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Doveri degl’ispettori.N. 25.

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Q u e s t a b e ne diz ione confermò con effusione del suo p a ­ terno cuore il giorno 3 del corrente M a rz o, q u a n d o p e r mezzo di mia lettera gli vennero presentate le felicitazior,i di tutta la nostra P i a S o c ie tà pel suo Pontificale G i u b i l e r , co m e ci venne com unica to d a S . E . R e v .m a M ons. R i ­ naldo A n g e li, suo segretario particolare. — R ic onosc enti ringraziamo vivamente il S ig nore e contin uiam o a p re g a re fervorosamente per la sua preziosa conservazione.

Intanto i D iretto ri si dia no prem ura di co m u n ica re ai loro dip e n d en ti e spe cia lm e nte agli alunni queste Pontificie B e ­ nedizioni, esortandoli a d unirsi a noi nel p reg a re pel S o m m o Pontefice.

S o n o p u r lieto di mandarvi, unitam ente alla presente, il sunto delle deliberazioni prese nell’ultimo C a pitolo G e n e ra le .

D o v e r i d e g l ’is p e tto r i.

N . 25.

Torino, Solennità del S. Natale di N. S. G. C., 1902.

M ie i carissim i Ispettori,

" A p p a r v e la grazia di D io nostro S alvatore n, le ggem ­ mo nell’epistola della scorsa notte : sì, la grazia a i N o stro S ignor G e s ù Cristo, sempre scesa ab b o n d a n tis sim a sulla n o ­ stra pia S o cie tà, c r e b b e di molto dal giorno in cui ci siamo in tieram ente , noi e tutta la Società insieme, consacrati al S a ­ cratissimo C u o r e di G e s ù . D o p o di allora c o m inciò u n a si­

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stemazione fra noi più co m p a tta ; furono erette c a nonic am e nte le Ispettorie e si sistemarono con precisione i N oviziati: da allora entrò fra di noi, c oll’aiuto di vari consigli ed o r d i ­ nazioni della S a n ta S e d e , una nuova vita, quasi un nuovo ordine di idee, una nuova b ram a di sistemare a n c h e le più p ic cole nostre cose p e r r en d e rle ognora più conformi alle viste della C hiesa, e così consolidarle e r en d e rle im ­ periture.

M i è caro pertanto prende re questa occasio ne delle feste Nata lizie p e r rivolgermi a voi, o miei carissimi Ispettori, c e r ­ care di stringerm i sem pre più a voi, e trattenerm i con voi di varie cose della più alta importanza, c h e rig u ard an o il b e n e universale della nostra P i a S o c ie tà e spe cia lm e nte l’ul­

tima e definitiva sistemazione delle nostre Ispettorie.

S ì: la cosa, di cui mi pare siavi al p rese n te maggio r b i ­ sogno fra noi, si è a p p u n to di consolidare l'organizzazione delle nostre Ispettorie. G ià da molto tem po si te n d e a q u e ­ sto, e già D o n Bosco, nel C a p ito lo G e n e r a le secondo, d i ­ spose che si trattasse a fondo questo argomento, e fu allo ra c h e fece com pilare il R e g o la m e n to p e r l'isp e tto re, attorno al q uale lavorò esso stesso con tutta l’attenzio ne e d affetto.

In ques t'a n n o poi ( 1 9 0 2 ) si fece a questo rig uardo un passo grandissim o e decisivo, c h e io, non avendo avuto occasione di com unicare ufficialmente, vi com unico ora, p re n d e n d o q u e ­ sta circosta nza per farlo. V i an nunzio perta nto , che , con d e ­ creto 20 G e n n a io di questo medesimo anno, furono erètte ca n o n ic a m e n te le nostre Ispettorie in num ero di 3 1 , le quali, con d u e già formate e non ancora ca n o n ic am e n te erette ( S a ­ cro C u o r e e M e ssic o ) , formano il bel num ero di 33, cor­

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rispondente ai 3 3 anni c h e visse il D iv in R e d e n t o r e in q u e ­ sta terra. D e tt e Ispettorie sono:

Italia In g h ilterra

Ispettoria P ie m o n t. T ra sp a d a n a Ispettoria Inglese t! P ie m o n t. C ispadana

P a l e s t i n a e d E g it t o n L o m b a rd a

il L ig u re

n O rientale

n V en e ta A m e r i c a d e l Su d

n E m ilia n a n A rg e n tin a

il R o m a n a n della P a ta g o n ia S e tt. e

n N a p o le ta n a C entrale

li S ic u lo n d ella P a ta g o n ia M erid .

F r a n c ia e Terra d el Fuoco

n F rancese d el S u d il U ru g u a y e P a r a g u a y il " d el N o r d n B ra silia n a del S u d

B e l g i o " d e l N o r d

li . B e lg ic a n del M a tto Grosso

n C hilena

S p a g n a n

d el P erii e B o liv ia

il C a ta la n a n E q u a to ria n a

il C a stigliana n C olom biana

n A n d a lu s a n V e n e zu e la n a

P o r t o g a l l o n S ta ti U n iti d e ll’A m e r .

il P ortoghese d e l N o r d :

O r a essendo le Ispettorie c a n o n ic am e n te erette e d e q u i­

p ara te alle varie P rovinc ie in cui si dividono ordin aria m ente gli O r d i n i Religiosi, e d essendo b e n stabilita ciascuna col

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suo Ispettore, è di somma im portanza m ettere tutto il nostro im pe gno affinchè esse funzionino b e n e e possano ren d e re alla nostra P i a S o c ie tà q u e l l ’utile morale c h e d a esse han ragione di ripromettersi i S uperiori e la C hiesa . Io perta nto ho bisogno di rivolgermi a voi, cari Ispettori, a voi che siete i miei più validi aiuti e con voi p re n d e re q uelle intelligenze particolari che anc ora si richiedono a d a r l'ultim a mano a questa g r a n d ’opera, affinchè, perfezionato e consolidato l’or­

ganismo, la vita che parte, direi così, dal C a p ito lo S u p e ­ riore, per mezzo vostro, sc e n d a nei singoli m em bri della nostra S o c ie tà , e si faccia p ro c e d e r tutto con moto uniforme, secondo lo spirito inspiratoci da D o n Bosco e d approvato dalla C hiesa .

