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Parte 2: IL CONTESTO LOCALE Capitolo 1: RADEVORMWALD

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Academic year: 2021

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Parte 2: IL CONTESTO LOCALE

Capitolo 1: RADEVORMWALD

Le origini della città di Radevormwald si collocano nel periodo del disboscamento e delle bonifiche dell’ 850-1000 a.C. e da questo ne deriva il nome “Rodung vor dem Walde” (disboscamento della foresta).

La fondazione della città è datata 1312. Nel 1365 viene ad appartenere alla Grafschaft Berg (contea della montagna), di cui è una delle città più antiche, e nel 1491 viene segnalata per la prima volta una cooperativa dell’acciaio. Si hanno due incendi nel 1525 e 1571 e un terzo nel 1802. Nel 1646 si hanno i primi impianti dell’industria siderurgica. Nel 1816 viene fondata la fabbrica tessile Johann Wülfing & Söhne nel quartiere di Dahlerau.

Radevormwald appartiene al distretto governativo di Köln ed è il Comune più a nord della circoscrizione di Oberbergischen.

A 400 m s.l.m. consta di circa 25400 abitanti su una superficie di circa 50 km2.

Dista circa 50 km da Köln e 60 km da Essen ed è legato, dal punto di vista funzionale, ai i centri superiori Remscheid e Wuppertal. Ci sono due grosse zone residenziali: il centro della città sulla cima e l’altra, Wupperortscheiden, nella valle del Wupper.

I servizi che offre sono: 43 tra aziende alberghiere e ristoranti, 9 hotel tra cui 1 ostello della gioventù; un ritrovo comunale, un centro giovanile, un ritrovo per anziani, un museo della storia locale, una palestra, una piscina, uno spazio per moto e voli con aliante.

Sono presenti una molteplicità di piccole e medie imprese nel campo dell’elettrotecnica, della lavorazione del metallo e dei materiali sintetici e dell’ingegneria meccanica. 140 esercizi commerciali servono per il rifornimento.

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Radevormwald

Collegamenti alla circolazione: - Aeroporti internazionali

Köln/Bonn a ca. 57 km Düsseldorf a ca. 77km - Autostrade

A1 (Köln – Dortmund), allacciamento a Remscheid a ca. 10 km e a Wuppertal - Ronsdorf a ca. 15 km

A46 (Düsseldorf – Wuppertal), allacciamento a Wuppertal – Noed a ca. 18 km

A45 (Sauerlandlinie), allacciamento a Lüdenscheid e Meinerhagen a ca. 25 km - Strade Statali B229 (Solingen – Lüdenscheid) B483 (Gummersbach – Schwelm) B51 (Köln – Ruhrgebiet) a 8 km di distanza - Linea ferroviaria

Stazione degli autobus a Radevormwald con collegamento alla stazione di Remscheid – Lennep e Wuppertal - Oberbarmen

- Circolazione via acqua Reno a Köln

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1.1 DAHLHAUSEN

Quartiere di Radevormwald situato nella valle del Wupper, a 4 km dal centro della città e collegata ad essa tramite la strada principale L81. La sua storia si può dividere in tre periodi di tempo: di Rittergut nel 16° sec., siderurgico nel XVII sec. e dell’industria tessile nel XIX sec.. Il primo insediamento era situato dove oggi si trova Oberdahlhauses. Nel secondo periodo si inizia ad usare l’acqua come fonte di alimentazione. La diminuzione dell’industria del ferro è causata dal bisogno troppo alto di carbone insieme ad un inadeguato collegamento con le foreste e quindi un trasporto troppo costoso del legno. All’inizio del 1800, quando la maggior parte delle industrie del ferro si era già trasferita nel distretto a Nord della Ruhrgebiet, vengono costruite tre fabbriche siderurguche ed un mulino. Per l’azionamento delle ruote idrauliche, si usava, non più il fiume Ulfe, ma un fosso artificiale, l’Obergraben, alimentato tramite la diga. Nel terzo periodo, tra il 1815 e il 1819, circa dieci aziende prendono luogo presso il Wupper tra cui quella tessile Hardt, Pocorny & Co., in rapporto con altre due industrie tessili di Radevormwald. Essa chiuse nel 1974, quando le quattro aziende rimanenti avevano, insieme, 600 – 700 operai (mentre, a fine ‘800, 5000 - 6000).

Il Wupper offre oggi una bella vista che tuttavia, ancora negli anni settanta del XIX secolo, portava con sé molti problemi: l’acqua alta in inverno, il clima torrido in estate e l’inquinamento. L’ associazione del Wupper prese allora dei provvedimenti: contro i primi due fu costruita una diga, mentre per l’ultimo dei depuratori.

1.2 VOGELSMÜHLE E DAHLERAU

Gli altri due distretti di Radevormwald hanno una storia simile a quella di Dahlhausen, con un primo periodo di industria siderurgica e poi tessile.

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A Vogelsmϋhle oggi si trovano un piccolo supermercato (wuppermarkt), una drogheria, un negozio di bevande, uno di tessuti, uno elettrico, un forno e una cancelleria. Gli edifici dell’ex industria tessile sono in parte affittati per uffici, agenzie e piccole imprese.

Wuppermarkt

A Dahlerau le zone dell’ex fabbrica tessile sono usate per il commercio. Il Textilmuseum Wülfing documenta l’antica produzione.

