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Capitolo 1

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Academic year: 2021

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Capitolo 1

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1.1. Introduzione

Borgo Venusio è una frazione del Comune di Matera, nella regione Basilicata, distante dal medesimo comune di appartenenza circa 6,44 Km.

La frazione di Borgo Venusio nasce come borgo rurale all'inizio degli anni '50 su progetto dell’architetto Piccinato nell'ambito del processo di sfollamento e risanamento dei rioni Sassi (legge n°619/52), centro antico di Matera sovrappopolato e malsano.

Da allora fino a oggi il Borgo, oggetto di una strategia di

programmazione urbanistica e sociale, ha subito grandi

stravolgimenti ospitando il più grande centro commerciale della zona e nuovi complessi residenziali ed alberghieri.

L’insieme di tali interventi, inseriti in un più grande Programma di Recupero Urbano (P.R.U.), ha portato ad una ridefinizione morfologica e funzionale del borgo-quartiere, non solo attraverso il miglioramento delle infrastrutture e degli standard residenziali esistenti e non, ma anche tramite l’integrazione di strutture e spazi collettivi.

Nell’ottica di una intensa opera di riqualificazione urbana e sociale dell’intera zona, nasce l’idea di progettare un vero e proprio centro di eccellenza nell’ambito della riabilitazione.

1.2. Inquadramento territoriale

L’area del progetto del centro di riabilitazione, situata in località Borgo Venusio, è compresa tra la strada statale S.S.99 ed il lato destro del torrente Gravina all’inizio dell’Asse Matera Nord.

Posta ad una quota di +326,00 metri s.l.m., ha una forma pressoché trapezoidale ed è attualmente adibita a colture estensive. Vi si accede dalla S.S. 99 attraverso una strada interpoderale parallela al torrente Gravina ed alla linea ferroviaria F.A.L.

Morfologicamente è un’area sottoposta alla ferrovia che in futuro diventerà la linea metropolitana di connessione tra le città di Bari e Altamura con Matera e Ferrandina.

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L’area è definita dalla variante alla disciplina dello spazio extra e periurbano “Ambito C7” ed è destinata a zona per la realizzazione di strutture commerciali, terziarie e/o produttive lungo l’asse viario della S.S.99 tramite un primo impianto dotato di congrui spazi pubblici attrezzati (viabilità, parcheggi, aree verdi).

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Fig. 1.2.2 – Vista dall’alto

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1.3. Inquadramento geologico

L’area di sedime è posta a Nord dell’abitato di Matera ed ad Ovest dell’abitato di Borgo Venusio.

I litotipi affioranti in tale area appartengono alla successione stratigrafica della Fossa Bradanica, che non è altro che una depressione tettonica con asse allungato in direzione NO-SE, compresa tra le Murge ad oriente e l’Appennino Lucano ad Occidente. Tale successione stratigrafica è costituita, dal basso verso l’alto e dalla più antica alla più recente, dalle seguenti formazioni:

- Calcare di Altamura - Calcarenite di Gravina;

- Argille di Gravina “Argille subappennine“; - Sabbie di Monte Marano;

- Calcareniti di Monte Castiglione; - Sabbie dello Staturo;

- Conglomerato di Irsina; - Depositi alluvionati.

Fig. 1.3.1 - Successione stratigrafica delle formazioni della Fossa Bradanica

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Di seguito si riportano sinteticamente le caratteristiche

litostratigrafiche e strutturali essenziali delle formazioni

precedentemente elencate. Calcare di Altamura

È costituito da una associazione di strati e di banchi calcarei e calcareo-dolomitici, detritici e microcristallini, talvolta con rudiste, di colore grigio biancastro, dello spessore variabile da qualche decimetro a circa 2 o 3 metri.

Tali rocce hanno un grado variabile di fratturazione e a tratti presentano direzione preferenziale nelle giaciture dei piani di discontinuità. La fratturazione, unitamente ai caratteri litologici della formazione, favorisce il fenomeno carsico. I calcari nel complesso hanno buone caratteristiche meccaniche.

Calcarenite di Gravina

Questa formazione affiora in piccolissime zone analogamente ai calcari e costituisce il termine più basso della successione del ciclo sedimentario della Fossa Bradanica.