St u d i o e d o s s e r v a n z a d e l Re g o l a m e n t o d e g l i Is p e t t o r i. I. E prim a di tutto, e sopra tutto, esiste, com e già dissi, e d è nelle mani di ciascuno di voi, il proprio R e g o la m en to . Q u e s t a è la gu id a che si d eve seguire. L e g g e te lo a t te n t a ­ m ente e tenetevi b e n fermi a d esso, eseguendolo es attam e nte ; così si vedrà se occorra q ualche aggiunta o miglioria, il che, o cc orre ndo, si potrà fare nel prossimo C a p ito lo , in cui si avranno a rivede re tutte le D eliberaz ioni p e r proporle all’a p ­ provazione della S a n ta S e d e . C r e d e te lo pu re, miei buoni Ispettori : il b u o n a nda m e nto della nostra S o c ie tà sta per la più gran p a r te in voi, sta cioè in questo, c h e voi osser­

viate il vostro R e g o la m e n to , sia per la p a r te c h e riguarda voi individualm ente , sia p e r q u a n to do v ete far eseguire ed i n d i c a r e agli altri. C ia s c u n o di voi è co m e la ru o ta m a e ­ stra del bu o n funzionamento della Ispettoria intiera. S e d a v ­

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vero am ate D o n Bosco, se am ate la S o cie tà S ale sia n a leg­

g e te lo più volte, m editatelo, osservatelo esattam ente.

C o n v e rrà p erta n to c h e o rdiniate il vostro uffizio colla r e ­ golarità prescritta al vostro regola m ento: c h e vi provvediate e te niate in ordine tutti i registri e l ’archivio d e ll’lspettoria : sarà pur opportuno scrivere la cronaca d e ll’lspettoria, o m eglio d e ll’uffizio d e ll’ispettore. A co m piere tutto questo sarà necessario farvi aiutare ; perciò scegliete nel persona le, per segretario, q u a lc h e sacerdote od an c h e p e r ora un se m plic e chierico (se non p o te te avere un sa cerdote) che g o d a la v o ­ stra confidenza e quella dei vostri d ip e n d en ti, e c h e voi avrete cura d ’istradare nell'im portante suo uffizio. C o n v e ri à che nel dar la nota del personale pel catalogo del 1903 già lo designiate.

Cu r a d e i Di r e t t o r i. 2. L a cura speciale e più attenta d e ll’ispettore d eve ri­

volgersi sopra ogni singolo direttore. S iate i consiglieri a m a ­ bili dei vostri direttori, siate com e ì loro p ad ri, ì loro c o n ­ solatori, il loro aiuto, il loro sostegno, il loro pacificatore.

Il p re c o c e sviluppo della nostra S o c ie tà fece sì, c h e si d o ­ vettero e che si devono, alle volte, mettere alla testa d elle ca se direttori giovani, alquanto inesperti e non in tieram ente formati. S ta a voi dirigerli, d a r loro norm e o p portune, a n ­ darli a trovare con frequenza, trattarli con tu tta carità, af­

finchè vi a p ra n o il cuore e non facciano novità di q u a lc h e im ­ portanza senza in tendersi con voi. P e r unire sempre più i direttori ai propri Ispettori il C a p ito lo S u p e rio re non riceverà, p a r regola generale, le richieste di p erso n a le, d i perm essi speciali, di sussidi, se non vengono d a g l’ispettori; e non li

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trasm etterà se non p e r mezzo degli Ispettori stessi. P e r s u a ­ detevi che le fatiche che s p e n d erete attorno ai direttori p e r aiutarli e formarli b e n e , sono le fatiche più b e n e spese. S e voi farete tante opere e non formate dei b uoni direttori, voi non potete dirvi Ispettori p r u d e n ti e d oculati; f a c e n d o molto riuscirete a p o c o : mentre al contrario se s p e n d e r e te le vostre fatiche nel formare buoni direttori, son per dire c h e anche f acendo poco, potete tenere d ’aver fatto molto.

Ri u n i o n e d e i Di r e t t o r i. 3. A m a n te n e re lo spirito, la concordia, a ce m e n ta re la fraternità giova molto il r a d u n a re di q u a n d o in q u a n d o i d i ­ rettori. D o n Bosco si serviva, nei primi tempi, di questo mezzo e soleva specialm ente radunarli alla festa di S. F r a n ­ c e s c o di Sales, tanto che nelle Costituzioni, al C a p . I X , art. 3, dic e : n el q u a l tem po tu tti i direttori d elle case p a rti­

colari sogliono essere convocati. Q u e s t a fu una pratica, la q u a le p ro d u sse del gran b e n e nei tem pi passati, q u a n d o p o ­ c h e era no le case. C o l moltiplicarsi a grandi distanze le m e ­ d e s im e , ciò non fu più possibile; ma quello che non è più agevole p e r tutta la nostra P i a S ocie tà, è molto facile per c i a s c u n a Ispsttoria ; io c re d o c o nve nie nte ricordarlo e d i n ­ culcarlo p e r c h è sono persuaso che produrrà anc ora del gran b e n e ora e d in avvenire. O ltr e a dar occ asione all’isp e t­

tore di parla re con ciascun diretto re, queste rad u n a n ze d a n ­ no an c h e com odità di fare con tutti ì direttori insieme q u a l­

c h e c o n cerenza, in cui l'ispettore avrà l’occasio ne di r a c c o ­ m a n d a r e le cose più im portanti pel b u o n a n d a m e n to di tutta l ’Ispettoria ; e se ntendo p u re ì loro pareri, p re n d e re quelle

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disposizioni, che, in conformità dei nostri regolam enti, se m ­ b re ra n n o più op p o rtu n e ai bisogni delle varie case.

