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I VARI SETTOR

III. AIDS Parfait Mpelo

SOMMARIO. 1. Premessa. 2. Alcune considerazioni storiche e statistiche. 3. Mezzi finanziari, materiali e preventivi. 4. Ostacoli e carenze riscontrati. a) Assenza di risorse. b) Disuguaglianza delle donne. c) Fattori religiosi. 5. Inefficacia delle misure poliziesche. 6. Possibilità alternative efficaci : il ruolo delle collettività locali.

1. Premessa

L’AIDS inquieta il mondo, semina il terrore nell’ambiente sociale e sembra, almeno per il momento costituire una delle più grandi sfide della scienza medica. Ci si pone i seguenti problemi: qual è l’origine dell’AIDS? Quali sono gli sforzi compiuti dalle organizzazioni internazionali nel quadro della lotta contro l’AIDS? Quali i risultati? C’è modo di delineare una nuova forma di lotta contro l’AIDS ? Sono tutte problematiche che attirano la nostra attenzione in particolare nella regione del mondo più colpita dalla pandemia: l’Africa subsahariana.

2. Alcune considerazioni storiche e statistiche

La sindrome di immunodeficienza acquisita, (Acquired Immuno Deficiency Syndrome) AIDS, è una malattia che attacca alcuni globuli bianchi che costituiscono un elemento chiave del sistema immunitario dell’organismo.

L’AIDS è dovuto a un virus scoperto nel 1983 chiamato virus dell’immunodeficienza umana, (Human Immunodeficieny Virus, HIV). Esso infetta i linfociti disorganizzando il sistema immunitario ed indebolendo progressivamente l’organismo che diviene vulnerabile a varie malattie.

La storia dell’infezione da HIV comincia ufficialmente nel 1981 con l’apparizione di diversi sintomi quali pneumopatie o il sarcoma di Karposi e altre presso gli omosessuali americani. Molto rapidamente una deficienza immunitaria severa è messa in evidenza, portando alla denominazione di AIDS, di cui l’Organizzazione mondiale della sanità stima attualmente più di trentanove milioni di casi.

Enorme è il costo della malattia sul piano sociale, economico, culturale e politico.

La paura dell’infezione comporta il rigetto sociale dei malati e si accentua la discriminazione nei confronti dei sieropositivi in materia di impiego, alloggio ed educazione. Tale malattia costituisce attualmente una sfida sociale, politica ed economica, così come medica.

In Africa la situazione è allarmante, contando, secondo le stime dell’OMS e dell’ONU, più del 64% dei sieropositivi pari a 25 milioni.

La politica generale del millennio iniziata nel 2000 dalle organizzazioni internazionali aveva vari obiettivi e cioè, fra gli altri:

1. sradicare la povertà;

2. l’educazione;

3. la promozione delle donne;

4. la riduzione della mortalità infantile; 5. la promozione della salute materna; 6. la lotta all’AIDS e alle altre malattie sessualmente trasmissibili;

7. la tutela ambientale.

3. Mezzi finanziari, materiali e preventivi.

E’ stato creato nel 2002 il Fondo mondiale per la lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e il paludiamo in partenariato con i poteri pubblici, la società civile e il settore privato con lo scopo di assegnare dei contributi per combattere tali malattie.

Sono stati pertanto attribuiti 314 doni in 128 Paesi e sono stati spesi 3 miliardi di dollari per il programma di lotta contro l’AIDS.Nonostante tali grandi sforzi, l’AIDS continua a mietere vittime.

Il metodo principale di lotta mira ad ottenere la prevenzione dell’AIDS mediante il cambiamento dei comportamenti sessuali, la sensibilizzazione e l’educazione volta a promuovere l’uso dei preservativi, specie in relazione al lavoro sessuale, e l’analisi volontaria legata dalla presa in carico psicosociale. Altri Paesi hanno puntato ad applicare misure di prevenzione poliziesca. 4. Ostacoli e carenze riscontrati

a) Assenza di risorse

In realtà i mezzi finanziari e materiali impiegati nella lotta contro l’AIDS hanno raggiunto parzialmente i loro obiettivi per la semplice ragione che i gruppi colpiti non hanno beneficiato in modo adeguato del supporto. Una delle cause di questa situazione è l’assenza di controllo sulla gestione delle risorse finanziarie e materiali impiegate e l’ insufficiente destinazione di tali risorse verso le persone e i Paesi più colpiti.