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Capitolo 2: L’AREA SOGGETTA A PIANIFICAZIONE

2.1 LA SITUAZIONE ATTUALE

La zona del progetto (circa 3,2 ha) è sulla riva del fiume circondata dalla zona residenziale di Dahlhausen. In tutto vivono a Dahlhausen, e nelle vicine Keilbeck, Vogelsmϋhle e Dahlerau, 4250 abitanti. L’area è collegata al sistema di circolazione regionale dalle strade comunali L81, proveniente dal centro di Radevormwald, e 414, da Wuppertal. I collegamenti più vicini all’autostrada sono a circa 10 km.

L’accesso all’area avviene tramite la L81. Un altro ingresso sarebbe tramite la strada Rederberg, ma non è da tempo sfruttato e chiuso da un cancello.

Un centro di distribuzione locale (Wuppermarkt) è distante circa 1 km e altri impianti più importanti a 5 km.

Dal punto di vista igienico, la località è aperta ed alberata, lontana da depositi e scoli di materie di rifiuto, da strade a grande traffico e industrie rumorose.

Il terreno ha una forma regolare e pianeggiante, di comodo accesso, servito da idonea rete stradale, senza accessi diretti su strade statali e provinciali. La sua ampiezza può garantire la costruzione, la trasformazione e l’ampliamento dell’edificio e la realizzazione di spazi all’aperto.

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La storia della ditta Hardt Pocorny & Co. (HPC) inizia nella prima metà del XIX secolo. Tra il 1815 e il 1830 Adolf Bauendahl da Radevormwald comprò la regione in Dahlhausen, per condurre qui una fabbrica tessile. Nel 1855 l’azienda chiuse e undici anni dopo la ditta Johann Wülfing & Sohn entrò in

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possesso della zona, per costruire qui una filanda. Nel 1884 c’è il cambiamento di nome in “Hardt Pocorny & Co”.

Nel fiore degli anni erano presenti più di 1000 operai ma, a causa della crisi nell’industria tessile nel 1974 l’azienda dovette definitivamente chiudere. Da allora gran parte della regione sulla riva del Wupper è rimasta vuota.

A metà degli anni ’80 alcuni edifici, tra cui la centrale idroelettrica, sono stati registrati come monumenti architettonici nella lista delle opere da tutelare.

2.2 GLI OBIETTIVI DELLA TESI

La grande zona dell’ex fabbrica tessile HPC, con una superficie di 3,2 ha ed edifici parzialmente protetti, costituisce, insieme alle altre fabbriche tessili della valle del Wupper, un’unità formale da conservare e adeguatamente sfruttare come monumento industriale.

Gli edifici sono inutilizzati da 20 anni. La zona deve perciò essere organizzata per nuove possibilità d’uso e reintegrata con l’ambiente circostante.

Sono inoltre necessarie opere per caratterizzare e rivalutare l’area in relazione al fiume Wupper.

Nel 1992 è stato disposto un piano urbanistico (Bauungsplan) per questa regione e per la zona residenziale confinante, dove si è cercato di regolare, in particolar modo, la questione tra azienda e abitazioni dello scarico di sostanze inquinanti.

Nel 1993 l’area è stata acquistata dalla ditta immobiliare Kiefer & Zehner di Köln e, superati i problemi per il testamento, data in affitto, ma solamente dieci affittuari sfruttano attualmente alcune sale al piano terra come magazzini. Nonostante ci sia la volontà di trovare nuovi impieghi, manca ancora una concezione generale, sostenibile e adattabile per l’area: se da una parte la ditta proprietaria vorrebbe demolire l’attuale complesso per costruire un centro commerciale, il Comune si oppone a ciò, ma non ha idee concrete per un possibile uso della zona.

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Un concorso, dal titolo “Wohn- und Arbeitsort der Zukunft” (“il luogo delle abitazioni e del lavoro del futuro”), è oggi aperto al fine di trovarne idonee funzioni.

Le domande da porsi sono:

- Quale ruolo può avere la progettazione di quest’area nel contesto più generale della Valle del Wupper?

- Quali possibilità offre la sua posizione in relazione con la natura circostante e in particolar modo con l’acqua?

- Attraverso quali usi si può rendere attrattiva?

- Come possono essere utilizzati, e allo stesso tempo valorizzati, i citati monumenti architettonici?

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Capitolo 3: ANALISI DELL’AREA

3.1 ANALISI STORICA

Divisione convenzionale dei complessi

Adolf Bauendahl

Nel 1815 Adolf Bauendahl, al suo rientro in Europa, comprò un mulino e due dei tre stabilimenti siderurgici della regione di Dahlhauser, sulla sponda del fiume Wupper, per erigere là una fabbrica di tessuti. Il terzo stabilimento fu comprato dall’azienda Schϋrmann & Schröder di Vogelsmϋhle. Anche se il registro dell’anagrafe di Radevormwald indica la presenza di fonderie fino al 1830, nel 1815 si incontra già la denominazione Walker che lascia dedurre, sia ancora la lavorazione del ferro, ma anche la produzione tessile, e dal 1818 l’indicazione Spinner.

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Pianta del 1810

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Bauendahl comprò a Vogelsmϋhle una parte degli edifici per poter regolare, nel 1830, la situazione patrimoniale con Schϋrmann & Schröder e scambiare le rispettive proprietà, cosicché, dal 1830, si può parlare di un solo proprietario.

Dapprima fu sistemato l’accesso alla strada e nel 1831/1832 fu costruito un ponte in pietre naturali di 20 metri di luce, fatto saltare nel 1945. L’edificazione del primo nuovo edificio industriale (complesso I) non è stabilita con chiarezza nel tempo. Viene supposto che la costruzione del ponte e della fabbrica siano più o meno contemporanei (attorno al 1831/32), non solo perché è stato usato lo stesso materiale, cioè la pietra naturale e non come poco tempo dopo il mattone, ma anche perché l’asse del ponte è in relazione con il risalto centrale dell’edificio. Anche la regolazione della situazione patrimoniale sarà stata la premessa per la costruzione di uno degli edifici del tempo. Christian Heiden da Barmen e il suo amico più giovane Christian Schmidt, padre di del successivo costruttore edile Albert Schmidt, devono aver portato rispettivamente avanti il progetto dell’edificio.

