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EVOLUZIONE E DETERMINANTI DEI NON PERFORMING LOANS IN ITALIA

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Academic year: 2023

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Negli ultimi anni uno dei temi più discussi è stato il problema dei crediti in sofferenza. Il documento esamina inoltre le conseguenze che i crediti deteriorati possono avere sia per le singole banche che per l’economia nel suo insieme. 4 elencati, in base al totale attivo, cercheremo di verificare l'esistenza di una correlazione tra i crediti deteriorati e le più importanti variabili macroeconomiche e specifiche della banca.

Le esposizioni deteriorate possono anche essere chiamate prestiti deteriorati (NPL). L'attuale crisi ha causato un forte deterioramento della qualità degli attivi bancari e un conseguente aumento delle sofferenze. L’asset qualità review è stata promossa per esaminare la qualità degli attivi e verificare la solidità e le disposizioni sui crediti in sofferenza (accantonamenti) dei principali istituti europei.

Principali impatti dei NPLs per le banche

11 L'esposizione deteriorata potrà poi ritornare in bonis, nel qual caso la banca provvederà a calcolare il recupero di valore a conto economico. Infine, il grado di copertura è definito come il rapporto tra la consistenza delle rettifiche di valore e l'importo lordo delle posizioni deteriorate.8. 12 dal settore bancario italiano” di Doriana Cucinelli, i crediti deteriorati possono anche portare al cosiddetto credit crunch, l'inasprimento delle condizioni di credito da parte delle banche a causa dei crescenti timori sulla solvibilità delle imprese e delle famiglie finanziate.

Lo studio mette in relazione i prestiti in sofferenza con il comportamento creditizio delle banche e sembra che dopo la crisi finanziaria del 2007 le banche abbiano iniziato ad assumersi meno rischi a causa dell’aumento del rischio di credito, che ha ridotto l’erogazione di prestiti e i loro possibili profitti . Lo stock di perdite sui bilanci delle banche avrà in definitiva un impatto significativo sul moltiplicatore della moneta e del credito. Concretamente si può quindi affermare che la presenza di crediti deteriorati nei bilanci delle banche pesa sulla loro capacità di erogare prestiti attraverso una minore redditività: oltre alle rettifiche di valore che riducono i ricavi, devono essere sostenuti maggiori costi per il capitale umano necessario a monitorare e la gestione, tali crediti e un costo di finanziamento più elevato (costo di finanziamento), poiché gli investitori e le altre banche saranno meno propensi a concedere prestiti alle banche con un gran numero di prestiti in sofferenza.

Non Performing Loans in Europa

Non-Performing Loans in Italia

In Europa, dopo Cipro e Grecia, secondo le classifiche EBA, l’Italia è il Paese con il maggior numero di crediti deteriorati. L'incremento dello stock di crediti deteriorati è conseguenza anche degli eccessivi tempi di recupero di tali crediti. Tuttavia, sul totale complessivo dei crediti deteriorati, bisogna considerare l'ammontare delle garanzie reali e personali detenute dalle banche.

Dall'inizio della crisi finanziaria ad oggi, il volume dei crediti deteriorati è aumentato in modo fortissimo e, come si può vedere dal grafico sottostante, è quasi triplicato. Dal 2009, il maggiore aumento dei NPL sul totale delle esposizioni attive lorde è da attribuire ai grandi gruppi, che hanno registrato circa +15% rispetto al 2009. I NPL netti, invece, ammontano a 168 miliardi di euro, con un incremento dello 0,8%. % rispetto al 2014 e rappresentano circa l'11% dei crediti netti verso clientela iscritti in bilancio.

Le variabili che influenzano i Non Performing Loans

Review della letteratura

  • Le determinanti country-specific
  • Keeton e Morris (1987): il loro lavoro fu uno dei primi in questo ambito, analizzando un campione di circa 2500 banche commerciali negli Stati Uniti, in un periodo che va dal 1979
  • Gambera (2000): la sua analisi utilizza dei sistemi VAR bivariati e funzioni di risposta d’impulso per studiare come lo sviluppo economico influisca sulla qualità del credito delle
  • Bikker e Hu (2002): forniscono un punto di vista interessante nella valutazione della prociclicità delle rettifiche sui crediti delle banche su di un campione di 26 Paesi dell’OECD
  • Salas e Saurina (2002): hanno analizzato il rapport tra i Non Performing Loans e il ciclo economico in Spagna nel periodo che va dal 1985 al 1997. La loro analisi evidenzia che
  • Mario Quagliariello (2006): nel suo studio “Bank’s riskiness over the business cycle: A panel analysis on Italian intermediaries” analizza gli effetti del ciclo economico sui tassi di
  • Bofondi e Ropele (2011): Nella loro analisi, analizzano le determinanti macroeconomiche che hanno influenzato la qualità dei prestiti in Italia nel periodo che va dal 1990 al 2010,
  • Messai e Jouini (2013): Nella loro analisi “Micro and Macro Determinants of Non Performing Loans” hanno cercato di individuare le determinanti dei Non Performing Loans
  • Tanaskovic e Jandrić (2015): Il loro studio è tra i più recenti della letteratura e si propone di analizzare le determinanti macroeconomiche e istituzionali della crescita dei Non
    • Le determinanti Bank-specific
  • Podpiera e Weill (2008): Il paper proposto dagli autori, “Bad luck or bad management?
  • Messai e Jouini (201: i due autori, nella loro analisi su 85 banche italiane, spagnole e greche, oltre allo studio delle solite variabili country-specific, hanno preso in
    • Risultati attesi

