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Acrobazia urbana Articolazione dell’idea progettuale e descrizione dell’opera

Il contesto urbano che circonda l’area di progetto ha una morfologia comune a molte aree della periferia di Napoli: edi-

fuori terra si alternano a capannoni industriali e depositi, gene- rando una forma urbana frammentaria e disomogenea. L’area di progetto è composta da due lotti distinti, a diverse quote altimetriche, divisi da una striscia di suolo privato.

Una cittadella scolastica in un’area divisa in due: acrobazia urbana. Architettura dell’equilibrio, dunque.

Per garantire l’unitarietà e l’organicità di un unico com- plesso scolastico destinato a costituire anche un importante fattore di aggregazione sociale, la scuola si sviluppa con una - dano delimitando due corti di forma pressoché triangolare, aperte verso sud-est in direzione del Vesuvio: una nell’area - fra le due aree.

Un 5 continuo, ma articolato nel con-

tempo, dove i diversi spazi del programma funzionale sono collocati secondo una logica di gradualità passando dalla

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Herman Hertzberger sul tema del learning landscape – fondata sulle teorie pedago- in numerosi progetti di scuole, molti dei quali realizzati, trattati in un gran numero di articoli e pubblicazioni.

In opposto alla scuola-caserma, (corpi di fabbrica lineari e caratterizzati da lunghi e monotoni corridoi che permettono - nità separata e indipendente, il progetto dispone gli spazi aggregandoli dinamicamente intorno alle corti, in parte per- meabili e aperte alla città.

La nuova scuola, intesa come ,

frequenti variazioni del punto di vista verso l’esterno, della luce naturale all’interno, del “clima spaziale” dell’ambiente di apprendimento.

L’imponente vista del Vesuvio costituisce lo sfondo verso cui si orientano le corti, l’orizzonte di senso entro il quale si laboratorio), aperte anche in orari extrascolastici, sono nella zona sud, a contatto con la strada. Le aule e gli spazi delle diverse sezioni della scuola si raggiungono gradualmente nel integrante del progetto.

L’articolazione funzionale e distributiva della cittadella scolastica prevede una scuola dell’infanzia (90 alunni), una scuola primaria (375 alunni), una scuola secondaria di I grado (150 alunni), e attrezzature utilizzabili anche in orario extra- scolastico: auditorium, biblioteca interattiva, palestra e un laboratorio. L’organizzazione e la dimensione degli spazi si

sono basate sul Decreto Ministeriale 18/12/19756 (unica nor-

mativa, attualmente vigente in Italia per la progettazione di -

6 Decreto Ministeriale 18 dicembre 1975. “Norme tecniche aggiornate relative

all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica, da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica”.

teristiche qualitative degli spazi educativi, contiene essenzial- mente un insieme di prescrizioni dimensionali e quantitative volte a individuare il corretto dimensionamento dei diversi tipi e ordini di scuola, basato sul numero di alunni insediabili), ma si sono anche ispirate a ipotesi spaziali innovative coerenti con l’evoluzione recente degli orientamenti sulla forma dell’am-

biente di apprendimento7.

In accordo con le osservazioni sulla forma dello spazio espresse da Herman Hertzberger quando scrive che «la forma relativa alla capacità di saper ascoltare attentamente quello che uomini e cose vogliono essere, piuttosto che un problema

relativo all’invenzione in sé»8, nel progetto si prevede una

7 Il progetto della nuova cittadella scolastica di Casoria fa riferimento alle “Li-

aprile 2013. “Norme tecniche-quadro contenenti gli indici minimi e massimi di funzionalità urbanistica, edilizia, anche con riferimento alle tecnologie in materia e didattica indispensabili a garantire indirizzi progettuali di riferimento adeguati e omogenei sul territorio nazionale”. Le Linee guida del Decreto Ministeriale 11 aprile 2013 “rinnovano i criteri per la progettazione dello spazio e delle dotazioni per la scuola del nuovo millennio” (Comunicato stampa del MIUR dell’11 aprile

Ministeriale 18 dicembre 1975 ad una nuova logica “prestazionale”. Il passaggio al nuovo approccio prestazionale ha reso i criteri di progettazione maggiormente adat- tabili alle esigenze didattiche e organizzative di una scuola in continuo mutamento ed è frutto di un approfondimento delle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo del 2012 (D.M. 16 novembre 2012, n. 254. “Regolamento recante indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infan- zia e del primo ciclo d’istruzione, a norma dell’articolo 1, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89”) che contengono una serie di indicazioni pedagogiche e culturali su cui fondare nuove esperienze di innovazione metodologica per il curriculo della scuola dell’infanzia e del Primo ciclo.

disponibilità al pubblico delle funzioni e una chiara organizza- Il ruolo della cittadella scolastica come luogo di riferimento per la comunità è sviluppato sia dal programma funzionale Auditorium, palestra e biblioteca sono posti presso il bordo la loro posizione forma delle “porte” di accesso pedonale alla cittadella, sia da via Benedetto Croce che dalla nuova viabilità Il progetto tende a istituire una continuità tra gli spazi pub- blici urbani e quelli della scuola con una diretta permeabilità

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Fig. 2.

vello esistente tra le quote della corte e della strada è modulato da rampe pedonali facilmente percorribili: la città entra nella

agorà

disponibile per l’incontro, la socialità e la condivisione della comunità educante (allievi, insegnanti, famiglie).

La nuova scuola si costituisce in rapporto analogico con la città di cui è trasposizione semantica. In tal senso le aule, organizzate e ritmate dal connettivo, rappresentano il tessuto abitativo mentre i vuoti, gli atri e i percorsi interni del con- nettivo interpretano le tradizionali categorie dello spazio pub- - pito di dare ordine alla composizione e di misurare, al tempo stesso, la scala e il ruolo della scuola in relazione alla città.

Gli spazi dell’ambiente di apprendimento vedono l’al- ternarsi di aree a maggiore specializzazione, come le aule e

Fig. 3.

Contrariamente al modello della scuola-caserma, il connettivo si anima attraverso dilatazioni e aree di snodo diventando spa- informali individuali, in piccoli gruppi e in gruppo. La com- presenza di aule tradizionali, di spazi di gruppo, laboratoriali e individuali, promuove l’integrazione, la complementarietà e l’interoperabilità degli spazi della scuola.

3. Rispondenza del progetto alle istanze di innovazione