• Non ci sono risultati.

I VARI SETTOR

I. ACQUA Linda Barbiero

SOMMARIO. 1.Introduzione. 2. La spinta del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale verso la privatizzazione. 3. Organizzazioni internazionali e risorse idriche. Convenzioni, risoluzioni ed iniziative. 4. Prospettive future. Movimenti, ONG e diritto all’acqua.

1. Introduzione

La domanda d’acqua sta crescendo vertiginosamente, di pari passo all’aumento della popolazione mondiale ed all’incremento dei consumi individuali. Si sta realizzando quanto annunciato dal Vicepresidente della Banca mondiale, Ismal Serageldin: “Molte guerre del XX secolo sono state scatenate dal petrolio. Nel prossimo secolo sarà invece l’acqua ad essere oggetto delle contese”. L’acqua infatti è più preziosa del petrolio, perché il secondo è fonte di benessere, mentre la prima di vita.309

L’acqua è un bene insostituibile ed essenziale: per questo sono in corso una cinquantina di conflitti causati da dispute sulla spartizione delle risorse idriche. I più noti riguardano fiumi storici come il Nilo, il Tigri, l’Eufrate ed il Giordano. In queste contese le dighe costituiscono lo strumento di forza per eccellenza: chi le costruisce spesso se ne serve per deviare a proprio favore enormi masse d’acqua, soprattutto per sfruttarle nell’agricoltura, sottraendole agli altri stati coripari.

Di tutta l’acqua che l’uomo attinge per far fronte ai propri bisogni, il 70-80% viene utilizzata per l’irrigazione. Più della metà dell’aumento della produzione agricola nei PVS tra il 1960 ed il 1990 è frutto dell’irrigazione, spesso accompagnata dalla “Rivoluzione verde”, considerata un metodo per arginare il fenomeno della fame. Tale metodo consiste nella selezione di sementi ad alto rendimento, nell’uso di additivi chimici e nella

309

diffusione di monocolture agricole e forestali in grandi aree al fine di garantire una maggior produttività del suolo. Se lo scopo viene apparentemente raggiunto nel breve periodo, nel lungo periodo ha effetti devastanti.

In molti paesi del Terzo Mondo si sono sostituite colture tradizionali con altre che necessitano di molta acqua: la canna da zucchero, per esempio, seppur coltivata solo sul 3% della terra irrigua del Maharashtra (India) consuma ben l’80% della quantità d’acqua destinata all’irrigazione, mentre l’eucalipto, seminato per la produzione della carta e della pasta di legno, prosciuga le falde freatiche. Le pompe elettriche ed i motori a benzina estraggono l’acqua molto più rapidamente dal sottosuolo che in passato, non dando modo alle falde di rigenerarsi e quindi di conservarsi. E’ per questo che in molte parti del mondo l’acqua sta diventando una risorsa esaurita, più che esauribile. Il punto di vista sociale non è meno preoccupante: i contadini si indebitano per poter acquistare i nuovi sementi e fertilizzanti e poi, a causa della improduttività del terreno, non riescono a sdebitarsi.

2. La spinta del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale verso la privatizzazione

Il Fondo monetario internazionale (FMI) e la Banca mondiale (BM) sono istituti finanziari che influenzano significativamente le politiche commerciali dei paesi in via di sviluppo, anche riguardo alle scelte in campo idrico. Infatti, condizione piuttosto frequente per la concessione del credito è la privatizzazione della gestione delle risorse idriche. Molti paesi del Terzo Mondo, in condizioni economiche disastrose, sono costretti a richiedere prestiti e quindi obbligate a sottostare a tale imposizione.

A titolo di esempio, 12 dei 40 finanziamenti concessi dal FMI nel 2000, tra cui quelli erogati a favore di Angola, Benin, Guinea Bissau, Niger, Ruanda, Senegal e Tanzania, imponevano la privatizzazione totale o parziale dell’acqua.310

Ma quali sono le conseguenze per i Paesi cosiddetti in via di sviluppo (PVS) di questa spinta verso la privatizzazione?

310 M

OLINARI, “L’acqua è il nuovo petrolio”, in Carta, 18, 8 nov. 2001.

- A) Indebitamento: La privatizzazione richiede trasformazioni profonde, attrezzature, personale qualificato, conoscenze specifiche, oltre che una condizione di sicurezza, e per questo è un processo a lungo periodo. Il FMI, invece, concede prestiti a breve periodo, così i PVS spesso ripetono la richiesta di finanziamento, e non riuscendo a restituire le somme ricevute, il loro debito estero cresce. Una parte rilevante del capitale della BM rimane inutilizzata, dal momento che gli interessi previsti sono consistenti e da elargire in dollari.