I risultati dell’analisi confermano che il PIL è una variabile molto influente sull’ammontare dei crediti deteriorati. Il contributo dell'autore analizza i crediti deteriorati dell'Europa centrale, orientale e sudorientale (NPL) nel periodo compreso tra il 1998 e il 2011. Prestiti con problemi familiari in Tunisia:.

I crediti inesigibili nell’Europa centrale e nei Paesi baltici hanno iniziato ad aumentare dopo la crisi economica scoppiata nel 2008. La tendenza all’aumento dei crediti inesigibili è iniziata dopo lo scoppio della crisi finanziaria nel 2008, ma è così. Utilizzando dati panel statistici, i risultati rilevati mostrano una correlazione negativa tra l’aumento del PIL e l’aumento delle sofferenze.

Insieme al PIL, il rapporto tra valuta estera e prestiti e il livello del tasso di cambio sono positivamente correlati all’aumento delle sofferenze. Limitare, infatti, le cause dei crediti inesigibili a variabili macroeconomiche come la crescita del PIL o l’inflazione e il tasso di disoccupazione potrebbe non essere sufficiente. Dal documento “Micro e Macro Determinanti delle sofferenze” emerge che sull'andamento e sullo stato delle sofferenze influiscono anche fattori specifici delle singole banche.

Inoltre, un’eccessiva assunzione di rischi, misurata dal rapporto prestito/valore della banca e dalla crescita dei prestiti, contribuisce ad aumentare i prestiti in sofferenza nei periodi successivi. 37 dimostrato da Salas e Saurina (2002), la dimensione dell'intermediario e la diversificazione sono fattori che hanno una correlazione negativa con l'ammontare dei crediti in sofferenza. Zouari-Ghorbel, Determinanti macroeconomici e specifici della banca dei prestiti in sofferenza delle famiglie in Tunisia: dati panel dinamici, dicembre 2013.

Il tasso di cambio è un’altra variabile macroeconomica che metteremo in relazione ai prestiti in sofferenza. Infine, mi aspetto una relazione negativa tra crediti deteriorati e diversificazione, misurata dalla dimensione dell’intermediario in termini di totale attivo. Pertanto, dall’analisi che affronteremo nel terzo capitolo, mi aspetto un ammontare maggiore di crediti in sofferenza nel portafoglio prestiti delle banche più piccole.

Determinanti dei Non Performing Loans: il caso italiano

  • Analisi del campione, metodologia e database utilizzati
  • Tasso di crescita del Gross Domestic Product (GDP)
  • Tasso d’interesse sui prestiti
  • Tasso di cambio
  • Tasso di disoccupazione
  • Tasso d’inflazione
  • Indice di mercato azionario
  • Determinanti bank-specific

La rappresentazione mostra come una diminuzione del tasso di crescita del prodotto interno lordo porti ad un aumento delle sofferenze e viceversa. Il risultato non mostra una correlazione del tutto positiva, soprattutto dal 2007 al 2009, in cui si è registrato un forte aumento delle sofferenze rispetto ai tassi di picco. Il tasso di cambio esprime il prezzo al quale una valuta può essere scambiata con un’altra valuta.

Infatti, un deprezzamento del tasso di cambio può portare ad un aumento significativo dei prestiti in sofferenza. In entrambi i casi, l’aumento del tasso di disoccupazione porterà ad un aumento della percentuale dei prestiti in sofferenza. Dal grafico presentato si può notare come l'andamento dei crediti deteriorati ed in particolare delle sofferenze segua quasi perfettamente l'andamento del tasso di disoccupazione.

