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Per verificare l’affidabilità dello schema di codifica elaborato nel catturare i comportamenti materni e infantili all’interno delle sequenze indagate, lo schema è stato applicato da un secondo codificatore sul 20 % delle 120 sessioni analizzate (24 sessioni). Nello specifico, le diadi sono state scelte casualmente, ma in modo tale che il secondo codificatore esaminasse diadi con bambini appartenenti a tutti e tre gruppi (quindi 8 diadi per ogni gruppo). La misura utilizzata è il coefficiente Kappa di Cohen, calcolato sul numero di accordi e disaccordi tra i due codificatori nell’assegnare le categorie agli enunciati della madre e del bambino. Il Kappa di Cohen è stato calcolato separatamente per ciascuna delle 24 sessioni, la media risultante è K = .90, con un range: .809 – 1. L’accordo tra i codificatori è dunque più che buono e testimonia che le categorie dello schema sono ben definite e lasciano poco margine all’interpretazione soggettiva.

5.2.9 Analisi dell’efficacia della riparazione (Obiettivo 3)

L’efficacia degli episodi di riparazione verrà verificata attraverso: 3a) l’ analisi della dinamica sequenziale degli episodi di riparazione

Questa analisi è finalizzata a cogliere l’efficacia in tempo reale delle riparazioni materne attraverso la rilevazione di eventuali pattern sequenziali tra le riparazioni materne e le risposte infantili. Per definire le riparazioni e le risposte infantili viene utilizzato lo schema di codifica presentato sopra (Tabella 2).

3b) l’analisi degli esiti delle sequenze di riparazione

Ogni sequenza “domanda-risposta-valutatazione” che contiene una o più riparazioni materne viene definita in base all’esito. L’analisi degli esiti è finalizzato a valutare l’episodio di riparazione nel complesso.

Esito positivo: la risposta problematica (quella che ha dato avvio all’episodio di riparazione) viene

indiretta). Sono considerati con esito positivo gli episodi dove il bambino, in seguito alla riparazione materna corregge la sua iniziale risposta (assente o inadeguata) producendo una risposta accettabile (minima o adeguata); la risposta accettabile può essere autonoma o un’imitazione di parte dell’enunciato materno, ma è comunque una produzione spontanea del bambino. Nel caso in cui occorrano nello stesso episodio riparazioni prima di contenuto e poi di struttura (o viceversa) gli esiti vengono considerati separatamente

Esempi di sequenze di riparazione con esito positivo *MOT: chi è lui?

*CHI: caccanina. *MOT: cos' è? *CHI: caccanina.

*MOT: no questo è il gallo. *CHI: gallo.

*MOT :queste chi sono? *CHI: gr[: ].

*MOT: maiali. *CHI: maali.

*MOT: questa si chiama? *CHI: me piace.

*MOT: questa qui col collo alto come si chiama? *MOT: la gi +..?

*CHI: raffa. *MOT: mh.

*MOT: qui cosa stanno costruendo? *CHI: xxx.

*MOT: cosa stanno costruendo i bambini? *CHI: un catello.

*MOT: un castello.

• Esito parziale: la risposta problematica viene corretta, ma dalla madre. Rientrano in questa categoria gli episodi che si concludono con una riparazione materna seguita da una risposta sì/no del bambino (o da un gesto convenzionale di negazione o assenso).

Esempi di sequenze di riparazione con esito parziale *MOT: questa chi è?

*CHI: cocciella. *MOT: coccinella.

*MOT: queste invece sono le? *CHI: la[: ] +...

*MOT: <fo> [>] +..? *CHI: <pe> [<].

*MOT: for +..?

*MOT: quelle piccoline. *MOT: le for +..? *CHI: chide. *MOT: formiche.

*MOT: questo [//] sai come si chiama questo? *CHI: 0 [annuisce].

*MOT: come si chiama? *CHI: boh[: ].

*MOT: ippopotamo.

*MOT: cosa fanno col latte? *CHI: manciare.

*MOT: mangiano il latte.

• Abbandonata: la risposta attesa non viene prodotta né dal bambino né dalla madre e la sequenza di riparazione viene abbandonata, anche se irrisolta.

