• Non ci sono risultati.

Capitolo
5

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Capitolo
5"

Copied!
14
0
0

Testo completo

(1)

Capitolo
5


Sistemi
di
Valutazione
e
Monitoraggio
Sanitario


Premessa
 
 Col
DPCM
29/11/01
sono
stati
definiti
i
LEA,
individuati
in
termini
di
Prestazioni
da
erogare
 ai
cittadini,
coerentemente
con
le
risorse
programmate
del
SSN.
L’erogazione
delle
prestazioni
 e
 dei
 servizi
 contemplati
 nei
 Lea,
 deve
 avvenire
 in
 condizione
 di:
 appropriatezza,
 adeguato
 livello
qualitativo
e
di
efficienza.


Il
 Monitoraggio
 dei
 Lea,
 si
 effettua
 attraverso
 una
 misurazione
 quantitativa
 dell’assistenza
 Sanitaria,
 fornita
 dagli
 erogatori,
 in
 termini
 di
 qualità,
 appropriatezza
 e
 costo,
 attraverso
 la
 definizione
 e
 l’utilizzo
 di
 una
 serie
 di
 appositi
 strumenti
 e
 metodologie.
 La
 Misurabilità
 dei
 risultati
 di
 salute
 e
 dell’impatto
 degli
 interventi
 sanitari,
 è
 considerata
 nell’opinione
 degli
 Operatori
e
dei
Programmatori
Sanitari
Nazionali
e
Regionali,
una
condizione
essenziale
per
 l’efficacia
e
l’efficienza
dell’azione
di
coloro
che
erogano
le
prestazioni
sanitarie.


Tenere
sotto
controllo
il
livello
quantitativo
del
raggiungimento
degli
obiettivi
e
dei
benefici
 finali
 attesi,
 rende
 possibile
 un
 intervento
 tempestivo
 sulle
 criticità
 e
 pone
 le
 basi
 per
 un
 miglioramento
del
Sistema
Sanitario.


Il
 perseguimento
 degli
 obiettivi
 del
 SiVeAS
 (Sistema
 Nazionale
 di
 Verifica
 e
 Controllo
 sull’Assistenza
Sanitaria)1,
connesso
al
monitoraggio
dei
Lea,
è
stato
tradotto
nell’esigenza
di


sviluppo
 di
 una
 serie
 di
 strumenti
 e
 di
 metodologie
 finalizzati
 a
 migliorare
 l’efficacia
 dello
 svolgimento
dei
compiti
di
Garanzia
e
di
Verifica,
affidati
al
Ministero
del
Lavoro,
della
Salute
 e
delle
Politiche
Sociali,
dalla
normativa
vigente.
A
tal
fine,
nell’ambito
della
Programmazione
 delle
 attività
 da
 avviare
 nel
 corso
 del
 1°
 periodo
 di
 attività,
 sono
 stati
 individuati
 i
 compiti
 specifici,
 affidati
 agli
 esperti
 ed
 agli
 Enti
 di
 collaborazione,
 per
 la
 produzione
 di
 documenti
 Metodologici,
 rassegne
 e
 prime
 sperimentazioni,
 utili
 a
 supportare
 il
 processo
 di
 crescita
 qualitativa
delle
capacità
di
Valutazione
e
di
Analisi
dei
Sistemi
Sanitari,
disponibili
a
livello
 Centrale.


Il
 Monitoraggio
 dei
 Lea
 è
 considerato
 un
 elemento
 centrale
 della
 garanzia
 dell’Uniforme
 erogazione
 sul
 territorio
 dell’assistenza
 sanitaria
 prestata,
 tuttavia,
 l’obiettivo
 futuro
 di
 tale
 linea
 di
 attività,
 prevede
 di
 superare
 l’attuale
 concezione
 di
 sola
 verifica
 dell’entità
 delle
 prestazioni
erogate
nei
confronti
dei
cittadini
(quantità),
per
favorire
invece
la
diffusione
di
 valutazioni:
 dell’integrazione
 tra
 i
 diversi
 livelli
 di
 assistenza,
 verifiche
 sulla
 qualità
 dell’assistenza,
 approfondimenti
 sull’appropriatezza
 e
 l’accessibilità
 dei
 cittadini
 ai
 servizi,
 attraverso
l’implementazione
di
Sistemi
di
Indicatori
maggiormente
mirati.


Il
SiVeAS,
ha
l’obiettivo
di
provvedere
alla
verifica
del
rispetto
dei
criteri
di
appropriatezza
e
 di
qualità
delle
prestazioni
sanitarie
erogate,
coerentemente
con
quanto
previsto
dai
Lea,
e
dai
 criteri
 di
 efficienza
 nell’utilizzo
 dei
 fattori
 produttivi,
 compatibilmente
 con
 i
 finanziamenti
 erogati.
 Con
 la
 Legge
 finanziaria
 2007,
 inoltre,
 al
 SiVeAS,
 è
 stata
 affidata
 l’attività
 di
 affiancamento
alle
Regioni
con
Piano
di
Rientro2.


Pertanto
il
Ministero
della
Salute,
attraverso
il
SiVeAS
svolge
2
fondamentali
compiti:










1Il
SiVeAS
è
stato
istituito
con
Decreto
17/06/06
presso
il
Ministero
della
Salute,
in
attuazione
dell’art.
1,
comma
288
della
L.
 23/12/05
 n.
 266.
 Il
 supporto
 tecnico
 è
 assicurato
 dalla
 Direzione
 Generale
 della
 programmazione
 sanitaria,
 dei
 livelli
 di
 Assistenza
e
dei
principi
etici
di
sistema
del
Dipartimento
della
qualità
del
Ministero
della
Salute.


(2)

‐ assicurare
 un
 supporto
 generale
 per
 la
 produzione
 di
 strumenti
 valutativi
 ed
 implementativi
 di
 buone
 pratiche
 sul
 versante
 dell’efficienza,
 dell’efficacia
 e
 della
 qualità
dell’assistenza
sanitaria
nei
vari
ambiti
Regionali;


‐ garantire
 tutte
 le
 attività
 necessarie
 per
 l’affiancamento
 ed
 il
 controllo
 delle
 Regioni
 impegnate
nei
Piani
di
Rientro.


Al
fine
del
perseguimento
dei
tali
obiettivi,
le
linee
di
attività
attualmente
in
corso,
possono
 ricondursi
a
2
Macroaree,
tra
loro
interdipendenti:


1) l’area
 delle
 Garanzie
 del
 Raggiungimento
 degli
 obiettivi
 del
 SSN,
 che
 risponde
 alle
 esigenze
 di
 supporto
 al
 livello
 Centrale
 del
 SSN
 per
 le
 proprie
 attività
 relative
 al
 sistema
di
Garanzie3,
ed
alla
Verifica
dei
Lea4;


2) l’area
 dell’affiancamento
 alle
 Regioni
 che
 hanno
 stipulato
 l’accordo
 comprensivo
 del
 Piano
 di
 Rientro
 dai
 disavanzi5,
 che
 risponde
 alle
 esigenze
 di
 supporto
 al
 Ministero


nelle
 attività
 di
 programmazione,
 gestione
 e
 valutazione
 dei
 SSR
 nelle
 Regioni
 che
 hanno
stipulato
l’accordo
con
la
sottoscrizione
dei
PdR.


Le
Linee
di
Attività,
nelle
quali
sono
state
articolate
le
2
Macroaree
sopra,
sono:


‐ Monitoraggio
 dei
 Lea
 (Revisione
 del
 Sistema
 degli
 Indicatori
 per
 il
 Monitoraggio
 dei
 Lea,
Sviluppo
del
Modello
di
Valutazione
dei
SSR,
Sviluppo
del
sistema
per
l’analisi
ed
il
 monitoraggio
 dei
 Costi
 del
 SSN,
 Supporto
 alle
 attività
 di
 Verifica
 per
 la
 Prevenzione
 degli
 infortuni
 negli
 ambienti
 di
 Lavoro,
 il
 Sistema
 di
 Monitoraggio
 e
 l’analisi
 dell’attuazione
del
Piano
per
il
Contenimento
dei
Tempi
di
Attesa);
 ‐ Promozione
e
Valutazione
dell’efficienza
gestionale;
 ‐ Promozione
e
Valutazione
dell’efficacia
e
della
qualità;
 ‐ Promozione
e
Valutazione
dell’appropriatezza;
 ‐ Accreditamento
ed
Organizzazione
dell’offerta;
 ‐ Accessibilità;
 ‐ Assistenza
Socio‐Sanitaria;
 ‐ Confronti
Internazionali
ed
Integrazioni
delle
basi‐dati;
 ‐ Affiancamento
alle
Regioni
con
Piano
di
Rientro
dal
disavanzo.
 
 Vedi
Allegato:
La
Linea
di
Attività
Monitoraggio
dei
LEA
 
 Valutazione
e
Monitoraggio
Lea
 
 
 L’erogazione
delle
prestazioni
e
dei
servizi
contemplati
nei
Lea,
deve
avvenire
in
condizione
 di
 appropriatezza,
 adeguato
 livello
 qualitativo
 ed
 efficienza.
 La
 garanzia
 dell’effettiva
 erogazione
sul
territorio
e
dell’uniformità
delle
prestazioni
rese
ai
cittadini,
è
disciplinata
dal
 DM
12/12/01,
emanato
ai
sensi
del
D.
Lgs.
56/2000,
che
fornisce
un
set
di
Indicatori
rilevanti
 per
 la
 valutazione
 dell’assistenza
 sanitaria,
 finalizzata
 agli
 obiettivi
 di
 tutela
 della
 salute
 perseguiti
 dal
 SSN
 (stabilisce
 le
 finalità
 del
 Sistema
 di
 Garanzia
 ed
 individua
 il
 set
 di
 53
 indicatori
classificato
per
livello
di
assistenza
e
corredati
da
9
indicatori
di
risultato
e
da
29
 indicatori
di
contesto
socio‐demografico,
economico,
ambientale).


