L’allevamento dei bovini da
carne
Categoria legale Nome
commerciale Animale Qualità della carne Bovino da latte (vitello)
Cat. V età < 8 mesi
Cat. Z. età > 8 ma < 12 mesi
Carne di vitello Animale di età inferiore ai
6-8 mesi con un PV < 220 kg Carne molto chiara, di colore rosato, con una grana finissima, poco grasso e un elevato contenuto d'acqua
Bovino Adulto
A
Carcasse di giovani animali maschi non castrati di età inferiore ai due anni
Carne di vitellone È derivata dall'animale abbattuto nel pieno della maturità, fra i 12 e i 18 mesi
Contiene meno acqua rispetto alla carne di vitello, mentre un po' più elevato il contenuto in proteine.
B
Carcasse di altri animali maschi non castrati
Carne di toro il toro è il maschio non
castrato, Carne rosso scuro, dura, il tessuto connettivale e' giallognolo.
C
Carcasse di altri animali maschi castrati
Carne di manzo (età > di 2 e < di 4.5 anni)
Carne di bue (età >
di 4.5 anni)
Animali Castrati per
favorire l’ingrasso precoce Carne qualitativamente buona con basso contenuto in acqua e maggiore
percentuale di grasso
D
Carcasse di animali femmine che hanno già figliato
Carne di vacca Femmina adulta,
generalmente macellato alla fine della cosiddetta carriera economica
Qualità piuttosto scadente
E
Carcasse di altri animali femmine Carne di giovenca o Scottona
Femmina giovane che non ha partorito
Allevamento dei bovini da carne
Categoria Età
(mesi) Peso (kg) IPM
(kg) Origine
principale Razze Alimentaz
ione
Vitello da latte (o a carne bianca)
Tradizionale Leggero Pesante
5-7 4-5 6-8
180-200 120-150
250-280 1.6-1.8 Italia Est -Europa
Frisona Bruna Incroci Piemontese
Latte
Vitellone precoce o baby beef
Razze da carne
Razze da latte 14
14-16 630
480 1.4-1.8
1.0-1.3
Italia Francia Italia – Est - Europa
Frisona Bruna Incroci
A. Angus
Foraggi- Concentra ti
Vitellone o
Manzo Razze da carne 18-21
13-18 400-800
520 1.0-1.3
1.0-1.4
Francia Irlanda Est-Europa
Razze Italiane
Limousine, Charolaise
Foraggi- Conc.
Unifeed
Scottona Femmina 12-16 350-500 1-0-1.3 Razze da latte e da
carne
Foraggi- Conc.
Unifeed
Vitellone
Estensivo Maschi e
femmine 18-24 650-700 1,1-1,3
Appennino Centro meridionale e isole
Chianina, Marchigiana.
Podolica, Maremmana, Romagnola, Sarda
Pascolo e concentra ti
Bovino adulto Vacca
Toro >20
> 24 600-650
600-1500 Francia
Italia
Razze da latte e da
carne Foraggi-
Conc.
Unifeed
Altre categorie di bovini destinati alla produzione di carne tipiche di alcune regioni Italiane
• Sanato = Piemontese. Vitello con dieta liquida a base di latte e farine diastasate o semplicemente pane cotto, polenta, patate cotte, castagne e uova. In Liguria è rappresentato da un
maschio castrato con età superiore ai 4 anni
• Soranna= manza fatta partorire precocemente (20/22 mesi), dopo aver allattato il vitello per 30/40 gg viene messa
all’ingrasso e macellata
• Fassone = Piemonte. Vitellone dalla doppia coscia, incroci.
• Barbina = – Cremona. Vitellone femmina.
Macellazioni in Italia (2017)
numero capi macellati
Var % 17/16
peso vivo complessivo
- quintali
peso vivo medio a
capo - chilogrammi
peso morto complessivo -
quintali
Var % 17/16
resa media (incidenza
%)
Totale bovini 2.561.312 -7,4 13.061.190 511,3 7.360.323 -7,5 56,5
Vitelli 647.356 -2,1 1.615.518 249,6 960.431 -5,3 59,5
Vitelloni maschi e
manzi 863.532 -7,7 5.466.934 633,1 3.253.218 -6,2 59,5
Vitelloni femmine 519.618 -11,5 2.791.119 537,1 1.595.279 -5,5 57,2
Buoi 6.752 -26,4 40.712 603,0 23.274 -23,9 57,2
Tori 26.852 -35,3 185.977 692,6 105.959 -38,0 57,0
Vacche 497.202 -7,7 2.998.812 585,0 1.474.622 -7,7 49,6
Totale bufalini 89.698 -5,7 318.035 350,9 175.517 -4,7 55,2
Annutoli (vitelli bufalini) 53.389 -1,6 126.442 236,8 69.101 -13,4 54,7
Bufale 29.582 -4,2
154.723 523,0 78.755 -2,6 50,9
totale bovini e bufalini 2.651.010 -7,3 13.379.776 505,9 7.535.774 -7,4 56,4
Macellazioni in Italia
• Vitelli: 25% dei capi macellati pari al 13% della carne in
commercio
• Vitelloni “maschi e femmine”
54% dei capi macellati pari al 65,9% della carne in
commercio
– acquisto di animali da ingrasso (broutard per il “pesante”, incroci per il “leggero”);
– area: pianura Padana (Veneto, Piemonte, Emilia);
– numerosità/densità di capi: elevata (200- 500/azienda);
– peso: “450-500 kg leggero”, 600-650 kg
“pesante”;
• Vacca e tori a fine carriera 20,4% dei capi macellati pari al 21,4% della carne in commercio
– caratteristiche: vacca di fine carriera e manze di scarto;
– area: pianura Padana (area della produzione del latte).
