CONCLUSIONI
“Qualche volta un progetto cerca qualcosa e finisce per trovare qualcos'altro, qualcosa che non si conosceva, qualcosa d'insperato e molto più grande di quello che stavamo cercando. Gli inglesi hanno un termine per spiegare questo fatto, un termine che non è traducibile in italiano: serendipity. Già proprio così, i principi di Serendip della favola erano in viaggio e per caso trovavano sempre qualcosa di nuovo, di più grande, qualcosa che nessuno si aspettava. Del resto anche Colombo stava cercando qualcos'altro invece che un nuovo continente.”
Queste parole con le quali Marco Mannucci inizia il suo articolo
“Riflessività per formare”
1dedicato alla formazione dei docenti, a me sono sembrate perfette per terminare il mio lavoro. Ho iniziato parlando della
“valutazione”, un termine che sentiamo spesso pronunciare e che ci circonda in molte e diverse situazioni. Il progetto era quello di fare uno studio imparziale, oggettivo della valutazione del sistema per arrivare poi a descrivere la valutazione a scuola e, soprattutto, analizzare nello specifico come vengono valutate e verificate le competenze linguistiche e comunicative degli studenti dentro e fuori il contesto scolastico.
Tra i tanti libri letti e consultati per la stesura della mia tesi, uno mi ha accompagnata dall'inizio alla fine, ovvero “Lettera ad una Professoressa” scritto da Don Milani e dai suoi ragazzi alla scuola di Barbiana. Il libro, del 1967, mi è sembrato sotto molti aspetti più attuale che mai, e mi ha aiutata nella mia riflessione sulla valutazione delle competenze linguistiche che, poco a poco, è diventata una riflessione più generale sulla scuola, sui ragazzi e sul rapporto che hanno con i propri insegnanti. Leggere quelle pagine mi ha fatto venire voglia di entrare di nuovo nelle classi per scoprire cosa si nasconde dietro i volti dei tanti ragazzi che entrano ed escono dalla nostra scuola. Parlare con i professori del Liceo Linguistico “Eugenio Montale” di Pondera, lo stesso liceo dove non molto tempo fa sono stata una studentessa, ascoltare i dubbi e le aspettative degli alunni che adesso occupano quei banchi, mi ha fatto ricordare perchè scelsi di studiare
1 M. Mannucci (2010), Riflessività per formare, in Mannucci M. (a cura di), Prassi per apprendere :pratiche di insegnamento centrate sulla relazione, Tagete edizioni, Ponsacco, pp.12-13.