Il
 Monitoraggio
 dell’Assistenza
 Sanitaria
 erogata
 dalle
 Regioni
 sul
 territorio
 Nazionale,
 avviene
 attraverso
 una
 serie
 di
 informazioni
 che,
 raccolte
 ed
 opportunamente
 elaborate
 e
 rappresentate
 sotto
 forma
 di
 indicatori,
 consentono
 di
 leggere
 importanti
 aspetti
 dell’assistenza
 sanitaria,
 inclusi
 quelli
 di
 qualità,
 appropriatezza
 e
 costo.
 La
 Misurabilità
 dei
 







3DM
12/12/01,
attuativo
dell’art.
9
D.
lgs.
18/02/2000
n.
56.
 4Ai
sensi
dell’Intesa
Stato‐Regione
23/03/05.


(3)

risultati
 di
 salute
 e
 dell’impatto
 degli
 interventi
 sanitari,
 è
 divenuta
 nell’opinione
 degli
 operatori
 e
 dei
 programmatori
 sanitari
 nazionali
 e
 regionali,
 una
 condizione
 essenziale
 per
 l’efficacia
e
l’efficienza
dell’azione
di
coloro
che
erogano
le
prestazioni
sanitarie.
Tenere
sotto
 controllo
 il
 livello
 quantitativo
 del
 raggiungimento
 degli
 obiettivi
 e
 dei
 benefici
 finali
 attesi,
 rende
possibile
un
intervento
tempestivo
sulle
criticità
e
getta
le
basi
per
il
miglioramento
del
 sistema.


Gli
 Indicatori
 di
 Monitoraggio
 dei
 Lea
 tra
 le
 Regioni,
 manifestano
 evidenti
 differenze
 fra
 le
 realtà
 territoriali
 Italiane
 e
 sottolineano
 costantemente
 l’esigenza
 di
 indagare
 promuovere
 l’equità
 del
 sistema,
 a
 garanzia
 del
 necessario
 superamento
 delle
 disuguaglianze
 sanitarie,
 sociali
 e
 territoriali.
 E’
 ancora
 presente
 su
 molti
 aspetti
 dell’assistenza
 sanitaria,
 un
 forte
 divario
tra
le
Regioni
Meridionali
e
quelle
Centro‐Settentrionali,
e
all’interno
di
queste
ultime,
 persistono
aree
disagiate
sotto
il
profilo
dei
servizi
sanitari
disponibili.
La
garanzia
dei
Lea,
 non
è
altro
che
il
dotarsi
di
strumenti
valutativi
che,
colgano
le
disomogeneità
presenti
nella
 domanda
 e
 nell’offerta
 dei
 servizi,
 eliminando
 gli
 effetti
 delle
 differenze
 reali
 esistenti
 nella
 struttura
demografica,
sociale
ed
economica
della
popolazione.
 
 Vedi
Allegato:
Rapporto
Andamento
Mantenimento
Lea
Ministero
Salute
2009
 
 Nell’Intesa
Stato‐Regione
del
23/03/05,
sono
previsti
una
serie
di
adempimenti
ai
quali
sono
 tenute
le
Regioni
per
accedere
al
maggior
finanziamento
del
SSN
(del
3%).
La
verifica
degli
 adempimenti
avviene
mediante
un
lavoro
istruttorio
preparato
dagli
uffici
del
Ministero
con
il
 supporto
 dell’Age.Na.S.6
 e
 dell’Aifa,
 a
 cura
 del
 Comitato
 Permanente
 per
 la
 Verifica


dell’erogazione
dei
Lea
in
condizioni
di
appropriatezza
ed
efficacia
nell’utilizzo
delle
risorse
 (Comitato
Lea).


Tra
gli
adempimenti
rientra
il
Mantenimento
nell’erogazione
dei
Lea,
la
cui
verifica
avviene
 attraverso
 l’utilizzo
 della
 Griglia
 Lea;
 essa
 prevede
 29
 indicatori
 di
 settore
 (31
 nel
 2012)
 circolari
di
ampiezza
pari
al
peso
del
singolo
indicatore,
ripartiti
tra
le
attività
di
assistenza
 ospedaliera
erogati
dalle
Regioni,
4
anelli
concentrici
per
quante
sono
le
classi
delle
soglie
di
 valutazione,
e
consente:
sia
di
individuare
per
le
singole
realtà
regionali
quelle
aree
di
criticità
 in
 cui
 si
 ritiene
 compromessa
 un’adeguata
 erogazione
 dei
 Lea,
 sia
 di
 evidenziare
 i
 punti
 di
 forza
della
stessa
erogazione
(la
visualizzazione
contestuale
dei
rosoni
di
2
anni
consecutivi,
 permette
di
cogliere
l’evoluzione
dei
risultati
di
monitoraggio).


La
 certificazione
 degli
 adempimenti,
 avviene
 mediante
 la
 documentazione
 richiesta
 appositamente
 alle
 Regioni,
 attraverso
 un
 questionario
 ed
 un’analisi
 della
 stessa,
 integrata
 con
 le
 informazioni
 già
 presenti
 presso
 il
 Ministero.
 Alla
 certificazione
 partecipano
 attivamente
i
componenti
del
Comitato
dei
Lea,
che
stabiliscono
la
metodologia
da
seguire
ed
i
 criteri
 di
 adempienza
 o
 di
 inadempienza
 delle
 Regioni.
 Il
 lavoro
 istruttorio,
 viene
 condotto
 dagli
 uffici
 del
 Ministero
 competenti
 nelle
 materie
 degli
 adempimenti,
 esaminato
 e
 convalidato
 dai
 componenti
 del
 Comitato
 dei
 Lea
 e
 la
 certificazione
 finale
 avviene
 con
 un
 confronto
diretto
con
i
rappresentanti
Regionali.
 
 
 
 
 
 







6L’Age.Na.S.
 ha
 anche
 operato
 in
 collaborazione
 con
 l’Autorità
 per
 la
 vigilanza
 sui
 contratti
 pubblici
 di
 lavori,
 servizi
 e
 forniture
 (AVCP)
 per
 la
 determinazione
 dei
 prezzi
 di
 riferimento
 nel
 settore
 dei
 beni
 e
 servizi,
 sanitari
 e
 non
 sanitari,
 fornendo
un
elenco
di
beni
e
servizi
a
più
alto
impatto
economico
sul
SSN,
sulla
base
del
quale
effettuare
la
rilevazione
dei
 prezzi,
 ciò
 coinvolgendo
 clinici,
 professionisti,
 società
 scientifiche
 ed
 associazioni
 di
 categoria.
 Vedi
 L.
 111/2011
 per
 la
 revisione
della
spesa.


(4)


 


Valutazione
e
Monitoraggio
Programmazione
Sanitaria
Regionale
 


Per
 la
 Valutazione7
 ed
 il
 Monitoraggio
 della
 Programmazione
 Sanitaria
 Regionale,
 fase


necessaria
a
valutare
l’operato
sanitario,
si
ha:
 ‐ la
Relazione
Sanitaria
Regionale8;


‐ la
Relazione
Sanitaria
Aziendale9;


attraverso
le
quali
si
verifica
se
l’erogazione
dei
Lea
avviene
in
modo
efficiente10.


Come
 visto
 la
 L.
 R.
 n.
 40/05
 definisce
 la
 Relazione
 Sanitaria
 Regionale,
 il
 documento
 che
 esprime,
 anche
 sulla
 base
 delle
 risultanze
 delle
 Relazioni
 Sanitarie
 Aziendali,
 le
 valutazioni
 epidemiologiche
sullo
stato
di
salute
della
popolazione
e
le
valutazioni
sui
risultati
raggiunti
 in
rapporto
agli
obiettivi
definiti
dal
PSSIR.
E’
redatta
dalla
Giunta
Regionale,
a
conclusione
del
 ciclo
 della
 programmazione
 sanitaria
 e
 sociale
 integrata,
 assieme
 alla
 Relazione
 Sociale
 Regionale,
in
collaborazione
con
l’Agenzia
Regionale
Sanità
e
trasmessa
al
Consiglio
Regionale
 ed
alla
Conferenza
Regionale
delle
Società
della
Salute.



Annualmente,
la
Giunta
Regionale
(sempre
con
l’ARS),
elabora
un
documento
di
Monitoraggio
 e
 di
 Valutazione
 relativa
 allo
 stato
 di
 Attuazione
 della
 Programmazione
 Regionale
 ed
 ai
 Risultati
 raggiunti
 degli
 specifici
 obiettivi
 di
 salute.
 E
 sulla
 base
 di
 questi
 documenti
 e
 delle
 relazioni
 aziendali,
 e
 degli
 strumenti
 propri
 delle
 SdS11,
 il
 Consiglio
 Regionale
 formula
 gli


indirizzi
 alla
 Giunta
 Regionale,
 per
 adeguare
 gli
 strumenti
 di
 Programmazione
 Sanitaria
 Regionale.
 E’
compito
della
Regione
assicurare
il
coordinamento
ed
il
monitoraggio
delle
attività
relative
 alla
definizione
degli
indicatori
ed
alla
verifica
degli
standard
di
qualità.
 
 
 
 
 
 
 
 
 







7L.
 R.
 40/05
 definisce
 la
 Valutazione,
 il
 complesso
 degli
 strumenti
 che
 la
 Regione
 ed
 i
 soggetti
 del
 sistema
 adottano
 per
 verificare
il
raggiungimento
degli
obiettivi
della
programmazione,
ossia
i
risultati
conseguiti
misurabili
in
termini
di
livelli
di
 salute
della
popolazione,
efficacia
e
qualità
delle
cure,
appropriatezza
ed
efficienza
dei
servizi
erogati.
 8L.
R.
n.40/05
inserisce
tra
gli
strumenti
di
valutazione
e
di
monitoraggio
della
programmazione:

 ‐le
citate
relazioni
sanitarie
regionali
e
aziendali;
 ‐il
citato
rapporto
annuale
di
monitoraggio
e
di
valutazione;
 ‐la
relazione
sociale
regionale
(art.
42
L.
R.
n.
41/05);
 ‐la
relazione
annuale
sullo
stato
di
attuazione
dei
Piani
di
Area
Vasta
(redatta
dal
Direttore
di
AV);
 ‐la
relazione
sullo
stato
di
salute
(redatta
dalla
SdS).