Macellazioni e consumi in Italia
18,4 14,7 10,4 10,2
7,05 8,5
7,4 6,9
0 10 20 30
2000 2010 2014 2016
Consumo Pro Capite carne bovina
carni da allevamenti nazinali carni importate
Come viene calcolato il consumo di carne pro- capite?
Per la carne si usa la formula:
Produzione + importazione – esportazione Numero di residenti nel paese
• Il consumo di carne è denominato apparente perché espresso in peso equivalente carcassa
• Il consumo reale potrebbe essere stimato dal consumo
apparente, sottraendo da carcasse, mezzene, tagli e prodotti carnei tutte le perdite che si verificano tra la macellazione e il consumo a tavola.
g/d Totale Bovina Suina Avicola
Apparente > 200 100 48 54,7
Reale 107,7 48,7 24,6 31,5
Principali criticità della filiera carne bovina in Italia
• Diminuzione dei prezzi alla produzione
• Competizione con altri paesi
Calo dei consumi di carne
Crisi economica
• Aspetti etici
• Aspetti ambientali
• Aspetti salutistici
Decremento del numero dei capi allevati e degli
allevamenti
• Impatto negativo sulla tutela del territorio e del paesaggio
• Perdita di capacità produttiva
• Rischio per produzioni tipiche
• Costo delle materie prime
• Competizione con settore
energia e alimentazione umana
Soluzioni
Sostenibilità ambientale
• Sistemi di allevamento che recuperano aree marginali
• Sistemi di allevamento resilienti
• Regimi alimentari basati prevalentemente su alimenti non in competizione con l’uomo
• Miglioramento dell’efficienza alimentare degli animali Benessere animale
• Rivalutare la sostenibilità della fase di ingrasso
• Benessere degli animali al pascolo: una nuova frontiera
• Sistemi di allevamento resilienti
Qualità della Carne
• Certificazione
• Comunicazione
• Informazione
Sistemi di allevamento
• Ciclo chiuso
• Ciclo aperto
Fattrici Vitelli
Soggetti da macellare
Fattrici
Vitelli da vendere
Vitelli da vendere Soggetti da macellare
LA PRODUZIONE DELLA CARNE BOVINA
• Vitelli da ristallo di razze da carne
• Vitelli di razze da latte
• Vitelli nati da vacche da latte incrociate con tori da carne
• Maschi e femmine da latte e da carne scartati alla rimonta
• Vacche a fine carriera
I sistemi di allevamento per la produzione della carne bovina
• Tradizionale a stabulazione fissa: alimentazione con foraggi verdi, fieni e sottoprodotti aziendali No L. G., no controlli funzionali.
• Stabulazione fissa con pascolo: aree collinari e montane, allevamenti semibradi o liberi.
• Stabulazione libera: abolizione delle poste in stalla, inserimento porte ingresso per i paddock esterni. Alimentazione con insilati, sottoprodotti aziendali e industriali, pascolo. Si L. G.
• Allevamenti confinati: ricoveri sotto tettoie, con rastrelliera, ampi recinti.
Alimentazione con sottoprodotti aziendali e residui industriali.
• Allevamento brado: forma tradizionale.
In Italia:
• Piemontese, Chianina, Marchigiana secondo la tipologia tradizionale
• Charolaise, Pezzata Rossa, Limousine in allevamenti bradi o semibradi
• Le razze rustiche in allevamenti bradi o semibradi
• Bovine meticce fra tori da carne e madri da latte allevate con posta fissa o tecniche tradizionali)
• Bovine meticce fra tori da carne e madri rustiche in allevamenti bradi o semibradi
Sistemi di allevamento dei bovini destinati alla produzione di carne
• Vitello a carne bianca = Strutture di grandi dimensioni
• Allevamento dei Ristalli = Allevamento di soggetti di razze da carne acquistati all’estero, prevalentemente in Francia (broutards), con almeno 9 mesi di vita ed un peso tra i 300 ed i 450 kg, oppure quello di soggetti
nazionali di razze a duplice attitudine. I vitelloni sono allevati sino alla
maturità commerciale in sistemi intensivi o semi-intensivi (a stabulazione libera su grigliato), di medio-grandi dimensioni, raggruppati in box di 10-50 soggetti ed alimentati con unifeed.
• Linea vacca-vitello. Allevamento di fattrici e dei loro vitelli in sistemi estensivi, bradi o semi-bradi (in regime confinato in inverno e al pascolo nelle stagioni che lo consentono), di piccole e medie dimensioni, che si collocano tradizionalmente in aree marginali (zone collinari e montane dell'Italia
peninsulare ed insulare), ma ultimamente anche in pianura.
• vacca e toro da riforma = Questa categoria include le femmine lattifere a fine carriera o scartate per scarsa produzione, infertilità o a seguito di
mastiti, traumi e dismetabolie.
