• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 1

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "CAPITOLO 1"

Copied!
11
0
0

Testo completo

(1)

CAPITOLO 1

Inquadramento Territoriale

1.1 Cenni storici  

Sulle pendici meridionali delle Colline Pisane, su un crinale di tufo, si incontra in bella posizione, il paese di Riparbella: il suo sviluppo lungo il crinale ha condizionato nel tempo una forma longitudinale, contrariamente agli altri paesi limitrofi che hanno forma circolare.

Ripa Albella (Ripa Bianca) è molto probabilmente l’origine del nome, dato il biancore delle terre di tufo e sabbia su cui originariamente sorse. Nei documenti Medievali e fino al 1600 il nome è infatti “Ripalbella” oppure “Ripabella”.

Il Centro Storico, sorto intorno al castello, risale al Medio Evo databile circa all’anno 1000 per opera dei Conti della Gherardesca. Un primo documento storico che menziona Riparbella è del 1125. Nel corso del primo secolo dopo il 1000 l’Arcivescovo di Pisa riuscì a comprare le terre di Riparbella ed altri castelli limitrofi come Belora, Pomaia e Santa Luce in modo che verso il 1150 ebbe su queste terre sia il potere ecclesiastico che quello temporale.

Il 21 marzo 1406 già possesso dell’Arcivescovo di Pisa, Riparbella si arrese alla Signoria Fiorentina, sette mesi prima che Pisa stessa cadesse sotto il dominio di Firenze. Riparbella fu distrutta completamente durante la guerra tra Firenze e le truppe di Alfonso d’Aragona, Re di Napoli (1477), ma già l’anno dopo fu riconquistata dall’esercito fiorentino; fu allora probabilmente che i fiorentini distrussero il castello.

Nel 1594 Pisa si sollevò contro Firenze e anche la popolazione di Riparbella si ribellò al dominio fiorentino, ma già alla fine dello stesso anno

(2)

Firenze riprese il controllo della situazione. Fu nel 1635 che i Medici trasformarono la Comunità di Riparbella in Marchesato affidandola ad Andrea Carlotti di Verona. Tale periodo feudale determinò l’involuzione economica e demografica compromettendo gravemente la vita comunitaria anche se gli Statuti rimanevano comunque in vigore. Si pensi che nel 1736 Riparbella contava solo 258 abitanti.

I documenti rinvenuti descrivono lo stato deplorevole in cui versava Riparbella. Nel 1737 i Carlotti cedettero il Feudo al Senatore Carlo Ginori di Firenze che lo unì alla sua tenuta di Cecina. Lo sviluppo riprese nel 1755 con l’abolizione dei feudi in Toscana ed il ritorno di Riparbella alle dirette dipendenze del Granduca. Il periodo successivo è caratterizzato da una perdita di autonomia della Comunità di Riparbella dal 1766 fino a tutta la dominazione francese a causa del dominio di un esiguo numero di famiglie benestanti le quali avevano usurpato le maggioranze delle terre granducali. Dall’estimo del 1785 risulta che a Riparbella esistevano solo 62 proprietari terrieri (contro 82 del 1622) ma 54 di questi possedevano solo l’appezzamento a “domesticheto” sotto le mura del Castello, mentre il resto del territorio era in mano a 8 famiglie (Fig. 1.1).

Con la fine della dominazione francese, nel 1814 avvenne il ripristino delle Istituzioni Amministrative preesistenti attraverso l’attuazione del Regolamento delle Comunità del Granducato del 16 settembre 1816. Nel 1817 venne massicciata e resa carrozzabile la Via per Cecina (detta ancora oggi “Via del Bastione”) e nello stesso anno si istituì un Ufficio postale. Nel 1833 il numero degli abitanti raggiunse le 1112 unità e l’assetto urbanistico del paese assunse l’aspetto riportato nella Foto 2. Nello stesso periodo si riformarono i sistemi amministrativi ed a Capo del Comune venne posto un Gonfaloniere, nominato dal Granduca, affiancato da 2 Priori e 6 Consiglieri.