Si pose il nuovo edificio al posto dei tre stabilimenti siderurgici. Si tratta di una costruzione massiccia di tre piani in mattoni, 75 m di larghezza e 15 m di profondità. La facciata verso il fiume è scandita da due risalti.

Il già esistente canale, l’Obergraben, alimentato dal Wupper al di sopra della diga, era ancora sfruttato, mentre si sostituirono le tre ruote idrauliche con una nuova ampia 3 m. Grazie al dislivello di 4 m, la fabbrica poteva usufruire di una notevole fonte di forza. Anche l’altro canale, l’Untergraben era ancora usato come scolo. La sua uscita, vicina alla facciata nord, è ancora oggi riconoscibile dalle pietre ordinate ad arco, le quali si trovano nella parte bassa della facciata ovest, a sud del primo risalto.

Si suppone che poco dopo la costruzione della fabbrica, quindi dopo il 1830, ma prima del 1850, fu edificata una bifamiliare sulla riva del fiume come abitazione nelle vicinanze dell’industria. Questo edificio (oggi complesso IV), frequentemente chiamato “Ala” (“Flϋgel”), servì dapprima alla famiglia Bauendahl come abitazione, poi alla famiglia Hardt e Pocorny e per diventare infine integrata nella fabbrica per un uso tecnico. L’edificio è disposto

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parallelamente alla riva del fiume, originariamente a tre piani e sottotetto. A sud fu eretta una stalla per i cavalli.

Di fronte all’abitazione fu sistemato, o al tempo dell’edificio o poco dopo, il cosiddetto “Parco” (“Lustgarten”), nel quale si trovavano alberi da frutto, aiuole di fiori e una fontana, alimentata dall’Obergraben. Anche se oggi ci sono pervenuti solo testi che ne parlano e nessun disegno, ne è attestata l’esistenza dalla non edificazione in questa zona e dal fatto che un tale giardino fosse uno status symbol di un proprietario benestante. L’asse centrale del parco ha inoltre preso riferimento probabilmente dall’ex entrata dall’Ala, allora usata come residenza.

Il 5 novembre 1838 la ditta Bauendahl comprò la regione al di sopra di Obergraben. A questo acquisto ne seguì un altro nella valle del Wupper e ciò lascia dedurre un andamento redditizio della produzione. Ad Adolf Bauendahl succedevano i figli Adolf il Giovane e Heinrich. Disaccordi portarono nel 1860 alla cessione della regione Dahlhausen: Adolf il Giovane prese entrambe le parti, ma fondò anche una fabbrica di tessuti in Elsthal, mentre suo fratello aprì una banca in Köln. Gli edifici rimasero quindi inutilizzati e vuoti fino all’acquisto nel 1866 da parte della ditta Johann Wϋlfing & Sohn.

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Vista del 1850

Vista del 1850

Johann Wϋlfing & Sohn

Primo periodo di sviluppo, 1866 – 1880

Gottfried Wϋlfing (1651 – 1721) lavorava come fabbricante di tessuti in Lennep; suo nipote Johann Wϋlfing (1719 – 1793) fondò negli anni ’70 del

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XVIII secolo in Lennep una propria fabbrica di tessuti e nel 1816 la spostò a Dahlerau. Tramite diverse parentele, nel 1866 i fratelli Albert, Friedrich e Hermann Hardt presero la guida della ditta Johann Wϋlfing & Sohn, mantenendone il vecchio nome per la buona reputazione.

J. W. & Söhne riadattarono l’ex industria tessile come filanda e per far ciò si resero necessari nuovi edifici e ristrutturazioni. Dal 1866 al 1869 l’attività edilizia fu diretta da Julius Thomas da Neuss, il quale era attivo anche in Wilhelmstal e Vogelsmϋhle. Dal 1869 Albert Schmidt, già conosciuto come titolare di una ditta di Dahlerau, assunse tutte le realizzazioni.

Per prima cosa nel 1867 l’edificio principale fu alzato di un piano. Durante questi lavori, cadde completamente la costruzione interna. Insieme alla edificazione di un quarto piano in mattoni, nel 1867 fu progettata quindi anche una nuova costruzione interna.

Nel 1871 fu prolungato di 25 m verso nord. I materiali si adattarono a quelli esistenti. I primi tre piani sono in pietre naturali, il quarto in mattoni. Un terzo risalto si affiancava all’Untergraben. Le facciate est e ovest assomigliano al resto, quella a nord, con timpano, probabilmente ha la stessa forma di quella del 1867. Non ci sono né disegni né testi che indicano la situazione tra il 1871 (allungamento in direzione nord) e il 1880, anno in cui tutto l’edificio viene ampliato di 6 m in direzione ovest. Nel 1871 la facciata settentrionale doveva essere ancora resa simmetrica, mentre nel 1880 aveva già l’odierna forma. In essa non si riconosce nessuna fessura provocata dall’allargamento e ciò può significare che nel 1880 doveva ancora essere eretta. Una differenza tra la facciata nord e quella ovest è tuttavia riconoscibile, in quanto l’accurato modo di costruire della prima non corrisponde con quello della parte ovest del 1880, che non ha la combinazione tra pietre e mattoni.

