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LO STUDIO DEI LIUSHU (LIUSHU XUE 六書學)

CAPITOLO 3 LA TEORIA DEI LIUSHU 六書

3.1. INTRODUZIONE AI LIUSHU 六書

3.1.2. LO STUDIO DEI LIUSHU (LIUSHU XUE 六書學)

Proprio come lo Shuowen, nei secoli dopo la sua pubblicazione, divenne oggetto di studio specifico, tanto che letterati di diverse epoche si specializzarono in quella che diventò una disciplina chiamata “Shuowen” xue 《說文》學 (studio dello Shuowen), lo stesso accadde in seguito con la teoria relativa ai liushu. Infatti, quest’ultima andò con il tempo a costituire un vero e proprio “complex conceptual framework, that formed the theoretical foundation of the branch of Chinese philology dealing with the graphic shape of characters”322. È così che, in

particolare a partire dall’epoca Song, si è cominciato a riferirsi a questo ramo degli studi filologici tramite l’espressione liushu xue 六書學 (studio delle ‘sei classi di grafie’).323

320 Al fine di evitare confusione tra i due concetti, è divenuta abitudine quella di riferirsi agli stili calligrafici in uso nel periodo del regno di Wang Mang tramite l’espressione liutishu 六體書 (“sei stili calligrafici”). Cfr. BOLTZ, “Liushu”, in SYBESMA (ed.), Encyclopedia of Chinese language, op. cit., p. 623. La confusione terminologica nella Postfazione è inoltre accresciuta dal fatto che Xu Shen, per indicare gli otto stili calligrafici in uso in epoca Qin, ricorre all’espressione bati 八體 (e non bashu 八書). Questo uso del termine ti 體 è a sua volta in accordo con lo Hanshu, dove si parla però di sei differenti stili calligrafici (liuti 六體), e non di otto. Cfr. GALAMBOS, Orthography of Early Chinese Writing, op. cit., p. 57.

321 QIU, Chinese Writing, op. cit., p. 153.

322 GALAMBOS, “Popular Character Forms (Súzì)”, op. cit., p. 397.

323 Per un elenco di alcuni titoli relativi agli studi in materia di liushu xue (in particolare in relazione allo Shuowen), cfr. TANG, Zhongguo wenzixue, op. cit., pp. 20-23.; WANG, Definitions and Classifications of the Six Scripts, op. cit., pp. 51-56.; LI Qianju 黎千驹, “Gudai liushuxue yanjiu zongshu 古代六书学研究综述” [Una panoramica sullo studio dei liushu nei tempi antichi], in Hubei shifan xueyuan xuebao 湖北师范学院学报, 27.5, 2007, pp. 33-38.

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A seguito del periodo Han – il quale si è detto rappresentare una fase embrionale dello studio della teoria – il primo momento in cui particolare attenzione venne posta sullo studio dei liushu è proprio quello corrispondente all’epoca Song e agli anni a questa immediatamente precedenti. Una prima trattazione specifica della nozione di liushu si trova infatti nel commentario allo Shuowen scritto da Xu Kai (920-974). Qui, sotto la glossa relativa al carattere

shang 上, si trova l’elenco che l’autore stilò delle sei classi di grafie, corredato inoltre da alcuni

esempi.324 In aggiunta, sulla base della propria comprensione della funzione di ogni categoria,

Xu Kai operò per la prima volta una divisione delle sei classi di liushu in tre ulteriori sottogruppi, etichettando questa ripartizione tramite l’espressione “liushu sanou shuo 六 書 三 偶 說 ” (“teoria sulla divisione tripartita delle sei classi di grafie”). Questa operazione dimostra un approccio estremamente innovativo da parte del commentatore, il quale fu il primo a trattare i liushu non più come un semplice elenco, ma come una teoria complessa, passibile di essere analizzata su piani diversi.325

Uno dei protagonisti indiscussi degli studi sui liushu condotti in epoca Song è poi senza dubbio Zheng Qiao 鄭樵 (1104–1162). La sua opera principale scritta a questo proposito è rappresentata dal trattato Liushu lüe 六書略 (Resoconto sulle ‘sei classi di grafie’), contenuto nell’enciclopedia Tongzhi 通志 (Trattati esaustivi), da lui stesso interamente redatta. Al suo interno, Zheng Qiao non solo specificò in modo definito la distinzione tra i concetti di wen 文 e zi 字 e ripartì a sua volta i liushu in tre sottogruppi (diversi però da quelli indicati da Xu Kai), ma si servì inoltre dei liushu come strumento utile a classificare i caratteri, rompendo lo schema organizzato per radicali proposto da Xu Shen.326 Infatti, l’autore classificò un numero

totale di 24,235 caratteri sulla base delle sei classi dei liushu e di altri particolari criteri a queste

