L'industria del gas russa è dominata da Gazprom, una società quotata in borsa della quale il governo detiene una quota di maggioranza del 51%. È considerata un monopolista perché possiede tutta la rete di gasdotti interregionali ad alta pressione e quasi il 75 % delle reti di distribuzione a bassa pressione. Posside circa la metà delle riserve di gas naturale della Russia e tutti i principali impianti di trattamento del gas, nonché un monopolio legale sulle esportazioni. Le società private hanno riserve proprie, ma poiché il prezzo interno è
74 Russia’s Energy Strategy and Gas Disputes, L. P. Panicker 17/10/21
partecipazione nel settore è limitata.
4.1 Cenni storici
La prevalenza degli esperti individua nel 1946 l’anno in cui è nata l’industria del gas naturale in Russia. Durante il secondo conflitto mondiale, infatti, i sovietici intuirono la potenzialità di questa risorsa, di cui è ricco il loro territorio. L’urgenza di individuare fonti alternative di approvvigionamento energetico nacque nel luglio del 1942. Con le truppe tedesche che convogliavano da una parte verso Stalingrado e dall’altra verso il Caucaso, i russi si videro privati delle risorse petrolifere di Baku. Dal momento in cui l’area del Donbass, ricca di riserve di carbone, era già stata occupata dalle forze tedesche e dopo il tentativo di utilizzo del legno o dello scisto bituminoso, si scelse di valorizzare un’altra fonte: il gas naturale.
Il gasdotto Saratov-Mosca, con i suoi 843 chilometri di lunghezza, fu il primo ad essere realizzato al termine del conflitto mondiale75.
Nei primi anni cinquanta il ruolo del gas nel bilancio energetico del paese era estremamente modesto, ma dopo 5 anni i consumi interni erano passati da 42,3 a circa 274 miliardi. Tale crescita è stata resa possibile dall’aumento delle riserve che ha permesso l’avvio dello sviluppo del gas nell’URSS.
Nel 1948, all’interno del Ministero dell’Industria del Petrolio dell’Unione Sovietica, nacque un istituto per la direzione di tutti i progetti relativi all’industria del gas: la Direzione Generale per l’Estrazione del Gas Naturale.
Con la scoperta dei giacimenti in Siberia, l’Unione Sovietica passò dall’estrazione di 45,3 miliardi di metri cubi di gas del 1960, ai 127,7 del 1965. In quell’anno fu istituito il Ministero dell’Industria del Gas Naturale dell’Unione Sovietica, che si occupava della gestione centralizzata e della progettazione e costruzione degli impianti di produzione, trasporto e consumo di gas.
Organizzata in una struttura piramidale, l’industria del gas aveva al vertice la Direzione Generale dell’Industria del Gas Naturale e del Carbone Liquido Sintetico. A questa faceva riferimento il Ministero dell’Industria del Gas Naturale che, a sua volta, vigilava sulle associazioni industriali nazionali e sulle unità produttive. Quest’ultimo rimase in funzione
75 25 years of Gazprom on the gas market, P. Kosowski, 2015
fino alla nomina a segretario generale del Partito Comunista, nel 1985, di Mikhail Gorbačev . Egli attuò subito le cosiddette riforme economiche radicali, che furono importanti e sostanziali. Queste – attuate dal 1987 al 1989 – avevano come obiettivo il trasferimento del potere decisionale e manageriale alle associazioni dei produttori.
Nel 1987, il Soviet Supremo promulgò una nuova norma sulle imprese statali, che conferiva loro la responsabilità dei propri debiti, la possibilità di contrarre prestiti e di firmare contratti con altre imprese: tutto ciò rappresentò la fine del sistema basato su un'economia pianificata e sancì la nascita delle prime società a capitale misto. Ciò avvenne perché le imprese divennero libere di disporre del surplus produttivo a propria discrezione, di autofinanziarsi ed erano controllate non più dai ministeri ma dai soviet aziendali eletti dai lavoratori.
Prima che fossero varate queste riforme, l’Unione Sovietica era chiusa agli investimenti esteri o a qualsiasi coinvolgimento straniero. Dopo la fine della "Perestroika76" nel 1991, l'Occidente guardava alla Russia come un'opportunità per estendere il proprio controllo sulle vaste riserve di materie prime. Molte delle industrie che si sono aperte agli investitori stranieri hanno beneficiato dell'afflusso di capitali, compresa l'industria petrolifera. Ma il gas naturale è stato considerato dal governo russo di grande importanza strategica e come tale chiuso alla partecipazione straniera77.
Prima dell'era delle privatizzazioni agli inizi degli anni ‘90, l'industria del gas si era consolidata in un'unica entità, Gazprom.
Con l’elezione del presidente Boris Eltsin, Gazprom venne trasformata da un’impresa statale in una società per azioni, con a capo Viktor Chernomyrdin, ex vice ministro delle industrie del gas naturale dell’URSS. Nel novembre 1992, un decreto presidenziale trasferì la proprietà delle attività di SCG Gazprom a una società per azioni russa (RAO) Gazprom, con lo Stato che deteneva più del 51% delle azioni78.
Il coinvolgimento del Cremlino nella gestione della società è continuato anche nell’era di Putin. All’inizio della sua leadership – negli anni 2000 – Putin ha concentrato la sua attenzione su Gazprom per spezzare il potere degli oligarchi nell’industria energetica e per introdurre i suoi fidati alleati – Dimitry Mevdev e Alexei Miller – nella gestione della società79.
76 Complesso di riforme politico-sociali ed economiche avviate dalla dirigenza dell’Unione Sovietica a metà degli anni ’80, finalizzate alla riorganizzazione dell’economia e della struttura politica e sociale del paese.
77 The Russian gas industry, its legal structure, and its influence on world markets. Yuli Grigoryev, 2007 78 The New Geopolitics of Natural Gas, Harvard University Press, Agnia Grigas 2017
79 State Capitalism’s Uncertain Future,Scott B. MacDonald and Jonathan Lemco 2015
cercando non solo di massimizzare le entrate di valuta estera, ma anche di promuovere gli interessi nazionali della Russia. Tuttavia, questi obiettivi politici a volte sono entrati in conflitto con le operazioni commerciali di Gazprom.