Questo risultato, in linea con le aspettative prefissate e con quanto espresso dalla letteratura, mostra come il tasso di disoccupazione sia un indice statistico macroeconomico molto importante e molto significativo per l'ammontare e l'andamento dei crediti deteriorati. 48 Dalla rappresentazione grafica è possibile notare come in un periodo iniziale vi sia una correlazione positiva, infatti, ad un aumento del tasso di inflazione è seguito un forte aumento dei crediti deteriorati, mentre in un periodo successivo un forte aumento negativo correlazione perché un marcato aumento dei crediti deteriorati è controbilanciato da una forte diminuzione del tasso di inflazione. Sulla base delle aspettative esposte nel secondo capitolo e contrariamente a quanto espresso in letteratura, si basa il grafico sottostante che esprime l'ammontare dei crediti in sofferenza e l'andamento storico delle quotazioni dell'indice del settore bancario FTSE Italia. non sembra rivelare una correlazione negativa.

Tuttavia, in un periodo iniziale coincidente con l’inizio della crisi finanziaria, ad un forte calo dell’indice si è contrapposto un lieve aumento del numero dei prestiti in sofferenza. La dimensione dell’ente creditizio è una caratteristica molto importante da tenere in considerazione tra le determinanti specifiche della banca dei crediti deteriorati. Pertanto, in linea con quanto evidenziato da Salas e Saurina (2002), la dimensione dell’intermediario è una variabile specifica della banca che ha un’associazione negativa con il volume dei prestiti in sofferenza.

Per quanto riguarda la correlazione tra ROA e NPL, l'indice di correlazione è -0,85. La prova che una cattiva gestione e una bassa redditività possono portare a livelli elevati di prestiti in sofferenza. Le variabili che maggiormente influiscono sullo sviluppo dei crediti deteriorati sembrano, in accordo con la letteratura, essere il tasso di disoccupazione (0,90) e il tasso di crescita del PIL (-0,78), per il Tier1 ratio specifico per paese (0,89), ROA (-0,85), ROE (-0,71) e cost revenue ratio (0,79) per le banche specifiche.

CONCLUSIONI

L'ABS sarà poi suddiviso in tre parti: il junior che copre il 5% delle perdite ed ha un rischio elevato, il mezzanine che ha un rischio intermedio in quanto può coprire le perdite dal 5% al ​​30% e il senior che copre fino al 70 %. Quest'ultimo è soggetto alla GACS da parte del Tesoro, ma per accedere alla garanzia la società veicolo che ha emesso i titoli dovrà ottenere un rating, da parte di agenzie riconosciute dalla Banca Centrale Europea, pari o superiore a BBB-. Infine, data la relazione inversa tra andamento dell’economia e crediti deteriorati e alla luce della significativa influenza delle variabili specifiche della banca su questi ultimi, sussistono quindi le condizioni per rafforzare la vigilanza da parte delle autorità di vigilanza e la regolamentazione degli istituti bancari al fine di evitare un aumento significativo dei prestiti in sofferenza in futuro.

Per ridurre poi il bid/ask spread, e sviluppare così un mercato degli NPL in Italia, sarebbe opportuno migliorare l'informazione sui tassi di recupero, ridurre i tempi di recupero dei crediti e aumentare il grado di diversificazione dei portafogli ceduti. Questi fattori, insieme alla ripresa dell’economia, potrebbero contribuire al graduale calo dei crediti deteriorati.

BIBLIOGRAFIA

Banca d'Italia, La recente analisi dei crediti deteriorati effettuata dalla Banca d'Italia: principali caratteristiche e risultati, 2004. Banca d'Italia, Attuazione della nuova disciplina prudenziale internazionale; Metodo di rating interno per il calcolo del requisito patrimoniale per il rischio di credito, luglio 2006. Cucinelli, The Impact of Non-performing Loans on Bank Lending Behavior: Evidence from the Italian Banking Sector.

Jassuad N., Kang K., Strategia per lo sviluppo del mercato NPL in Italia, Fondo monetario internazionale, 2015. Previtali, Weakened Credit Management Methods and the Development of the NPL Market in Italy, in Banks and Bankers, 2016 Ropele, Macroeconomic Determinanti degli NPL: evidenze dalle banche italiane, in Questioni economiche e finanziarie, n89, Banca d'Italia, marzo 2011.

Jandrić, Determinanti macroeconomiche e istituzionali dei crediti deteriorati, Journal of Central Banking Theory and Practice, 2015, 1, pp. Morelli, Le determinanti bancarie specifiche del deterioramento del credito: evidenze da stime trasversali su un campione di gruppi bancari italiani sulla base di un nuovo indicatore di rischio, Convegno AIDEA, Lecce, 2013.

Sitografia

Riferimenti

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