A sud dell’edificio principale sono erette una sala caldaie, una sala macchine e una sala turbine (oggi complesso III). Una ciminiera alta 50 m scaricava il vapore. L’Untergraben fu deviato dal suo originario corso e l’Obergraben fu collegato direttamente con il Wupper.

Accanto all’allargamento dell’Obergraben e al rinnovamento dell’impianto della diga nel 1871, fu costruito un magazzino per la lana di quattro piani con

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uffici commerciali (“Kontor”) a ovest dell’edifici principale e a sud del ponte sul Wupper (oggi complesso II). Sulla facciata occidentale, con l’orologio, è indicato al centro l’anno 1868. Da ciò si deduce che l’edificio cade ancora sotto il tempo di Julius Thomas. Sulla vista del 1871 si riconosce a sinistra accanto al nuovo edificio il frontone di un edificio di tre piani (“Flügels”), nel cui lato sud si collega all’angolo destro dell’edificio presente.

Vista del 1871

Nel 1867-68 sorge, al di sotto del ponte, un colorificio (oggi XV-XVI) con sette comignoli, visibile ancora oggi per gli shed.

Nel 1870 viene eretta, sotto la guida di Albert Schmidt, una lavanderia a sud della sala caldaie. Nel 1873 viene ampliato parte dell’edificio.

Nell’anno seguente vengono realizzati interventi di integrazione, ristrutturazione e nuova costruzione piuttosto insignificanti in confronto a quellii finora descritti.

La rapida espansione dello stabilimento industriale andava di pari passo con la creazione di sistemazioni e possibilità di approvvigionamento per i lavoratori e i dirigenti: tra il 1868 e il 1873 furono erette, al di sopra della zona delle fabbriche, in Raderberg, tre abitazioni per i dipendenti per 24 famiglie ciascuno, nel 1873 un edificio per l’associazione dei consumatori, una scuola composta da 4 classi e due abitazioni per gli insegnanti; sulla riva ovest del fiume due abitazioni per 15 famiglie ciascuna e due per i direttori.

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Negli anni ’70 Albert Schmidt progettò e costruì una fabbrica di saponi con una ciminiera alta 20 m, successivamente tolta. Accanto alla filanda fu iniziato il commercio di lana lavata. A sud dell’area una sorta di stagno, il quale fu fatto per la pulitura dell’acqua di scarico.

Hardt, Pocorny & Co.

Secondo periodo di sviluppo, 1880 – 1898

Il 12 dicembre 1880 bruciò gran parte dell’area: tutto l’interno dell’edificio principale, gli shed dietro e al di sopra della fabbrica, il tetto del magazzino della lana e dei Kontor. Mentre la facciata con il frontone e il lato ovest sono mantenuti stabili dal risalto, il muro a est deve essere demolito per il pericolo di crollo.

Gli edifici a shed al di sopra della fabbrica non furono eretti allo stesso modo. La costruzione interna fu costruita resistente al fuoco: il piano terra fu fatto con una copertura bombata invece che con le usuali travi di legno. Il l pavimento del primo piano fu ricoperto con mattonelle.

Nella copertura del primo piano furono poi poste travi di legno, alle quali fu tolto il rivestimento di lamiera e ricoperte di cemento e mattonelle. Anche la sala delle scale e l’ascensore di nuova installazione furono fatti a prova di fuoco.

Il 2 maggio 1881 la filanda fu di nuovo aperta.

Nel giugno 1881 bruciò l’edificio a sud di quello principale: lavanderia, asciugeria, falegnameria, smistamento e casa degli operai. Ugualmente bruciò il tetto dell’Ala. Durante i lavori di ricostruzione, fu migliorata e ampliata la diga e demolita una parte dell’Ala, così che la strada ne risultò più ampia e i corpi di fabbrica su essa costituivano un’unica fila.

L’anno seguente vennero fatti solo piccoli lavori di costruzione o ristrutturazione.

Il 1 gennaio 1884 fu acconsentito al finora capo direttore Theodor Pocorny di cambiare il nome della ditta: Johann Wülfing & Sohn cambiò in

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Hardt Pocorny & Co. (HPC). Sei anni dopo ci fu la trasformazione in una società con responsabilità limitata.

Vista del 1883

Nel 1890 fu sostituita l’illuminazione a gas con una elettrica con lampade ad incandescenza, così che la HPC fu la prima fabbrica in Germania ad avere un tale impianto di illuminazione.

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Terzo periodo di sviluppo, 1898 – 1974

Nel 1896 fu costruita una casa per i dipendenti su Berghang a ovest del Wupper, cosicché anche la parte dell’Ala usata come abitazione poté essere usata, dal 1898, come filanda.

Nel 1897 si chiuse l’area con un cancello di ferro battuto.

Sezione storica del 1903

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Sezione storica del 1907

Verso la fine del secolo si ampliò l’apparato amministrativo, cosicché l’edificio Kontor da solo non era più sufficiente. Nel 1912 , per la creazione di uffici, fu costruito un edificio di collegamento tra l’edificio principale e il Kontor, simmetrico a due piani (oggi II). L’iscrizione “Anno 1868” non si riferisce all’anno della costruzione di questo edificio, bensì a quella del Kontor.

Sezione storica del 1920

Nel 1921-22 accanto all’impianto di sbarramento fu costruita una centrale idroelettrica (oggi XVII), perché la corrente finora prodotta nella sala caldaie non era più sufficiente. Questo impianto elettrico rese l’Obergraben inutile e perciò fu ricoperto.

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Sezione storica del 1922

Nel 1937 un edificio per abitazioni e uffici amministrativi fu costruito sull’ex colorificio.

Vista del 1940

Nel 1954 fu tolta l’ultima macchina a vapore e nel 1974 la ditta venne chiusa. I posti vuoti furono sfruttati da piccole e medie imprese.