9L.
 R.
 n.
 40/05
 definisce
 la
 Relazione
 Sanitaria
 Aziendale
 come
 lo
 strumento
 di
 valutazione
 e
 monitoraggio
 dei
 risultati
 raggiunti
in
rapporto
agli
obiettivi
definiti
dalla
programmazione
regionale
e
aziendale
e
ne
costituisce
strumento
rilevante
 per
 la
 definizione;
 la
 relazione
 sanitaria
 aziendale
 in
 particolare
 evidenza
 i
 risultati
 conseguiti
 intermini
 di
 servizi
 e
 prestazioni,
 con
 riguardo
 anche
 agli
 obiettivi
 del
 piano
 attuativo
 e
 con
 distinto
 riferimento
 all’attività
 sanitaria
 e
 sociale
 integrata,
alle
attività
sanitarie
degli
ambiti
territoriali
e
a
quella
socio‐assistenziale.


10L.
R.
n.40/05
definisce
che
Conferenza
permanente
per
la
Programmazione
Socio‐Sanitaria,
valuta
annualmente
lo
stato
 dell’organizzazione
e
l’efficacia
dei
servizi,
a
questo
fine
la
Giunta
Regionale
gli
trasmette
la
Relazione
Sanitaria
Regionale
ed
i
 Documenti
di
Verifica
sullo
Stato
di
Attuazione
della
Programmazione
Regionale.


11L.
 R.
 n.
 40/05
 La
 SdS
 
 ove
 costituita
 o
 la
 Conferenza
 zonale
 dei
 sindaci,
 redige
 annualmente
 la
 relazione
 sullo
 stato
 di
 salute,
che
è
il
documento
di
monitoraggio
e
di
valutazione
dei
servizi
e
delle
attività
sanitarie
territoriali
e
sociali.


(5)


 


L’assegnazione
delle
risorse
alle
ASL
 


Le
 Regioni
 assegnano,
 in
 base
 a
 diversi
 parametri,
 le
 risorse
 finanziarie
 alle
 ASL,
 che
 le
 impegnano
 per
 garantire
 ai
 cittadini
 l’erogazione
 delle
 prestazioni
 di
 loro
 competenza
 previste
dai
Lea12.


L’assegnazione
delle
risorse
alle
aziende,
tiene
conto
della
Mobilità
passiva,
ovvero
quando
i
 residenti
 si
 curano
 in
 strutture
 di
 altre
 aziende
 sanitarie
 o
 Regioni,
 e
 della
 Mobilità
 attiva,
 ovvero
 nel
 caso
 in
 cui
 siano
 state
 curate
 persone
 provenienti
 dall’esterno
 dell’azienda.
 Le
 aziende
 vengono
 inoltre
 finanziate
 dalla
 Regione,
 sulla
 base
 delle
 prestazioni
 erogate
 in
 regime
di
ricovero,
attraverso
il
costo
previsto
dai
DRG,
oppure
negli
ambulatori,
attraverso
il
 Tariffario
delle
prestazioni
specialistiche
e
diagnostiche.


La
 Fase
 del
 trasferimento
 dalle
 Regioni
 all’ASL,
 avviene,
 come
 già
 accennato,
 attraverso
 il
 Meccanismo
della
Quota
Capitaria,
con
la
quale
ciascuna
ASL
regionale,
riceve
un
ammontare
 di
 risorse
 proporzionale
 alla
 popolazione
 residente
 nel
 proprio
 territorio.
 Alla
 Regione
 è
 comunque
 riconosciuta
 la
 possibilità
 di
 introdurre
 opportuni
 parametri
 di
 aggiustamento
 della
 quota
 capitaria,
 per
 tenere
 in
 considerazione
 le
 peculiarità
 territoriali
 e
 demografiche
 della
popolazione,
quali:
il
sesso,
l’età,
le
condizioni
di
lavoro;
allo
scopo
di
evitare
eventuali
 disparità
di
trattamento13.


Mentre
 il
 meccanismo
 di
 approvvigionamento
 previsto
 per
 le
 AO/U
 è
 quello
 del
 Finanziamento
prospettico
a
Tariffa.
Per
queste
aziende,
il
flusso
di
risorse
disponibile
deriva
 dalla
 remunerazione,
 sulla
 base
 di
 un
 tariffario
 predefinito,
 delle
 prestazioni
 erogate
 in
 funzione
 dell’attività
 effettivamente
 svolta14.
 Il
 tutto
 per
 evitare
 la
 corrispondenza
 dei
 costi


sostenuti
 e
 risorse
 attribuite
 (come
 avveniva
 in
 precedenza
 con
 la
 copertura
 della
 Spesa
 Storica),
ma
perseguire
invece,
come
risultato
che,
i
ricavi
siano
il
risultato
di
una
correlazione
 alle
prestazioni
prodotte
e
vendute,
secondo
i
valori
unitari,
indipendenti
dagli
specifici
costi
 aziendali15.
Così
le
aziende
sono
costrette
a
verificare
continuamente
(secondo
il
tariffario)
il


rapporto
tra
le
prestazioni
che
possono
erogare
a
fronte
delle
richieste
dei
cittadini
ed
i
costi
 ad
 esse
 associato.
 Ciò
 favorisce
 la
 competitività
 tra
 le
 aziende,
 in
 quanto
 è
 dalla
 tipologia
 e
 dall’ammontare
 delle
 prestazioni
 erogate,
 che
 scaturiscono
 i
 ricavi
 ed
 è
 dalla
 capacità
 di
 minimizzare
i
costi,
che
si
persegue
l’efficienza
della
Gestione16.
 Come
accennato,
si
è
in
questo
modo
creato
il
“Quasi
Mercato”
(il
“Mercato”
si
ha
quando
il
 Prezzo
dipende
dall’incontro
tra
la
Domanda
e
Offerta,
e
il
Prezzo
=
Ricavo
Marginale),
perché
 





 12L.
n.
42
05/05/09
Riforma
Bossi
sulla
ripartizione
della
Potestà
legislativa,
in
Materia
Sanitaria,
tra
lo
Stato
e
le
Regioni,
 definisce
che
spetta
allo
Stato
la
potestà
legislativa
esclusiva
sulle
norme
generali
di
tutela
della
salute
e
sulla
determinazione
 dei
Lea.
Passa
invece
alla
Regione,
la
potestà
legislativa
esclusiva
in
materia
di
assistenza
ed
organizzazione
sanitaria.
 13In
relazione
alle
modalità
di
calcolo
della
quota
capitaria
si
veda
V.
Mappelli,
Il
sistema
sanitario,
Bologna,
Il
Mulino,
1999.
 14Il
 D.
 M.
 15/04/94
 determina
 i
 criteri
 specifici
 per
 fissare
 le
 Tariffe,
 che
 vengono
 stabilite
 in
 base
 al
 Costo
 Standard
 di
 Produzione,
 incrementato
 di
 una
 quota
 percentuale
 commisurata
 al
 Valore
 Medio
 del
 Rapporto
 tra
 i
 Costi
 Generali
 di
 Struttura/il
Costo
Standard
stesso.


Per
calcolare
il
Costo
Standard
di
Produzione
delle
prestazioni,
utilizza
i
componenti
di
Costo:
 ‐ Costo
del
Personale
direttamente
impiegato;


‐ Costo
del
Materiale
consumato;
 ‐ Costo
delle
Apparecchiature
utilizzate.


I
 Costi
 Generali
 dell’unità
 produttiva
 delle
 prestazioni
 (Costo
 Fattori
 di
 produzione),
 attribuiti
 all’unità
 prodotta,
 non
 direttamente
utilizzati
nella
produzione
della
singola
prestazione,
sono
distribuiti
proporzionalmente
tra
tutte
le
prestazioni
 da
questa
prodotte
ed
il
D.
M.
15/04/95
dà
la
facoltà
di
applicare
un
complesso
di
“pesi”
per
la
stima
dei
Costi
Standard,
che
 esprimono
la
maggiore
onerosità
relativa
per
ogni
DRG
rispetto
al
Costo
di
Ricovero
Medio.


15Come
si
esprimono
G.
Olla
‐
A.
Pavan,
Il
management
nell’azienda
sanitaria,
Milano,
Giuffré,
2000.
 16Vedi
Anselmi
L.,
Percorsi
aziendali
per
le
pubbliche
amministrazioni,
Torino,
Giappichelli,
2003.


(6)

il
Prezzo
viene
definito
sulla
base
di
Ipotesi
di
incontro
Domanda
e
Offerta,
ovvero
la
Tariffa
=
 prezzo,
che
è
il
risultato
del
sistema,
il
quale:
prima
definisce
le
492
prestazioni
ospedaliere
e
 poi
vi
associa
il
prezzo.


Il
SSN
garantisce
l’erogazione
delle
prestazioni
sanitarie
incluse
nei
Lea,
attraverso
l’attività
 dei
soggetti
erogatori:
pubblici
(Aziende
sanitarie
ed
ospedaliere,
AO/Universitarie,
IRCCS17

pubblici),
 privati
 equiparati
 (IRCCS
 privati,
 ospedali
 classificati
 e
 “Presidi”)
 e
 privati
 accreditati,
con
i
quali
le
Regioni
e
le
aziende
stipulano
degli
accordi
contrattuali18.


