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• Sovrapressione: un’esplosione (evento primario) provoca un’onda di pressione che investendo un’apparecchiatura (bersaglio secondario) la danneggia generando un evento secondario

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Academic year: 2021

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Secondo una definizione riportata in [1] è possibile definire l’effetto domino come

“la propagazione di un singolo evento incidentale a causarne altri con una severità complessiva maggiore rispetto a quella dell’evento primario”. L’effetto domino si può quindi schematizzare come un incidente (evento primario) che genera un vettore di effetti fisici (conseguenze dell’effetto primario) che, investendo un bersaglio secondario provocano un secondo incidente (evento secondario). E’

condizione fondamentale perché si abbia “effetto domino” che la severità complessiva dell’incidente (normalmente valutata con il numero di decessi attesi) sia superiore a quella del solo evento primario. In caso contrario, l’evento secondario può essere trascurato.

I vettori attraverso cui può avvenire una propagazione di eventi incidentali sono tre

• Sovrapressione: un’esplosione (evento primario) provoca un’onda di pressione che investendo un’apparecchiatura (bersaglio secondario) la danneggia generando un evento secondario

• Irraggiamento: un incendio (evento primario) genera energia termica che investendo un’apparecchiatura (bersaglio secondario) la danneggia generando un evento secondario

• Missili: l’esplosione di un’apparecchiatura (evento primario) proietta frammenti della stessa su di un’apparecchiatura vicina provocando un evento secondario

E’ stata constatata da molti anni l’assenza di metodologie per l’analisi quantitativa del rischio (QRA o quantitative risk assessment) inerente all’effetto domino. In particolare, non si disponeva di procedure per la ricomposizione del rischio che comprendessero in maniera adeguata il contributo degli scenari incidentali dovuti all’effetto domino. Inoltre, mancavano modelli sufficientemente affidabili per la determinazione della probabilità di propagazione. Tale carenza è stata recentemente colmata, almeno in parte. Infatti, sono stati compiuti vari studi sulla propagazione degli incidenti per sovrapressione [2, 3, 4], per irraggiamento [5, 6]

e per proiezione di frammenti [7], culminati con una tesi di dottorato in ingegneria

chimica da poco conclusasi [8].

(2)

Grazie a questi studi, è possibile valutare in maniera probabilistica la vulnerabilità di un’apparecchiatura bersaglio colpita da un’intensità di irraggiamento o da una sovrapressione di picco. Non esistono invece modelli sufficientemente affidabili per la valutazione del danneggiamento di un bersaglio colpito da un frammento.

Occorre inoltre sottolineare che, fino a questo momento, la proiezione di frammenti è stata considerata solo come un vettore di propagazione degli incidenti. Nasce invece l’esigenza di valutare il contributo diretto di questo fenomeno sul rischio complessivo, in particolar modo per gli impianti off-shore.

Infatti, in queste strutture “ad elevato grado di congestionamento” le sorgenti di missili ed i bersagli (intesi sia come apparecchiature di processo sia come operatori) si trovano in stretto contatto. La messa a punto di una procedura completa per la valutazione del rischio connessa alle diverse sorgenti di frammenti appare quindi fondamentale.

Il presente lavoro di tesi si pone perciò l’obiettivo di modellare il danneggiamento di un’apparecchiatura bersaglio colpita da un frammento. Il punto di partenza sarà l’individuazione e la caratterizzazione delle tipologie di frammento che possono essere generate in un impianto chimico. Uno studio sui fondamenti della teoria dell’impatto e del successivo danneggiamento fornirà la base per l’analisi dei modelli di danneggiamento già disponibili in letteratura. L’applicazione di tali modelli ai sistemi precedentemente caratterizzati ne consentirà poi la validazione.

Sarà messa a punto, infine, una procedura per la valutazione del rischio connesso

alla proiezione di frammenti. Questa sarà applicata all’analisi di un layout di

impianto off-shore, evidenziando l’efficacia dei modelli di danneggiamento

elaborati.

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