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Vista del 1960

Nel 1997 la diga fu sanata e da qui fu prodotta ancora corrente.

Alla fine di maggio 2003 sono bruciati due magazzini sulla riva del Wupper (X).

Sezione storica del 1949

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Complesso Età Superficie in pianta (m2) Numero piani Superficie totale(m2) I intorno 1832 2447 3 – 5 11418 II 1868, 1912 1005 1 - 5 3414 III antecedente 1870 1059 2 – 3 2311 IV antecedente 1850 1285 2 – 5 2664 V 1870 1617 2 – 3 3612 VI antecedente 1898 429 1 429 VII intorno 1900 580 1 – 2 678 VIII intorno 1900 470 1 470 IX antecedente 1898 1035 1 1035 X antecedente 1898, intorno 1900, 1907 927 + 822 1 1749 XI antecedente 1898 2576 1 – 2 2875 XII 1943, 1949 2076 1 – 2 2870 XIII 1958 289 / 289 XIV antecedente 1898 1153 / XV 1867,1868 384 1 - 2 580 XVI 1867, 1868 842 1 – 2 1449 XVII 1922 690 1 690

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Analisi Storica

sc hi ch ts an al ys e

1899 - 1912

1913 - oggi

1867 - 1870

1871 - 1898

1831 / 1832

1832 - 1850

0 4 0 20 30

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3.2 DESCRIZIONE DEGLI EDIFICI

L’ex azienda Hardt, Pocorny & Co. è situata direttamente sul Wupper nel quartiere di Radevormwald Dahlhausen.

La zona ha una superficie di 3,2 ha ed è delimitata: · a Nord da Wuppertalstraβe e dal fiume Ülfe, · ad Est da Raderbergweg e dal monte Rader, · a Sud dalla diga e dalla centrale idroelettrica, · ad Ovest dal fiume Wupper.

La superficie coperta è di circa 20.000 m2, con una superficie totale di circa 37000 m2.

Nel 1987 alcune parti dell’area sono entrate a far parte della lista dei monumenti da tutelare.

Ci sono due accessi all’area: uno principale a Nord da Wuppertalstraβe ed uno da tempo non sfruttato e chiuso da un cancello, da Radebergweg.

In relazione con l’area sono presenti, dalla parte del monte Rader, le case degli operai e l’ex scuola, mentre dall’altra parte del Wupper, due ville per i direttori e due case plurifamiliari, le quali oggi non hanno nessun uso.

Il terreno così come la maggior parte degli edifici (ad eccezione del complesso XV e XVII) appartengono alla compagnia immobiliare Kiefer di Köln, la quale ne tiene l’amministrazione e dà in affitto i locali.

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COMPLESSO I

Accedendo alla proprietà a Nord, è situato all’inizio della strada interna dell’azienda. Costruito nel 1832 e più volte esteso. Solamente le parti costruite prima del 1880 fanno parte della lista dei monumenti da tutelare. Ha una pianta pressoché rettangolare, segnata da una maglia regolare di pilastri, con una superficie totale di 11418 m2 e 4 piani, di cui i 3 inferiori sono composti da pietre naturali, mentre il quarto da mattoni. La facciata ad Ovest è scandita da 3 risalti con 3 assi di finestre ciascuno, e, al piano terra, una porta centrale con arco a tutto sesto. Le finestre del primo piano sono ad arco a tutto sesto, mentre quelle dei piani superiori a sesto ribassato. A sud, nella parte finale dell’edificio, è stato anteposto l’impianto di un ascensore. Nella facciata Est ci sono 3 risalti, dei quali, i due esterni hanno 3 assi di finestre, mentre quello centrale, più alto, uno. A sud è direttamente collegato con l’edificio adiacente. Il frontone a Sud è intonacato e ornato da una cornice. La simmetria della facciata a nord è disturbata dalla presenza dell’impianto di un ascensore. Le finestre di tutto l’edificio sono in parte ornate con una complessa lavorazione. Le scale centrali sono situate in prossimità del risalto centrale della parete ad Est e costituiscono l’accesso dell’intera costruzione. L’interno dell’edificio è determinato da un sistema di sostegno costituito da colonne più vecchie in ghisa e più recenti in acciaio. Su queste poggiano travi in ferro al primo piano, in legno ai piani superiori. Il pavimento è costituito da mattonelle di terracotta. La struttura del tetto è a capriate.

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COMPLESSO II

Ad esso appartengono l’edificio con gli uffici commerciali (“Kontorgebäude” o “Kontor”) e l’edificio di collegamento, entrambi nella lista dei monumenti (complessivamente 3414 m2). L’edificio di collegamento, in mattoni, unisce al piano terra e al primo piano l’edificio principale e quello situato in prossimità del Wupper e forma, con la sua forma a portale al piano terra, il passaggio verso l’area. La facciata simmetrica a nord presenta 6 assi di finestre

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ad arco ribassato. Il muro di facciata continua sopra il tetto e si conclude con un frontone. La scritta “Anno 1868” si riferisce all’apertura dell’edificio commerciale a ovest. La simmetria degli ordini di finestre nella facciata a sud, rivestita da un intonaco rosso scuro, è disturbata dalle aperture successive. L’accesso risulta principale per l’edificio di collegamento, secondario per quello centrale. All’interno la suddivisione degli spazi è determinata dalla posizione delle aperture.