E’ la gente a pagare il prezzo più alto perchè i Governi, alla ricerca di denaro da restituire agli organismi finanziari internazionali, operano tagli per esempio in ambito sanitario o dell’istruzione, peggiorando le condizioni di una popolazione già eccessivamente provata.

- B) Aumento delle tariffe: Le compagnie commerciali spingono di frequente i prezzi alle stelle. A titolo di esempio, la Bywater a Subic Bay, nelle Filippine, ha aumentato le tariffe del 400%; in Ghana la popolazione povera spende fino al 50% delle entrate mensili per potersi dissetare!

- C) Perdita di posti di lavoro: La gestione privata comporta un dimezzamento dell’impiego di personale e di conseguenza molti dipendenti devono essere licenziati.

3. Organizzazioni internazionali e risorse idriche. Convenzioni, risoluzioni ed iniziative

Scarsità idrica, corsi d’acqua e laghi che bagnano più stati, diritto d’accesso all’acqua, conseguenze di un uso non sostenibile quali siccità o cambiamenti climatici: ecco gli elementi che rendono il problema dell’acqua una questione mondiale.

Per questo molte organizzazioni internazionali, ed in primo luogo le Nazioni Unite, si occupano delle problematiche legate all’acqua. Vediamo alcune tra le iniziative più significative in proposito.

Redatto dal Comitato europeo per la salvaguardia della natura e delle sue risorse311, tale documento è importante perché segna l’inizio di una preoccupazione generale e di un attivismo istituzionale circa la necessità di salvaguardare le risorse idriche in un’ottica internazionalista, mettendo in risalto sia l’aspetto quantitativo che quello qualitativo del problema idrico.

I 12 principi contenuti nella Carta dell’acqua sono:

1. Non c’è vita senza acqua. L’acqua è una ricchezza, indispensabile a tutte le attività umane. 2. Le risorse di acqua dolce non sono inesauribili. E’

indispensabile preservarle, controllarle e, se possibile, accrescerle.

3. Alterare la qualità dell’acqua significa nuocere alla vita dell’uomo e degli altri esseri viventi. 4. La qualità dell’acqua dev’essere mantenuta a

livelli tali da soddisfare tutte le esigenze delle utilizzazioni previste, ed in particolare deve soddisfare le esigenze di salute pubblica.

5. Quando l’acqua, dopo essere stata utilizzata, è restituita all’ambiente, non deve compromettere i possibili usi, tanto pubblici che privati, che di questo ambiente potrebbero essere fatti.

6. La conservazione di una copertura vegetale appropriata, di preferenza forestale, è essenziale per la conservazione delle risorse idriche.

7. Le risorse idriche devono essere oggetto di inventario.

8. La buona gestione dell’acqua deve essere pianificata dalle autorità competenti.

9. La salvaguardia dell’acqua necessita di uno sforzo importante di ricerca scientifica, di formazione di specialisti e di servizi di informazione pubblica. 10. L’acqua è un patrimonio comune, il cui valore

deve essere riconosciuto da tutti. Ognuno ha il

311 Si tratta di un Comitato del Consiglio d’Europa, che stabilisce dei principi che vengono poi adottati dal Comitato dei Ministri, organo decisionale del Consiglio d’Europa stesso. Nel 2001, mediante una

Recommendation, il Consiglio dei Ministri adotterà la nuova Carta

dell’Acqua, che farà riferimento a concetti quali lo sviluppo sostenibile e a misure di prevenzione dell’inquinamento idrico.

dovere di utilizzare l’acqua con attenzione e parsimonia.

11. La gestione delle risorse idriche dovrebbe essere inquadrata nel bacino naturale piuttosto che entro frontiere amministrative e politiche.

12. L’acqua non ha frontiere: essendo una risorsa comune, necessita di una cooperazione internazionale.

b) Conferenza di Mar del Plata, Argentina (1977) Prima grande conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua. Si stabilisce che “tutti hanno diritto di accedere all'acqua potabile in quantità e qualità corrispondenti ai propri bisogni fondamentali”.312

c) Decennio internazionale dell'acqua potabile e del risanamento (1981/1990)

L’Assemblea Generale, nella sua 55esima sessione, “profondamente preoccupata che una grande parte della popolazione mondiale non abbia un accesso ragionevole ad acqua sana e abbondante e che una sua parte sempre maggiore sia senza adeguati servizi igienico-sanitari (...), [p]roclama il periodo 1981- 1990 come ‘Decennio Internazionale dell'Acqua Potabile e del Risanamento’, durante il quale gli Stati membri si assumono l'impegno di apportare entro l'anno 1990 un miglioramento sostanziale negli standard e nei livelli dei servizi per l’approvvigionamento dell'acqua potabile e per il risanamento.