O l t r e a queste riunioni sarà tanto profittevole il tenervi in f re q u en te relazio ne sia con lettere, sia colle visite personali.

Cu r a d e l l e Ca s e. 4. Si a b b i a però anc he sem pre il pensiero sopra ogni casa particola re ; i bisogni di ciascuna delle vostre ca se d e ­ vono essere com e i bisogni vostri; gli interessi di ogni c a sa siano gli interessi vostri, com e le disgrazie di una ca sa dovete considerarle com e le disgrazie vostre. T e n e t e a d u n q u e tu tte le vostre case in egual dilezione, prestatevi per tutte, sacrificatevi per tutte. N o n avvenga mai di d ire: 11 la tal casa non c o r ­ risponde, io l’a b b a n d o n o ”, o 11 la tal casa va p ro sp eran d o , io la p re d ilig o " . T u t t e son vostre e, com e un p a d r e che ha più figli, gli uni più belli, gli altri più brutti, gli uni di maggio r ingegno, gli altri m eno, gli uni di maggio r sanità, e q u a l ­ cu no m alaticcio e difettoso, se vuol essere bu o n p a d r e di f a ­ miglia d e v e am are tutti ugualmente ; anzi, se dovesse fare qualche distinzione, questa d o v reb b e essere a favore del m eno privilegiato d a natura, così dovete far voi. A m arle tutte u gual­

m ente le vostre case ; ma se aveste d a fare q u a lc h e p r e fe ­ renza, farla per la casa più povera, più disgraziata, più b iso ­ gnosa, a iutandone e d incoraggiandone specia lm ente il direttore.

Vi s i t a Is p e t t o r i a l e. 5. A n im a to d a tale spirito d ’im parziale affetto verso le diverse sue case conviene che l’ispettore si rechi più volte, potendolo , a visitarle. A l prin cipio d e ll’an no vi è il perso-

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naie d a sistemare; se l’is pe ttore si può r e c a r e nelle singole case, si assicura c h e questa sistemazione si faccia se condo i suoi desid eri, e toglie i direttori da molti imbrogli. A v v ie n e poi che ciasc una casa faccia q u alch e festa sp e c ia le ; l ’i s p e t ­ tore può recarsi a qu alcu n a di queste, e p e r darle lustro, e p e r consigliare i modi migliori per trar profitto d a queste fe­

ste, e p e r dirigere, o consolare, o tranquillare q u a lc u n o sgra­

ziatam ente squilibrato. P u ò a n c h e avvenire che q u a lc h e d iret­

tore si trovi in qu alch e im broglio speciale pio d o tto o d a dif­

ficoltà finanziarie o d a esigenze di autorità civili od e c c l e ­ siastiche : una visita d ell’ispettore, oltre che consola g r a n d e ­ m e nte e toglie i tim ori e le titubanze serve a d a re alle cose la vera piega che dev ono p r e n d e re .

M a bisogna notare b e n e c h e almeno u n a volta all’anno de v e farsi la V isita Ispettoriale, che è cosa b e n div ersa d a queste visite di occasione. U n V e s c o v o può a n d a r e più volte, p e r vari motivi, in un p a e s e , e farvi del gran b e n e ; m a la visita P astorale è altra cosa. N e ll a visita Ispettoriale bisogna c h e l’ispettore si fermi in una casa q u a n to occorre, e che non p arta senza aver fatto tutto quello c h e è indic ato nel R e g o la m e n to d e l l’is pe ttore a questo riguardo.

Re n d i c o n t o a l Re t t o r Ma g g i o r e

DI CIASCUNA V ISITA ISPETTO RIA LE.

6. P e r riuscire ord in atam e n te potete tenere, com e g uida delle vostre visite, il m odulo di R e n d ic o n to che dovete fare, di ciascuna casa, al R e tto r M aggiore. Q u e sto r e ndic onto do p o la visita è di massim a im portanza e ve lo r ac co m a n d o c a l ­ d am en te . A n z i vi esorto a farlo im m e d ia ta m e n te dopo la

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visita, affinchè nulla d ’im portante venga dim e ntic ato. E sso va fatto coscienzio samente e completo, p e r c h è al S u p e r i o re M a g g io r e nulla d e v 'e s s e r e celato. B a d a te solo a non lasciarci portare dalle im pressioni m o m entanee, p e rc h è allora si co r­

r e r e b b e pericolo di es agerare o di non essere imparziali.

C o n v ie n e anzi che questo rendiconto lo r edigiate in d o p p ia copia, una la co nserverete nell’archivio, l’altra la sp e d ire te a me.

Co s e c h e m e r i t a n o

SPECIALE A TTEN ZIO N E NELLA VISITA.

7. S e b b e n e in quel m odulo siano in dicate le cose che d ev o n o o c c u p a r e la vostra attenzione, tuttavia cre do b e n e di aggiungervi qui alcuni altri punti di massim a importanza.

a) O sse rv a te com e è coltivata la p ie tà e la moralità.