Il territorio di allevamento
• il 61% dei bovini da carne si concentra in Lombardia (23%), Veneto (20%),
Piemonte (18%);
• il 70% dei vitelli da macello si concentra in Lombardia (36%), Veneto (24%) e Piemonte (10%);
• il 78% dei vitelloni si concentra in Veneto (37%), Lombardia (17%), Piemonte
(17%) e Emilia- Romagna (7%);
• il 63% delle vacche nutrici si concentra in Piemonte (22%), Sicilia (19%), Sardegna (16%) e Lazio (6%).
Categorie bovini da carne
• Vitello a carne bianca
• Condizione iniziale vitello scolostrato ( PV 50-55 kg)
• Finale: animali giovani, peso 180-230 kg e età variabile (4-6 mesi)
• – sono allevati i maschi delle razze da latte e le femmine eccedenti la rimonta delle
razze da latte e a duplice attitudine
• – Alimentati a latte (naturale o in polvere)
• – carne molto chiara, di colore rosato, con una grana finissima, poco grasso e un
elevato contenuto d'acqua
• – carne molto digeribile e di costo più elevato
Vitello a carne bianca
Vecchio sistema di allevamento
Stabulazione individuale in gabbie di legno (per evitare assunzioni di ferro) e con pochissima attività motoria
Alimentazione esclusivamente liquida (ridotto sviluppo dei prestomaci)
Status anemico per riduzione della mioglobina (per carenza di ferro alimentare)
Probabile steatosi epatica
Nuovo sistema di allevamento
Direttiva Comunitaria Animal Welfare 91/629/CEE
Stabulazione in box multiplo (benessere animale e instaurarsi di rapporti sociali e riduzione stereotipie)
• No a catena, libertà di movimento
• Ambiente idoneo al benessere
• Divieto gabbie singole
Somministrazione di alimenti solidi in aggiunta alla dieta lattea (sviluppo dei prestomaci, minori stereotipie)
• Integrazione minerale + ferro
• 2°-3° settimana alimenti solidi (mais, orzo, paglia)
Produzione del vitello a carne bianca
Produzione del vitello a carne bianca
Vitello a carne bianca in Italia
• Il 60% circa degli allevamenti alleva animali di origine nazionale, principalmente soggetti maschi di razza Frisona.
• Il rimanente 40% importa vitelli dall’estero: Pezzati Rossi e Blue Belga, caratterizzati da maggior muscolosità e resistenza fisica
• L’ alimentazione lattea si basa sull’impiego del cosiddetto Latte 0 (senza latte magro), che ha come base il siero di latte in polvere arricchito con fonti energetiche e proteiche di origine vegetale.
• Esistono anche latte Starter a base di polvere di latte magro (Latte 35 o 50) che sono più costosi
Vitello a carne bianca in Italia
L’Italia è uno tra i 5 paesi europei che guidano il settore del vitello a carne bianca, con il 18% della produzione, dopo la Francia (31%) e i Paesi Bassi (28%).
La produzione italiana di vitello a carne bianca è concentrata in alcune regioni del Nord, in particolare in Lombardia (39%) e nel Veneto (26%)
(fonti: Ismea, 2012; Istat, 2012; Mauri, 2013)
Dal punto di vista economico, la filiera del vitello a carne bianca è organizzata attraverso contratti di soccida che interessano quasi il 90% degli allevamenti italiani.
Questo tipo di contratto vede come soccidanti società che operano nel settore della macellazione o grossi allevatori indipendenti, i
quali forniscono all’allevatore (soccidario) il bestiame, gli alimenti e il supporto tecnico e veterinario.
Il soccidario fornisce le strutture e il proprio lavoro evitando il rischio d’impresa e l’esposizione di capitali.
Categorie bovini da carne
• Vitellone precoce o baby beef
• – E' la "tipica" carne di bovino, maschio non castrato di razze da latte e a duplice attitudine, peso finale 350-450 età non superiore ai 14
mesi, non ha ancora cambiato i denti da latte
• – carni di colore rosso-rosa brillante con una fibra sottile, poco grasso e una digeribilità
maggiore di quella del vitello, nei confronti della quale il contenuto idrico è più basso
• – carne molto saporita e apprezzata per l'elevata resa di tagli magri e morbidi
Produzione del vitellone precoce o “baby beef” e del vitellone precocissimo o mezzo lattone “barley beef”
• condizione iniziale: vitello scolostrato o svezzato;
• peso vivo finale: 350-450 kg;
• durata del ciclo: 11-14 mesi
Il baby beef viene allevato in gruppi in box a pavimento grigliato o meno frequentemente su lettiera
Alimentazione:
• Fase di avviamento: latte ricostituito fino ai 60 d + fieno
• Primo periodo fino a 230 kg: concentrato ( fino a 4 kg)+ fieno ad libitum
• Secondo periodo gradualmente si passa a mangime ad libitum (7- 8 kg) e riduzione del fieno (2-3 kg)
ICA = 5 kg di mangime/ kg accrescimento
Categorie bovini da carne
• Vitellone pesante
• – torelli interi delle razze da carne, o a
duplice attitudine, o meticci fra razze da latte e da carne
• Età di macellazione a 16 -20 mesi con un peso pari a 650-850 kg e IPGM > 1 (1.4-1.8),
• – il peso finale, l’età alla macellazione l’IPGM e la resa dipendono molto dalle razze allevate.