Tutti
 gli
 erogatori
 del
 SSN
 sono
 remunerati,
 nel
 rispetto
 dell’autonomia
 costituzionalmente
 riconosciuta
alle
Regioni
in
materia
di
assistenza
sanitaria,
secondo
le
regole
stabilite
a
livello
 Regionale,
 nell’ambito
 del
 quadro
 normativo
 di
 riferimento
 stabilito
 a
 livello
 nazionale
 per
 garantire
l’omogeneità
del
sistema.



Le
regole
di
base
del
Sistema
di
Remunerazione,
sono
state
stabilite
dalla
Riforma
sanitaria
 del
’92,
che
introdusse
un
sistema
di
tipo
prospettico,
basato
sulle
Tariffe
per
le
prestazioni
 fissate
 preventivamente
 e
 le
 riforme
 intervenute
 successivamente,
 hanno
 confermato
 le
 caratteristiche
 di
 fondo
 del
 sistema.
 Questo
 sistema
 di
 Remunerazione
 si
 compone
 di
 2
 elementi
principali
e
si
basa
sul
funzionamento
di
alcuni
meccanismi
che
ne
devono
garantire
 la
definizione,
l’aggiornamento
ed
il
corretto
utilizzo.


Elemento
 fondamentale
 del
 sistema,
 sono
 come
 accennato,
 le
 Tariffe
 omnicomprensive
 predeterminate
per
ogni
singola
prestazione,
di
cui
ne
esistono
3
tipologie:


‐ le
 Tariffe
 Nazionali,
 stabilite
 periodicamente
 dal
 Ministero
 della
 salute
 insieme
 al
 Ministero
dell’economia;


‐ le
Tariffe
Regionali,
stabilite
periodicamente
dagli
Assessori
Regionali
alla
sanità;
 ‐ per
le
sole
attività
di
Ricovero,
dal
2003,
sono
inoltre
stabilite
concordemente
tra
tutte


le
 Regioni
 ogni
 anno,
 le
 Tariffe
 utilizzate
 per
 la
 compensazione
 delle
 Mobilità
 interregionali
(Tuc
‐
Tariffa
unica
convenzionale).
 Le
prestazioni
sanitarie
per
le
quali
sono
determinate
le
Tariffe,
sono
determinate
in
maniera
 univoca,
a
livello
Nazionale,
per
ciascuna
categoria
di
attività
assistenziale,
al
fine
di
garantire
 l’omogeneità
tra
le
Regioni
e
la
connessa
portabilità
dei
diritti
di
assistenza:
 ‐ il
Nomenclatore
Tariffario
dell’assistenza
specialistica
ambulatoriale;
 ‐ il
Nomenclatore
Tariffario
delle
protesi;
 ‐ le
Tariffe
delle
prestazioni
di
Assistenza
ospedaliera
per
acuti
(sistema
DRG).
 I
criteri
per
determinare
le
Tariffe,
a
livello
Nazionale
e
Regionale,
sono
definiti
per
legge
ed
 impongono,
 sia
 il
 legame
 della
 Tariffa
 con
 i
 Costi
 per
 produrre
 la
 prestazione
 secondo
 modalità
efficienti
ed
appropriate,
sia
il
rispetto
dei
vincoli
dettati
dai
livelli
di
finanziamento
 complessivo
del
SSN.


Oltre
 alle
 tariffe,
 poiché
 non
 tutte
 le
 attività
 sanitarie
 prodotte
 ed
 erogate
 dalle
 strutture
 sanitarie
 sono
 riconducibili
 alle
 prestazioni
 tariffabili
 singolarmente,
 il
 sistema
 di
 remunerazione
 prevede
 un
 secondo
 elemento,
 costituito
 dalle
 “Funzioni
 Assistenziali”,
 remunerate
sulla
base
del
Costo
Standard
del
corrispondente
programma
di
assistenza.
 





 17IRCCS
–
Istituto
di
Ricovero
e
Cura
a
Carattere
Scientifico,
ovvero
l’ospedale
di
eccellenza
con
il
fine
di:
ricerche
cliniche
e
 traslazionali,
nel
campo
biomedico
e
della
organizzazione
e
della
gestione
del
servizio
sanitario,
che
prevede
la
condivisione
 del
Ministero
della
Salute
e
dela
Regione,
D.
lgs.
n.
288/13.
 18Il
D.
lgs,
502/92
e
successiva
modifica
del
D.
lgs.
299/99,
disciplina
gli
aspetti
fondamentali
del
rapporto
tra
il
soggetto
 pubblico
 e
 gli
 erogatori
 privati
 delle
 prestazioni
 sanitarie.
 Con
 i
 contratti
 annuali
 sottoscritti
 da
 ogni
 singolo
 erogatore
 privato,
 sono
 quindi
 fissati
 i
 volumi
 massimi
 delle
 prestazioni
 che
 il
 contraente
 si
 impegna
 ad
 assicurare,
 nonché
 il
 corrispettivo
preventivato
globalmente,
risultante
dall’applicazione
dei
valori
tariffari
e
dalla
rimunerazione
per
le
funzioni.
 Con
D.
M.
del
18/10/12
il
Ministero
della
Salute,
ha
adottato
le
nuove
Tariffe
massime
di
riferimento.



La
programmazione
regionale
deve
tenere
conto
dei
vincoli
di
bilancio
e
le
strutture
private,
al
di
là
del
tetto
di
spesa
alle
 stesse
assegnato,
non
sono
tenute
ad
erogare
le
prestazioni.


(7)

Il
 Decreto
 del
 Ministero
 della
 Sanità
 27/08/99
 n.
 332
 individua
 le
 prestazioni
 di
 assistenza
 protesica
 ed
 i
 dispositivi,
 ne
 stabilisce
 le
 rispettive
 tariffe
 e
 ne
 definisce
 le
 modalità
 di
 erogazione19.
 
 
 
 Il
Sistema
DRG
 
 
 In
ciascun
Ospedale,
per
commisurare
l’entità
dei
finanziamenti
da
erogargli,
si
usa
il
sistema
 di
 classificazione
 dei
 Ricoveri,
 basato
 sui
 DRG
 (Diagnosis
 Related
 Groups)20
 o
 ROD


(Raggruppamenti
 Omogenei
 di
 Diagnosi).
 Il
 sistema,
 identifica
 le
 varie
 patologie
 e
 quindi
 le
 classifica
in
538
categorie
finali
di
ricovero,
in
modo
tale
da
risultare
significative
dal
punto
di
 vista
 clinico
 ed
 omogenee
 per
 la
 quantità
 delle
 risorse
 assorbite21.
 Identifica
 il
 prodotto


dell’ospedale
in
termini
di
classi
o
di
categorie
di
pazienti
omogenei,
quanto
a
caratteristiche
 cliniche
 ed
 assistenziali,
 e
 quindi
 anche
 rispetto
 al
 profilo
 del
 trattamento
 atteso,
 per
 riconoscere
 il
 ruolo
 fondamentale
 che
 la
 tipologia
 dei
 casi
 trattati
 da
 una
 struttura
 ha
 sul
 consumo
di
risorse
e
quindi
sui
costi.



Il
 modello
 proposto
 ipotizza
 un’organizzazione
 dell’ospedale
 a
 matrice,
 con
 2
 funzioni
 di
 Produzione
separate:


1) la
Conversione
dei
Fattori
Produttivi
in
Prodotti
Intermedi,
come:
i
pasti,
le
analisi
di
 laboratorio,
le
diagnosi
per
immagini,
le
medicazioni,
gli
interventi
chirurgici;


2) l’utilizzo
 dell’insieme
 di
 Beni
 e
 Servizi,
 ritenuti
 appropriati
 dai
 professionisti
 per
 la
 diagnosi
ed
il
trattamento
di
specifiche
tipologie
di
Pazienti.


Questo
 specifico
 criterio
 di
 raggruppamento
 dei
 pazienti,
 trova
 nel
 ricovero
 ospedaliero
 il
 parametro
 principale
 di
 riferimento
 per
 il
 calcolo
 del
 rimborso
 tariffario.
 Ovvero
 la
 classificazione
DRG,
è
idonea
per
essere
usata
come
riferimento
ai
fini
della
remunerazione
 dell’attività
 ospedaliera,
 per
 specificare
 le
 prestazioni
 di
 ricovero
 alle
 quali
 attribuire
 le
 







19Il
Decreto
Ministeriale
del
Ministero
della
salute
18/10/12,
provvede
a:


‐ determinare
 le
 Tariffe
 Nazionali
 Massime
 di
 riferimento
 per
 la
 remunerazione
 delle
 prestazioni
 di
 assistenza
 ospedaliera
 per
 acuti,
 di
 assistenza
 ospedaliera
 di
 riabilitazione
 e
 di
 lungodegenza
 post
 acuzie
 e
 di
 assistenza
 specialistica
ambulatoriale,
valide
per
gli
anni
2012‐14
(ai
sensi
dell’art.
15
del
D.
L.
06/07/12
n.
95,
convertito
con
 modificazioni
in
L.
07/08/12,
n.
135).
A
tal
fine,
il
Ministero
della
Salute
ha
fatto
riferimento
ai
criteri
di
cui
all’art.
8
 sexies,
del
D.
lgs.
502/92
e
s.m.i.;


‐ individuare
 i
 criteri
 generali,
 in
 base
 ai
 quali
 le
 Regioni
 adottano
 il
 proprio
 sistema
 Tariffario,
 nel
 rispetto
 dei
 principi
di
appropriatezza
e
di
efficienza;


‐ confermare
 il
 vincolo
 costituito
 dalle
 Tariffe
 Nazionali,
 in
 particolare
 nei
 confronti
 delle
 Regioni
 per
 le
 quali
 il
 Tavolo
 di
 verifica
 degli
 adempimenti,
 non
 abbia
 verificato
 il
 rispetto
 dell’equilibrio
 economico‐finanziario
 del
 settore
sanitario.