324 BOLTZ, “Liushu”, in SYBESMA (ed.), Encyclopedia of Chinese language, op. cit., p. 621.

325 Per quanto riguarda i tre sottogruppi elencati da Xu Kai, il primo è composto da xiangxing e zhishi, il secondo da xingsheng e huiyi, il terzo da zhuanzhu e jiajie. Questa ripartizione in gruppi delle sei classi di grafie, fondata su specifici criteri introdotti per la prima volta da Xu Kai stesso, è un’operazione che risulterà essere di ispirazione a tutti i successivi studi sui liushu. Cfr. LI, “Gudai liushuxue yanjiu zongshu”, op. cit., p. 34.

326 Zheng Qiao identifica qui infatti la nozione di wen con quella di dutizi (carattere semplice) e la nozione di zi con quella di hetizi (carattere composto). Inoltre, sulla base di questo stesso principio, l’autore suddivide i liushu nei tre seguenti sottogruppi: le classi xiangxing e zhishi vengono entrambe indicate come wen, le classi huiyi, xingsheng e zhuanzhu come zi, mentre la classe jiajie viene identificata sia come wen che come zi. Cfr. Ibid., p. 34. Zheng Qiao scrisse inoltre altre due opere – entrambe perdute – incentrate sullo studio dei liushu e dello Shuowen, chiamate Xianglei shu 象類書 e Liushu zhengpian 六書正篇, all’interno delle quali, tra le altre cose, l’autore criticava alcuni aspetti relativi alla scelta dei radicali da parte di Xu Shen, cosa che gli valse in seguito la disapprovazione di molti dei commentatori Qing. Cfr. TANG, Zhongguo wenzixue, op. cit., p. 20.

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collegati.327 Per quanto pionieristico, il suo approccio possiede tuttavia dei limiti evidenti, in

quanto la classificazione spesso manca di chiarezza e precisione. A dispetto di queste problematiche, l’opera di Zheng Qiao ebbe comunque un impatto di enorme portata sugli studi della tradizione successiva, ed è generalmente proprio a partire dal suo lavoro che si riconosce la nascita della disciplina detta liushu xue.

Nei secoli a seguire, corrispondenti ai regni delle dinastie Yuan 元 (1271 – 1368) e Ming 明 (1368-1644), un gran numero di studiosi proporrà e cercherà di imporre la propria comprensione della nozione di liushu, favorendo così la nascita e il susseguirsi di dibattiti di ogni genere, i quali si tradurranno in una situazione “that might be described as truly chaotic”328. A ben guardare tra i vari studi condotti in queste due epoche, è stato tuttavia

appurato come, nonostante le differenze nella forma espositiva, la maggior parte dei contenuti di queste teorie lasci identificare i loro autori come stretti seguaci di Zheng Qiao.329

Tra le personalità al centro del dibattito di questo periodo emerse in particolare – a distanza di circa un secolo dalla scomparsa di Zheng Qiao – quella di Dai Tong 戴侗 (fl. tardo XIII sec.). Questi compilò un’opera dal titolo Liushu gu 六書故 (Le basi delle ‘sei classi di grafie’), corredata da un capitolo introduttivo intitolato Liushu tongshi 六 書 通 釋 (Spiegazione

generale delle ‘sei classi di grafie’), all’interno del quale l’autore commenta e analizza l’elenco

dei liushu e i relativi esempi così come proposti da Xu Shen nella Postfazione330. Anche Dai

Tong, il quale nel suo lavoro critica quella che per lui è l’insoddisfacente organizzazione dei

327 In totale, Zheng Qiao classificò 608 caratteri come xiangxing, 107 caratteri come zhishi, 740 caratteri come

huiyi, 21,810 caratteri come xiesheng, 372 caratteri come zhuanzhu e 598 caratteri come jiajie. Cfr. Ibid., p. 36. In realtà, tutte e sei le classi dei liushu vengono a loro volta scomposte da Zheng Qiao in ulteriori sottocategorie. Uno dei traguardi raggiunti dall’autore nel suo studio, è infatti quello di aver riconosciuto il fatto che molti dei caratteri possiedono caratteristiche riconducibili a più di una singola categoria. Per rendere conto di questa particolarità, Zheng Qiao coniò quindi classi quali shijianxing 事兼形 (zhishi uniti a xiangxing) e shengjianyi 聲兼 意 (xingsheng uniti a huiyi). Cfr. BOLTZ, “Liushu”, in SYBESMA (ed.), Encyclopedia of Chinese language, op. cit., p. 621.