– Se è stata eseguita la castrazione deve essere usata la dizione "carne di manzo"
– negli USA vengono ingrassati intensivamente dopo lo svezzamento e macellati a 12-16 mesi
– nel nord Europa sono di solito allevati al pascolo per uno o due anni e quindi avviati al macello previo finissaggio (Irlanda)
– carne compatta, con grasso bianco e sodo e colore rosso tanto più acceso quanto più l'animale è giovane
– ottimo sapore e con il più elevato valore alimentare
Vitellone pesante
A partire da soggetti:
• nati in azienda (ciclo chiuso);
• acquistati già svezzati da aziende a ciclo aperto;
• di peso elevato (solitamente importati dall’esterno appena prima della fase di ingrasso)
–
I principali fattori determinanti nella produzione del vitellone sono:
1) Ambientali: sistemi di stabulazione densità degli animali
controllo igienico e sanitario
2) Genetici, tipo genetico in funzione di: dimensioni aziendali
situazione tecnico-economiche richiesta del mercato
3) Alimentari: Pascolo/unifeed, Piani alimentari
4) Sanitari: Malattie infettive, disordini alimentari, problemi alimentari
Charolaise Francese
♂ 1000-1200 kg
♀ 700-900 kg Resa 62-63 %
Limousine Francese
♂ 800-1100 kg
♀ 700-800 kg Resa 64-65
Bianca Blu Belga Francese Belga
♂ 1000-1200 kg
♀ 600-800 kg Resa 65-70 %
Hereford USA
♂ 1200-1300 kg
♀ 800-10000 kg Resa
Aberdeen Angus Scozia
♂ 1000-1100 kg
♀ 700-750 kg Resa 68-70 %
Categorie bovini da carne
• Scottona
• manza di 18-20 mesi, mai ingravidata e sottoposta all’ingrasso come un vitellone
• sogge u lizza → principalmente razze Limousine e Charolais e loro incroci, ma anche razze da carne italiane
• peso all’acquisto → 220÷280 kg
• peso alla macellazione→450÷550 kg
• durata della fase di ingrasso → ~ 100 giorni
• resa di macellazione→59÷65 %
• fornisce carne tenera, succosa, marezzata
• se alimentata in eccesso, tende ad accumulare grasso
Categorie bovini da carne
• Bue
• – maschio del bovino castrato in giovane età, di peso ed età variabile
• – carne con caratteristiche intermedie tra vitellone e bovina femmina
• – leggera infiltrazione di grasso che la rende particolarmente gustosa e tenera
• – ottimo sapore
• Vacche a fine carriera
• –– finissaggio 1-3 mesi prima della macellazione
• , danno carni rosso scure e fibrose, poco adatte al consumo diretto sui nostri mercati destinate all'esportazione o altri prodotti
Sistemi di allevamento
• Intensivo
• Semintensivo (feed-lot)
• Estensivo (brado)
In stalla chiusa
A posta fissa (4m2/capo In box (su grigliato su lettiera)
In stalla aperta In box
Con cuccette e fessurato
Sistemi di allevamento Intensivo
• Spazio insufficiente:
disagio - aggressività
• Pavimento scivoloso:
disagio - stress - lesioni
• -Ambiente
(temperatura, umidità,
gas nocivi)
Ricoveri per bovini da carne BOX
orientamento: est-ovest, in modo da favorire il soleggiamento invernale del fronte aperto della stalla
Ricoveri per bovini da carne
peso vivo, superficie, kg m2/capo
• 150 – 250 1,40 - 1,60
• 250 – 400 1,60 - 2,00
• 400 – 500 2,00 - 2,50
• 500 – 600 2,50 - 3,00
600 3,00 - 3,50
• numerosità/box →18-20 capi
• dimensioni dei box
• a parità di superficie assegnata per capo, il box avrà sempre forma rettangolare, ma varierà il rapporto lunghezza/ larghezza:
• alimentazione razionata→box lunghi e poco profondi
• alimentazione ad libitum→box stretti e profondi
box profondi →maggiore tranquillità
si vengono a delimitare due zone:
• una di alimentazione
• una di riposo
la profondità può variare dai 6 ai 12 m, ma è consigliabile non superare gli 8 m
Allevamento Intensivo Allevamento su grigliato
• I più diffusi con immediato allontanamento delle
deiezioni
• Ridotta manodopera
• Notevole concentrazione di animali (2-2.5 m2/capo)
• fronte mangiatoia di 0.50 m
Allevamento Intensivo su lettiera permanente
• Pavimentazione costituita da strato di cemento su cui viene sparsa la paglia
• < consumo di paglia con divisione di zona riposo da alimentazione
• Maggiore manodopera
(distribuzione paglia)
Allevamento Intensivo
su terra battuta (feed-loots)
• Grandi recinti scoperti
• Pavimentazione in terra battuta
• Zona di alimentazione con mangiatoia e corsia di
foraggiamento in cemento
• abbeveratoi :oltre che in
prossimità della mangiatoia,
vanno installati in almeno
un’altra zona del paddock
(1/10-15 capi)
FASI produttive
Allattamento Svezzamento Accrescimento
Ingrasso Finissaggio Vitello a carne
bianca 240 kg Artificiale Vitellone
leggero <
500kg
Artificiale
Naturale Precoce Tardivo Vitellone
Pesante 5-600 kg
Artificiale
Naturale Precoce Tardivo Baby beef
340-400 kg Artificiale Precoce
Vacche Artificiale Precoce Produ
zione
Il RAZIONAMENTO DEL VITELLONE DA CARNE
• L'obiettivo della bovinicoltura da carne è quello di produrre soggetti commercialmente maturi nel minore tempo
possibile.