E s s e sono le basi principali su cui si app o g g ia il buon a n ­ d a m e n to spirituale delle case. B a date se le orazioni si d i ­ cono b e n e ; se si fa la meditazione e la lettura spirituale s e condo le prescrizioni delle D eliberazioni C a p ito lari; se si fanno le funzioni nei dì festivi e feriali secondo le prescri­

zioni stesse; se vi è la fre quenza ai S S . S acra m en ti; se si d ia b e n e , divota m e nte, s ; m p r e la b e ne diz ione della tavola se condo la tabella, e se se ne faccia nel d e b ito m o d o il rin graziamento ; se si fa regolarm ente la lettura a tavola, e, q u a n d o arriva il B o lle ttin o , se si d à s e m p re la preferenza a quello. C o s ì delle altre novità salesiane e spe cia lm e nte se si tien conto delle circolari mensili, in form andone ezian­

dio il p erso n a le p e r la parte che lo riguarda.

A d o p r a te v i per provvedere confessori pii e d istruiti, che

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ispirino confidenza nei confratelli e negli allievi. O s s e rv a te se p e r le confessioni si pratica, e sattam e n te il d ec reto del 24 A p r i l e 1901, C o n v ie n e rac c o m a n d a r e c h e i confessori f acciano o rdinariam ente uso della stola violacea nel d isim ­ p e g n a r e il loro sublime uffizio; che non a b b r a c c i n o i p e n i ­ tenti n ell’ascoltare le confessioni, possibilm ente si ascoltino senza to c ca re la loro faccia; o, se non si p u ò fare a meno, te ngano la m ano o fazzoletto in m odo d a avvicin are la bocc a d e l penitente all’orecchio proprio e così im p e d ire che i vi­

cini odano.

b) U n a cosa D o n Bosco consid erava co m e la chiave m aestra p e r far p ro c e d e r e b e n e le case, e nello stesso te m ­ po curare la vocazione nei confratelli, e d è che non si tra ­ lascino mai dai direttori le d u e conferenze mensili e mai non si tralasci di ricevere i rendiconti dai confratelli. V c i i n ­ formatevi b e n e se queste cose si fanno, se si fanno rego­

larm ente, posatam ente, con vero profitto; inculcate, in se g n a­

te, fate v e d e re il m odo di sormontare gli ostacoli, ma a ssi­

curatevi che questo si faccia bene.

c) C o n v e rrà che osserviate pure in che m odo i s a ­ ce rdoti ce le b ra n o la santa M e ssa, avvisando o fac en d o a v ­ visare quelli che la celebrassero troppo in fretta, senza p r e ­ parazione, senza divozione, senza il debito ringraziamento.

N o n sarà fuor di proposito invitar or l’uno or l’altro dei sa c e r ­ doti a recitare insieme a voi il santo Uffizio, per vede re se si recita col necessario rispetto, ca lm a e divozione.

d ) C o n v e rrà pure osservare com e impiegasi g e n e r a l­

m e nte il tem po dai Salesiani, sp e cie dai chierici c h e v a n ­ no c om piendo il triennio di lavoro pratico: se si o c c u p a n o

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nella traduzione degli autori latini segnati nel p rogram m a dal C onsig liere S colastico e nella lettura dei libri in lingua volgare dal m e desim o indicati. Si assicuri l ’ispettore c h e nessuno si ab b a n d o n i a letture pericolose e proibite. R a c ­ com andi ai direttori di aver cura speciale di questi c h i e ­ rici, sia per mantenerli nel fervore e b u o n a volontà che o r ­ d ina riam e nte portano dallo studentato , sia p e r avviarli con p a t e rn a assistenza nel disim pegno dei loro uffìzi, sia p e r portare un retto giudizio q u a n d o si tratterà d ella loro a m ­ missione alla professione perpe tua.

e) E sa m in i l’ispettore com e sono te n u te le d e c u r ie e i registri scolastici. A b b i a pur l’occhio p e r vede re se vi è l’archivio e com e tenuto, se in esso si conserva c opia d e - gl'istrumenti d 'ac q u isto e di vendite, le convenzioni e tutti i do cu m en ti di q ualche im portanza riguardanti le singole C a s e .

O sservi se vi è, e com e si redig e la cro n a ca della casa;

e se non fosse de b ita m e n te redatta, dia gli opportuni or­

dini e stabilisca b e n e chi, e come, e d a n c h e q u a n d o essa d e b b a esser r ed a tta e com piuta. E d an c h e aiuti a com pirla quei direttori che, p e r essere nuovi, non conoscessero ancora c o r r e si faccia, o che non fossero istruiti sugli antec ede nti della casa. O sservi an c h e se si scrive la biografìa di quei soci defunti che paiono maritare sp ecia le com m em orazio ne.

f ) P e r s u a d e te i vostri direttori c h e uno d e i mezzi per conservare la moralità fra gli allievi si è di non lasciarli a n d a r a casa alle vacanze di N a ta le , C a rn e v a le e P a s q u a , e di non lasciarli uscire d u ran te l’anno coi parenti od amici nè per premio, nè per altri motivi, se non per casi di vera necessità. Così la pensava D o n Bosco e così ce l'inculcava.