Durante la Conferenza finale del decennio internazionale, tenutasi nel 1990 a Nuova Delhi, organizzata dall'UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), viene fatto un appello a tutti gli Stati per un’azione concertata finalizzata alla totale copertura della fornitura di acqua pulita e di servizi igienico-sanitari entro il 2000.

312

e) Conferenza su ambiente e sviluppo di Rio de Janeiro (UNCED, 1992)

Nella Dichiarazione conclusiva:

- si fa continuo riferimento ad uno “sviluppo sostenibile”, che sia “in armonia con la natura” e che preveda piani di protezione ambientale;

- si afferma che gli Stati hanno il diritto sovrano di sfruttare le proprie risorse, ma anche la responsabilità di assicurare e controllare che tale sfruttamento non procuri danni ambientali al di fuori dei propri confini (principio 2);

- si invitano gli Stati a cooperare per conservare, proteggere e ricreare gli ecosistemi, ognuno proporzionalmente al grado di degrado procurato (pr. 7) e per migliorare la legislazione internazionale sulla responsabilità e sulla compensazione in caso di danni ambientali (pr. 13);

- si richiamano gli Stati al dovere di previa notificazione su attività che possano avere un “significant adverse transboundary environmental effect” su altri Stati;

- si sostiene il dovere degli Stati di informare immediatamente gli altri in caso di disastri naturali o di altre emergenze ambientali che abbiano causato e che possano arrecare danno a questi ultimi (pr. 18).

f) L’Agenda 21 (1992)

Nel Preambolo si afferma che l’Agenda 21 “riflette un consenso globale e un impegno globale ai più alti livelli sullo sviluppo e sulla cooperazione ambientale” e che questo documento “segna l’inizio di una nuova partnership globale per lo sviluppo sostenibile”. In effetti lo sviluppo sostenibile è il tema centrale attorno a cui ruota tutto il testo, richiamato in ogni capitolo.

Vediamo alcuni dei propositi enunciati in riferimento a problematiche legate alla risorsa idrica.

- Cap. 12: combattere la desertificazione e la siccità. La desertificazione influisce su circa un sesto della popolazione mondiale e riguarda il 70% delle terre emerse. Per combatterla si prediligono misure preventive, quali: il

miglioramento dei sistemi di monitoraggio e dei programmi di sradicamento della povertà per le zone più a rischio, la forestazione e la riforestazione, la promozione dell’educazione e della partecipazione della popolazione interessata e l’inclusione dei programmi contro la desertificazione nei piani di sviluppo nazionali.

Cap. 14: promuovere un’agricoltura sostenibile e lo sviluppo rurale

Per combattere la fame nel mondo è necessario aumentare la produttività del suolo, ma senza perdere di vista la protezione delle risorse naturali. Si auspica, tra l’altro, una riforma della politica agricola, la partecipazione popolare e lo sviluppo delle risorse umane, la conservazione del terreno e dell’acqua.

-

Cap. 17: protezione degli oceani, dei mari e delle zone costiere

Si sottolinea la necessità che la tutela dell’ambiente marino sia prevista dalla legislazione nazionale, di un rafforzamento della cooperazione internazionale e dell’uso sostenibile delle forme di vita marine.

Cap. 18: protezione della qualità e approvvigionamento delle risorse d’acqua dolce

L’acqua viene definita come “una risorsa limitata avente valore economico e con importanti implicazioni sociali ed economiche”.

Il problema dell’acqua viene considerato secondo due aspetti fondamentali: quello quantitativo e quello qualitativo. Riguardo al primo, si sottolinea il bisogno di sviluppare attività umane rispettose del ciclo idrologico e della sua conservazione, rispettose dei tempi imposti dalla natura. I modelli agricoli, che tendono all’incremento dell’efficienza e della produttività, devono prevedere delle valutazioni di impatto ambientale e vanno altresì valutate le conseguenze sociali delle opere di irrigazione.

Per quanto concerne, invece, la qualità dell’acqua si rammenta che i risultati dovuti alla proclamazione del Decennio internazionale dell'acqua potabile e del risanamento non sono stati sufficienti, dal momento che ancora una persona su tre nei PVS non ha accesso ad acqua sicura e non vive in condizioni sanitarie accettabili. Nei PVS, l’80% delle malattie sono dovute alla

contaminazione dell’acqua. Si invitano gli Stati ad incrementare significativamente gli investimenti, adottare tecnologie appropriate per il trattamento dell’acqua e prevenire l’inquinamento idrico.

