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Psicologia dello sviluppo Capitolo 9A (Santrock)

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Academic year: 2022

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(1)

Psicologia dello sviluppo Capitolo 9A (Santrock)

Prof.ssa Caterina Fiorilli

Docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione

Direttrice dell’Osservatorio Nazionale Salute e Benessere dell’Insegnante ONSBI

E-mail: fiorilli@lumsa.it

Materiali didattici in Google Classroom.

Codice insegnamento:

dxmra5v

(2)

Università LUMSA

Cos’è

Come si sviluppa Atipicità nello sviluppo Emozione

2

(3)

Emozione: allontanamento dal normale stato di quiete dell’organismo, cui si accompagna un impulso all’azione e alcune reazioni fisiologiche interne

Livelli implicati:

Livello fisiologico

Livello cognitivo

Livello motivazionale

Livello espressivo e comunicativo

Livello sociale

(4)

Catena di eventi che costituisce un’emozione (Plutchik, 1983):

(5)

Università LUMSA

Emozione: Cos’è

5

Un sentimento che si presenta quando una persona si trova nel corso di un evento, di un’interazione che riveste una particolare importanza, specialmente per il

suo benessere.

La presenza di un’emozione è rilevata dalla manifestazione del

comportamento, che riflette il piacere o il dispiacere dello stato d’animo o del momento che la persona sta vivendo, ma le componenti che definiscono l’emozione

non sono tutte oggettive e tangibili.

(6)

Università LUMSA

Emozione: Cos’è

6

Emozioni positive includono

entusiasmo, gioia, amore

Emozioni negative includono ansia,

rabbia, senso di

colpa e tristezza

(7)

Università LUMSA

Emozione: Cos’è

7

Le emozioni sono influenzate dalla base biologica e dall’esperienza.

Darwin (1872): le espressioni facciali

delle emozioni sono innate, non apprese;

universali;

a base evoluzionistica e si sono evolute

dalle emozioni degli animali.

(8)

Riconoscere le emozioni di base è apparentemente semplice

(9)
(10)

1) Emozione e Competenza Emotiva: definizioni

(11)

1) Emozione e Competenza Emotiva: definizioni

(12)

Pianto di base

(fame) Pianto di rabbia Pianto di dolore Richiamo di richiamo/attenzione

Tipi di pianto

(13)

http://www.youtube.com/watch?v=8DG0LY73_40 https://www.youtube.com/watch?v=ZA3KsBTJAJ8

https://www.youtube.com/watch?v=iVeKq9sriuA&t=71s http://www.youtube.com/watch?v=avUsS9EKyq0

Tipi di pianto

(14)

Il sorriso

Campos (2009): scambio emotivo tra caregiver e bambino

Sorriso endogeno (riflesso)

Sorriso esogeno

Sorriso sociale

(15)

Nelle prime settimane di vita si assiste alla comparsa del sorriso endogeno: manifestazioni automatiche e riflesse.

Alla fine del II mese compare il sorriso esogeno attivato dalla voce materna e dal volto umano, associato al contatto oculare: conserva ancora alcuni aspetti di automaticità.

Durante il III-IV mese compare il sorriso sociale, rivolto in modo più frequente ai familiari e sincronizzato con il loro sorriso, prevede uno scambio reciproco

Il sorriso

(16)

La Paura

una delle prime emozioni del bambino

appare generalmente intorno ai 6 mesi e raggiunge l'apice verso i 18

mesi

bambini maltrattati o abbandonati

possono mostrare paura anche

prima dei 3 mesi (Campos, 2005)

(17)

Paura

dell'estraneo: Si manifesta gradualmente

Appare la prima volta intorno ai 6 mesi sotto forma di diffidenza

Intorno ai 9 mesi diventa più intensa ed aumenta fino al I anno di vita (Scher, Harel, 2008)

Condizioni in cui varia

l'espressione della paura:

Aspetti culturali

Aspetti temperamentali Aspetti contestuali

Aspetti relazionali

La Paura

(18)

Ansia da separazione

• si riferisce alla paura di allontanarsi dalla figura di accudimento (caregiver)

Ansia da separazione:

Consiste nel pianto o altri segni di sofferenza all'allontanamento del caregiver

Si manifesta prevalentemente tra i 14 e i 24 mesi

Raggiunge il picco a 15 mesi

Decresce gradualmente durante l'infanzia e nel

periodo prescolare

(19)

Università LUMSA

Cos’è

Come si sviluppa Atipicità nello sviluppo Emozione

19

(20)

Università LUMSA

Emozione: Come si sviluppa

20

sorpresa interesse

gioia rabbia tristezza

paura disgusto Prima infanzia

Emozioni primarie (chiamate anche fondamentali): si

trovano negli umani e negli altri animali e sono presenti sin

dai primi 6 mesi di vita. Includono:

(21)

Università LUMSA

Emozione: Come si sviluppa

21

L’orgoglio viene espresso quando i bambini provano un sentimento di gioia in seguito all’esito positivo di un’azione particolare

La vergogna emerge quando i bambini percepiscono che non hanno raggiunto dei comportamenti standard o degli obiettivi.