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g) M i sta an c h e a cuore che si osservi qual è il n u ­ mero degli artigiani nelle case in cui vi sono, e se hanno, oltre all ' im pa rare un mestiere, le convenie nti scuole e se sono b e n a c cuditi e d assistiti, in m odo c h e corrisponda no allo sc opo prefìssoci d a D o n Bosco.

h) Si dovrà pur avvisare i direttori a far molto a t te n ­ zione alle lettere che arrivano ai confratelli, provenienti d a ex-confratelli o d ex-allievi, che, essendo usciti d alla nostra S o cie tà, van d e c a n ta n d o la loro attuale effimera felicità, od a n c h e c e n su ra n d o le regole, gli usi, le p ersone della S o ­ cietà stessa. O r d in a ria m e n te non conviene d a r corso a tali corrispondenze, e quando occorresse consegnarle, si d o v r e b b e a c c o m p a g n a rle con tali precauzioni che a b b i a n o a paraliz­

zare 1 cattivi effetti che ne po trebb ero derivare.

i) F in a lm e n te vorrei che teneste sem pre a m e n te e s ­ sere la istituzione degli O ra to rii festivi e degli O s p iz i di giovani poveri, la prim a op era di carità verso 1 giovanetti ab b a n d o n a ti, di cui a b b i a D o n Bosco incaricata la C o n g r e ­ g a z io n i. V e d a l’ispettore se in ogni casa vi è d etto O r a ­ torio festivo e, se non vi è, che cosa possa farsi p e r isti­

tuirlo; e, se vi è, v e d e r e se funziona a dovere o che cosa possa farsi p e r c h è funzioni meglio.

P r o c u ra te che non vi sia nessuna ca sa della vostra Ispet- to iia senza c h e a b b i a almeno q ualche giovane studente con te n d en z a al sacerdozio. R i c o r d a te sempre che D o n Bosco voleva c h e la cura delle vocazioni fosse im pe gno p r e c ip u o d ’ogni casa, p er c h è , diceva con S a n V in c e n z o d e ’ P a o li, l'o p e r a più g ra n d e e vantaggiosa che si possa fare ai n o ­ stri tem pi è quella di fare dei buoni preti.

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Co l t u r a d e l l e v o c a z i o n i s a l e s i a n e s a c e r d o t a l i. 8. D o p o avervi messo sott’occhio a lc u n e cose c h e d e ­ vono o c c u p a re p articolarm ente la vostra attenzio ne nelle vi­

sita Ispettoriale d e b b o parlarvi di un argom ento d ella m as­

sima im portanza: vale a dire d ella coltura delle vocazioni salesiane, specie delle sacerdotali. L e principali sollecitudini vostre siano dirette alla coltura delle vocazioni salesiane, sp e ­ c ie delle sacerdotali, anim ando i vostri D irettori dello stesso zelo nel coltivarne il più gran numero se c o n d o le norme i n ­ d ic ate nelle D eliberazioni C apitolari. M a si procuri di a n d a re a d a g io n e ll’am m ettere al noviziato e ai santi voti. O r a 1 no ­ viziati sono eretti canonic am e nte e dal C a p ito lo S u p e iio r e n on si am m ette alla professione nessuno che non a b b i a fatto il suo te m po di prova in casa di noviziato. C ia s c u n Ispeltoie, a n c o rch é fuori d ’Italia d o v e non è obbligato rio il D e c r e t o R e g u la r i disciplinae, p e r maggior cautela e maggio r unifor­

mità, lo ritenga co m e norma direttiva. P e r c iò formi la sua com missione isp e tto n a le e invigili che non si am m ettano al noviziato coloro che non dànno speranza soda di buona riuscita.

Il noviziato poi si faccia fare con tutta regolaiitù, mai m e no di un anno, e se m pre secondo le n orm e stabilite p e r tal p e rio d o di prova. A l term ine del noviziato si esam ini a t te n ­ ta m e n te q uale fu la c o n d o tta tenuta d a ciascun ca ndida to e la C om m issione Ispettoriale dia il suo voto nel modo in ­ d ic ato dallo stesso D e c re to R e g u la r i disciplinae.

C ia sc u n c an d i d ato ammesso alla professio ne faccia la terza prova, quella cioè dei voti b ie nnali; e solo terminati

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quelli si potrà am m ettere ai p erp e tu i coloro c h e avran dato buon saggio di se d u ran te il triennio.

Il sacerdozio poi è cosa tanto alta e sublim e c h e n o n b is o g n i pro p o rre per le S a c r e O r d i n a z io n i se non chi si giudic a proprio b e n prep a ra to . E ’ una cosa che fa s a n g u i­

nare il cuore il vede re com e alcuni sa ce rdoti non c o n o ­ scono l’altezza della loro dignità e si lasciano a n d a r e a d azioni in de gne del loro carattere. Invigilino perta nto g l’is p e t ­ tori affinchè non si proponga ai S acri O r d i n i se non sog­

getti al tutto degni; procurino di conoscere a fondo tutti i chierici della Ispettoria e non diano il loro p a re re favorevole se non q u a n d o , conosciuto il candidato, il cuore posa su di

lui e si è com e certi di d a r e un bu o n sacerdote alla C h ie s a di G e s ù Cristo.

C o n v ien e pertanto nel noviziato far conoscere, che d ie ­ tro il D e c r e to A u c tis a d m odum non si pu ò d ispe nsare dai voti senza ricorrere alla S. S e d e : e d u ran te il chiericato spe cia lm e nte s ’istruiscano ch iaram ente i c a ndida ti che, q u a n ­ do uno è in S a cris, non solo non vi è m o d o c h e noi d i ­ spensiam o dai voti, ma che un sa ce rdote c h e e s c a , p e r q uanto b u o n e ragioni possa addurre, se non h a un V e s c o v o ben evolo che lo in cardini al proprio clero, dal dì c h e esce resta sospeso dalla santa M e s s a ; e che d a R o m a furono em ana te istruzioni ai V e s c o v i di non a m m ettere nelle loro D io cesi alcun S a c e r d o te che esce d a una C o n g r e g a z io n e senza il b e n e p la c ito d ella S. S e d e m edesim a; pel che d i ­ sgraziatam ente vi h a chi d a tem po è inte rdetto dal ce le b ra re la sa nta M e s s a p e r essere uscito senza tali prec auzioni.