Tali calcareniti non sono altro che formazioni massicce che presentano irregolari accenni di stratificazione, di colore biancastro o giallastro, fossilifere, in genere grossolane con grado di cementazione variabile da luogo a luogo.

Queste rocce sono in generale tenere o porose con discreti valori di resistenza meccanica.

Argille di Gravina “Argille subappennine”

La formazione delle argille subappennine poggia direttamente ed in concordanza sulle Calcareniti di Gravina.

E’ costituita da limi con sabbia passanti a limi debolmente sabbiosi, più o meno marnosi e fossiliferi, di prevalente colore grigio azzurro. Localmente si rivengono piccole lenti sabbiose concentrate in prevalenza nella parte alta, al passaggio con la sovrastante formazione delle sabbie di Monte Marano; tale zona assume generalmente un colore giallo-verdastro a causa dell’alterazione dovuta alla circolazione di fluidi.

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Nel complesso la formazione delle argille subappennine si può ritenere omogenea, con argille illitiche, marnose, preconsolidate a plasticità medio-alta.

Sabbie di Monte Marano

Le Sabbie di Monte Marano fanno seguito alle argille grigio azzurre con passaggio graduale da un progressivo aumento dello spessore degli strati sabbiosi.

Da un punto di vista litologico la formazione in oggetto è costituita da sabbie gialle e giallo ocra medio fini per nulla o poco cementate, con intercalazioni di sabbie più grossolane in tratti poco potenti e con sottili intercalazioni argillose.

Soltanto verso l’alto queste sabbie assumono un determinato grado di cementazione presentando anche una stratificazione più marcata e passaggi ad arenarie tenere.

Le Sabbie di Monte Marano presentano spessori variabili man mano che ci si sposta da ovest verso est; sono permeabili in quanto porose e pertanto consentono un rapido assorbimento delle acque meteoriche.

Sotto l’aspetto mineralogico sono costituite da quarzo, miche, plagioclasi e calcite; quest’ultima comprende anche il contenuto in fossili.

Il quarzo è presente nelle classi granulometriche considerate ed è costituito da spigoli vivi; la quantità percentuale di quarzo tende a diminuire al decrescere delle dimensioni dei granuli.

Le miche sono presenti in quantità non trascurabili; la biotite è subordinata rispetto alla muscovite, ed è rappresentata da scarse lamelle leggermente cloritizzate con contorni arrotondati.

La muscovite si rinviene in quantità pressoché costante; si presenta in cristalli lamellari incolori o con lievi tonalità sul grigio metallico.

I plagioclasi si apprezzano in quantità inversamente proporzionale alle dimensioni dei granuli, infatti la loro percentuale aumenta con il diminuire delle dimensioni dei granuli.

La calcite è presente in quantità notevoli e rappresenta mediamente il 30% dei granuli; l’abbondanza relativa dei granuli calcitici diminuisce con il diminuire del diametro dei granuli.

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9 Calcareniti di Monte Castiglione

Poggiano direttamente sulle Argille o sulle Calcareniti di Gravina e rappresentano il termine di chiusura del ciclo sedimentario. Sono costituite da calcareniti grossolane di colore grigio-giallastro, spesso arrossate in superficie e sono caratterizzate dalla presenza di numerosi terrazzi marini.

Sabbie dello Staturo

Le Sabbie dello Staturo sono una formazione sabbiosa spessa fino a 15 metri, costituita da sabbie rosse con stratificazione incrociata non fossilifere, di ambiente alluvionale.

Conglomerato di Irsina

Costituisce il termine di chiusura del ciclo sedimentario della Fossa Bradanica ed affiora in corrispondenza delle parti sommatali dei rilievi.

Il conglomerato di Irsina è costituito da ciottoli poligenici, in genere di piccole e medie dimensioni, sempre abbastanza ben arrotondati, compresi in una matrice sabbiosa e in alcuni tratti con intercalazioni di sabbie rossastre.

Il grado di cementazione è generalmente piuttosto basso; solo a tratti si rinvengono livelli ben cementati di spessore non superiore ai 2-3 metri.

Lo spessore massimo affiorante del conglomerato non supera localmente i 3-4 metri.

Depositi alluvionati

Tali depositi sono costituiti da sabbie più o meno limose ed argillose di colore grigio dell’epoca geologica più recente – Olocene. Hanno spessore piuttosto modesto e ricoprono parzialmente le Argille subappennine ed i depositi marini terrazzati.

