2 Riconoscimento di una droga vegetale:
come procedere
Il riconoscimento di una droga comporta una serie di operazioni (Fig. 2.1). In primo luogo si accerta se la droga è organizzata oppure no. L’organizzazione ha come base la cellula e consiste nella riunione di più cellule tra loro intimamente correlate dal pun- to di vista funzionale, in maniera da costituire tes- suti ed organi più o meno specializzati. Di regola l’e- same macroscopico è sufficiente per accertare l’or- ganizzazione, anche se è l’esame microscopico che svela la struttura cellulare che sta alla base dell’or- ganizzazione.
Eseguita la diagnosi generica, si passa a quella morfologica, che accerta in quale gruppo d’organi o di tessuti vegetali (per le droghe organizzate), o in quale classe di sostanze (per le droghe non orga- nizzate) la droga in esame può essere classificata.
Così, nel caso di una droga organizzata, si stabilirà se essa è costituita da foglie, fiori, semi, radici o al- tro. In genere è sufficiente l’esame macroscopico o il rilievo di altri caratteri.
Eseguita la diagnosi morfologica, si passa alla dia- gnosi specifica (identificazione), limitando l’analisi
soltanto al gruppo accertato. Alla diagnosi specifica si arriva mediante un preciso ed accurato rilievo dei caratteri organolettici, morfologici, (macro e micro- scopici), fisici, chimici e fisico-chimici. Di solito per le droghe organizzate sono sufficienti i caratteri or- ganolettici e l’anatomia macroscopica per raggiun- gere la diagnosi specifica; solo in alcuni casi può es- sere indispensabile ricorrere all’anatomia microsco- pica per passare da una diagnosi specifica di probabilità ad una di certezza: più eccezionale anco- ra è la ricerca di particolari caratteri fisici e chimici.
Per le droghe non organizzate la diagnosi speci- fica risulta molto più difficoltosa. È vero che per al- cune di esse sono sufficienti l’aspetto ed i caratteri organolettici per formulare una diagnosi specifica di probabilità, ma per moltissime altre bisogna ri- correre ad accurati esami chimici, fisici, cristallo- grafici ed a volte anche biologici, prima di poter porre una diagnosi specifica sia pure di probabilità.
Quanto abbiamo appena riferito riguarda le dro- ghe nella loro condizione primitiva, cioè come ci vengono fornite dalla natura, con quel minimo di trasformazioni indispensabili per la loro conserva- zione e per il loro confezionamento “commerciale”.
Tuttavia va ricordato che le droghe originarie pos- sono essere variamente e profondamente trasfor- mate (polverizzate), perdendo così alcuni o tutti gli elementi caratteristici che ne permettevano il rico- noscimento. Nei casi estremi resta comunque la reazione chimica caratteristica del più importante principio attivo della droga originaria e nella eve- nienza che questa reazione non sia nota o non ab- bia specificità o abbia scarsa sensibilità resta l’atti- vità biologica che permette in ogni caso l’identifi- cazione della droga.
Pertanto il riconoscimento di una droga può comportare esami ora semplici, ora complessi, che Diagnosi generica
Accerta se la droga è organizzata
Diagnosi morfologica
Accerta l’organo o il tessuto vegetale
Diagnosi specifica
Consente l’identificazione in modo definitivo
Identificazione della droga
Fig. 2.1. Procedura per il riconoscimento di una droga
vanno dall’esame organolettico a quelli relativi al- la morfologia macro e microscopica, alla misura- zione lineare ed angolare di varie parti (cristallo- grafia), alla solubilità, all’aspetto UV, al punto di fu- sione, all’indice di rifrazione, al comportamento cromatografico ed elettroforetico, alla reattività ver- so particolari reattivi, alle prove biologiche, ecc.
Durante le operazioni di riconoscimento di so- lito vengono alla luce anche eventuali frodi, cioè si riesce a svelare in molti casi se la droga è stata in parte o totalmente sofisticata oppure adultera- ta (con varietà di minor pregio, con specie gros- solanamente somiglianti, con polvere di altra na- tura, ecc.).
6 Farmacognosia applicata. Controllo di qualità delle droghe vegetali