Il Kontor è a 4 piani in mattoni con tetto a falde inclinate, di cui le facciate Nord ed Ovest sono intonacate. Sui lati Nord e Sud, l’asse centrale di finestre è in risalto verso l’esterno. Sui lati Est ed Ovest, il risalto è costituito da 3 assi di aperture. Le finestre ad arco ribassato sono ordinate simmetricamente e, dalla parte dell’edificio di collegamento, sono parzialmente murate. L’accesso avviene, o attraverso l’edificio anteposto, oppure attraverso le scale a sud. La costruzione portante interna è costituita da una serie di sostegni con travi in legno. A tutti i piani si trovano diversi macchinari. L’edificio commerciale è preceduto ad Est da un edificio ad un piano con la stanza del portiere, dell’altezza del passaggio e, più a Sud, da uno in mattoni a due piani con interassi tra le finestre in rilievo. Il loro ingresso fa da vano scale del primo. Nessuno dei due è nella lista dei monumenti.

Al di sopra di questo edificio anteposto si trova uno stretto ponticello rivestito da lamiera ondulata, che collega l’edificio commerciale a quello principale.

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COMPLESSO III

Collegato all’edificio principale attraverso un vano scale, consiste di un edificio a due piani in mattoni con tetto a shed e da uno con tetto a due falde (2311 m2). A causa della differenza di livello tra Werksweg e l’ex Obergraben, si accede all’edificio, dalla parte del Wupper, dal piano terra, dalla parte opposta, dal primo piano. La facciata occidentale dell’edificio a Nord mostra 5 assi di finestre, dei quali la simmetria al piano terra è disturbata dalle successive

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aperture. Anche l’edificio a Sud mostra 5 assi, i quali hanno solo al piano terra piccole aperture. Verso Obergraben la facciata è resa irregolare dalla diversa forma e misura delle finestre.

L’interno della parte Nord è determinato, al piano terra, da un ambiente basso e senza finestre, a quello superiore da una zona illuminata dalla luce naturale attraverso gli shed. L’edificio a Sud ha, al piano terra, un alto spazio, al piano superiore, uno senza finestre.

COMPLESSO IV

Costituito da tre edifici (in tutto 2664 m2): la cosiddetta Ala, parallela al Wupper; tra questa e il fiume, il Lisseusenbau; a sud un edificio aggiunto. I primi due si trovano nella lista dei monumenti. L’ala è un edificio in pietre naturali, di cui la parte Nord era originariamente a due piani, con un tetto a basilica graduato, quella Sud, divisa dalla prima da un muro, è a 4 piani e ha un tetto a due falde. Le aperture del piano terra della sezione a Nord sono murate e successivamente è stato inserita una porta. Tre assi di finestre determinano la facciata Est dell’edificio aggiunto a Sud, il quale è intonacato al piano terra. La facciata Ovest è diversa a causa dell’introduzione del Lisseusenbau ed è rivestita di intonaco e piastrelle. L’interno della parte settentrionale dell’ala è franata fino alla struttura del tetto, la parte Sud mostra ancora i 4 piani che

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tuttavia non hanno nessuna scala in comune e sono perciò accessibili solo attraverso gli edifici adiacenti.

Il Lisseusenbau è un edificio in mattoni a due piani, con tetto a due falde e lucernario. L’entrata è costituita dal vano scale a Nord, che serve anche l’edificio commerciale. Gli assi delle finestre si orientano con il sistema portante interno, costituito da colonne di acciaio. All’interno, ogni piano è costituito da un’unica ampia stanza, in cui sono ancora presenti i resti dell’apparecchiatura tecnica.

L’edificio in mattoni a due piani, che si trova ad Est del Lisseusenbau e a Sud dell’ala, si apre su Werksweg e ha un tetto a basilica.

COMPLESSO V

Chiude a Sud il complesso III ed è costituito da un edificio, in parte a due piani e in parte a tre, al quale è stata anteposta una costruzione, in parte ad un piano ed in parte a due (complessivamente 3612 m2). La facciata è scandita da 30 assi di finestre che si riferiscono alla disposizione dei sostegni interni, ed è parzialmente intonacata. Alcune aperture sono murate. Sulla facciata orientale sono ancora visibili le aperture del piano terra, ricoperte al momento della

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chiusura dell’Obergraben. L’entrata avviene, dalla parte del Wupper, al piano terra, dalla parte opposta, al primo piano.

COMPLESSO VI

Costituito da un edificio confinante a Sud con il complesso IV, ad un piano in mattoni con copertura a volta in parte rialzata, uno parallelo al Wupper in lamiera ondulata e un capannone a sud ad un piano (429 m2). L’edificio a Nord si apre con una estesa porta verso Werksweg. Il capannone ha due aperture.

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COMPLESSO VII

Costituito da un’abitazione ad due piani e, più a Sud, da un magazzino ad un piano. Entrambi sono in mattoni con intonaco bianco (678 m2). L’edificio

residenziale ha tre assi di finestre su Werksweg, aperte solo al piano terra. Il segno degli archi ribassati al primo piano si riferisce alle precedenti più grandi aperture. L’abitazione e parte del magazzino hanno tetto a due falde, mentre l’altra parte del magazzino una copertura a volta.

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COMPLESSO VIII

Costituito da un magazzino ad un piano, in mattoni, con intonaco bianco e con copertura a volta (470 m2). Chiude a Sud il complesso VII.

COMPLESSO IX

Confina a Sud con il complesso V attraverso un vano di passaggio che collega Werksweg con l’ex Obergraben. All’edificio, ad un piano, con tetto a shed e una serie di colonne centrali, è stata anteposta una costruzione. Entrambe (1035 m2) sono in mattoni. Nella parte rivolta verso il Wupper, nella

quale si trova l’entrata, sono ancora riconoscibili le finestre rotonde, mentre dalla parte opposta, sono state murate. All’interno si trovano alcuni impianti.