Il senso di colpa emerge quando i bambini giudicano il loro comportamento un fallimento includono empatia, gelosia e imbarazzo, che

appaiono per la prima volta a circa un anno e mezzo (a seguito dell’emergere della consapevolezza di sè)

Seconda infanzia

Le emozioni autoconsapevoli richiedono che i bambini siano in grado di

rivolgersi a se stessi e di avere consapevolezza di sé come esseri distinti dagli altri.

(22)

Università LUMSA

Emozione: Come si sviluppa

22

Aumentata abilità di comprendere

emozioni complesse come

orgoglio e vergogna.

Maggiore comprensione del

fatto che in una situazione si può sperimentare più di un’emozione.

Accresciuta tendenza a tenere in maggior

considerazione gli eventi che

conducono a reazioni emotive.

Miglioramenti nell’abilità a sopprimere o

nascondere reazioni emotive.

Uso di strategie autonome per ri-

dirigere sentimenti, per esempio, l’utilizzo

di pensieri distraenti.

Età scolare o fanciullezza

(23)

Università LUMSA

Emozione: Come si sviluppa

23

Comprensione delle emozioni

Regolazione delle emozioni

Età scolare o fanciullezza

Abilità nell'affrontare le proprie emozioni e quelle degli altri salvaguardando le

relazioni con il mondo esterno:

Prende sempre più forma la competenza emotiva, definita come

(24)

Università LUMSA

Emozione: Come si sviluppa

24

Perché è importante educare ad una buona competenza emotiva:

Consente all'individuo di vivere in modo adattivo le emozioni positive e negative

Adattivo significa: raggiungere i propri obiettivi senza interrompere le relazioni sociali

Influenza tutte le attività cognitive e, quindi, le

prestazioni

(25)

Università LUMSA

Emozione: Come si sviluppa

25

Quindi: Regolazione dell’emozione

Consiste nel controllare o attenuare efficacemente il proprio stato di attivazione psico-fisiologico (arousal) per adattarsi e raggiungere uno scopo.

L’arousal implica uno stato di allerta o di attivazione, che può raggiungere livelli troppo alti per un

funzionamento efficace (es. stato di forte ansia o

paura)

(26)

Università LUMSA

Emozione: Come si sviluppa

26

dalla etero all'auto- regolazione

uso di strategie cognitive

regolazione dell'arousal

Regolazione dell’emozione: E' frutto di una progressiva acquisizione:

(27)

Sebbene i ricercatori siano per lo più

d’accordo con Darwin nel ritenere che le emozioni abbiano una base biologica,

tuttavia la regolazione e l’espressione delle emozioni sono modellate da

caregivers e fattori culturali.

• Caregivers giocano un ruolo nella regolazione neurobiologica delle emozioni del bambino.

• Le regole di espressione (display rules) delle

emozioni non sono universali.

(28)

Università LUMSA

Emozione: Come si sviluppa

28

Effetti dell’ambiente sulla

competenza emotiva attraverso

• regole di esibizione delle emozioni imparate

nell’ambiente

• stili educativi di

socializzazione alle

emozioni

(29)

Università LUMSA

Emozione: Come si sviluppa

29

Modeling: le modalità espressive e di auto- regolazione delle emozioni

dell'adulto nella vita quotidiana forniscono

esempi al bambino/studente.

Coaching: l'educatore istruisce il

bambino/studente sulle emozioni e su come riconoscerle-esprimerle nelle diverse situazioni.

Contingency: di fronte alle situazioni emotivamente salienti l'educatore reagisce

con l'obiettivo di regolare l'espressione delle

emozioni del bambino/studente.

I caregivers educatori possono socializzare alle emozioni in tre modi:

(30)

Coaching Contingency

Modeling

Esempi

(31)

Università LUMSA

Emozione: Come si sviluppa

31

Efficacia degli stili educativi di socializzazione alle emozioni:

Modeling: si basa su apprendimento e

insegnamento implicito e spesso

non consapevole.

Coaching e Contingency: si

basano su apprendimento e

insegnamento esplicito e consapevole.

L'efficacia dello stile di socializzazione alle

emozioni adottato dall'adulto cambia in relazione alla natura della relazione tra

educatore e bambino/studente.

Le variabili determinanti per

l'efficacia sono:

continuità, reciprocità e intimità

(32)

Università LUMSA

Emozione: Come si sviluppa

32

Efficacia degli stili educativi di socializzazione alle emozioni:

https://www.youtube.com/watch?v=Ch_33u2MFWE

(33)

Università LUMSA

Cos’è

Come si sviluppa Atipicità nello

sviluppo Emozione

33

(34)

Università LUMSA

A scuola si possono, inoltre, osservare, diverse manifestazioni di disagio emotivo:

• Disturbi internalizzati (es., ansia, umore depresso)

• Disturbi esternalizzati (es., antisocialità)

• Manifestazioni (alcuni esempi tipici):

• Bullismo

• Vittimizzazione

• Isolamento

Emozione: Atipicità nello sviluppo

34

(35)

Bullismo e vittimizzazione

Olweus (1993): un bambino subisce

prepotenze quando viene esposto

ripetutamente e per lungo tempo ad

azioni negative da parte di uno o più

compagni

(36)

Bullismo

Molti studenti sono vittime del bullismo.