Si invitano gli Stati ad una autentica collaborazione riguardo lo scambio di conoscenze e di tecnologie e si ravvisa la necessità di un aumento considerevole del sostegno finanziario a favore dei Paesi poveri.

g) Programma mondiale di valutazione delle risorse idriche L’UNESCO coordina il Programma mondiale di valutazione delle risorse idriche (World Water Assessment Programme)313, che si pone i seguenti obiettivi:

- valutare lo stato delle risorse idriche e dei relativi ecosistemi;

- identificare le questioni critiche ed i problemi legati alle risorse idriche;

- sviluppare indicatori e misurare il progresso verso il conseguimento di un uso sostenibile delle risorse idriche; - aiutare i paesi a sviluppare una propria capacità di

valutazione sulla materia;

- documentare quanto appreso e pubblicare un Rapporto mondiale sullo sviluppo delle risorse idriche (WWAP) ad intervalli regolari. Si forniscono dei criteri per una raccolta sistemica e costante di informazioni. Il WWAP nasce dalla collaborazione tra 23 agenzie e segreterie di Convenzioni delle Nazioni Unite. La sua prima edizione è del 2003, la seconda del 2006.

h) La Giornata mondiale dell’acqua

La risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite A/RES/47/193 istituisce la Giornata mondiale dell’acqua, che cade il 22 marzo di ogni anno a partire dal 1993.

313Vedi

In occasione di tale evento, gli Stati sono invitati a realizzare attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, quali produzione e diffusione di documentazione, conferenze, tavole rotonde, seminari e mostre sul tema della tutela e dello sviluppo delle risorse idriche, in linea con quanto stabilito in proposito dal capitolo 18 dell’Agenda 21.

i) La Convenzione contro la desertificazione (1994)

Facendo espresso riferimento all’Agenda 21 ed al concetto di sviluppo sostenibile, si pone come obiettivo di “combattere la desertificazione e mitigare gli effetti della siccità (...), specialmente in Africa, attraverso azioni efficaci a tutti i livelli, sostenute dalla cooperazione internazionale”. Per raggiungere tale scopo ci si prefigge di attuare strategie integrate per una maggior produttività del suolo, per la conservazione del terreno e delle risorse idriche e per il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.

j) Sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGASS,1997)

Partendo dalla premessa che più di un quinto della popolazione mondiale non ha ancora accesso all’acqua potabile e dato il perseverare di modelli di sviluppo non sostenibili, si identificano delle urgenze per l’attuazione dell’Agenda 21, tra cui:

1. la gestione integrata dei bacini idrografici; 2. il rafforzamento della cooperazione regionale e

internazionale;

3. la garanzia della partecipazione permanente delle comunità locali;

4. la promozione degli investimenti pubblici e privati;

5. il sostegno agli sforzi dei paesi in via di sviluppo per il passaggio a sistemi che implicano un minore utilizzo di risorse idriche.

La Dichiarazione del Millennio è stata approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre del 2000. Gli otto obiettivi in essa contenuti dovrebbero essere raggiunti entro il 2015.

L’Obiettivo numero 7 consiste nell’ “assicurare la sostenibilità ambientale”, definita come “utilizzare saggiamente le risorse naturali e proteggere i complessi ecosistemi da cui dipende la nostra sopravvivenza”.314

Tra gli obiettivi specifici, troviamo quello di “dimezzare entro il 2015 la porzione di popolazione senza accesso sostenibile all’acqua potabile e all’igiene di base”. Tra il 1990 e il 2004 l'accesso all'acqua potabile è cresciuto dal 78% all'83%. In particolare, in America Latina, nei Caraibi e in Asia meridionale l'obiettivo posto per l'acqua potabile verrà raggiunto con largo anticipo.315

l) L’Anno internazionale dell’acqua dolce (2003)

Il 2003 viene proclamato dell’Assemblea Generale Anno internazionale per l’acqua dolce (International Year of Freshwater). L’iniziativa serve per promuovere progetti di sensibilizzazione sull’importanza di un uso e di una gestione sostenibile delle risorse idriche. Stati, organizzazioni internazionali e nazionali, movimenti e settore privato vengono invitati a focalizzare l’attenzione pubblica sulle acque dolci a tutti i livelli, dal locale al mondiale.

m) Il Decennio internazionale per l’azione “Acqua per la Vita” (2005-2015) 316

L’Assemblea Generale decide che il decennio dal 2005 al 2015 sia finalizzato ad un una maggior riflessione ed azione a tutti i livelli per la risoluzione del problema idrico, soprattutto in vista

314 A

NNAN, The Millenium Development Goals Report 2005, Dipco n. 30/2005.