328 WANG, Definitions and Classifications of the Six Scripts, op. cit., p. 19. 329 Ivi.

330 Una traduzione in inglese del testo è disponibile in: W. Percival YETTS, The Six Scripts, or the Principles of

Chinese Writing by Tai T’ung, L. C. Hopkins (trad.), Cambridge, Cambridge University Press, 1954. Per quanto riguarda l’analisi proposta da Dai Tong, Boltz evidenzia inoltre come, sebbene alcune delle sue osservazioni non siano probabilmente storicamente corrette, tuttavia riflettano un pensiero particolarmente sofisticato dal punto di vista dello studio della relazione tra scrittura e lingua parlata, tanto da suggerire “an awareness of what would now be called derivational morphology”. Cfr. BOLTZ, “Liushu”, in SYBESMA (ed.), Encyclopedia of Chinese language, op. cit., pp. 621-622.

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bushou elaborata da Xu Shen, rompe lo schema dei 540 radicali dello Shuowen, proponendone

uno di sua originale creazione, fondato sulle categorie dei liushu.331

In epoca Qing, con l’impulso dato alla ricerca nel campo della cosiddetta xiaoxue, si assistette poi al fiorire degli studi sui liushu, in particolare in relazione allo Shuowen, oggetto anch’esso di rinnovata attenzione da parte dei letterati del tempo. Il più celebre tra questi, ovvero Duan Yucai (1735-1815), pubblicò nel 1776 un lavoro dal titolo Liushu yinyun biao 六 書音韻表 (Tavole sulle proprietà fonologiche dei caratteri e sulle sei classi di grafie). Nella sua parte principale, l’opera consiste di una collezione di tavole utili a classificare i caratteri sulla base della loro pronuncia e di alcuni specifici criteri stabiliti dall’autore. Nella sezione esclusivamente dedicata ai liushu, Duan Yucai si sofferma poi in modo specifico sull’analisi degli aspetti fonologici a questi legati (ad esempio, le implicazioni a livello fonetico della categoria xingsheng).332 Per questo, lo studio del commentatore Qing si è imposto più per il

suo valore nell’ambito degli studi fonologici sulla lingua cinese, che per la sua analisi dei contenuti della teoria dei liushu.

Oltre a quello di Duan Yucai, una serie di altri studi sono stati condotti in epoca Qing in materia di liushu, e una raccolta del relativo materiale può essere consultata nel trattato

Liushu zonglun 六書總論 (Trattato generale sulle ‘sei classi di grafie’), compilato da Ding

Fubao e contenuto nel suo Shuowen jiezi gulin. Il testo contiene al suo interno 107 opere di commento alla teoria dei liushu, redatte da 73 diversi studiosi.333

Gli studi sui liushu sono proseguiti poi anche in epoca moderna, per la maggior parte però nella direzione di una rivalutazione critica delle modalità con cui la teoria è stata in passato applicata alla classificazione dei caratteri, in particolare all’interno dello Shuowen, dove l’utilizzo delle categorie dei liushu come strumento analitico rappresenta il motivo di una serie di perplessità.334

331 In particolare, Dai Tong stabilì un nuovo elenco di radicali – da lui chiamati mu 目 – diviso in nove gruppi semantici (ad esempio, quello con radicali relativi all’uomo (ren 人), al cielo (tian 天), alla terra (di 地), etc.). Sotto ognuno dei radicali i caratteri venivano poi ulteriormente classificati sulla base della loro appartenenza alle classi dei liushu. Cfr. LI, “Gudai liushuxue yanjiu zongshu”, op. cit., p. 36. Inoltre, Dai Tong tentò di basare la sua spiegazione non su caratteri scritti in stile xiaozhuan, come aveva fatto Xu Shen, ma su caratteri provenienti da iscrizioni risalenti a prima del periodo Qin. Cfr. HARBSMEIER, “Language and Logic”, op. cit., p. 73.

332 BOLTZ, “Liushu”, in SYBESMA (ed.), Encyclopedia of Chinese language, op. cit., p. 622. 333 WANG, Definitions and Classifications of the Six Scripts, op. cit., pp. 49-50.

334 Fra gli altri, Tang Lan ha dedicato una sezione del suo lavoro alla “critica alla teoria dei liushu” (liushushuo

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3.2. I LIUSHU 六書 NELLO SHUOWEN JIEZI 說文解字