In Italia il termine “bulling” è stato tradotto come “prepotenze”, per riferirsi a chi agisce le prepotenze e non a chi le subisce.

Esso racchiude in modo ampio sia le prepotenze esplicite, sia quelle nascoste (diffamazione, calunnia, isolamento, ecc.).

I criteri adottati dalla comunità scientifica per descrivere il bullismo sono:

l’intenzionalità la persistenza

l’asimmetria di forza fisica e psicologica.

Le vittime più probabili sono i ragazzi e gli studenti più giovani.

I ricercatori hanno osservato che i bambini ansiosi, introversi e

aggressivi sono spesso le vittime designate del bullismo.

(37)

Caratteristiche del bullismo (Fonzi, 1999; Olweus, 1993):

Azione aggressiva intenzionale Ingiustificata

Non provocata

Mirata a fare del male

Continuata nel tempo e frequente

Disparità di potere o di forza tra bullo e vittima

(38)

Bullismo

Profilo psicologico del bullo

• è aggressivo verso i coetanei e gli adulti,

• ha un forte bisogno di dominare gli altri;

• non tollera la frustrazione;

• ha un atteggiamento positivo verso la violenza;

• vanta superiorità;

• mostra una buona considerazione di sé;

• non rispetta le regole;

• tenta di trarre vantaggio utilizzando l'inganno;

• ha un basso rendimento scolastico;

• ha un atteggiamento negativo verso la scuola;

• mostra scarsa empatia nei confronti della vittima.

(39)

Bullismo

Profilo psicologico della vittima

• è più ansiosa, insicura ed introversa degli altri bambini;

• reagisce agli attacchi col pianto e chiudendosi in se stessa;

• presenta una bassa autostima;

• si sente poco intelligente;

• è poco assertiva;

• ha difficoltà nel riconoscimento delle emozioni.

Esistono due tipi di vittima: passiva o sottomessa e provocatrice o aggressiva.

Le vittime da adulte risultano maggiormente esposte al rischio

di depressione.

(40)

Caratteristiche del bullismo (Fonzi, 1999;

Olweus, 1993):

azioni aggressive di tipo:

• diretto fisico

• diretto verbale

• indiretto

Periodo critico e di stabilizzazione del bullismo

intorno agli 11 anni

(41)

Bullismo a scuola

coinvolge più persone (Camodeca, Menesini, 2007):

Il bullo:

• Usa forza e potere per raggiungere i propri scopi

• Dominanza, impulsività, distruttività

• Manca di empatia e emozioni morali

• Attribuisce intenzioni ostili agli altri

• Spesso rifiutato, ma può essere anche ammirato per le sue qualità di leader

(42)

Bullismo a scuola

coinvolge più persone (Camodeca, Menesini, 2007):

2. Vittima passiva:

• Caratterizzato da debolezza e fragilità

• Tende a rispondere all’aggressione con il pianto o il ritiro in se stesso

• Spesso tratti ansiosi, depressi, isolato

• Manca di umorismo e autostima

• Timidezza e passività

• Poco popolare nel gruppo dei pari e ha pochi amici

(43)

Bullismo a scuola

coinvolge più persone (Camodeca, Menesini, 2007):

3. Vittima provocatrice:

• Presenta comportamenti esternalizzati

• Risponde alle provocazioni con aggressività, ma non efficace

• Stimola l’attacco del bullo

• Attivamente rifiutato dai compagni

• A rischio per problemi di tipo sociale o psicopatologico

(44)

Bullismo a scuola

coinvolge più persone (Camodeca, Menesini, 2007):

4. Seguace del bullo:

• È il gregario, ride alle bravate del bullo

• Supporta, tiene ferma la vittima, scova la vittima

• Mostra aggressività verso la vittima e subordinazione verso il bullo

• Poco popolare nel gruppo dei pari

(45)

Bullismo a scuola

coinvolge più persone (Camodeca, Menesini, 2007):

5. Difensore della vittima:

• È il compagno che più spesso aiuta la vittima

• Consola e riferisce all’adulto l’accaduto

• Presenta prosocialità, empatia, altruismo

• Molto popolare nel gruppo dei pari

(46)

Bullismo a scuola

coinvolge più persone (Camodeca, Menesini, 2007):

6. Esterno:

• È il ragazzo che fa finta di non sapere

• Si allontana quando percepisce il ‘pericolo’

• Svolge una funzione di ‘spettatore’

• Timido, poco assertivo

• Abbastanza popolare nel gruppo dei pari

(47)

Word Cloud & Mappe concettuali

https://www.menti.com/nxd2arr79b

E’ il momento di organizzare le idee sul nucleo tematico

(48)

Domande di autoverifica

https://forms.gle/6FMpyhUitKUJiDvX8

(49)

Prof. Caterina Fiorilli

Università LUMSA, Roma Fiorilli@lumsa.it

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