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L’ influenza delle emozioni nella ricerca di cibo

Da 0 a 10 quanto le emozioni influenzano la fame?

Figura 24: Quali emozioni influenzano la fame?

Anche se alcuni alunni non hanno dato risposta, si nota che la tristezza è l’emozione maggiormente scelta dagli alunni (53,74%) ma anche la gioia (36,12%), la noia (32,6%) e la rabbia (27,75%) risultano avere influenza sulla fame per molti soggetti. Altre emozioni espresse sono state: la depressione, la paura, l’ansia, il disgusto e la sorpresa.

All’interno del questionario sono state poste due domande per indagare il rapporto dei ragazzi rispetto ai social (Allegati 5 e 10) il numero totale di alunni ai quali è stato somministrato il test è 271 di età compresa tra 12 e 13 anni, per l’analisi dei dati sono stati inclusi solo i questionari degli alunni presenti a tutti e tre gli incontri per un totale di 227.

Alla domanda “Secondo te quello che vediamo sui Social (foto, video, notizia ...) è sempre corrispondente alla realtà?”, poteva essere scelta una risposta tra: si, no, non so (Fig. 25).

Figura 25: Social media e realtà

Già dalla prima rilevazione, si nota che la quasi totalità dei soggetti risponde no (95,6%) alla domanda, dato che si riconferma nella seconda rilevazione.

Alla domanda “Quanto è vero quello che vediamo sui Social?”, gli alunni potevano dare un punteggio da 0 a 10 (Fig. 26).

Figura 26: Social e verità.

Nella seconda rilevazione, a differenza della prima si nota un incremento delle percentuali riferiti ai punteggi più bassi, indice di un cambiamento nel pensiero dei soggetti riguardo alla veridicità espressa dai Social.

0 20 40 60 80 100 120

Si No Non so

Risposte in %

Social media e realtà

Nel campione di ragazzi che hanno partecipato al progetto di educazione alimentare, in termini di abitudini alimentari, si evidenziano in linea di massima dei dati che confermano quelli regionali dell’ultima rilevazione ISTAT del 2019, per quanto riguarda il consumo di frutta e verdura, il cui intake risulta ridotto e con una frequenza di assunzione inferiore rispetto a quella proposta dalle Linee guida nazionali.

Il consumo di cereali e derivati, latte e derivati e d’olio di oliva risulta mediamente buono, anche se per una buona percentuale (circa la metà) non sono rispettate le indicazioni date dalle Linee guida.

Carne e salumi risultano essere consumati con frequenza maggiore rispetto a quella consigliata a differenza di legumi e pesce.

In linea generale i soggetti che assumono bevande gassate o zuccherate sono una percentuale superiore al dato delle regioni del centro Italia del 2017-2018 e poco inferiore al dato nazionale ISTAT, 2019.

I soggetti che fanno almeno uno spuntino tra i pasti sono una percentuale superiore a quella corrispondente al dato regionale del 2014 tra 11 e 13enni nella rilevazione HBSC.

Nell’indagare la polisensorialità del cibo, nella prima rilevazione la maggior parte dei ragazzi pone il gusto come senso rilevante quando mangia, ma nella seconda rilevazione aumenta significativamente la percentuale di ragazzi che attribuisce rilievo all’integrazione di tutti i sensi. Fin dal primo incontro erano quasi tutti concordi sul fatto che il gusto risulta non solo dal sapore di un alimento ma anche da elementi poi specificati nell’ultimo incontro (emozioni, integrazione di tutti i sensi, ricordi e memorie, qualità/genuinità/ingredienti, pubblicità, packaging, aspettative).

La sperimentazione del cibo per i due terzi del campione è risultata importante e tutti sottolineano il piacere della novità e la possibilità di cambiare idea riguardo ad un particolare cibo che a primo impatto sarebbe potuto non piacere.

Quasi la totalità degli alunni è consapevole che non è la fame il principale determinante nel consumo di cibo e alla fine del corso la risposta negativa alla domanda “Si mangia solo per fame?” aumenta in percentuale; la percezione di fame avviene maggiormente per segnali fisici (biologici) rispetto a quelli emotivi (psicologici), ma, per la maggior parte dei partecipanti, si afferma la consapevolezza di mangiare anche in risposta a emozioni, specie negative, come noia e tristezza. Questa consapevolezza (cioè la differenza tra fame biologica e fame emotiva) appare comunque aumentata nell’ultimo incontro, nel quale i ragazzi hanno esposto come motivazione al mangiare soprattutto le emozioni negative, come noia e tristezza, rispetto a quelle positive oltre ad aspetti socioculturali o edonistici.

E’ stata infine indagata la percezione sulla veridicità dei Social: per la quasi totalità dei ragazzi l’affidabilità delle informazioni che se ne ricavano è risultata scarsa, consapevolezza registrata all’ingresso e confermata e aumentata dopo l’intervento.