• L'alimentazione rappresenta una leva formidabile a
disposizione dell'allevatore in grado di esaltare il patrimonio genetico degli animali.
• Un'alimentazione quanti-qualitativa non in sintonia con le
esigenze dell'animale può risultare un elemento molto critico dell'allevamento e compromettere il risultato finale.
Costi di produzione dei bovini da carne
Costo Euro/100 kg
PVS %
Alimentazione 205,4 63,8
Carburante 4,2 1,3
Energia elettrica 2,5 0,8
Acqua 0,6 0,2
Spese mediche veter. 9,6 3,0
Manutenzione 8,6 2,7
Assicurazioni 1,8 0,6
Materiale vario 6,2 1,9
Spese generali 8,2 2,6
Costi diretti 247,5 76,9
Ammortamento macchine 11,8 3,7
Ammortamento fabbricati 11,0 3,4
Costo Terra (affito o Prop. 16,45 5,1
Manodopera 28,5 8,9
Interessi 6,6 2,0
Costo dei fattori produttivi 74,5 23,1
Costo totale di Produzione 321,9 100
Il costo di
alimentazione è pari
mediamente al 50-60% dei costi per
l’ottenimento dei bovini da carne
Conoscenza dei
fabbisogni nutritivi Per razza e fase di allevamento
Conoscenza degli alimenti
tecnica (composizione chimica valore nutritivo, azione dietetica) economica (prezzi disponibilità, conservazione
Razione ottimizzate
•copertura dei fabbisogni al minimo costo
•esaltazioni delle prestazioni produttive
•programmazione degli acquisti e dell’utilizzazione degli alimento
•stima dei risultati tecnico economico in funzione del
mercato
I fabbisogni degli animali da carne
fattori di variazione della velocità di
crescita e della composizione del corpo
• 1) Età
• 2) Sesso
• 3) Razza (precocità)
• 4) Livello nutritivo (LN)
• 5) Trattamenti ormonali e castrazione
MJ /kg Kcal/kg
Bovini 300-400 55,5 18,2 13,5 3,5 9,45 2259 da 400-500 53,7 18,2 15,7 3,5 10,3 2469 carne, 500-600 52,5 18,5 17,7 3 11,2 2670 interi 600-700 51,5 18 19,2 3 11,8 2811
Energia PV (kg) Acqua
(%)
Proteine (%)
Grassi (%)
Ceneri (%)
FABBISOGNI di ACCRESCIMENTO:
1. Composizione chimica dell’accrescimento nei bovini in funzione del peso e dell’età
A parità di età gli animali più precoci presentano una carne più grassa
FABBISOGNI di ACCRESCIMENTO:
2) effetto del sesso
• Femmine: minor accrescimento muscolare
• (proteico), maggior tendenza all’ingrasso
• Manzi
• En a (MJ/ d)=( 0.2206a + 0.0286a 2 ) x PV
0.75• Manze (giovenche)
• En a (MJ/ d)=( 0.2344a + 0.0529a 2 ) x PV
0.75• a= accrescimento giornaliero (kg/ d)
I maschi si presentano più magriLe femmine sono macellate ad un età inferiore a causa del più precoce ingrassamento. La loro carne è più chiara e più tenera
Frisoni Charolais Tessui deposito (g/kg accr.)
muscolo 375 494
grasso 291 169
osso 94 93
Composizione del KG accr.
lipidi 292 143
proteine 163 198
energia (kcal) 3600 2600
3. Effetto del tipo genetico sulla composizione
dell’incremento ponderale di vitelloni maschi
interi a 400 kg di peso vivo
Frisona Italiana
Pezzata nera polacca
Pezzata Rossa Italiana
Rendena Limousine Charolais Piemontese Chianina Accrescimento
kg(/d) 1.0-1.1 1.0-1.2 1.2-1.3 1.0-1.1 1.1-1.2 1.3-1.4 0.9-1.1 1.0-1.2 Consumo SS
(%PV) 2.2.-2.5 2.2.-2.5 2.0-2.1 1.9-2.0 1.7-1.9 1.8-2.0 1.9-2.0 1.8-1.9 ICA SS 8.0-9.0 8.5-9.0 7.0-7.5 7.0-7.5 5.5-6.5 5.0-6.0 7.5-8.0 7.0-7.5
PV al macello 440-460 450-480 500-550 480-500 600-650 600-680 600-700 650-750 Peso della
carcassa (kg) 245-260 250-270 290-320 270-290 380-420 370-430 390-450 400-460 Resa al macello
(%) 55-57 56-58 59-60 58-60 64-65 62-63 64-66 60-62
muscoli 64 66
67 67 77 73 75 66
grasso 18 17
17 17 9 10 11 14
ossa 18 17
16 16 14 17 14 20
Razza da carne italiana Razza da latte Razza a duplice
attitudine
Razza da carne francesi
Composizione carcassa (%)
Fabbisogni e livello nutritivo
Per livello nutritivo si intende il rapporto fra l’energia netta fornita con la razione e quella necessaria a coprire il fabbisogno di mantenimento dell’animale
• Con il LN = 1 l’animale non si accresce.