Con
 particolare
 riferimento
 ai
 ricoveri
 ospedalieri
 per
 acuti,
 i
 valori
 tariffari,
 sono
 stati
 determinati
 tenendo
 conto
 dei
 risultati
dello
studio
nazionale
2011
sui
costi
dei
DRG
ed
il
livello
di
complessità
e
di
severità
della
casistica
trattata
nelle
41
 strutture
ospedaliere
inclusa:


‐ l’esigenza,
 in
 base
 alle
 indicazioni
 di
 programmazione
 sanitaria
 (incluso
 il
 Patto
 per
 la
 salute
 2010‐12),
 di
 promuovere
una
rilevante
riduzione
dei
Ricoveri
ospedalieri
inappropriati;


‐ l’esigenza
 di
 garantire
 il
 rispetto
 del
 vincolo
 di
 bilancio
 e
 delle
 compatibilità
 macroeconomiche
 dettate,
 sia
 dalla
 normativa,
sia
dal
contesto
vigente
nell’attuale
fase
del
SSN;


‐ i
dati
OCSE,
che
indicano
i
margini
di
miglioramento
dell’efficienza
produttiva
negli
ospedali
del
SSN;
 ‐ i
valori
tariffari
vigenti
a
livello
regionale
ed
interregionale.


20Il
sistema
Diangnosis
Related
Groups,
(è
stato
iniziato
nel
1967
in
USA
da
Fetter)
si
basa
sulla
ricerca
della
funzione
di
 produzione
 delle
 strutture
 ospedaliere,
 per
 ipotizzare
 una
 funzione
 di
 produzione
 capace
 di
 determinare
 o
 di
 misurare
 il
 risultato
dell’attività
di
cura
all’interno
di
una
struttura
ospedaliera,
in
base
alle
caratteristiche
cliniche
ed
assistenziali
dei
 pazienti.
Tali
elementi
avrebbero
permesso
di
sviluppare
dei
programmi
di
verifica
sull’utilizzo
delle
risorse
e
della
gestione
 della
qualità
dell’assistenza,
a
supporto
delle
attività
di
analisi
e
di
valutazione
delle
performance
operative
degli
ospedali.
 21Il
sistema
trae
origine
dall’esperienza
statunitense,
in
vigore
dal
1983:
il
PPS
–
Prospective
Payment
System.


(8)

predeterminate
 e
 specifiche
 tariffe.
 La
 Tariffazione
 è
 il
 metodo
 di
 finanziamento
 che
 si
 affianca
alla
quota
capitaria,
nell’ambito
del
modello
di
erogazione
delle
prestazioni.



Le
ASL
sono
i
soggetti
responsabili
di
assicurare
i
Livelli
di
assistenza,
utilizzando
le
proprie
 strutture
(come
in
Toscana),
e/o
acquisendo
le
prestazioni
da
altri
soggetti,
e
remunerandole
 attraverso
 la
 corresponsione
 delle
 specifiche
 tariffe
 predeterminate22.
 Le
 ASL
 intrattengono


appositi
 rapporti
 fondati
 sulla
 corresponsione
 di
 un
 corrispettivo
 predeterminato
 a
 fronte
 della
 prestazione
 resa
 ed
 i
 ricavi
 sono
 determinati
 dalle
 prestazioni
 prodotte
 e
 vendute,
 secondo
 i
 valori
 unitari
 ipotizzati,
 indipendenti
 dagli
 specifici
 costi
 aziendali
 sostenuti
 effettivamente.
 Essendo
 un
 azienda
 pubblica,
 i
 Ricavi
 =
 Costi
 e
 non
 esiste
 l’utile,
 mentre
 il
 valore
delle
prestazioni
è
uguale
al
Costo
Standard
Produzione.


Le
prestazioni
remunerate
a
tariffa,
devono
rientrare
nei
Lea,
ma
la
tariffa
non
viene
applicata
 indistintamente
ad
ogni
prestazione
ospedaliera,
poiché
possono
sussistere
delle
attività
che,
 avendo
una
caratteristica
di
forte
specializzazione
ed
un
elevato
costo
(ad
es.
per
i
Centri
di
 Trapianto
d’organi),
o
per
la
loro
rilevanza
strategica
(ad
es.
per
la
Ricerca,
la
formazione,
la
 sperimentazione
 di
 tecnologie
 innovative),
 non
 sono
 finanziate
 attraverso
 il
 semplice
 processo
della
contrattazione
tariffaria23,
ma
invece
il
loro
finanziamento
è
riconducibile
ad


un’attività
 di
 programmazione.
 Infatti,
 la
 Tariffa
 ha
 carattere
 di
 remunerazione
 Omnicomprensiva
 del
 profilo
 di
 trattamento
 mediamente
 associato
 alla
 corrispondente
 categoria
di
ricovero,
ma
può
anche
riflettere
le
Politiche
di
Programmazione
Sanitaria,
mirate
 ad
 incentivare
 le
 modalità
 terapeutiche
 e/o
 organizzative
 ritenute
 più
 efficaci
 e
 più
 appropriate
ed
a
disincentivare
quelle
ritenute
inappropriate.


I
 DRG
 sono
 una
 scala
 di
 tipo
 Nominale
 (o
 per
 Attributo)
 a
 più
 classi,
 che
 consente
 di
 distinguere
 gli
 individui
 appartenenti
 alle
 classi
 differenti,
 senza
 avere
 la
 possibilità
 di
 ordinarli
in
modo
naturale.
Sono
un
Modello
clinico
di
tipo
categorico,
sviluppato
da
un
Panel
 di
clinici
e
verificato
sulla
base
di
dati,
che
permette
l’individuazione
di
categorie
o
di
tipologie
 di
 pazienti,
 simili
 per
 intensità
 di
 consumo
 di
 risorse
 e
 clinicamente
 significativi.
 Rappresentano
lo
strumento
di
classificazione
del
prodotto
finale
dell’ospedale.


Il
 sistema
 dei
 DRG
 è
 un
 sistema
 ISO‐Risorse24,
 ovvero,
 il
 sistema
 raggruppa
 i
 pazienti


ricoverati
in
ospedale
per
acuti,
sulla
base
della
diagnosi
clinica
di
dimissione25,
che
definisce:


il
livello
di
assistenza
prestata
e
la
quantità
di
risorse
usate
nel
periodo
di
ricovero,
si
ipotizza
 che
 tutte
 le
 ASL
 per
 fare
 quella
 determinata
 prestazione,
 consumino
 uguali
 risorse,
 quindi
 sostengano
un
uguale
costo
per
quella
prestazione.
Usando
questi
criteri,
si
arriva
a
dividere
i
 pazienti
in
gruppi
omogenei
dal
punto
di
vista
del
consumo
di
risorse
(e
quindi
dei
Costi
di
 Produzione),
 infatti
 ad
 ogni
 gruppo
 è
 assegnato
 un
 omogeneo
 Pacchetto
 di
 Servizi
 e
 di
 Prestazioni
 Diagnostico‐Terapeutico,
 col
 presupposto
 che
 le
 scelte
 assistenziali
 dei
 medici
 siano
appropriate.










22Nell’ambito
dei
PPS
si
veda:
J.C.
Robinson,
Payment
Mechanism,
Nonprice
Incentives
and
Organization
Innovaton
in
Health
 Care,
in
“Inquiry”,
vol.
30,
Foll,
1993,
pag.
328‐333.


23Sulle
 prestazioni
 che
 si
 discostano
 dal
 meccanismo
 in
 oggetto
 si
 rimanda
 a
 S.
 Bruzzi,
 Finanziamento
 e
 gestione
 delle
 aziende
ospedaliere,
Milano,
Giuffré,
1997,
pag.
42‐44.


24Il
sistema
contrapposto
a
questo
è
quello
dell’ISO‐severità
dove
i
gruppi
di
pazienti
sono
omogenei
per
la
gravità
delle
 condizioni
cliniche.
Usa
la
Cartella
Clinica
per
raccogliere
i
dati
sul
profilo
clinico‐fisiologico
dei
pazienti,
ma
il
costo
associato
 al
paziente
è
diverso
a
seconda
della
sua
gravità
ed
il
sistema
risulta
più
costoso
dell’altro.



25La
 Diagnosi
 Principale
 di
 Dimissione
 è
 la
 condizione
 morbosa,
 identificata
 alla
 fine
 del
 ricovero,
 che
 risulta
 essere
 la
 principale
responsabile
del
bisogno
di
trattamento
e/o
di
indagini
diagnostiche,
ovvero
la
condizione
morbosa
che
nel
corso
 del
 ricovero
 ha
 comportato
 i
 più
 importanti
 problemi
 assistenziali
 e
 quindi,
 ha
 assorbito
 la
 maggior
 quantità
 di
 risorse
 in
 termini
diagnostici
e/o
di
trattamento.


Se
 nel
 corso
 del
 ricovero
 si
 evidenziano
 più
 di
 una
 condizione
 con
 caratteristiche
 analoghe,
 deve
 essere
 selezionata
 quale
 principale,
quella
che
è
risultata
essere
responsabile
dell’impiego
di
maggiori
risorse.


La
Diagnosi
Secondaria
è
l’insieme
delle
altre
diagnosi
alla
dimissione,
ovvero
quelle
condizioni
che
coesistono
al
momento
 del
ricovero,
o
che
si
sviluppano
in
seguito,
per
il
trattamento
terapeutico,
durante
il
ricovero.


(9)

E’
la
Scheda
Nosologica
(SDO)
del
paziente,
che
fornisce
le
informazioni
sulle
procedure
ed
i
 servizi
resi
durante
il
ricovero.
Quindi:


‐ i
 degenti
 sono
 classificati
 sulla
 base
 della
 Diagnosi
 Principale26,
 che
 sintetizza
 i
 dati


clinici
della
malattia,
e
consente
di
valutare
l’incidenza
nel
consumo
delle
risorse;
 ‐ poi,
 sulla
 base
 della
 diagnosi,
 i
 pazienti
 sono
 assegnati
 ad
 una
 delle
 25
 categorie


diagnostiche
 maggiori
 (MDC),
 ovvero
 una
 Macro‐classificazione
 dei
 vari
 trattamenti
 diagnostici;


‐ dopo
di
che,
si
provvede
a
definire
se
siano
o
no,
necessarie
le
procedure
chirurgiche,
 che
 implicano
 cioè
 l’uso
 della
 sala
 operatoria,
 generando
 un
 consumo
 più
 elevato
 di
 risorse.