Conclusioni

L’intervento di prevenzione di obesità e disturbi alimentari descritto in questa tesi, e realizzato con un ampio gruppo di preadolescenti, ha avuto come obiettivo l’implementazione di un’alimentazione sana, varia ed equilibrata. Sulla base delle indicazioni più recenti di linee guida e letteratura internazionale, più che su informazioni relative ai disturbi e loro conseguenze o alla composizione degli alimenti, i contenuti sono stati focalizzati sulla promozione di maggiore consapevolezza nelle scelte alimentari, sul riconoscimento delle differenze tra fame biologica e fame emotiva, sulla sperimentazione di come la sensorialità e le emozioni possano condizionare l’alimentazione, su indicazioni utili a favorire un atteggiamento critico nei confronti delle informazioni pubblicitarie alimentari provenienti dai Social. La metodologia dell’intervento è stata di tipo interattivo, in orario scolastico, attraverso laboratori esperienziali e discussione tra pari, con il coinvolgimento di genitori e insegnanti.

Gli incontri ed i temi affrontanti così come le attività ed i laboratori sensoriali sono stati nell’insieme molto graditi dai ragazzi. La loro partecipazione durante gli incontri è stata molto attiva, e hanno dimostrato interesse, curiosità, ed iniziativa anche per le attività che sono state loro assegnate durante lo svolgimento del progetto.

Limiti dell’intervento sono stati le difficoltà organizzative (integrare gli incontri con i ragazzi nel planning dell’orario scolastico), la breve durata dell’intervento, il tempo relativamente breve intercorso tra la somministrazione dei due questionari, che non permette conclusioni definitive sull’efficacia dell’esperienza svolta, la relativamente scarsa partecipazione degli insegnanti e, soprattutto, dei genitori, che rappresentano

invece, per quanto illustrato, un importante target dell’intervento per il condizionamento familiare sullo stile alimentare dei ragazzi.

Ciononostante si possono evidenziare anche alcuni punti di forza dell’intervento: in primis il coinvolgimento degli istituti scolastici, che hanno dato piena disponibilità all’esperienza svolta, la Scuola si configura infatti come l’Istituto sociale che può far da guida al processo di riappropriazione ed esplorazione emotiva, sensoriale, valoriale, culturale e scientifica del patrimonio alimentare del nostro Paese (MIUR, 2015). Inoltre alcuni dati presentati, sia pure analizzati al solo scopo di valutazione e verifica del lavoro svolto, appaiono di significativo interesse, con riferimento ai risultati riscontrati sull’importanza della sensorialità rispetto al consumo di cibo, all’influenza delle emozioni rispetto ai meccanismi di regolazione del sistema di fame / sazietà e alla costruzione di un sano stile alimentare.

La possibilità di estendere l’intervento con un maggiore numero di incontri sia con genitori e insegnanti che con i ragazzi, potrebbe essere di maggiore efficacia e, con un

- miglioramenti acquisiti.

Su queste basi, l’implementazione dell’esperienza pilota condotta, riproposta in altre scuole, coinvolgendo un numero maggiore di alunni, può rappresentare l’inizio di un piano innovativo, volto a promuovere un corretto stile di vita basato su una sana alimentazione, accrescendo l’interazione tra scuola e famiglia e la consapevolezza dei giovani rispetto a corrette scelte alimentari per la prevenzione efficace di obesità e Disturbi Alimentari.

ALLEGATI

Allegato 1: Piramide alimentare

Tratto da “Il gusto di mangiare insieme – Dal cibo alla tavola: un’educazione alimentare in dieci tappe”, C. Barzanò, Slow Food Editore, 2016.

Allegato 2: “Ottagono delle forze alimentari per crescere in salute” e Linee guida AAP 2016.

Allegato 4: “Test CREA sulle abitudini alimentari”

Fonte: Crea; * anche integrali, Dolci esclusi; ad es. pane pasta riso couscous** eccetto molluschi e crostacei; ad es. spigola, orata…

”Dal banco alla Tavola: #ciboemozioni”

cod ID………

Data ………

1. Qual è il “senso” più importante quando mangi?

□ gusto □ vista □ olfatto □ tatto □udito □ tutti

2. Secondo te, il gusto del cibo è dato solo dal suo sapore? SI □ NO □ Non so □

3. Secondo te, si mangia solo per fame? SI □ NO □ Non so □

4. Secondo te, quanto le tue emozioni influenzano la tua fame? Dai un punteggio da 0- 10: ………….

5. Ti capita di mangiare quando sei annoiato/a (es. davanti alla TV, in camera, mentre studi…)?

SI □ NO □

6. Ti capita di mangiare mentre fai altre cose che ti distraggono (es. davanti alla TV, mentre ascolti musica, mentre studi…)?

Mai □ Spesso □ Raramente □

Sempre □

7. In genere, da cosa riconosci che hai fame? Descrivilo brevemente:

………...

8. Se hai un PC o uno Smartphone, li usi per essere sui Social? SI □ NO □ Se sì, quali usi di più (Facebook, Istagram, Twitter,…)?

………...

9. Secondo te, quello che vediamo sui Social (foto, video, notizie,…) è sempre

corrispondente alla realtà? SI □ NO □

Quanto è vero quello che vediamo sui social? Dai un punteggio da 0 a 10: ……….

Allegato 6: “Scheda applicativa laboratorio dell’olfatto”

Allegato 8: “Vocabolario Emotivo”

Allegato 10: “Test ad hoc d’uscita”

“Dal Banco alla Tavola: #ciboemozioni”

1. Qual è il “SENSO” più importante quando mangi?

□ Gusto

□ Vista □ Olfatto □ Tatto

□ Udito

□ Tutti

2. Secondo te, il gusto del cibo è dato solo dal suo SAPORE?

□ Si

□ No □ Non so

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