• LN Basso (solo foraggi)
• LN Moderato (foraggi e concentrati)
• LN Alto (massiccia presenza di concentrati 1-1.5 kg /q
di PV)
Fabbisogni e livello nutritivo
Il livello nutritivo condiziona la velocità di
accrescimento e la durata del ciclo di allevamento Alti LN Alti IPG
• Precoce raggiungimento della finitura commerciale
• Progressivo peggioramento dell’ICA
ALIMENTAZIONE E TIPI GENETICI
I bovini precoci hanno un rendimento nella conversione della carne più basso rispetto a quelli tardivi, elevare oltremodo il livello nutritivo
comporterebbe un eccessivo sviluppo di grasso, in contrasto con quanto richiesto dal mercato e con un aggravio dei costi di alimentazione.
I soggetti Precoci per le loro caratteristiche anatomiche, hanno una capacità di ingestione più elevata, che impone un’alimentazione razionata onde
evitare eccessivi ingrassamenti.
Gli animali Tardivi possono essere alimentati anche ad libitum, in virtù della loro capacità di ingestione e grazie al fatto che “rispondono meglio nello sviluppo del tessuto muscolare.
Primo periodo moderato alto alto Secondo periodo alto moderato alto
Livello nutritivo 1.84 1.78 2.03
IPG 0.94 1.09 1.07
ICA 8.55 7.32 7.99
Livello nutritivo 1.62 1.59 1.82
IPG 1.05 1.09 1.23
ICA 7.42 7.33 7.42
RAZZE DA LATTE (240-260 kg)
RAZZE DA CARNE (300-570 kg)
Effetto del livello nutritivo sulle performance
di vitelloni di tipo genetico diverso
ALIMENTAZIONE E TIPI GENETICI
• La riduzione del livello nutritivo ha un effetto deprimente sulle sintesi lipidiche tanto più accentuato quanto più elevato è il livello di precocità dei soggetti.
• Nei tipi precoci, l’abbassamento del livello nutritivo determina una sensibile flessione della sintesi lipidica senza modificare la velocità di crescita;
• In quelli tardivi, le sintesi dei tessuti adiposi sono poco influenzate dalla riduzione dell’apporto energetico, ma l’incremento ponderale risulta diminuito.
• Riducendo il livello energetico durante la fase finale di
maturazione (quando le sintesi lipidiche sono più attive), è possibile produrre con razze Precoci, carcasse relativamente pesanti ma
senza accumulo di grassi;
• Nelle razze tardive invece la riduzione del livello nutritivo non è opportuna, poiché deprime la velocità di crescita e aumenta l’ica.
INGESTIONE DI SS
FATTORI LEGATI ALL’ANIMALE
• Il consumo di SS aumenta soprattutto all’aumentare del peso vivo, parallelamente ai fabbisogni energetici e alle crescenti capacità dei prestomaci.
• Se si valuta l’ingestione in termine di unità di peso (kg di SS /PV) essa tende progressivamente a diminuire.
• Le razze Precoci presentano una maggiore capacità di ingestione.
• Le razze Tardive presentano consumi volontari inferiori.
• Anche l’accrescimento compensativo fa aumentare il consumo di alimento.
IL LIVELLO ENERGETICO DELLA DIETA
• A parità di peso vivo e livello di accrescimento le razze Tardive richiedono razioni più concentrate in termini energetici
(UFC/kg SS) dovuta dal minor volume del tubo digerente e quindi della minore capacità di ingestione volontaria.
•
• Varie esperienze dimostrano come l’aumento del livello
nutritivo porti migliori incrementi sia del peso vivo che della resa della carcassa e della carne magra nei tipi Tardivi mentre in quelli Precoci vi sarebbe una limitazione della miogenesi con un incremento dell’ingrassamento.
•
IL LIVELLO ENERGETICO DELLA DIETA
• Nei vitelloni Precoci il piano alimentare dovrebbe presentare concentrazioni della dieta in diminuzione nel corso del ciclo
produttivo, lasciando più spazio ad alimenti grossolani e con funzione di zavorra.
• Nei vitelloni Tardivi il livello energetico
(superiore rispetto a quelli da latte ) va
mantenuto costante ed eventualmente
elevato nel finissaggio.
IL LIVELLO PROTEICO DELLA DIETA
• Il livello proteico (al pari di quello energetico) dovrebbe essere più elevato nei soggetti Tardivi rispetto a quelli Precoci.
• I primi infatti presentano minore capacità di ingestione e maggiore potenzialità di crescita.
• In entrambi i tipi genetici le concentrazioni proteiche debbono essere più elevate nelle fasi iniziali di allevamento, per poi ridursi progressivamente in relazione alla diminuzione dell’intensità di sintesi di tessuto muscolare.
Va sempre tenuto nel debito conto la qualità della proteina:
• la degradabilità ruminale delle proteine deve essere
accompagnata da un’adeguata fermentescibilità dei carboidrati a livello ruminale e deve essere garantita un buon livello di
proteine by-pass che garantiscono un adeguato livello di aa essenziali, che risultano particolarmente necessari durante gli intensi processi miogenetici.
LIVELLO FIBROSO
• I livelli di fibra da apportare alla dieta sono di fondamentale importanza nell’alimentazione dei bovini da carne ed eccessi o carenze possono portare ad una serie di dismetabolie in grado di influenzare la salute degli animali.
• Carenze di FG conducono all’acidosi ruminale che nei casi più lievi porta ad un minor consumo di SS, animali agitati, minore consistenza delle feci, fino ad arrivare a diarree e zoppie nei casi più gravi.