Infatti
le
25
categorie
MDCs
sono
suddivise
in
2
articolazioni:


‐Chirurgica,
dove
confluiscono
i
casi
che
necessitano
del
trattamento
del
paziente
in
 sala
 operatoria
 (ORP
 operatine
 Room
 Procedures)
 ed
 il
 DRG
 si
 assegna
 seguendo
 l’apposita
classifica
che
ordina
gerarchicamente
i
vari
interventi
chirurgici,
tenendo
 in
considerazione
la
richiesta
più
o
meno
elevata
dei
fattori
produttivi27;


‐Medica,
 dove
 i
 pazienti
 non
 sono
 assoggettati
 all’ORP
 e
 l’assegnazione
 dei
 DRG
 avviene
secondo
le
informazioni
date
dalla
diagnosi
principale;
 
 
 
 FIG.
1
L’individuazione
dei
DRG,
fonte:
S.
Bruzzi,
op.
cit.
 


‐ infine,
 nella
 misurazione
 del
 consumo
 delle
 risorse,
 all’interno
 di
 ciascuna
 classe,
 si
 considerano
ulteriori
variabili,
quali:
l’età,
la
comorbidità
o
le
complicanze,
lo
stato
di
 dimissione,
che
contribuiscono
a
fornire
un
quadro
informativo
esaustivo28.










26Più
specificatamente
i
pazienti
vengono
originariamente
distinti
in
relazione
al
codice
della
Classificazione
Internazionale
 delle
Malattie
e
delle
Cause
di
Morte
della
diagnosi
principale
di
dimissione.


(IDC:
 International
 Classification
 of
 Deseases).
 Tale
 sistema
 di
 codifica
 è
 stata
 approvato
 per
 la
 prima
 volta
 a
 Chicago
 nel
 1893.
La
nona
revisione
(ICD9)
venne
introdotta
in
Italia
nel
1979
a
cura
dell’ISTAT.

La
decima
(ICD10),
è
stata
pubblicata
 nel
 1994
 dall’OMS.
 Si
 veda
 per
 un’analisi
 dettagliata
 del
 procedimento
 di
 determinazione
 dei
 DRG:
 S.
 Bruzzi,
 op.
 cit.
 e
 F.
 Taroni,
DRG/ROD
e
nuovo
sistema
di
finanziamento
degli
ospedali,
Il
Pensiero
Scientifico,
1996.


27Siccome
i
pazienti
potrebbero
essere
assoggettati
a
più
trattamenti
chirurgici
durante
il
medesimo
ricovero,
e
poiché
il
 meccanismo
dei
DRG
è
congegnato
in
modo
che
i
gruppi
siano
esclusivi,
l’attribuzione
viene
posta
in
essere
applicando
il
drg
 relativo
all’intervento
chirurgico
che
si
trova
più
in
alto
nella
scala
gerarchica
individuata.
Come
si
esprime
S.
Bruzzi,
op.
cit.:
 “ad
 esempio,
 nell’ambito
 della
 MDC
 &
 (Malattie
 e
 disturbi
 dell’apparato
 digerente)
 le
 procedure
 chirurgiche
 su
 stomaco,
 esofago,
e
duodeno
assorbono
una
quantità
maggiore
di
risorse
rispetto
alle
appendicectomie
e
per
questo
sono
posizionate
 ad
un
livello
della
scala
gerarchica
superiore”.


28Cfr.
F.
Taroni‐B.
Curcio
Rubertini,
I
DRGs
per
la
valutazione
dell’attività
ospedaliera,
Bologna,
Clueb,
1991.


NO
 INTERVENTO
 SI


DRG
medico
 (diagnosi
 principale)


Neoplasie
 speciniche
Diagnosi
 Sintomi
 Altre
diagnosi


DRG
chirurgico
 (tipologia
 d'intervento)


Interventi


maggiori
 Intrventi
minori
 Altri
interventi
 Interventi
non
correlati
 M.D.C.


(10)

Come
visto,
il
modello
ipotizza
una
organizzazione
dell’ospedale
a
Matrice,
con
2
funzioni
di
 produzione
separate:
 1. la
conversione
dei
fattori
produttivi
in
prodotti
intermedi,
quali:
i
pasti,
l’analisi
di
 laboratorio,
la
diagnostica
per
immagini,
le
medicazioni,
gli
interventi
chirurgici;
 2. l’utilizzo
dell’insieme
dei
beni
e
dei
servizi
ritenuti
appropriati
dai
professionisti
per
la
 diagnosi
ed
il
trattamento
di
specifiche
tipologie
di
pazienti.


E
 i
 DRG
 sono
 una
 scala
 di
 tipo
 nominale
 (o
 per
 attributo)
 a
 più
 classi,
 che
 consente
 di
 distinguere
 gli
 individui
 appartenenti
 alle
 classi
 differenti,
 senza
 avere
 la
 possibilità
 di
 ordinarli
in
modo
naturale.
Sono
un
modello
clinico
di
tipo
categorico,
sviluppato
da
un
panel
 di
 clinici
 e
 verificato
 sulla
 base
 di
 ampie
 basi
 di
 dati,
 che
 permette
 l’individuazione
 di
 categorie
o
di
tipologie
di
Pazienti
diversi
per
intensità
di
consumo
di
risorse
e
clinicamente
 significative.


Rappresentano
 lo
 strumento
 di
 classificazione
 del
 prodotto
 finale
 dell’ospedale
 e
 sono
 stati
 sviluppati
in
funzione
delle
seguenti
caratteristiche
principali:


‐ la
classificazione
copre
la
globalità
della
casistica
ospedaliera
per
acuti
(esaustività);
 ‐ la
 definizione
 delle
 categorie
 è
 basata
 sulle
 informazioni
 cliniche
 e
 demografiche,


raccolte
 sistematicamente
 per
 ogni
 episodio
 di
 ricovero,
 attraverso
 la
 scheda
 di
 dimissione
ospedaliera;


‐ ogni
 soggetto
 è
 attribuito,
 in
 base
 alle
 informazioni
 sulla
 diagnosi,
 sugli
 eventuali
 interventi
chirurgici
e
sulle
procedure
diagnostiche
o
terapeutiche
eseguite,
sull’età
e
 sulla
modalità
di
dimissione,
ad
una
sola
categoria
(mutua
esclusività);


‐ il
numero
complessivo
delle
categorie
è
limitato;


‐ i
 profili
 di
 carico
 assistenziale
 e
 di
 consumo
 di
 risorse
 intra‐categoria,
 sono
 simili
 (classificazione
iso‐risorse),
ma
rimane
una
variabilità
interna
residua;


‐ le
tipologie
di
pazienti
sono
simili,
dal
punto
di
vista
clinico
(significatività
clinica).
 Sono
tali
caratteristiche
che
rendono
il
sistema
idoneo
per
essere
utilizzato
come
riferimento
 ai
fini
della
remunerazione
dell’attività
ospedaliera
per
acuti,
per
specificare
le
prestazioni
di
 ricovero
alle
quali
attribuire
le
tariffe
predeterminate
specifiche.


La
 Tariffa,
 ha
 carattere
 di
 remunerazione
 omnicomprensiva
 del
 profilo
 di
 trattamento
 mediamente
associato
alla
corrispondente
categoria
dei
ricoveri
e
può
riflettere
le
politiche
 della
 programmazione
 sanitaria,
 mirate
 ad
 incentivare
 le
 modalità
 terapeutiche
 e/o
 organizzative
 ritenute
 più
 efficaci
 e
 più
 appropriate,
 oltre
 a
 disincentivare
 quelle
 ritenute
 inappropriate.


La
SDO
(scheda
Dimissione
Ospedaliera),
rappresenta
lo
strumento
ordinario
per
la
raccolta
 delle
 informazioni
 sui
 pazienti
 dimessi
 dagli
 istituti
 di
 cura
 pubblici
 e
 privati
 in
 tutto
 il
 territorio
nazionale,
sia
in
regime
di
ricovero
ordinario
che
di
Day
Hospital.
E'
stata
istituita
 dal
Ministero
della
Salute
col
Decreto
Ministeriale
28/12/91,
che
la
definisce
parte
integrante
 della
 Cartella
 Clinica.
 Contiene
 sia
 le
 informazioni
 anagrafiche
 del
 paziente,
 che
 quelle
 organizzative
 (U.O.,
 trasferimenti,
 soggetto
 che
 sostiene
 il
 costo
 della
 degenza…),
 sia
 le
 informazioni
 cliniche
 relative
 a
 tutto
 il
 periodo
 di
 degenza
 (diagnosi,
 sintomi
 rilevanti,
 interventi
chirurgici,
procedure
diagnostiche…),
del
paziente
fino
alla
sua
dimissione.


Le
informazioni
relative
al
quadro
patologico
del
paziente
vengono
codificate
utilizzando
per
 le
 diagnosi,
 la
 classificazione
 Icd‐9‐cm
 (international
 classifcation
 of
 diseases,
 IX
 reision,
 clinical
modification).
Tale
classificazione
è
periodicamente
aggiornata,
pertanto
a
partire
dai
 dati
riferiti
all'anno
2009,
viene
utilizzata
la
versione
italiana
2007.