(3)

Fig. 1.1 Riparbella 1781

Il Regolamento successivo, che apportava profonde modifiche a tutto il sistema, è datato 1849. Per la prima volta la Rappresentanza comunale poteva essere eletta direttamente dai Contribuenti più agiati. Infatti, gli elettori risultavano essere i 2/3 di tutti i contribuenti presi per ordine di maggior quota di contributo sul ruolo generale. Il Consiglio Comunale “al suo interno” eleggeva con scrutinio segreto i Priori, in ragione di uno ogni quattro Consiglieri. Al Consiglio era attribuito il potere deliberativo, mentre al Collegio dei Priori quello esecutivo. Il Gonfaloniere era nominato dal Granduca scelto dai rappresentanti del Consiglio Comunale; tutte le cariche avevano un mandato di quattro anni.

All’epoca la rappresentanza comunale di Riparbella si componeva di: 1 Gonfaloniere, 10 Consiglieri e 3 Priori. Questo Regolamento rimase in vigore solo per quattro anni. Infatti nel 1853 venne abolito e ripristinato quello del 1816 il

(4)

quale disponeva che il Gonfaloniere venisse nominato dal Granduca su proposta del Soprassindaco e Soprintendente Generale alle Comunità, tra i possidenti più distinti per buona reputazione, moralità e zelo patrio. Costui rimaneva in carica per tre anni con la possibilità di essere ancora eletto qualora si fosse distinto nel primo mandato per zelo e buon servizio pubblico. I Priori e i Consiglieri tornavano ad essere eletti mediante il sistema dell’imborsazione (inclusione nelle “Borse dei Priori) ed il requisito di accesso a tali cariche era costituito ancora dal censo. Nel 1859 il Governo provvisorio della Toscana emanò un nuovo Regolamento che si rifaceva a quello del 1849. Questo rimase in vigore fino alla riforma Amministrativa del Regno d’Italia del 20 marzo 1865.

Nel 1845 Riparbella contava 1374 abitanti. Durante i moti rivoluzionari del 1848 il Consiglio Comunale manifestò la sua fedeltà ai Granduchi, tuttavia nessun riparbellino andò volontario nella Guerra di Indipendenza contro l’Austria. Al plebiscito del 1860 il cittadini di Riparbella votarono in larga maggioranza a favore dell’annessione al Regno d’Italia.

Molti furono i cambiamenti apportati in tale secolo alla configurazione del piccolo borgo che gli hanno conferito l’aspetto che giunge fino ai giorni nostri.

Nel 1859 venne portata l’acqua potabile in Paese. Nel 1866 venne costituito il Municipio. Nel 1867 si rese carrozzabile la Strada Riparbella-Castellina Marittima e nel 1862 venne costruita la tratta ferroviaria Cecina-saline di Volterra con la Stazione di Riparbella inizialmente chiamata San Martino.

Gli anni successivi all’Unità d’Italia furono caratterizzati dall’introduzione di nuove tasse e aggravi fiscali. Nel 1873 la popolazione raggiunse i 3793 abitanti con ben tre scuole pubbliche. Nel 1882 i territori di Collemezzano e Cinquantina furono scorporati dal Comune di Riparbella e annessi a Cecina.

Nella Prima guerra Mondiale Riparbella registrò 47 caduti. Negli anni ’20 fu portata l’energia elettrica in Paese. Il 25/06/1944 alla fine della Seconda Guerra

(5)

Mondiale si verificò l’eccidio di 11 persone al Podere Le Marie da parte dell’esercito tedesco in ritirata. A ricordo di tale tragico evento nel Marzo 2006 è stato inaugurato il monumento opera del Prof. Ferdinando Cerri, la cui ubicazione verrebbe a lambire, senza peraltro interferire, con l’estremità Nord della Variante stradale in studio, ponendosi in ottima posizione, quale “Parco della memoria” all’ingresso settentrionale del Paese.

Gli anni ’60 e ’70 sono caratterizzati dall’esodo verso i centri industrializzati. La popolazione scende infatti progressivamente fino ad arrivare a circa 1300 unità.

Attualmente gli abitati sono risaliti a circa 1500 insieme a una ripresa economica dovuta alla qualificata produzione di vini insieme a quella storica di ottimo olio nonché ad un interessante incremento delle presenze turistiche, in buona parte anche straniere, che apprezzano l’amenità del paesaggio e la salubrità del clima coniugando i dolci aspetti collinari e la visione del mare non lontano con il profumo dell’aria che vi proviene e che si confonde con quella dei boschi.