• Particolarmente rischioso è il periodo estivo in cui gli animali in attiva fase di termoregolazione si trovano già in uno stato di acidosi subclinica.
• La somministrazione di tamponi quali il bicarbonato di sodio possono portare ad una riduzione dell’assorbimento dello zinco con peggioramenti delle lesioni podaliche.
•
LIVELLO FIBROSO
• Eccessi di FG causano invece una minore assunzione di alimento giornaliera con minore digeribilità e, quindi, minore livello
energetico della razione.
• Si avranno accrescimenti più bassi con un calo della resa alla macellazione in relazione allo sviluppo dell’apparato digerente.
• La FG dovrebbe essere del 16 – 17 % facendo attenzione alla sua qualità.
• NDF - 32-35%
• ADF –20 %
• Gli amidi non dovrebbero superare il 35% della SS della razione
Peso vivo (kg)
Ingestione SS (kg)
Energia
(UFC /kg SS) PG %SS Razze precoci
250 6.25 0.86 13.0
300 6.90 0.85 12.5
350 7.50 0.85 11.5
400 8.20 0.84 11.0
450 9.20 0.84 10.5
500 10.00 0.83 10.0
Razze medio-tardive
250 6.00 0.89 14.0
300 6.60 0.89 13.5
350 7.35 0.90 13.0
400 8.00 0.91 13.0
450 8.30 0.91 13.0
500 8.75 0.91 13.0
550 9.00 0.91 12.5
600 9.60 0.91 12.5
Razze tardive
250 5.60 0.87 15.0
300 6.00 0.87 14.5
350 6.80 0.88 14.0
400 7.00 0.89 13.5
450 7.40 0.89 13.5
500 7.70 0.90 13.0
550 8.50 0.90 13.0
600 8.70 0.91 13.0
Fabbisogni nutritivi calcolati per gli
accrescimenti medi di ciascun tipo genetico.
Il RAZIONAMENTO DEL VITELLONE DA CARNE Esempio di concentrato costituto da una miscela di materie prime
alimento %
farina di mais 50
farina di orzo 10
crusca di frumento 17
soia, farina di estrazione 20
integratore e tampone 3
Caratteristiche chimico nutritive
% SS % Tal Quale
Sostanza secca 87.0
UFC/kg 1,11 0,97
PG 19.0 16.5
PDIN 14.0 12.2
PDIE 13.2 11.5
FG 5.7 5.0
Amido 46.0 40.4
Alimento
300 kg 400 kg 500 kg 600 kg
Fieno 2.8 3.2 3.3 3.5
Mais farina 1.1 1.8 2.0 2.1
Orzo farina 0.7 0.9 0.9 1.0
Polpe bietola 1.2 1.2 1.4 2.0
Crusca 0.5 0.5 0.7 0.6
Soia f.e. 0.7 0.7 0.7 0.6
Integratore 0.1 0.2 0.2 0.2
SS (kg) 6.1 7.2 7.7 8.7
UFC %ss 0.87 0.89 0.89 0.90
PG %ss 14.5 13.5 13.0 12.5
Amido %ss 19.0 24.0 25.0 24.0
Peso vivo
Caratteristiche delle razioni
Razioni per vitelloni tardivi
Alimento
300 kg 400 kg 500 kg
Fieno 3.8 4.8 6.0
Mais farina 1.2 1.8 2.0
Orzo farina 1.0 1.0 1.0
Polpe bietola 1.3 1.3 1.8
Crusca 0.2 0.3 0.3
Soia f.e. 0.5 0.4 0.2
Integratore 0.1 0.2 0.2
SS (kg) 7.0 8.4 9.8
UFC %ss 0.85 0.84 0.83
PG %ss 12.5 11.6 10.5
Amido %ss 19.0 21.0 20.0
Peso vivo
Caratteristiche delle razioni
RAZIONI PER VITELLONOI PRECOCI
Esempio di razioni per l’ingrasso del vitellone da carne di razze specializzate, applicate in allevamento intensivo.
Silomais % 30,5 --
Paglia % 3,0 6,5
Mais % 33,0 49,0
Soia f.e.% 15,0 18,0
Polpe bietola % 17,0 25,0
Intg min e vit % 1,5 1,5
Composizione
PG % 16,2 16,3
DIP-RDP % PG 67,5 66,5
UIP-RUP % PG 32,5 33,5
NDF % 26,5 27,0
NSC % 54,0 56,8
UFC n/kg ss 1,0 1,0
LINEA VACCA VITELLO
Linea Vacca Vitello
• Sistema di allevamento sviluppato per la
valorizzazione zootecnica della collina e in
particolare della Montagna
Linea Vacca Vitello
gli animali pascolano per un periodo variabile, a
seconda dell' altimetria della zona, da sei a otto mesi.
Le mandrie, composte da 25-30 femmine fattrici
(vacche) ed un maschio (toro), sono inviate al pascolo in primavera insieme ai vitelli appena nati.
Le mandrie ritornano in azienda ai primi freddi
autunnali, quando il freddo e la mancanza di alimenti
renderebbero difficile la sopravvivenza al pascolo degli
animali.
Linea Vacca Vitello
Le monte come i parti avvengono naturalmente (senza l'intervento dell'uomo).