La struttura a shed del tetto è un tipico esempio dell’architettura industriale regionale del tempo ed ha quindi un valore di documento storico.

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COMPLESSO X

Confina a Sud con il complesso IX, tramite un magazzino a due piani, e con la centrale elettrica, tramite due ambienti ad un piano (1749 m2) aperti verso l’esterno solo attraverso l’entrata. Tra questi e il complesso VIII c’è uno spazio aperto, attualmente destinato al parcheggio degli autoveicoli, la cui pavimentazione è in asfalto di tipo stradale, separato dal Wupper da un parapetto. La superficie si presenta piana ed ininterrotta, senza cioè dislivelli improvvisi o di rilievo.

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COMPLESSO XI

A Sud del complesso XIV e ad Est del III, consiste di due magazzini ad un piano, ad un’unica navata con tetto in parte a volta e in parte a due falde, e due costruzioni a due piani in mattoni, aperti verso l’esterno, al piano terra attraverso porte, al primo piano attraverso finestre (2875 m2). L’entrata ai magazzini avviene attraverso l’edificio anteposto, oppure a Sud tramite l’edificio confinante. Illuminati tramite lucernari.

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COMPLESSO XII

La costruzione a Sud del complesso XI, è costituita da un unico grande ambiente, in mattoni, con tetto curvo, la cui entrata si trova a Sud (2870 m2).

Illuminato attraverso lucernari. Sotto il magazzino si trova un ambiente basso, aperto verso l’ex Obergraben.

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COMPLESSO XIII

Comprende un locale caldaie alto 28 m, degli anni ’50 del XX secolo (289 m2), e una ciminiera nella parte Sud dell’area. Il primo ha finestre orizzontali su tre lati e all’interno un sistema di sostegno costituito da colonne su molti piani.

COMPLESSO XIV

A Nord del complesso XI, del quale rimangono solo i muri perimetrali (1153 m2). Appena accessibile e invaso dalla vegetazione, mostra solo parte della struttura a tre piani del vecchio edificio. Sul lato Wupper, si trovano finestre ad arco murate e lesene. A Nord confina con un edificio a due piani ormai quasi completamente distrutto.

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COMPLESSO XV E XVI

Entrando nell’area dalla strada principale, sono situati a destra, di fronte all’edificio principale. Situati parallelamente al Wupper, di forma allungata, a due piani in mattoni con tetto a due falde (580 + 149 m2). Dalla parte del fiume ci sono tre piccole costruzioni che disturbano la simmetria della facciata con finestre circolari. A Nord e a Sud sono state anteposte due costruzioni ad un piano. Ad Est è stato aggiunto un edificio diviso in sei parti, ognuna con tetto a falde inclinate, e un’abitazione a due piani, che rende l’originaria facciata con aperture circolari, riconoscibile solo in parte.

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COMPLESSO XVII

A Sud dell’area e confinante direttamente con la diga, c’è una centrale idroelettrica, ristrutturata nel 1996 ed entrata a far parte della lista dei monumenti. L’edificio ad un piano, in mattoni, ha un tetto a due falde e lucernari (690 m2). Sul lato Est sono state introdotte tre porte d’acciaio, le quali lasciano l’originaria alta cornice delle finestre a tutto sesto solo in parte riconoscibile. Il lato Sud è suddiviso da pilastri. Sul lato Ovest, nonostante una costruzione aggiunta, con 5 finestre, è visibile ancora, nella parte superiore, l’arco a tutto sesto della finestra. Il lato Est è collegato al complesso X attraverso diverse aggiunte ad un piano. All’interno, pavimento e pareti sono rivestite da piastrelle. I macchinari, che oggi forniscono corrente elettrica, occupano gran parte dello spazio.

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3.3 LETTURA DEI VALORI

Come Valori sono stati considerati tutti quegli elementi storici, architettonici, paesaggistici, turistici, culturali, ambientali che rivestono un importanza qualificativa del territorio. I valori presi in considerazione sono quindi di natura ideale e non devono essere confusi con quelli degli elementi portanti.

La valutazione viene differenziata con tre gradi: VALORE NULLO

VALORE MEDIO VALORE ALTO

Inoltre viene considerato anche il seguente aspetto:

FACENTE PARTE DELLA LISTA DEI MONUMENTI DA TUTELARE Devono essere considerati sotto più aspetti:

- estetico: l’edificio ha caratteristiche tipiche dell’architettura industriale del tempo

- storico: età dell’edificio

- relativo alla storia del luogo: l’edificio ha avuto un ruolo importante nella storia della produzione e dell’uso dell’area.

E’ importante la protezione della struttura della zona: il parallelismo degli assi (Wupper, edifici occidentali, Werksweg, edifici centrali, ex Obergraben, edifici orientali, Raderbergweg, ex insediamento degli operai) deve essere mantenuto perché si è sviluppato in questo modo non solo topograficamente, ma anche storicamente.

Complesso I: alla base del giudizio “valore alto” stanno i valori di rarità, estetico, ma soprattutto storico, sia per l’età dell’edificio (dal 1831-32), sia per suo il ruolo avuto nella regione (luogo centrale nella storia della produzione). L’intero complesso è riconosciuto come monumento.

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Le integrazioni sulla facciata est (capannoni a un piano, torretta del bagno) sono aggiunte successive le quali, per il loro impiego e per il loro valore storico, non richiedono di sottostare nella lista dei monumenti da tutelare.