G io v e rà a n c h e molto, a d ottenere buoni risultati, il p ie -

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p a r a re q ianto meglio si può 1 chierici alle S a c r e O r d i n a ­ zioni, provvede re libri e dar com odità che si istruiscano a d e ­ guatam e nte sui loro doveri; con q u a lu n q u e sacrifizio far sì c h e prem éttano esercizi regolari alle S a c r e O rd in az io n i. Sa-, r e b b e al tutto des id erab ile che vi fosse, co m e p e r T o r i n o vi è A v ig h a n a , in tutte la Ispettorie lonta ne una casa a p ­ posita p e r questi esercizi e che non si dispensi nessun or­

d in a n d o dal prendervi parte.

Co s e d a i n c u l c a r s i a i Di r e t t o r i. 9. P re m e ss e queste informazioni sulla coltura delle v o ­ cazioni, vi in dicherò quali cose dovete specialm ente in culcare ai direttori perc h è tutta la S o cie tà cam m ini con m odo u n i­

forme e con vero profitto delle anime nostre e dei giovani, il c h e è lo scopo per cui venne fondata la P i a nostra S o ­ cietà. Bisogna pertanto che voi vi o cc u p ia te a tu tt’uomo per far b e n e c o m p re n d e r e ai direttori alcune cose che costitui­

scono com e il perno del m eccanism o di ogni casa, m e d ian te le quali se b e n si eseguiscono, tutto p r o c e d e r à b e n e ; mentre inve ce se queste non si eseguiscono, tutto 1 andam ento delle ca se si troverà incagliato. Il punto più culm inante d a in c u l­

carsi ai direttori si è c h e la cura loro sp ecia le d e v ’e s ­ sere d ’indirizzare b e n e i confratelli e preti e chierici e laici.

Sì: loro grande im pe gno d eve consistere nel conservare loro la vocazione colla carità, pietà, p ru d e n z a ; trattar tutti b e n e e ricordare specialm ente che i confratelli, anc he coadiutori, n o n sono servi ma fratelli e figliuoli, perciò van trattati con fraterna carità, con sollecitudine, con confidenza. Insegnino pure i direttori ai soci e d inculchino la povertà e la facciano

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o sservare; ma com in cino essi a d a r n e l’esem pio, e d intanto s ’adoprino con fraterna sollecitudine di non lasciar mai m a ncar loro nulla del necessario, anzi siano piuttosto a b b o n d a n ti nel provvederli. Insegnino 1 direttori ai soci a d essere v e r a m e n te u b b id ie n ti, ma essi si studino di non far pesar tro p p o l 'o b b e ­ dienza, a d o p e r a n d o con loro m odi b u r n ì e r,on p re te n d e n d o d a loro p m di quello che possono dare. Inculchino p u re di p e n d e re 1 mezzi per conservare la castità, perciò la fuga delle in te m p e ra n ze , delle amicizie particolari, della com odità, delle ca rezze; ma intanto siano i primi a dar bu o n esem pio in tutte qu e s te c o s e ; poi ascoltino il socio q uanto d ic e di essere in peric olo , non lo lascino in circostanze tr oppo diffìcili p e r le sue forze, lo pongano in condizioni favorevoli per conservare la bella virtù. N o n si m a ndino fuori di ca sa a fungere uffìzi o far lavori quelli che non sono più che sicuri.

Il g ra n d e in conveniente prodotto dalla m a n ca n za di p e r s o ­ nale adatto è che, alle volte, 1 direttori medesim i si mettono a lavorare d irettam ente coi gio vani; alcuni si applica no a scuole, alcuni a ttendono direttam e nte alla discip lina, altri a castigare, e ” , e intanto non si trova il tem po per coltivare i confratelli, ricevere 1 rendiconti, far loro le d eb ite conferenze, vedere se a b b iso g n in o di q u alch e cosa, dirigerli, formarli. Q u e s t o è un grave sbaglio e perciò una g rande rovin a p e r la C o n g r e ­ gazione. E ’ vero che i direttori essendo liberi d a ll’incarico d e lle confessioni possono in molte case assum ere l’uffìzio di ca te chista, far la scuola di religione e d in casi di n ecessità so ­ stenere an c h e altri inse gnam enti; m a questo non d e v e mai r iu ­ scire a detrim ento della cura che dev ono avere dei Salesiani.

Bisogna c h e gli Ispettori non lascino circostanza propizia senza

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far capir b e n e che il diretto re d eve influire sui giovani col- l’invigilare che ciascuno del personale com pia b e n e a lo;o rig uardo il proprio ufficio; in altre parole, che il d ir e tto le de v e p e r regola ordin aria influire sugli allievi in direttam ente, cioè p e r mezzo del suo personale, e d influire direttam e nte sul personale. S e vuole tutto far lui direttam ente , non riuscirà che a d edificare d a una parte m entre distrugge d a ll’altra.

Il gran secreto del direttore sta nel sa per farsi aiutare.

