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ECOGRAFIA TRANSPERINEALE DINAMICA

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Academic year: 2021

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ECOGRAFIA TRANSPERINEALE DINAMICA 

 

                                                       

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L’ecografia transperineale (DTP­US) è una metodica non invasiva eseguita        semplicemente posizionando la sonda ecografica sul perineo ed è stata suggerita per la        prima volta negli anni Ottanta per lo studio delle lesioni prostatiche41​.  

Essa infatti, allo stato attuale, trova un ampio consenso soprattutto in ambito        urologico e ginecologico. 

Rubens e coll    42  utilizzarono per primi l’ecografia transperineale per studiare la               

regione anale e rettale nei pazienti con tumori distali e/o malattia infiammatoria        cronica intestinale incapaci di sottoporsi ad ecografia transrettale. 

Nel 2001 Beer­Gabel M e coll          43 hanno pubblicato il primo studio sulla valutazione del               

compartimento pelvico posteriore nei pazienti con disturbi della defecazione. 

Questa metodica fornisce una visualizzazione globale dell’ interazione fra pavimento        pelvico e visceri.  

Usualmente viene eseguita in decubito laterale sinistro            43­44​, come la manometria       

ano­rettale. 

In alcuni casi è stata invece adottata la posizione supina, con scarsi risultati.45 

Per ottenere un’immagine del pavimento pelvico viene solitamente utilizzata una        sonda addominale convex da 3.5­6mHz di frequenza collocata sul perineo previa        protezione della stessa con un preservativo. Le uniche preparazioni richieste sono        rappresentate dal riempimento vescicale, per ottenere una buona finestra acustica, e        dalla pulizia rettale mediante microclisma. 

Kohorn46  ​e Grischke  47   hanno descritto per primi l’orientamento ottimale dell’             

immagine ecografica ovvero quella in cui la sinfisi pubica è localizzata sulla sinistra        in posizone cranioventrale ed il canale anorettale sulla destra in posizione        dorsocaudale.48​(Figura 4) 

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Mediante questa metodica ecografica è possibile studiare le diverse disfunzioni del        pavimento pelvico. Topograficamente il pavimento pelvico può essere diviso in tre        comparti: anteriore, contenente uretra e vescica, medio contenente utero e vagina, e        posteriore contenente il retto. Tutti e tre i comparti sono supportati da una complessa        struttura muscolo­legamentosa che costituisce il diaframma urogenitale o pavimento        pelvico. In genere, il danno di uno o più comparti porta al prolasso degli organi        sovrastanti, mentre, più raramente, uno stato di lassità generalizzata porta ad un        cedimento globale del pavimento pelvico.49 

L’ecografia transperineale consente di ottenere delle immagini del pavimento pelvico        a riposo e durante le manovre di straining e squeezing; essa può valutare sia la        dinamica del muscolo puborettale sia i cambiamenti morfologici del compartimento        pelvico posteriore come prolasso rettale, intussuscezione, rettocele ed enterocele.  In alcuni casi nel retto vengono introdotti 30­50 mL di gel ecografico ed una quantità        inferiore in vagina per ottenere un’immagine migliore della zona del setto retto        vaginale e permettere una valutazione qualitativa dello svuotamento rettale (e del        rettocele) durante l’evacuazione del contrasto50​

Un altro parametro valutabile, ultilizzato per la diagnosi di defecazione dissinergica, è        la misurazione dell’angolo rettoanale (ARA). Quest’ultimo viene misurato a livello        dell’inserzione di una linea passante per l’asse longitudinale del canale anale ed una        passante per il bordo posteriore della parete rettale              51  (Figure 5­7). Il muscolo       

puborettale viene considerato dissinergico quando questo angolo non si apre durante        la manovra di ponzamento44​

Alla misurazione dell’angolo retto­anale si associa la valutazione della lunghezza del        muscolo pubo­rettale (PRL) a riposo e durante le manovre di squeezing e straining;       

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durante il ponzamento, il mancato rilasciamento del muscolo, definito come l’assenza        di  incremento o l’evidenza di accorciamento della sua lunghezza, è indice di        dissinergia.51    Figura 4: Ecografia transperineale: immagine standard48            Figura 5: Misurazione di ARA e PRL a riposo  ( U.O. Gastroenterologia Universitaria, Dr. A. Ricchiuti, AOUP)          

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Figura 6: Manovra di ponzamento: normale apertura di ARA ed incremento di PRL  (U.O. Gastroenterologia Universitaria, Dr. A. Ricchiuti, AOUP)           Figura 7: Manovra di squeezing: normale chiusura dI ARA e decremento di PRL  (U.O. Gastroenterologia Universitaria, Dr. A. Ricchiuti, AOUP)      

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Diverse sono le alterazioni morfologiche pertinenti al compartimento posteriore        diagnosticabili mediante questa metodica. Il prolasso rettale e l’intussuscezione, per        esempio, vengono individuati quando si assiste ad un ripiegamento della parete rettale        iperecogena, anteriore o posteriore, durante il ponzamento            52​.La profondità del     

rettocele vene misurata perpendicolarmente ad una linea tracciata lungo il contorno        della parete anteriore del retto e viene classificata in accordo con gli stessi criteri        utilizzati per la defecografia. L’enterocele è diagnosticato dalla discesa del piccolo        intestino e del peritoneo nel canale vaginale durante la manovra di Valsalva. Può        essere suddiviso in tre gradi differenti come segue: nel primo grado la parte più distale        dell’intestino raggiunge il terzo superiore della vagina, nel secondo grado la parte più        distale discende sino al terzo medio, nel terzo grado la parte più distale discende al        terzo distale della vagina.48 

Diversi studi clinici comparativi fra ecografia transperineale dinamica e defecografia        sono stati eseguiti per determinare la concordanza fra le due metodiche. In tutti gli        studi sono stati analizzati soggetti di sesso femminile; va considerato infatti che la        prevalenza della stipsi risulta da 2 a 3 volte più alta nelle donne rispetto agli uomini        ed anche che lo studio ecografico per via transperineale nell’uomo è limitato dalle        difficoltà tecniche dovute alla consistenza del perineo maschile52​

Non sono state individuate differenze significative fra le due tecniche nella        misurazione dell’angolo e della giunzione retto­anale a riposo e durante il        ponzamento ed è emersa una buona concordanza nella diagnosi di rettocele,        intussuscezione rettoanale e prolasso rettale44,51​

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