Complesso II: l’aspetto più importante alla base della valutazione “valore alto”, è in questo caso, oltre a quello storico (dal 1867-70), quello estetico. Il Kontorgebaude è un tipico esempio dell’architettura industriale del tempo, mentre l’edificio di collegamento caratterizza fortemente l’immagine del luogo determinandone anche l'identità e la specificità territoriale. Gli avancorpi del Kontorgebaude ad est, costruiti con diversi materiali, ne disturbano la facciata principale e, per i loro usi secondari nell’ambito dello stabilimento, non necessitano di nessuna tutela dei monumenti.

Complesso III: è classificata “valore medio” quella parte che corrisponde alla sala caldaie. Qui veniva prodotta la corrente aziendale per il primo edificio e per questo rappresenta, non solo un importante contributo allo sviluppo della produzione, bensì anche un elemento significativo della storia della produzione di energia della HPC. Il valore attribuito è perciò quello relativo alla storia del luogo. Parte della facciata ha anche un valore estetico.

Complesso IV: l’edificio eretto tra l’ala e il Wupper non prende una posizione particolare né per lo stile né per i suoi impieghi. Inoltre disturba l’aspetto del Kontorgebaude e dell’Ala, la quale, come ex abitazione, aveva una vista libera sul Wupper.

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3.4 LETTURA DEL DEGRADO

Sono stati considerati tutti quegli elementi o condizioni di criticità, in atto o potenziali, di degrado o de-qualificazione o alterazione delle risorse essenziali, che caratterizzano in "negativo" il territorio analizzato.

L’analisi del degrado viene vista sotto due aspetti: ƒ tipo di degrado

- d’uso e tecnologica, ad esempio nessuna entrata - statico costruttiva, come la mancanza di sostegni - estetico, come la costruzione di annessi.

ƒ grado di degrado

1- piccoli danni, le riparazioni semplici da fare

2- danni medi, le riparazioni richiedono una certa spesa 3- danni pesanti e gravi interventi

4- le strutture non possono essere conservate.

Il grado di dettaglio dell’analisi dipende dalla scala a cui è riferita. Un’analisi approssimativa, in scala 1:500, si riferisce al corpo dell’edificio, così che in questa fase si prendono in considerazione aspetti come lo stato vuoto, l’accessibilità, il rivestimento, lo stato di rovina.

Con riferimento alla figura, sono stati presi in considerazione le seguenti situazioni:

BUONO STATO

Esterno: vetri integri, le murature perimetrali si presentano in buono stato di conservazione, non sono presenti fessurazioni e gli intonaci non presentano grandi segni di distaccamento.

Interno: agibile, sfruttabile con piccoli interventi sulle rifiniture e nessun provvedimento strutturale.

MEDIO STATO

Esterno: gli infissi sono in parte danneggiati e i vetri spesso rotti, intonaco in cattivo stato, muratura esterna necessitante di piccoli interventi di ristrutturazione.

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Interno: agibile, sfruttabile con pesanti interventi sulle rifiniture e piccoli provvedimenti strutturali.

CATTIVO STATO

Esterno: gli infissi sono decisamente danneggiati e i vetri spesso rotti, intonaco in cattivo stato, muratura esterna necessitante di pesanti interventi di ristrutturazione.

Interno: parzialmente agibile, pesanti interventi sulle rifiniture e pesanti provvedimenti strutturali.

PESSIMO STATO

Esterno: necessitante di gravi interventi di ristrutturazione.

Interno: non agibile, sfruttabile solo con una completa ricostruzione. L’edificio di collegamento del complesso II, ad esempio, è al primo piano sfruttato e completamente risanato, mentre al secondo piano è vuoto e in stato di rovina. Il tratteggio indica queste differenti condizioni.

Oltre al degrado riferito agli edifici, deve essere presa in considerazione la mancanza infrastrutturale nella zona HPC:

- la strada superiore, Raderbergweg, non è adatta per il grande traffico, così che attualmente solo l’entrata principale può essere usata per esso. Qui, tuttavia, l’altezza della costruzione di passaggio (3,90 m) ne limita la possibilità di passaggio

- mancano i rapporti tra Obergraben e Werksweg

- il Wupper non è in nessun posto accessibile, per questo ne è sminuito il valore

- gli spazi aperti sono particolarmente trascurati: presenza di materiali in evidente stato di abbandono e numerosi veicoli parcheggiati, trattamento di alcune superfici con misero asfalto stradale e presenza di strutture e attrezzature di tipo precario.

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3.5 CONCLUSIONI

Confrontando gli studi finora descritti, quindi esaminando gli elementi qualificanti gli edifici e il loro stato di degrado, risulta la necessità di conservare e restaurare gran parte delle fabbriche dell’area.

Accanto a quegli elementi che caratterizzano positivamente il territorio, però, ci sono anche diverse problematiche:

- Dahlhausen dista 4 km dal centro della città di Radevormwald e non ha, a causa di questa distanza e della diversa altitudine, rapporti diretti con essa

- La posizione nella Valle del Wupper non è favorevole, sia per quanto riguarda il clima, sia per la scarsa luce solare.

L’analisi dell’ambiente circostante ha portato ad ipotizzare, come possibile destinazione d’uso, la realizzazione di un centro di istruzione professionale e di uffici in relazione con essa, integrati da abitazioni e servizi.

I principali fattori che hanno portato a questa scelta sono la mancanza di questo tipo di scuole nelle vicinanze e il fatto che essa può costituire un centro attrattore per l’area.

In base, quindi, al confronto delle analisi effettuate e alla destinazione d’uso proposta, siamo arrivati a presentare la seguente planimetria che mostra quali, tra gli edifici esistenti, saranno conservati nel progetto:

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edi fici da co ns ervar e edi fici da de moli re 01 0 4 0 20 30

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