La peculiarità della linea "vacca vitello" sta nel fatto che i vitelli rimangono con le loro mamme
fino all'età di 6-7 mesi, nutrendosi prevalentemente di latte materno e di erbe del pascolo.
I vitelli dopo lo svezzamento (6-7 mesi) vengono ricoverati nelle stalle degli allevatori per essere ingrassati.
Questi animali all'età di 17-18 mesi verranno
macellati
Razze allevate secondo la "linea vacca-vitello"
Razza Romagnola:
Si è adatta particolarmente bene ai pascoli - sottobosco poveri di alta collina e di montagna. E' diffusa nei
territori dell'Appennino Tosco-Romagnolo.
Razza Chianina: razza italiana, antichissima denominata dagli etruschi "razza etrusca" , originaria della Val di
Chiana.
Razza Podolica
Razza Limousine
Razza Charolaise
Alimentazione della fattrice da carne nella linea vacca vitello
• Il razionamento nella fattrice da carne mira a garantire una fertilità adeguata (un parto
all'anno) ed una buona produzione di latte per lo svezzamento del vitello.
• L'alimentazione della fattrice si basa
sull'utilizzo quasi esclusivo di foraggi, tra
questi anche l'erba al pascolo ed i concentrati
sono spesso somministrati saltuariamente
Alimentazione della fattrice da carne nella linea vacca vitello
• Il razionamento può essere suddiviso in base agli stadi fisiologici:
periodo parto-svezzamento,
periodo di mantenimento,
ultimi tre mesi di gravidanza.
A seconda della durata dello svezzamento (variabile tra sei e dieci mesi), il periodo di mantenimento può essere più o meno
presente
Parto-svezzamento
E' necessario porre alcuni obiettivi fondamentali del razionamento quali:
- una produzione di latte non inferiore a 1000 litri/anno con una produzione giornaliera di almeno 6-8 litri che
garantisca un vitello dai 6 ai 10 mesi con un peso di 220-330 Kg se maschio e 210-290 Kg per le femmine con una crescita di circa 1000-2000 gr/giorno.
-un intervallo parto-concepimento di massimo 100 giorni.
-uno stato di forma adeguato (BCS) ad una buona ripresa della fertilità (2,5-3 punti al momento del parto).
Alimentazione della fattrice da carne nella linea vacca vitello
Mantenimento
•E' un periodo più o meno lungo in funzione dell'età allo svezzamento del vitello.
•Qualora fosse esistente, l'alimentazione di tale periodo non pone particolari problemi e può essere effettuata con soli foraggi.
•Eventuali apporti di concentrati (limitabili ai soli cereali) potrebbero essere consigliati solo se il valore della nota corporea scendesse sotto i 2,5 punti all'inizio degli ultimi 3 mesi di gravidanza
Alimentazione della fattrice da carne nella linea vacca vitello
ultimi tre mesi di gravidanza
•E' una fase importante e delicata in cui la fattrice deve
giungere in ottimo stato di forma e che deve mantenere senza rischi di sottoalimentazione.
•Quest'ultima in particolare sarebbe grave e compromissoria per l'allattamento e la ripresa dei calori qualora risultasse un deficit energetico di oltre 2 UFL e di azoto pari a -27 gr.
PDIN/PDIE/ per UFL.
•E' inoltre fondamentale risulta anche un corretto apporto di calcio e fosforo.
Alimentazione e qualità della carne
• Gli effetti dell’alimentazione sulla qualità della carne riguardano sia gli apporti energetici (contenuto
energetico della dieta o livello nutritivo) sia quelli
proteici (quantità e qualità della proteina)
Alimentazione e qualità della carne
• Livello Nutritivo elevato
• Aumento della velocità di accrescimento
• Aumento del turnover proteico muscolare
• Maggiore deposizione di grasso nelle carcasse
• Maggiore tenerezza
Alimentazione e qualità della carne
• Livello Nutritivo
• Con una dieta con elevato livello nutritivo si producono soggetti in adeguato stato di
ingrassamento e con carne con caratteristiche organolettiche pregevoli
• Nel vitellone e nella scottona livelli nutritivi medio-
alti o alti riducono (3 - 5 mesi) il ciclo produttivo
migliorando tenerezza e colore della carne
TECNICHE ALIMENTARI PER MIGLORARE LA QUALITA’ NUTRACEUTICA DELLA CARNE
• Effetto del pascolo
– Aumento del rapporto PUFA/SFA
– Aumento della concentrazione dei CLA nel grasso
• Utilizzo di semi di piante oleaginose
– Semi di lino: aumento di PUFA
– Semi di girasole: aumento di PUFA e CLA
• Utilizzo degli oli vegetali
– gli oli vegetali ricchi in PUFA se inclusi in quote
elevate nella diete per ruminanti causano effetti
negativi sulla microflora ruminale
Carne Grass Fed
• La Carne Grass Fed è la carne di bovini allevati al pascolo e nutriti esclusivamente ad erba senza uso di antibiotici, ormoni e OGM
• La carne di allevamenti liberi al pascolo ha meno calorie ed è meno grassa.
Carne Grass Fed
• Vantaggi
• Più salutare (CLA, rapporto Omega3/omega6, Ricca in vitamine e calcio.
• Priva di OGM, Antibiotici ed ormonia
• Rispetto per l’ambiente
• > benessere animale
• > Biodiversità
• Svantaggi
• Costo
• Velocità di crescita
• Colore
• Durezza