E ’ im possibile che un direttore arrivi d a solo a tutto ; se si mette egli d irettam e n te in ciò che riguarda i giovani, il p e r ­ sonale incaricato resta scoraggiato e non funziona più , o non sa q u a n to il direttore h a fatto; e così si incagliano le cose, o restano intralciate in m odo che alcune saranno fatte da d u e e d altre rim angono d a farsi, fidandosi l’uno che a b b i a fatto l'altro. E questo a v v e rre b b e a n c h e posta la più b u o n a v o ­ lontà e d umiltà e sottomissione negli im piegati. C h e se per la miseria della natura u m a n a un confratello non fosse b en mortificato, e non avesse b e n d o m a te le sue passioni, s p e ­ cialm ente la supe rbia e l’irascibilità, si v e r r e b b e b e n presto a screzi, a rotture, a puntigli, a disordini senza fine. N o n ho mai visto una casa a n d a r bene, dovè il direttore vuol faie tutto da sè.

N o n devono però i direttori tenersi al tutto lontani dagli allievi, e d in certo m odo disinteressarsi del loro b en e sse re e profitto spirituale e temporale. Inculcate anzi molto loro c h e cerchino tutti i m odi per far crescere la pietà nei loro Collegi. Si ado p rin o quelle sante in d u strie c h e c ’in segnò D . Bosco per farla fiorire. Si fondino le varie C o m p a g n ie di M a ria Ausiliatrice, di S. Luigi, di S. G iu se p p e , del S S . S a ­ c ram ento, del P ic c o lo C lero e, dove si può, a n c h e quella

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d e ll'im m a co la ta C o n c e z io n e , ecc. S e ne affidi la cura al C a ­ techis ta od a qu alch e altro confratello; ma il direttore vo­

lentieri, di tanto in tanto, presie da le conferenze di queste varie C o m p a g n ie dei giovani.

S i rac com a ndi ca ld a m e n te ai direttori di usare e far us;ne il m e to d o preventivo p e r m a n ten e re la discip lina, la dili­

genza degli allievi nei propri doveri, evitando i castighi se­

veri e gravosi; ma eglin o dimostrino di dar peso ai voti se t­

timanali di condotta e te ngano conto d e lie relazioni dei m aestii e degli assistenti.

D e b b o qui annunziarvi in confidenza che ab b ia m o avuto un a ra c com a ndaz ione della S a c r a C o n g re g a z io n e d e i V e - covi e R e g o la ri di non lasciar troppo tem po i nostri preti al loro paese. P re n d o questa circostanza per dirvi la stessa cosa dei chierici e c o a diutore E ’ stabilito che i direttori non h an n o facoltà di lasciar a n d a r e in v acanza nessun confra- tello nè prete, nè chierico, nè coadiutore senza ottenere prim a il permesso d a ll’Ispettore. E d io qui vi prego c h e q u an d o qualcu n o d o m a n d a a voi questo permesso ne vagliate b e n e i motivi e, se è possibile, non si conceda. C h e se p a r e vi sia u n ’assoluta convenie nza, vedete , se condo la regola, se potete assegnargli un com pagno, e d in tutti i casi fissate se m ­ pre con prec isione il tem po della fermata, non mai oltre gli otto giorni, o al più i quindici q u an d o vi fosse straordinario bisogno. D o p o state attenti che non se ne abusino, m a to r ­ nin o al tem po prefisso, e se non tornano rich iam a teli; se ciò non ostante resistono, avvisatene il C a p ito lo S uperiore .

Q uanti danni si eviteranno pei nostri cari confratelli e p e r le nostre case se questi avvisi intorno alle vacanze s a ­

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ra n n o b e n praticati! N o n sono parò alieno c h e si procuri il necessario riposo e ristoro ai confratelli nella propria casa od in altra d ell’ Ispettoria e, se occorre, anc he in altra Ispettoria.

■ Co n t a b i l i t ae d a m m i n i s t r a z i o n e. 10. V e n g o ora a trattar un argom ento che vorrei tra­

lasciare, av e n d o n e già varie volte parlato, pure la necessità mi obbliga a dis c orre rne in m odo spe cia le con voi, o cari Ispettori, affinchè mi aiutiate in questo affare, che è pure della massima importanza. Il C a pitolo S u p e r io re è sovrac­

carico di debiti : non oso dirvene la cifra p e r non ispaven- ta rvi: a tale condizione si è ridotto pel bisogno di soccor­

rere le varie case. C i ò non ostante ci risulta c h e molte case trovansi anc ora obera te di debiti. P e r unire sem pre più i Direttori ai propri Ispettori e d a n c h e affinchè questi siano più al corrente della condizio ne finanziaria di quelli, d ’ora avanti il C a p ito lo S u p e r io re non darà più sussidi alle case particolari, bensì alle Ispettorie; non riceverà però d o m a n d e e non rim etterà soccorsi se non pel tram ite d e g l’ ispettori.

C h e se talvolta in casi di urgenza rim etterà q u a lc h e sussidio a d in dividuo particolare, lo note rà a conto d e ll’ Ispettoria a cui appa rtiene .

P e rta n to l’ispettore vigili molto sulla am ministrazione te m ­ porale. D a t e n o rm e p ratiche ai direttori e d ai prefetti per liberarsi dai d ebiti, sul m odo e tem po di fare le provviste, es ortandoli a rivolgersi di preferenza ai magazzini e li b r e ­ rie salesiane.

C e rc a t e di ispirar loro sentimenti di fraterna carità sia p e r sostenere i noviziati e stu denta ti colla quota loro fissata,

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sia col pag a re p untualm ente i debiti che avessero coi m e ­ desim i magazzini e librerie, secondo le norme indic ate nelle D eliberazioni C apitolari.

