i ragazzi e gli studenti più giovani.
I ricercatori hanno osservato che i bambini ansiosi, introversi e
aggressivi sono spesso le vittime designate del bullismo.
Caratteristiche del bullismo (Fonzi, 1999; Olweus, 1993):
Azione aggressiva intenzionale Ingiustificata
Non provocata
Mirata a fare del male
Continuata nel tempo e frequente
Disparità di potere o di forza tra bullo e vittima
Bullismo
Profilo psicologico del bullo
• è aggressivo verso i coetanei e gli adulti,
• ha un forte bisogno di dominare gli altri;
• non tollera la frustrazione;
• ha un atteggiamento positivo verso la violenza;
• vanta superiorità;
• mostra una buona considerazione di sé;
• non rispetta le regole;
• tenta di trarre vantaggio utilizzando l'inganno;
• ha un basso rendimento scolastico;
• ha un atteggiamento negativo verso la scuola;
• mostra scarsa empatia nei confronti della vittima.
Bullismo
Profilo psicologico della vittima
• è più ansiosa, insicura ed introversa degli altri bambini;
• reagisce agli attacchi col pianto e chiudendosi in se stessa;
• presenta una bassa autostima;
• si sente poco intelligente;
• è poco assertiva;
• ha difficoltà nel riconoscimento delle emozioni.
Esistono due tipi di vittima: passiva o sottomessa e provocatrice o aggressiva.
Le vittime da adulte risultano maggiormente esposte al rischio
di depressione.
Caratteristiche del bullismo (Fonzi, 1999;
Olweus, 1993):
azioni aggressive di tipo:
• diretto fisico
• diretto verbale
• indiretto
Periodo critico e di stabilizzazione del bullismo
intorno agli 11 anni
Bullismo a scuola
coinvolge più persone (Camodeca, Menesini, 2007):
Il bullo:
• Usa forza e potere per raggiungere i propri scopi
• Dominanza, impulsività, distruttività
• Manca di empatia e emozioni morali
• Attribuisce intenzioni ostili agli altri
• Spesso rifiutato, ma può essere anche ammirato per le sue qualità di leader
Bullismo a scuola
coinvolge più persone (Camodeca, Menesini, 2007):
2. Vittima passiva:
• Caratterizzato da debolezza e fragilità
• Tende a rispondere all’aggressione con il pianto o il ritiro in se stesso
• Spesso tratti ansiosi, depressi, isolato
• Manca di umorismo e autostima
• Timidezza e passività
• Poco popolare nel gruppo dei pari e ha pochi amici
Bullismo a scuola
coinvolge più persone (Camodeca, Menesini, 2007):
3. Vittima provocatrice:
• Presenta comportamenti esternalizzati
• Risponde alle provocazioni con aggressività, ma non efficace
• Stimola l’attacco del bullo
• Attivamente rifiutato dai compagni
• A rischio per problemi di tipo sociale o psicopatologico
Bullismo a scuola
coinvolge più persone (Camodeca, Menesini, 2007):
4. Seguace del bullo:
• È il gregario, ride alle bravate del bullo
• Supporta, tiene ferma la vittima, scova la vittima
• Mostra aggressività verso la vittima e subordinazione verso il bullo
• Poco popolare nel gruppo dei pari
Bullismo a scuola
coinvolge più persone (Camodeca, Menesini, 2007):
5. Difensore della vittima:
• È il compagno che più spesso aiuta la vittima
• Consola e riferisce all’adulto l’accaduto
• Presenta prosocialità, empatia, altruismo
• Molto popolare nel gruppo dei pari
Bullismo a scuola
coinvolge più persone (Camodeca, Menesini, 2007):
6. Esterno:
• È il ragazzo che fa finta di non sapere
• Si allontana quando percepisce il ‘pericolo’
• Svolge una funzione di ‘spettatore’
• Timido, poco assertivo
• Abbastanza popolare nel gruppo dei pari
Word Cloud & Mappe concettuali
https://www.menti.com/nxd2arr79b
E’ il momento di organizzare le idee sul nucleo tematico
Domande di autoverifica
https://forms.gle/6FMpyhUitKUJiDvX8
Prof. Caterina Fiorilli
Università LUMSA, Roma Fiorilli@lumsa.it