5.3 Analisi dei dati

Il gruppo target è stato confrontato separatamente con ciascuno dei gruppi di confronto. In questo modo un’eventuale influenza del livello di competenza linguistica sui comportamenti comunicativi materni viene monitorato in modo duplice dal confronto con il gruppo di bambini appaiati per età cronologica e quello con i bambini appaiati per lunghezza media dell’enunciato. In tutti i testi multipli (con più di 5 confronti) viene utilizzato il metodo di correzione Bonferroni. La finalità di questo aggiustamento è di diminuire la probabilità di falsi positivi, ovvero di compiere un errore di I tipo. Poiché aumentando il numero di test effettuati aumenta la probabilità di commettere un errore di I tipo, attraverso la correzione Bonferroni il valore di significatività viene aggiustato secondo la formula: αaggiustata = α/K, dove α è la significatività stabilità all’inizio (in genere .05) e K è il numero

dei confronti operati. Il nuovo livello di significatività viene utilizzato per rifiutare l’ipotesi nulla. Obiettivo 1)

• Metodo non parametrico per due campioni indipendenti: test U di Mann-Whitney applicato ai diversi indici linguistici per il confronto tra le diadi con bambini R/DSL e ciascuno degli altri due gruppi.

Poiché i campioni sono piccoli (10 diadi ogni gruppo) è difficile valutare con attendibilità le forme delle distribuzioni. Quando si utilizza un test parametrico la non normalità di una distribuzione può

avere conseguenze rilevanti sulle probabilità calcolate. Alla luce di questo, si è scelto di utilizzare un test non parametrico, che fornisce risultati sempre attendibili perchè non richiede condizioni di validità rigorose per quanto riguarda la forma della distribuzione. Nello specifico, viene utilizzato il test U di Mann-Whitney (o test dell’ordine robusto dei ranghi) che verifica la significatività della differenza tra le mediane con una procedura fondata sulle precedenze.

Obiettivo 2) 

• Test U di Mann-Whitney applicato alle percentuali dei tipi di risposta infantile e di riparazione materna e all’indice di riparazione, per il confronto tra le diadi con bambini R/DSL e ciascuno degli altri due gruppi.

Data l’ampia variabilità individuale nel numero totale di enunciati prodotti le analisi sono state condotte sulle proporzioni di ciascuna categoria di codifica rispetto alla produzione totale (categoria/numero totale di risposte-riparazioni). Poiché l’analisi delle risposte infantili era finalizzato a verificare i tipi di risposte che precedono le riparazioni materne, è stata applicata alle riposte nel turno infantile immediatamente successivo alla richiesta di informazione materna. Inoltre, considerando la numerosità dei confronti delle categorie di riparazione (8) e la non-indipendenza delle variabili analizzate, per le analisi relative alle categorie di riparazione il valore di significatività viene corretto con il metodo Bonferroni: α(.05)corretta = .006, α(.01)corretta = .001. I nuovi valori sono stati

utilizzati per rifiutare l’ipotesi nulla.

Obiettivo 3)

• 3a) Analisi sequenziale (GSEQ, Bakeman, Quera, 1995) applicata ai comportamenti della madre e del bambino per individuare eventuali associazioni temporali significative, in entrambe le direzioni, tra i comportamenti della madre e i comportamenti infantili. Poiché si è interessati alle associazioni tra riparazione materna e risposta infantile, e viceversa, sia le riparazioni che le risposte sono state inserite come given e come target. Nello specifico, sono stati analizzate le associazioni tra i 4 tipi di riparazione materna (diretta e contingente, diretta e non-contingente, indiretta e contingente, indiretta e non-contingente) e i 4 tipi di risposta infantile (assente, inadeguata, minima, adeguata).

La significatività delle associazioni temporali è stata verificata con la statistica dei residui corretti. (Gnisci, Bakeman, 2000). L’analisi è stata effettuata raccogliendo i dati per gruppi. Non è stato possibile effettuare l’analisi sequenziale a livello diadico perchè il numero di riparazioni materne e di risposte infantili varia notevolmente tra le diadi e alcune categorie (ad esempio la riparazione indiretta contingente) occorrono poco in alcune coppie madre-bambino. Dunque, le analisi sequenziali di quelle diadi non rispettano i criteri previsti per il calcolo del Chi di Pearson, ovvero mostrano una percentuale elevata ( > 25%) di celle con frequenze attese minori di 5. Anche in questo caso, poiché vengono effettuati 32 confronti, il livello di significatività e il conseguente valore z vengono corretti con il metodo Bonferroni: α(.05)corretta = .0015, z ≥ 3.16; α(.01)corretta =

.0003, z ≥ 3.60; α(.001)corretta = .00003, z ≥ 4.16.

3b)

Test U di Mann-Whitney applicato alle percentuali degli esiti positivi, parziali e degli abbandoni