B a date c h e si seguano nella tenuta dei registri d ' a m m i ­ nistrazione le norm a prescritte dal m a nuale dei prefetti, e non s’introduc a alcu n a novità senza il permesso del P refetto G e n e ra le . C o n v ie n e pur m o d e ra re in certi nuovi direttori la sm ania di riforme non solo morali, ma a n c h e materiali, i n ­ c u l c a n d o che non pensin o a d in tr a p re n d e r e lavori murarii prim a di aver passato d u e anni nella casa loro d estinata e non mai darvi m ano senza un vero bisogno e senza aver o t ­ tenuto per iscritto il debito permesso. V o i stessi, o cari I s p e t ­ tori, d a t e l’esem pio con evitare la fretta di innovazioni, di modificazioni ai fabbricati e d ai locali, specie q u a n d o tali m o­

dificazioni non si pote ssero eseguile senza spese.

Il nostro buon P a d r e D . Bosco ci insegnava che è una g r a n d e risorsa per le nostre casa il poter passar gli anni

senza il bisogno di muratore, e che q u a n d o o cc o rre fa b b r i­

care case , si pu ò fare un pia no g e n e r a le di ciò che si vuol fare; ma poi eseguire solo la parte necessaria, riserbandosi a fabbrica re il resto a misura c h e si manifesta il bisogno e si trovano i mezzi, evitando però sem pre le spese di lusso e Io spreco dei locali.

R a c c o m a n d a te di evitare le spese superflue nei viaggi, n ei teatrini, nelle passeggiate straordin arie, nei pranzi, nel p rovvedere m a cc h in e non necessarie com e per fotografia e e simili. C h e se si tratta d i m a cc h in e pei la boratori, di q la ich e valore, s ’in te n d a n o sem pre prim a con voi, i quali c o n o s c e n d o che per simili contratti è incaricato specialm ente

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l 'E c o n o m a G e n e ra le , a norma d e ll’art. 81 delle D eliberaz ioni Capitolari, a v re te cura di consultarlo per aver n orm a e guid a.

In q u a lc h e casa si e b b e a d e p l o ra re q u a lc h e furto di dan a ro , forse per p o c a attenzione nel custodirlo in casse si­

cure : converrà c h e voi assicuriate le so m m e c h e vi saranno consegnate e che facciate p u r attenzio ne che altrettanto fa c ­ ciano i vostri direttori. C iò posto vi esorto a ra c c o g lie re i risparmi di ciascuna delle vostre case a norma d e ll’art. 145 delle D elib eraz io n i Capitolari, fa c e n d o c o m p r e n d e ie c h e questa è p arte del vostro d overe p e r aiutare le ca se b iso ­ gnose. N o n siate troppo esigenti, ma in pari te m p o ,n o n a b ­ b ia te p a u r a di farvi dire quanto ciascun D ire tto re h a di v a ­ lori disponibili e d invitare a consegnarvi ciò c h e loro non è necessario p e r arrivare fino al term ine del trim estre in corso.

V o i poi a b b i a te cura di conservare p e r le vostre spese ispet- toriali solo il necessario, distrib uendo il resto alle case che ne abbisognano. O l t r e gli aiuti alle case bisognose, d e b b o ricordarvi che spetta p u re a voi il p orgere soccorso ai g e ­ nitori dei confratelli d a voi dip e n d en ti, che m a n ca n o dei mezzi di sussistenza. P r im a però di am m ettere qualcu n o a tali sussidi, assum ete le necessarie informazioni p e r assi­

curarvi che siavi vero bisogno.

O r c o n c h iu d e n d o la mia ornai lunga lettera vi d iiò a n ­ cor una v o lta : T e n e t e se mpre fermo che la b a s e più solida, p e r ottenere bu o n risultato nelle nostre case dai direttori, dai confratelli e dai nostri giovani, sta nel prom uovere la pietà e la moralità. In culcate perta nto , vi dirò con S a n Paolo, opportune, im portune, quelle cose che te ndono a questo fine; se occorre, vi dirò anc ora per com pire il testo di S an

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P a o l o) : arguz, obsecra, inzrepa in om ni patien tia et doctrina;

ma non cessate finché siate assicurati che le case a voi affi­

d a t e cam m inano bene , e siate persuasi c h e non cam m inano b e n e , avessero pure la più bella apparenza, se non r e g n a in esse g r a n d e p ie tà e moralità.

C o n questa esortazione pongo term ine al mio dire, ed a u g u ra n d o v i la p a c e e d il gaudio, c h e G e s ù v e n n e a p o r ­ tare agli uomini di b u o n a volontà, godo professarmi

. Vostro a ff.m o in G . e M . S a c . Mi c h e l e Ru a.

U d i e n z a d e l S a n t o P a d r e P io X . C a p i t o l o G e n e r a l e X . N . 26.

Torino, Epifania .1904.

C arissim i F ig li in G. C.

In questo momento io cui mi accingo a scrivervi, o miei buoni Figliuoli, il cuore mi gode grande m ente p oic hé ho da c o n u n i c a r v i alcu n e b u o n e notizie, che saranno p u r causa a voi di_ rallegrarvi nel Signore.

G i à sa p ete c h e in N o v e m b r e scorso fui a R o m a . Q u iv i e b b i la g r a n d e fortuna di p o te r avvicin are il S a n to P a d r e P i o X . P o sso assicurarvi, che trovai in lui, non solp un P a d r e som m am ente b e n e v o lo ; ma, sarei per dire, un am ico e d un protettore d slle op ere salesiane. E g li m 'a c c o ls e con la più .squisita bontà, e d avendom i ricevuto nelle ore anti- m eridiane con vari altri Direttori, non potendosi allora co-

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