Nei progetti di sperimentazione si è provveduto ad immagi- nare soluzioni risolutive alle precedenti limitazioni e criticità sopra evidenziare attraverso diversi focus:
l’utilizzo del colore e l’impiego di nuovi arredi, in favore il loro sviluppo cognitivo, così come suggerisce l’Embo- il ripensamento e la rivitalizzazione di nuovi spazi dal
carattere multifunzionale, ha moltiplicato la scalabilità - sibilità di aggregazione e scambio intergenerazionale per gli allievi, sia per la libertà di azione del singolo o di gruppi di lavoro, favorendo così, una maggiore apertura alla creatività e alla consequenziale crescita nonché svi- sale di lettura, laboratori e fab-lab proposti nelle nuove
sperimentazioni, non sono solo spazi dalle caratteristi- che morfologiche e funzionali innovative, ma sono luo- improntati su percorsi e dinamiche relazionali dalle modalità interdisciplinari e spesso inedite, in quanto favoriscono la convergenza e l’interazione con attori e ospiti, invitati dall’esterno del mondo della scuola, per svolgere attività ed azioni di co-working.
I docenti-architetti divengono così, co-progettisti e co-pro-
tagonisti in un processo sistemico ed olistico in stretta con-
nessione alla comunità allargata a tutti fruitori della scuola coinvolgendo così docenti, personale tecnico-amministrativo, e tutti gli alunni che convergono in un’unica nuova forma di interazione collettiva e corale per rimodulare azioni, spazi ed oggetti partendo dall’idea della scuola intesa come casa,
desunta dal principio di abitabilità2.
2 Il principio di abitabilità può essere trasposto dalla casa luogo-dimora dell’ani-
mo umano, alla spazio della scuola per favorire sicurezza, tranquillità e emozioni in una dimensione dell’anima in cui la visione della materia architettonica passa
espressione dell’io, dimora intima e protettiva dell’uomo al pari dello spazio domestico. L’obiettivo risiede nello smarcarsi da una rigorosa geometria e rigidità spaziale che antepone il sistema grandi corridoi (connettivi)/classi, fermo alla didattica tradizionale improntata sul ruolo univoco docente-discente, - - tilizzo di arredi capaci di diventare strumenti di mediazione
- gano occasione dialogante per esternare le diverse aspettative dell’alunno in forma esclusiva ed inclusiva:
emozioni per favorire le relazioni che stimolano senso di appartenenza.
spazio prima-
rio (Carlo De Carli in “ ”, Hoepli, 1982, Milano)
inteso come “spazio del gesto o come spazio delle prime tensioni interiori, o -
ascolto,
mettendo in primo piano la preziosità dell’intimo umano e considerare centrale l’analisi dell’esperienza dell’uomo abitante dello spazio. (L’esperienza è capace descritto nelle teorie di Carmela Metèlli di Lallo, raccolte nel libro “Analisi del discorso pedagogico”, in cui diviene centrale il tema dell’esperienza riferendosi ” risulta di fondamentale importanza collegarsi all’idea di spazio, inteso come internità o interiorità, cosi come espressa da Argan nel saggio intitolato “A proposito di spazio interno” (1948), in cui la dimensione dell’agire diventa un elemento carat- terizzante lo spazio.
Di seguito si riporta una testimonianza progettuale svilup- pata con i responsabili docenti della scuola “I.C. Socrate-Mal- lardo” di Marano di Napoli Prof.ri Architetti Luigi Vaccaro e Donato Maria La Pegna, che in sintonia con la Dirigente sco- lastica Prof.ssa Teresa Formichella, hanno proposto la rimo- dulazione di un corpo architettonico attraverso l’inserimento
indoor ed outdoor.
Fig. 2
soluzione indoor dx
Fig. 4
Il lavoro del progetto presentato è frutto di una collabora- zione scaturita dal gruppo di ricerca del Prof. Arch Marco Bor- relli docente di Architettura d’Interni presso il Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” (Carmine Ugon,
designer).
5. Conclusioni
Il lavoro sviluppato nel convegno-workshop è stato pre- sentato nella giornata di studi svoltasi nel dicembre del 2018, presso il Campus di Fisciano dell’Università degli Studi di
Salerno, nel Dipartimento di Ingegneria Civile ed il Dipar- incentrata sul tema dal titolo “Progettare gli spazi educativi. Un approccio interdisciplinare tra Architettura e Pedagogia” nella seconda sessione dal titolo “Proposte di progetti archi- tettonici”, presenta come testimonianza il lavoro di équipe che investigano nuove forme di sperimentazione dal carattere inno- vativo, specialmente nel settore dell’interno architettonico.
II lavoro scaturito dallo scambio, creato tra gli studenti del laboratorio di interior design e i docenti partecipanti al corso di formazione, ha evidenziato il valore del controllo dello spazio degli interni scolastici, attraverso la modellazione tri- dimensionale e la rappresentazione fotorealistica mediante render, come strumento di mediazione tra architettura e peda- gogia sperimentale.
Determinanti, inoltre, sono apparsi i contributi multidi- sciplinari della fenomenologia, della neurofenomenologia e della psicologia cognitiva, tali da far trasmutare lo spazio di un’aula, di un atrio o di un corridoio in un luogo, inteso come espressione di una dimensione interiore soggettiva capace di esaltare la personalità dell’abitante/alunno, favorendo il pro- cesso di apprendimento in maniera libera e creativa. Coinvol- anche favorire la genesi dell’istinto, delle emozioni e delle sue intellettuale emotiva e spirituale.
Nonostante le tecnologie digitali rappresentino lo strumento - dimento e la conoscenza nel campo della formazione, il prin- cipio di fondo che bisogna seguire per migliorare la relazione docente/allievo nella fase biunivoca di trasmissione/apprendi-
- terpretazione dell’interno scolastico come luogo autentico ed intimo in cui viene risaltata la sfera espressiva ed emotiva.
L’orizzonte praticabile nell’immediato prossimo futuro può rintracciare delle risposte plausibili e concrete nell’applica- zione della disciplina della corporeità cognitiva, in un sistema in continua crescita, governato da vari componenti multidisci- plinari che mettono in risalto la personalità intima del giovane, la cui crescita rappresenta garanzia del domani.
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