La stato attuale di Riparbella è evidenziato dalla fotografia satellitare che segue (Fig 1.2).

(6)
(7)

1.2 Analisi dello stato attuale

L’impianto urbanistico attuale del centro storico di Riparbella si ripropone come quello che è documentato nel foglio catastale della Comunità di Riparbella risalente al 1821 (Fig. 1.3)

Fig. 1.3 Riparbella 1821

Di seguito (Fig. 1.4) sono evidenziate in rosso le strettoie che erano presenti anche un tempo:

- all’inizio di via XX Settembre (Fig. 1.5); - sull’angolo del Palazzo Comunale (Fig. 1.6); - all’angolo della Farmacia (Fig. 1.7).

(8)
(9)

Fig. 1.6 Punto 3 - Angolo del Palazzo Comunale (sulla destra)

(10)

L’unico intervento teso a ridurre le strettoie è quello operato nei primi anni 60 in corrispondenza della chiesa della Madonna con la demolizione del preesistente loggiato che si protendeva verso il centro della strada. La Fig. 1.8 mostra come, nonostante tale intervento, il passaggio risulti ancora inadeguato.

Fig. 1.8 Punto 2 – Strettoia in corrispondenza della Chiesa

Anche l’inizio della via Roma che, pur non avendo riscontri nel lontano passato, non si presenta certamente come adatta ad una viabilità sufficiente.

Si può concludere come tutto il tratto urbano della via Provinciale del Commercio che va da piazza Baldesserini al termine di via Roma (bivio tra la S.P. del Commercio e la strada Comunale Chiannerina) presenta condizioni assai più caratteristiche per una sua pedonalizzazione - o al massimo per un senso unico - che non per quelle più specifiche per un traffico di tipo extraurbano tipico della

(11)

Oltre alla mancanza di sicurezza dei pedoni e in particolare dei bambini, i cittadini tutti si vengano a trovare come espropriati del libero godimento socializzante dell’ambiente urbano, che proprio nei paesi dovrebbe essere più enfatizzato e goduto rispetto a quello nei grandi centri.

Si pensi che nelle condizioni attuali è sufficiente un incidente, anche di poco conto come la necessità di operare un modesto intervento di manutenzione nella pavimentazione o nei sottoservizi stradali (fognature e acquedotto), può comportare l’impossibilità di attraversamento del paese, anche per i mezzi di soccorso (ambulanze, vigili del fuoco) e i servizi pubblici (bus di linea), non esistendo itinerari locali alternativi.

Si ritiene che le criticità fin qui evidenziate forniscano ampia giustificazione alle ipotesi già da tempo avanzate di una variante alla SP 13 in corrispondenza dell’abitato di Riparbella.

Figura

Fig. 1.1 Riparbella 1781
Fig. 1.2 Fotografia satellitare di Riparbella
Fig. 1.3 Riparbella 1821
Fig. 1.4 Riparbella da satellite
+3

Riferimenti

Documenti correlati

D ALLA SCOPERTA DELLE SORGENTI ALLA COSTITUZIONE DELLA SOCIETÀ A CQUE DELLA S ALUTE

Non potendosi dare attuazione alla misura della rotazione sarà necessario sottoporre i Responsabili e gli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più

tro l'esposto timore, la graviiii specìfica de' noccioli di minerale metallico, tanto più grande di quella delle masse pietrose, e della pasta ebe riempie la Dika: imperocché

Questi ebrei magrebini, che spesso parlavano e scrivevano solo in arabo o giudeo-arabo rifiutando di assimilarsi alla comunità livornese, si distinguevano nella lingua e

Torre e Grattacielo Con Centro Storico Provinciale Litoranea con il mare Contrada Porticone con Valle Sinarca. Urbanizzato Centro Fino

If one extends the growth redistribution trade-off problem to a a two-country world with perfect capital mobility, extreme investment behaviour and introduces

Available Open Access on Cadmus, European University Institute Research Repository... European University

In una comunicazione del Presidente del Consiglio Europeo (Van Rompuy) è stato espresso l’impegno delle istituzioni comunitarie ad avviare un piano di riforme