In generale le formazioni in questione sono disposte in maniera tabulare o con leggera discordanza angolare dovuta alla conformazione del bacino di disposizione.

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L’area di sedime oggetto del progetto del centro di riabilitazione è interessata dai seguenti litotipi:

- Argille di Gravina “ Argille subappenine “; - Calcareniti di Monte Castiglione;

- Depositi alluvionali terrazzati e/o recenti; - Depositi antropici (Terreno di riporto)

In particolare, i depositi antropici non rappresentano una vera e propria formazione geologica. Essi sono, infatti, costituiti da materiali di varia natura escavati presso cantieri edili, in base alle esigenze progettuali e successivamente messi a dimora in luoghi circoscritti scelti in modo da non destare alcun problema alle normali attività antropiche.

Dal punto di vista tettonico l’area non presenta strutture da segnalare.

1.4. Lineamenti morfologici

In generale l’aspetto morfologico è influenzato da diversi fattori quali l’alterazione, la disgregazione e la demolizione dei materiali affioranti. Tali fenomeni agiscono in maniera più o meno efficace a seconda delle caratteristiche tecniche e strutturali dei terreni.

Per questi motivi, in una stessa area, è possibile osservare diversi stadi di evoluzione delle varie formazioni a contatto.

Il sito in questione è posto in un’area posta ad una quota di circa 328 metri s.l.m.; pertanto, date le blande pendenze, l’area non presenta particolari problemi legati all’erosione superficiale ed ai fenomeni franosi.

Nelle vicinanze dell’area di sedime, invece, vi sono dei piccoli rilievi arrotondati posti in direzione N-S che, nella loro parte sommitale presentano depositi terrazzati costituiti da sabbie limose e ciottolose che, pertanto hanno pendenze più elevate, rispetto a quelle limitrofe, costituite, invece, da materiali argilloso limosi.

Tali rilievi sono testimoni dell’antica azione erosiva del Torrente Gravina di Matera e sono stati, in seguito, modellati da fenomeni di

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11 erosione superficiale che ha prodotto delle linee di impluvio, che si attivano solo durante gli eventi piovosi, posti trasversalmente agli stessi rilievi.

1.5. Idrologia e idrogeologia

Le acque meteoriche che raggiungono il suolo vengono ripartite in tre aliquote differenti: una di ruscellamento superficiale, una di infiltrazione ed una di evapotraspirazione.

Considerando trascurabile l’aliquota dovuta all’evapotraspirazione, l’entità delle altre aliquote è determinata dall’insieme delle caratteristiche litologiche e dal grado di permeabilità dei terreni affioranti.

Pertanto nei terreni argillosi, praticamente impermeabili, l’aliquota relativa all’infiltrazione è notevolmente più piccola rispetto a quella relativa al ruscellamento superficiale.

Nei terreni sabbiosi si verifica un fenomeno sia di infiltrazione, che di ruscellamento superficiale previa saturazione del terreno stesso.

Nel caso specifico la natura dei terreni argillosi limosi e l’assetto morfologico generale ha prodotto dei piccoli impluvi posti prevalentemente in direzione Est-Ovest, che confluiscono nel Torrente Gravina di Matera. Essi presentano un’attività limitata solo ai periodi piovosi.

Dal punto di vista idrogeologico l’area è interessata dalla presenza di depositi alluvionali che bordano il corso del torrente, le cui caratteristiche granulometriche e la loro vicinanza alla linea di deflusso del torrente, hanno suggerito la presenza di una falda subalvea.

Il livello piezometrico, in questa fascia, è stato individuato ad una profondità di circa 3,5 m. dal p.c. (piano di campagna).

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1.6. Galleria fotografica

Fig. 1.6.1 - Prospetto Sud Fig. 1.6.2 - Prospetto Sud

Fig. 1.6.3 - Prospetto Sud- Ovest Fig. 1.6.4 - Prospetto Sud-Ovest – Ferrovia Appulo Lucane

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Fig. 1.6.7 - Prospetto Est Fig. 1.6.8 - Prospetto Nord

Fig. 1.6.9 – Prospetto Nord-Est Fig. 1.6.10 - Torrente Gravina

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