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La funzione del CrCL è quella di opporsi all’intrarotazione, iperestensione e traslazione craniale della tibia rispetto al femore (Arnoczky, 1977) contribuendo attivamente alla stabilizzazione del ginocchio durante i suoi movimenti

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Academic year: 2021

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INTRODUZIONE

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La rottura parziale o completa del legamento crociato craniale(CrCL) del cane rappresenta uno dei problemi più comuni che l’ortopedico veterinario si trova ad affrontare nella pratica quotidiana (Wilke, 2007- Lampman, 2003).

La funzione del CrCL è quella di opporsi all’intrarotazione, iperestensione e traslazione craniale della tibia rispetto al femore (Arnoczky, 1977) contribuendo attivamente alla stabilizzazione del ginocchio durante i suoi movimenti.

Qualora il CrCL si dimostri incompetente, cioè incapace di svolgere la sua attività stabilizzatrice, sia in caso di lesione parziale o ancor più chiaramente in caso di rottura totale, si avranno alterazioni del normale movimento tra le superfici articolari del ginocchio e la conseguente distribuzione anomala dei carichi sulle cartilagini sarà responsabile di osteoartite e dolore (Tashman, 2004). L’anatomia stessa del ginocchio, fa si che durante l’appoggio, si crei una forza di spinta craniale fra femore e tibia che nel ginocchio sano è limitata soprattutto dal legamento crociato craniale (Butler,2011) e secondariamente dai menischi, muscolatura, capsula articolare, e legamenti collaterali (Pozzi, 2006). Nel ginocchio con lesione del CrCL questa forza di scivolamento non è contrastata, giustificando lo slittamento craniale della tibia messo in evidenza con il test del cassetto e quello di compressione tibiale in caso di diagnosi di incompetenza del CrCL (Henderson & Milton, 1978).

Nel corso degli anni sono state presentate diverse tecniche chirurgiche per stabilizzare l’articolazione del ginocchio con crociato craniale non funzionale (Aragon, 2005).

Queste vengono classificate in intra-capsulari, quando prevedono la sostituzione o ricostruzione del legamento, extra-capsulari, quando la stabilizzazione è data dalla trasposizione di strutture periarticolari o 


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dall’applicazione di suture esterne all’articolazione e tecniche che modificano la geometria della tibia prossimale, cambiando la biomeccanica del ginocchio col fine di annullare la forza di spinta craniale (Cranial Tibial thrust) della tibia in fase di appoggio (Slocum

& Slocum 2000- Tepic, 2002). In quest’ultimo gruppo vi sono l’intervento di livellamento del piatto tibiale (TPLO-Tibial Plateau Leveling Osteotomy) messo a punto da Slocum nel 1993 e l’avanzamento della tuberosità tibiale (TTA- Tibial Tuberosity Advancement) proposta dalla scuola veterinaria di Zurigo nel 2002 ad oggi considerati tra i più popolari ed efficaci nel fornire una stabilizzazione dinamica all’articolazione femorotibiorotulea (Boudrieau, 2009). I modelli teorici dei due interventi partono da presupposti biomeccanici diversi tra loro. Secondo Slocum (Slocum &

Slocum 1993) la forza di scivolamento craniale della tibia è proporzionale e dipendente dall’inclinazione del piatto tibiale e dalla forza compressiva che attraversa il ginocchio in fase di appoggio.

Questa forza sarebbe pressoché parallela all’asse meccanico della tibia ed incontrando un piatto tibiale inclinato caudalmente, si dividerebbero in due componenti tra loro ortogonali, una perpendicolare ed una parallela al piatto tibiale (Shear force).

Attraverso un taglio circolare della tibia prossimale è possibile ridurre l’angolazione del piatto tibiale annullando lo scivolamento craniale della tibia e dunque l’instabilità durante l’appoggio.

Il modello biomeccanico proposto da Tepic nel 2002, ideatore della TTA ,in contrasto con quanto postulato da Slocum, presuppone che la forza totale che passa attraverso il ginocchio durante l’appoggio, similmente a quanto avviene nell’uomo (Nisell, 1986), non è parallelea all’asse della tibia bensì al tendine tibio-rotuleo (Tepic, 2002). Anche questa forza è la risultante di due componenti tra loro ortogonali, una compressiva ed una di scivolamento, parallela al piatto tibiale e diretta cranialmente in estensione e caudalmente in flessione.


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Secondo questo modello lo scivolamento craniale della tibia è dipendente dall’angolo tra il tendine tibio-rotuleo e il piatto tibiale (PTA). Nel momento in cui il PTA misura 90°viene annullata la forza di scivolamento craniale.

Avanzando cranialmente la tuberosità tibiale fino a rendere il tendine tibio-rotuleo parallelo al piatto tibiale in fase di appoggio, si neutralizza il tibial thrust craniale stabilizzando dinamicamente il ginocchio con CrCL incompetente. Per ottenere la mobilizzazione della tuberosità tibiale e il suo successivo avanzamento, la tecnica prevede l’esecuzione di un osteotomia lineare ortogonale al piano sagittale della tibia. Successivamente uno spessore in titanio si interpone tra La tuberosità tibiale e il corpo della tibia e con l’uso di un impianto dedicato si fissa la cresta tibiale nella nuova posizione.

Al WVOC del 2010, Petazzoni presenta una modifica alla TTA, eseguita con taglio circolare (cTTA) senza dare indicazioni in merito alla tecnica chirurgica e alla metodica per calcolare l’avanzamento richiesto (Petazzoni, 2010).

A partire dai presupposti biomeccanici della TTA e dalla validità del razionale teorico proposto dal suo ideatore, con questo lavoro si intende descrivere un intervento di TTA modificato con taglio curvilineo, fornendo i criteri del planning preoperatorio, la procedura chirurgica e diverse modalità di fissazione della tuberosità tibiale osteotomizzata nella nuova posizione. Vengono inoltre descritti sei casi clinici in cui è stata utilizzata la nuova tecnica, dalla presentazione ai follow up post operatori a lungo termine.

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