315 Dati del Rapporto Unicef “Progress for Children”(2006). 316

del raggiungimento nel 2015 dell’obiettivo di dimezzare la popolazione senza accesso all’acqua potabile.

n) La 60esima Sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (2005)

Gli impegni presi sono stati più delle dichiarazioni generiche che dei precisi impegni sul piano pratico. Nel World Summit 2005 Outcome viene affermato “l’impegno collettivo per raggiungere l’obiettivo di uno sviluppo sostenibile, come auspicato dall’Agenda 21, mediante la cooperazione internazionale ed azioni a tutti i livelli”.

Con particolare riferimento al problema idrico, si rinnova il sostegno all’iniziativa del Decennio Internazionale per l’azione “Water for Life”, e si richiama l’impegno a combattere la desertificazione, specialmente in Africa, come stabilito dalla Convenzione del 1994.

o) La Conferenza europea sull’Acqua (2007)

La Direzione generale dell’ambiente della Commissione Europea organizza in collaborazione con Eurostat, l’Agenzia Europea per l’ambiente e Joint Reserch Centre una conferenza con la duplice finalità di presentare un rapporto sull’applicazione della Direttiva quadro sulle acque317 e di lanciare Wise318.

In merito al primo aspetto, si rileva come sia necessario un maggior sforzo da parte degli stati europei per poter raggiungere l’obiettivo prefissato dalla direttiva di garantire una buona qualità dell’acqua di fiumi, laghi, acque costiere e sotterranee entro il 2015. Il recepimento della direttiva nelle legislazioni nazionali è inadeguato e dev’essere migliorata la cooperazione tra gli stati in riferimento al problema dell’inquinamento delle acque.

Dalla collaborazione tra la Commissione Europea e l’Agenzia Europea per l’ambiente nasce Wise, portale web che raccoglie e sistematizza in un unico spazio tutti i dati concernenti le

317 Water Framework Directive (2000/60/EC). 318

risorse idriche, la loro gestione e le politiche adottate, in ambito europeo.

4. Prospettive future. Movimenti, ONG e diritto all’acqua “Succede che viviamo in un’epoca storica in cui il modo di produzione dominante oggi globalizzato trasforma in mercanzia letteralmente tutto, perfino le cose più sacre e vitali. I diritti umani inalienabili sono ridotti a necessità umane. Per soddisfarle bisogna obbedire alle leggi della offerta e della domanda, proprie del mercato. Solo ha diritti chi possa pagare e sia consumatore, e non chi è persona, indipendentemente dalla sua condizione economica e sociale”. Questa riflessione di Leonardo Boff319 rivela una triste realtà: l’acqua è una merce, e come tale il suo scambio è regolato dalle leggi del mercato, e le multinazionali fanno a gara per privatizzarla. In questo contesto non trovano spazio concetti quali sostenibilità ambientale, conservazione e giustizia nella ripartizione.

Durante il Forum dell’Aja320, l’acqua è stata definita “un bene economico” il cui valore deve essere determinato in base al “giusto prezzo” del mercato. Al massimo se ne parla come “bisogno umano fondamentale”, ma né in questa sede, né in altre sedi ufficiali gli stati si sono spinti a riconoscere l’accesso all’acqua come un diritto fondamentale dell’uomo. Eppure vari trattati e dichiarazioni vi fanno riferimento, ma manca sia una previsione generale vincolante sia una conseguente normativa che specifichi poi concretamente i modi ed i mezzi per realizzare tale diritto, perchè non rimanga astratto.

Un passo importante verso il riconoscimento di un diritto fondamentale è rappresentato dal Commento generale num. 15 del

319

BOFF, La guerra del agua, in http://www.servicioskoinonia.org/boff/ .

320 Secondo Forum mondiale sull'acqua, Aja, 17-22 marzo 2000, organizzato dal World Water Council, a cui hanno preso parte 140 governi ed importanti organizzazioni non governative.

Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali321, del novembre 2002, che recita “il diritto umano all’acqua è indispensabile per condurre una vita in condizioni di dignità umana. Esso è un prerequisito per la realizzazione di altri diritti umani”322, quali il diritto ad una alimentazione adeguata o il diritto alla salute.

Il Comitato internazionale per il contratto mondiale sull’acqua323 ha redatto il “Manifesto dell’Acqua”, in cui è contenuta, appunto, la proposta di un Contratto mondiale.324

In particolare, le proposte del Comitato sono:

Documenti correlati