Le
 informazioni
 relative
 alla
 diagnosi,
 sono
 utilizzate
 dal
 sistema
 DRG
 (Diagnosis
 Relatied
 Group)
che
è
alla
base
del
metodo
di
finanziamento
degli
istituti
di
cura,
basato
sulle
Tariffe
 specifiche
 associate
 alle
 singole
 classi29.
 Tali
 informazioni,
 indispensabili
 alle
 attività
 di










(11)

indirizzo
 e
 di
 monitoraggio
 nazionale,
 vengono
 trasmesse
 dalle
 Regioni
 al
 Ministero
 della
 Salute.
 Ed
 anche
 su
 questa
 classificazione
 vengono
 effettuati
 gli
 aggiornamenti
 periodici.
 A
 partire
dai
dati
riferiti
al
2009
si
utilizza
la
versione
24
del
sistema
DRG
che
comprende
538
 raggruppamenti
di
categorie
finali30.


I
Codici
del
sistema
Drg
sono
a
loro
volta
ricondotti
alle
25
categorie
Diagnostiche
principali
 (Major
 diagnostic
 categories
 MDC)
 che
 raggruppano
 le
 malattie
 ed
 i
 disturbi
 relativi
 ad
 un
 unico
 organo
 o
 apparato,
 seguendo
 la
 suddivisione
 in
 settori
 della
 classificazione
 internazionale
delle
malattie31.
 
 Dal
rapporto
Sanità
e
Salute
dell'Annuario
statistico
italiano
2013
risulta
che:
 ‐nel
2011
le
SDO
ammontano
a
circa
10,7
Milioni,
e
sono
in
costante
diminuzione
nel
tempo
 (nel
2001
erano
13
Milioni)
per
effetto
della
deospedalizzazione
dei
casi
meno
gravi,
inviati
 verso
le
strutture
sanitarie
extra‐ospedaliere;
 ‐di
conseguenza
anche
le
giornate
di
ricovero
sono
diminuite,
attestandosi
a
69,4
Milioni
(nel
 2001
erano
82,8
milioni).
 L'intesa
Stato‐Regioni
del
23/03/05
aveva
stabilito
per
il
Tasso
di
Dimissione
Ospedaliera32 un
valore
di
riferimento
a
cui
tendere,
pari
a
180
Dimissioni
per
1000
abitanti,
di
cui:
 ‐
144
per
1000
abitanti
in
regime
ordinario;
 ‐
36
per
1000
abitanti
in
regime
di
day
hospital.
 Tale
obiettivo
è
pienamente
raggiunto
nel
2011:
 ‐
il
tasso
di
Dimissione
Ospedaliera
2011
ammonta
172
per


1000
abitanti,
partendo
da
un
 valore
pari
a
214
per
1000
abitanti
del
2001.
 Ma
analizzando
separatamente
il
Regime
di
Ricovero,
rileviamo:


il
 Tasso
 di
 Dimissione
 Ospedaliero
 in
 Regime
 Ordinario
 è
 sotto
 il
 valore
 di
 riferimento,
 essendo:


‐
161
per
1000
abitanti
nel
2001;
 ‐
124
per
1000
abitanti
nel
2011;


il
Tasso
di
Dimissione
Ospedaliero
in
Regime
di
Day
Hospital:
 ‐
53
Dimissioni
per
1000
abitanti
nel
2001;


‐
 48
 Dimissioni
 per
 1000
 abitanti
 nel
 2011,
 quindi
 si
 attesta
 su
 valori
 ancora
 superiori
 al
 valore
di
riferimento
del
36
per
1000
abitanti.
 Per
quanto
riguarda
i
motivi
del
ricovero:
 ‐
il
94,5
%
delle
Dimissioni
in
regime
ordinario;
 ‐
il
98
%
delle
Dimissioni
in
regime
di
day
hospital,
sono
relative
a
casi
acuti.
 Mentre
la
Riabilitazione
e
la
Lungo
degenza
hanno
un
ruolo
marginale
in
ambito
ospedaliero,
 in
quanto
vengono
più
frequentemente
gestite
dai
servizi
sanitari
territoriali.
 
 Vedi
Allegato:
Le
Tavole
dell’Annuario
Statistico
Italiano
2013
 
 
 







remunerazione, tra l'altro, delle prestazioni di assistenza ospedaliera per acuti. 30 Comunicazione del 20/11/08 del Ministero della Salute.

31 I Codici della classificazione ICD-9-cm del 2007, con comunicazione 20/11/08 del Ministero della Salute che fa adottare al territorio nazionale la versione aggiornata 2009, oltre a essere utilizzati dal Sistema DRG, sono aggregati secondo la classificazione per Diagnosi ed interventi denominata ACC (Aggregati Clinici di Codici). Gli ACC associati alla versione 2007 della Icd-9-cm sono costituiti da 259 classi di diagnosi e da 231 classi di interventi e di procedure.

32 Il Decreto del Ministero della Salute 12/12/01 definisce il Tasso Standardizzato di ospedalizzazione per degenza ordinaria e per day hospital come: il rapporto tra le Dimissioni attese dei residenti della regione (separatamente per il regime di degenza ordinaria e di day hospital) / la popolazione standard. Sono considerate le dimissioni effettuate dai residenti della Regione nelle strutture pubbliche o private accreditate in degenza ordinaria (o degenza day hospital) per le discipline di acuti, riabilitazione e lungodegenza.

(12)

P.L.
 ordinari
 degenze
 





gg.
 degenze
 



personale
 



 Istit.
 
X
1.000


abitanti
 Tasso
Ospedal.33

T.utilizzo
 P.L.34 Degenza
 media35 Medici
 Personale
 sanitario
 Pubblici
 634
 




2,8
 106,7
 

82,6
 

7,7
 107.445
 195.828
 A/O
 


67
 




0,7
 


26,9
 

85,2
 

7,8
 


27.507
 


55.598
 Asl
 449
 




1,4
 


54,3
 

80,8
 

7,5
 


52.199
 


81.999
 AO/U
 


28
 




0,4
 


14,2
 

85,5
 

7,9
 


16.992
 


33.838
 Irccs
 


60
 




0,2
 




7,3
 

81,3
 

8,9
 





7.432
 


18.068
 Ecclesiast.
 


30
 




0,1
 




4,1
 

81,2
 

7,6
 





3.315
 





6.325
 Privati
 596
 



0,8
 


21,3
 

65,4
 

8,8
 


22.750
 


35.369
 Accredit.
 
531
 



0,8
 


20,1
 

97,4
 

9,1
 


20.859
 


32.464
 No
accr.
 


65
 



0,1
 





1,3
 

24,7
 

3,9
 





1.891
 





2.905
 TOT
 1230
 


3,6
 128,1
 

78,7
 

7,9
 103.195
 231.197
 
 
 FIG.
2
Anno
2010,
Struttura
ed
attività
degli
istituti
di
cura.
 
 Fonte:
Ministero
Salute
 
 
 
 La
Mobilità
 
 
 Collegata
al
Tariffario,
in
relazione
alle
ripercussioni
finanziarie,
c’è
la
cosiddetta
Mobilità,
che
 si
ha
quando:
 ‐ il
proprio
assistito
beneficia
delle
prestazioni
presso
un’altra
struttura
sanitaria,
l’Asl
 di
 appartenenza
 del
 paziente,
 deve
 pagare
 per
 l’assistenza
 erogata
 dalla
 struttura
 medesima,
attingendo
dalle
proprie
disponibilità
finanziarie
–
Mobilità
Passiva;
 ‐ l’Asl
eroga
le
prestazioni
ai
pazienti
appartenenti
ad
altre
Asl,
avrà
diritto
a
percepire
 le
corrispondenti
remunerazioni
–
Mobilità
Attiva.
 Il
Flusso
Finanziario
dell’ASL,
dipende
quindi
da:
 ‐ i
Contributi
Regionali
per
la
ripartizione
del
FSR;
 ‐ il
Valore
delle
prestazioni
erogate
agli
assistiti
di
altre
Asl;
 ‐ gli
Esborsi
relativi
alle
prestazioni
ottenute
dai
propri
pazienti
presso
altre
strutture
 sanitarie.


Quindi
 se
 le
 prestazioni
 acquistate
 sono
 superiori
 a
 quelle
 vendute,
 si
 ha
 il
 Saldo
 Mobilità
 Passivo,
 e
 parte
 delle
 risorse
 devono
 essere
 assegnate
 all’estinzione
 del
 debito,
 nel
 caso
 opposto
si
ha
un
credito
verso
le
altre
Asl
e
perciò
si
otterranno
risorse
finanziarie
aggiuntive.
 Collegandosi
quindi
al
concetto
di
Responsabilizzazione
Finanziaria
delle
Regioni,
per
il
quale
 esse
devono
ripianare
con
proprie
disponibilità
i
livelli
di
spesa
che
eccedano
la
Quota
loro
 assegnata
dallo
Stato,
è
la
Regione
che
determina
i
propri
livelli
Tariffari
applicabili
a
tutti
i
 soggetti
 erogatori
 operanti
 nel
 territorio
 di
 riferimento.
 Ma
 questo
 margine
 di
 scelta,
 può
 avvenire
solo
in
diminuzione,
ovvero
le
regioni
possono
determinare
verso
il
basso
il
Range
di
 Variazione
 delle
 Tariffe
 stesse,
 in
 quanto
 il
 Decreto
 definisce
 le
 Tariffe
 come:
 la
 





 33Tasso
di
ospedalizzazione:
rapporto
tra
degenze
e
popolazione
media
residente
per
mille.
 34Tasso
di
utilizzo
dei
posti
letto:
rapporto
tra
le
giornate
di
degenza
effettive
e
le
giornate
di
degenza
potenziali
per
cento.
 Le
giornate
di
degenza
potenziali
sono
calcolate
moltiplicando
il
numero
di
posti
letto
per
i
giorni
dell’anno
in
cui
il
reparto
è
 stato
attivo.
 35Degenza
Media:
rapporto
tra
le
giornate
di
degenza
e
le
degenze.


(13)

Remunerazione
Massima
da
corrispondere
alle
strutture
erogatrici
a
fronte
delle
prestazioni
 effettuate
agli
assistiti.
 
 
 
 
 FIG.