L’esperienza compiuta in Africa ed altrove dimostra che la maggior parte dei Paesi dell’Africa subsahariana con tasso elevato di sieropositività mancano delle risorse idonee a dare a ciascuno centro di salute i mezzi di prevenzione rafforzando le capacità tecniche per effettuare il test volontario di analisi dell’AIDS/HIV.

b) Diseguaglianza delle donne nei Paesi africani

Nella società africana, l’inferiorità della donna costtuisce una ragione sufficiente a impedirle di mettere in discussione di accopppiarsi con un partner che non accetta il preservativo. Le relazioni sessuali, quindi, non sono spesso né consensuali né accettate, ma la donna ne subisce le conseguenze in ragione della sua disuguaglianza sociale. E’ quindi necessario che le organizzazioni internazionali difendano i diritti delle donne mobilitando e sensibilizzando l’opinione pubblica internazionale e dei vari Paesi, sul fatto che la donna deve poter rifiutare i rapporti sessuali a rischio.

La prevenzione dell’AIDS mediante uso del preservativo è controversa, dato che non si tratta di soluzione ammessa da tutti. Alcuni di coloro che sono contrari si basano su principi religiosi islamici o su prescrizioni bibliche.

d) Il fattore povertà

La povertà è un problema multidimensionale che si caratterizza per redditi poco elevati, un debole consumo, fame, malnutrizione, cattivo stato di salute, assenza di educazione e di competenze, accesso insufficiente all’acqua e ai servizi fognari e una grande vulnerabilità di fronte ai problemi economici e sociali.

Di fronte a una povertà insopportabile le giovani donne scolarizzate preferiscono unirsi a persone anziane ed agiate per trovare mezzi di sussistenza e possibilità di consumo. Ne deriva la commercializzazione del sesso, che comporta il rischio della diffusione dell’AIDS, dato che le ragazze sono obbligate ad accettare di compiere attività sessuali senza uso di preservativi. Lo stesso discorso può applicarsi d’altronde anche a giovani di sesso maschile.

Pertanto, per trattare efficacemente il problema dell’AIDS è necessario imprimere un nuovo slancio alla lotta contro la povertà. Ora, nonostante le varie dichiarazioni e gli sforzi compiuti in sede di conferenze internazionali, il numero delle persone viventi in povertà acuta è aumentato in Africa subsahariana da 217 a 291 milioni, vale a dire il 48% della popolazione.

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5. Inefficacia delle misure poliziesche

I metodi polizieschi volti al controllo delle persone malate o sieropositive con il pretesto di ridurre i comportamenti ritenuti a rischio per la società si sono rivelati inefficaci ed anzi controproducenti, determinando il rifiuto delle persone colpite a rivolgersi alle istituzioni nel timore di subire personalmente conseguenze negative.

6. Possibilità alternative efficaci : il ruolo delle collettività locali

Si tratta di promuovere mezzi di accertamento dello status sierologico delle persone colpite e l’assistenza sanitaria alle stesse. In particolare, la promozione dei mezzi di accertamento dello status sierologico delle persone colpite potrà effettuarsi solo mediante i poteri pubblici, in particolare le collettività locali, associando in particolare le coalizioni degli interessi necessari.

Decisivo può risultare il ruolo delle collettività locali che sono titolari di un interesse comune a cooperare in tutte le misure necessarie a contenere la diffusione dell’epidemia, assicurando in tal modo la sopravvivenza delle famiglie e della società. Va prevista una legislazione che metta in piedi un quadro di protezione e sostegno alle persone colpite, senza alcun aspetto repressivo.

Va imposto un clima di collaborazione ed appoggio reciproco tra le ONG che lottano contro l’AIDS, i poteri pubblici e le comunità di interessi fra le persone colpite e quelle che ancora non lo sono, rispettando i valori di ciascuno.

Vanno altresì proibite le misure discriminatorie che comporterebbero l’allontanamento delle persone colpite dalle proprie comunità, indebolendo in tal modo il contributo che esse possono fornire all’impresa comune di lotta contro gli effetti dell’epidemia.

Fondamentale può risultare l’apporto delle persone colpite che convivono con la malattia, sia per prevenirne l’ulteriore diffusione sia per contribuire a determinare il cambiamento dei comportamenti. La società deve rispettare le persone colpite e ogni comunità deve essere convinta del fatto che ciascuno dei suoi membri deve partecipare allo sforzo generale da mettere in campo. Altrimenti verrebbe favorita la crescita di un sentimento di impotenza e indifferenza che rappresenta la situazione più idonea alla diffusione del virus.

Va inoltre garantito l’accesso alle medicine senza alcuna discriminazione.

IV.ALIMENTAZIONE

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