3

Il
Sistema
di
Finanziamento
L.
833/78
 
 
 
 Il
Costo
Standard
 
 
 Il
D.M.
15/04/9436
definisce
i
criteri
specifici
usati
per
la
determinazione
delle
Tariffe,
e
ha
 stabilito
che
la
fissazione
delle
stesse,
avvenga
sulla
base
del
Costo
Standard
di
Produzione,
 incrementato
da
una
quota
percentuale
commisurata
al
Valore
Medio,
ottenuto
dal
rapporto
 tra
i
Costi
Generali
di
struttura
/
e
il
Costo
Standard
Stesso.
 Per
il
calcolo
del
Costo
Standard
di
Produzione
si
utilizzano
le
componenti
di
costo:

 ‐ Costo
del
Personale
Direttamente
impiegato;
 ‐ Costo
dei
Materiali
consumati;
 ‐ Costo
delle
Apparecchiature
utilizzate.
 Per
il
calcolo
dei
Costi
Generali
dell’Unità
Produttiva
della
Prestazione
considero:
il
Costo
dei
 fattori
 di
 produzione
 attribuiti
 all’Unità
 Produttiva
 ma
 non
 direttamente
 utilizzati
 nella
 produzione
della
singola
prestazione,
distribuiti
proporzionalmente
tra
tutte
le
prestazioni
da
 questa
prodotte.


Il
DM
definisce
in
questo
modo
il
Costo
Pieno
di
Produzione,
ma
è
la
Regione
che
attraverso
le
 proprie
decisioni,
potrà
includervi
anche
i
Costi
Relativi
alla
Ricerca,
alla
Formazione,
etc.
 Col
 Decreto,
 in
 relazione
 ai
 Costi
 Standard
 di
 Produzione,
 si
 dà
 la
 facoltà
 di
 applicare
 un
 complesso
di
Pesi
che
esprimano
la
maggiore
onerosità
relativa
di
ogni
DRG,
rispetto
al
Costo
 di
Ricovero
Medio,
dandone
la
motivazione
attraverso
i
documenti
che
ne
attestino
ciò37.


Infine
 il
 DM
 14/12/94
 definisce
 la
 remunerazione
 massima
 da
 corrispondere
 agli
 Enti
 erogatori
per
le
prestazioni
garantite
ai
loro
assistiti.


Le
 Regioni
 come:
 Emilia
 Romagna
 e
 Lombardia
 usano
 i
 pesi,
 mentre
 il
 Lazio
 usa
 le
 tariffe
 massime
definite
dal
DM.


In
 Toscana
 per
 determinare
 il
 Costo
 Standard
 di
 Produzione,
 ovvero
 il
 punto
 DRG,
 si
 sono
 individuate
 4
 classi
 di
 Istituti
 di
 Cura,
 raggruppati
 in
 considerazione
 dell’omogeneità
 delle
 prestazioni
 fornite:
 i
 valori
 definiscono
 la
 media
 delle
 totali
 prestazioni
 erogate
 nell’ambito
 







36Vedi
anche
Decreto
Ministeriale
27/10/2000
nr.
380
e
D.
M.
18/12/2008.


37Nel
 sistema
 dei
 Pesi
 Relativi
 un
 coefficiente
 indica
 la
 gravosità
 relativa,
 in
 termini
 di
 assorbimento
 di
 risorse,
 di
 un
 determinato
 DRG,
 rispetto
 al
 costo
 medio
 di
 un
 ricovero:
 se
 un
 DRG,
 per
 ipotesi,
 avesse
 un
 peso
 relativo
 pari
 a
 1,5,
 ciò
 significa
che
il
suo
costo
complessivo
è
pari
a
una
volta
e
mezzo
il
costo
medio
di
ricovero,
pertanto,
qualora
quest’ultimo
 fosse
pari
a
1.000.000,
il
costo
di
quel
DRG
sarebbe
pari
a
1.500.000.
G.
Olla‐A.
Pavan,
Il
management
nell’azienda
sanitari,
 Milano,
Giuffré,
2000,
pag.
25.
 STATO
 • Quota
Capitaria
 REGIONE
 • Quota
Capitaria
 Corretta
 ASL
(Con
presidi
 ospedalieri
Interni)
 • Mobilità
in
Uscita
a
 Tariffa
 PRIVATO
 CONVENZIONATO


(14)

Aziendale.
Questa
classificazione
si
ha
perché
le
stesse
prestazioni
hanno
un
costo
diverso
se
 sono
erogate
da
un
piccolo
istituto
di
cura
o
da
uno
grande.
 
 CLASSE
1
 Istituti
di
cure
che
assicurano
prestazioni
ospedaliere
per
acuti
in
regime
 di
urgenza/emergenza
con
dotazione
di
reparti
autonomi
di
degenza
per
 discipline
specialistiche,
in
quantità
almeno
pari
a
reparti
di
discipline
 base.
 CLASSE
2
 Istituti
di
cura
per
prestazioni
urgenti
ed
emergenti
che
presentano
una
 prevalenza
di
reparti
dedicati
alle
discipline
base.
 CLASSE
3
 Istituti
che
garantiscono
prestazioni
ospedaliere
per
acuti
in
regime
di
 elezione
programmata
per
attività
di
alta
specialità
o
per
altre
attività,
 esercitate
sia
in
area
medica
che
chirurgiche
con
presenza
di
almeno
5
 strutture
organizzative
di
ricovero
o
con
una
dotazione
di
personale
 dipendente
superiore
a
7
unità
ogni
10
posti
letto.
 CLASSE
4
 Istituti
che
erogano
prestazioni
ospedaliere
per
acuti
in
regime
di
elezione
 programmata
ma
che
non
soddisfano
i
requisiti
stabiliti
per
la
classe
 precedente.
 


Per
 ciascuna
 classe
 si
 è
 poi
 definito
 il
 Costo
 Totale
 di
 Produzione,
 comprensivo
 degli
 ammortamenti.
Per
arrivare
infine
al
Costo
di
Produzione
Standard
(Punto
DRG)
dal
rapporto
 tra
 il
 Valore
 complessivo
 delle
 attività
 /
 ed
 i
 Ricoveri
 erogati,
 ovvero
 il
 Punto
 DRG
 =
 Costo
 Totale
/
nr
prestazioni
dell’Asl.


Il
 valore
 degli
 specifici
 DRG
 si
 ottiene
 moltiplicando
 l’Entità
 del
 P.
 DRG
 (Costo
 standard
 di
 produzione)
x
i
Pesi
definiti
dal
Ministero
e
rettificati
opportunamente
dalla
Regione.
I
Pesi
 sono
 la
 quantità
 dei
 Costi
 delle
 prestazioni
 nella
 strutture,
 rispetto
 al
 Punto
 DRG,
 per
 quel
 determinato
intervento.


Il
Valore
della
Tariffa
Ordinaria
per
DRG
si
ottiene
dal
Costo
Unitario
x
Punto
DRG,
a
cui
sono
 applicati
i
diversi
Pesi.


Ma
i
problemi
che
insorgono
da
questo
sistema
sono
quelli
relativi
alle
informazione
che
si
 possono
desumere
dalla
Regione.
La
Regione
che
effettivamente
spende
di
più
del
DRG,
vuole
 occultare
 ciò,
 perché
 risulterebbe
 inefficiente
 ed
 il
 deficit
 dovrebbe
 essere
 coperto
 con
 una
 maggiore
 imposizione
 delle
 imposte
 Regionali.
 Il
 problema
 si
 presenta
 anche
 quando
 il
 numero
 delle
 reali
 attività
 ospedaliere
 e
 quindi
 i
 Costi
 realmente
 sostenuti,
 superino
 una
 quota
in
percentuale
del
Finanziamento
delle
Asl
della
quota
Capitaria,
tale
da
far
mancare
la
 copertura
 delle
 risorse
 usate
 in
 eccedenza.
 Per
 occultare
 la
 perdita,
 la
 Regione
 potrebbe
 diminuire
il
Valore
DRG
modificandone
i
Pesi
per
ogni
prestazione.
Mentre
in
Toscana
si
ha
la
 situazione
contraria,
perché
la
Regione
attrae
molti
pazienti
dalle
altre
Regioni,
ottenendo
un
 Saldo
Mobilità
Positivo,
perciò
tende
ad
aumentare
il
Valore
DRG
per
ottenere
un
rimborso
 dalle
altre
ASL
maggiore.
Ciò
potrebbe
portare
ad
un
circolo
vizioso,
per
il
quale
chi
fa
meno
 avrà
 ancora
 meno,
 con
 conseguente
 diminuzione
 delle
 risorse
 che
 andranno
 per
 lo
 più
 all’esterno
dell’Asl
per
la
copertura
della
mobilità
passiva.


Riferimenti

Documenti correlati

In casting political-economic globalisation in these terms, they are pursuing a critical agenda which seeks to highlight issues of the democratic accountability of private power,

extraña familia.. Cada personaje tiene un papel específico en esta obra: por un lado, la tía y las amigas de Dorotea contrastan a la protagonista, por otro Rosa y Don Manuel

Implementare il sistema di monitoraggio delle pratiche di utilizzazione dei reflui mediante elaborazione dell'archivio dei piani

I ragazzi destinatari del questionario sono neomaggiorenni, di età compresa fra i 18 e i 20, anni per i quali non si è proceduto all’abbinamento di un tutore volontario. Nel

Più marcate le disuguaglianze territoriali a svantaggio del Mezzogiorno, con una differenza di vita attesa in buona salute alla nascita tra Nord e Mezzogiorno pari a circa 4

Dati sui focolai: appurato ormai il consolidamento del dato sui focolai riportati da ciascuna Regione/PA, il trend nel numero di focolai per settimana è utilizzato dal report numero

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ritiene necessario ed urgente procedere ad una revisione degli indicatori decisionali all’interno delle fasce di rischio anche

Peraltro, il nuovo impianto del monitoraggio dei contratti IT delle pubbliche amministrazioni si pone come fine principale di supportare le Amministrazioni nel migliorare la