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Duhem, Quine, Lakatos e la teoria AGM

5.4 AGM, coerentismo e fondazionalismo

(L*) T * a = (T & ¬a) + a se T & ¬a # a

= T negli altri casi.

(H&) T & a = T # (T * ¬a).

5.4 AGM, coerentismo e fondazionalismo

In questo capitolo abbiamo considerato alcuni temi tradizionali della filosofia della scienza alla luce della teoria AGM. Vogliamo, ora, utilizzare le considerazioni sviluppate per comprendere il ruolo della teoria AGM nel dibattito epistemologico sulla giustificazione delle credenze.

La posizione coerentista di Quine ha sicuramente influenzato, almeno indirettamente, Gärdenfors e quindi la creazione della teoria AGM. Tracce di questa influenza si riconoscono nel fatto che la sua concezione olistica e coerentistica dei sistemi di credenze, il principio di conservazione, l’ordinamento delle credenze sulla base dell’importanza sono concetti che stanno alla base di AGM (Gärdenfors e Rott, 1995, p. 41). Nell’articolo The dynamics of belief

systems: foundation vs. coherence theories del 1990, Gärdenfors

sostiene esplicitamente, pur non citando Quine, che AGM è una teoria coerentista del cambiamento delle credenze. In AGM, infatti, le singole credenze, non richiedono nessuna particolare giustificazione: una data credenza di X è giustificata per il semplice fatto di essere una credenza di X, cioè parte dello stato epistemico coerente di X, il quale non è tenuto a considerare il pedigree di ciascuna sua

credenza, cioè le origini che la giustificano. Al contrario X deve considerare la struttura logica dell’insieme delle sue credenze, facendo in modo che non ci siano contraddizioni al suo interno. Inoltre X deve perseguire alcuni obiettivi fondamentali per le teorie coerentiste, cioè (i) mantenere la coerenza logica in ogni cambiamento e, (ii) attuare cambiamenti minimi dello stato epistemico iniziale affinché quello nuovo sia coerente. Gärdenfors sostiene, inoltre, che lo stato epistemico di X non è soltanto coerente, ma addirittura massimamente coerente poiché soddisfa (iii) la chiusura logica.

Alcuni studiosi sostengono che è preferibile un cambiamento fondazionalista come quello analizzato dalla teoria delle basi di credenze (BdC) poiché grazie alla distinzione tra credenze di base e credenze derivate è possibile definire adeguatamente la ragione di ogni credenza e il cambiamento delle credenze derivate è piuttosto semplice dato che dipende esclusivamente dal cambiamento operato sulle credenze di base.

Gärdenfors (1990) risponde ai critici di AGM che il radicamento epistemico permette, invece, di cogliere questo aspetto, nel senso che le credenze più epistemicamente radicate possono essere considerate la ragione di quelle meno epistemicamente radicate. Inoltre, dato che un insieme di credenze è massimamente coerente, grazie a un ordinamento di radicamento epistemico su insiemi di credenze, si ottiene uno stato epistemico massimamente coerente nel cui ambito è possibile attuare un cambiamento minimo pur operando una plausibile distinzione tra credenze fondamentali e

credenze derivate.

Hans Rott (2000b) mette in dubbio l'importanza del principio del cambiamento minimo per la teoria AGM. Sostiene, infatti, che il principio di cambiamento minimo è un “dogma” di AGM nel senso che fin dall’inizio è stato accettato senza particolari argomentazioni

come requisito di base della teoria ma è di difficile applicazione e, per di più, risulta assai ambiguo nelle sue varie formulazioni.

Nel suo libro Change, Choice and Inference (2001), in cui viene trattato il tema della distinzione tra teorie coerentiste e fondazionaliste, Rott sposta l’attenzione dal principio del cambiamento minimo al problema della scelta razionale. A tale riguardo, introduce due prospettive al cambiamento teorico. Seguendo una prospettiva verticale, la struttura dello stato epistemico è “sofisticata e interessante”, mentre le operazioni di cambiamento epistemico sono piuttosto “banali”. Viceversa, seguendo una prospettiva orizzontale, la struttura dello stato epistemico è molto banale, mentre le operazioni di cambiamento epistemico sono sofisticate e interessanti. La prospettiva verticale corrisponde all’approccio fondazionalista delle basi di credenze, mentre la prospettiva orizzontale corrisponde all’approccio coerentista AGM.

Nella teoria fondazionalista i cambiamenti epistemici sono “banali” nel senso che non richiedono che l’agente risolva nessun problema di scelta. Si ricordi l’immagine del muretto nel capitolo 2.2.1, l’eliminazione di un mattone implica semplicemente l’eliminazione a catena di tutti i mattoni che sostiene. Nella teoria coerentista, invece, attuare cambiamenti epistemici, in particolare contrazioni e revisioni, è assimilabile alla risoluzione del problema di Duhem, consiste, cioè, nello scegliere quale parte dell’insieme di credenze eliminare in risposta a un determinato input. Il problema del cambiamento teorico sembra quindi avere la stessa struttura formale del problema della scelta razionale.49

49 Rott si riferisce qui alla teoria della scelta razionale, sorta nella metà del ventesimo secolo ad opera di economisti come i premi Nobel statunitensi Paul A. Samuelson (1915-2009) e Kenneth J. Arrow (nato nel 1921). Secondo tale teoria “una scelta è razionale quando identifica il modo più efficace per soddisfare le preferenze individuali; tali preferenze si intendono reciprocamente coerenti nonché

complete, in quanto consentono all’individuo di determinare sempre quale sia, tra

due possibili opzioni, quella che preferisce, o se esse gli appaiono del tutto equivalenti” (Hargreaves Heap et al. 1992, p. 3).

Rott dimostra che tutti i postulati di razionalità di Gärdenfors sono esprimibili come principi pratici di scelta razionale e quindi che le operazioni di cambiamento epistemico possono essere definite sulla base delle funzioni di scelta razionale e viceversa. Inoltre, definisce la relazione di radicamento epistemico in termini di preferenze di scelta.

In realtà non c’è unanimità nel considerare AGM una teoria coerentista e BdC una teoria fondazionalista. Hansson (1999b, 2000a, 2011b), per esempio, sostiene che BdC cattura intuizioni coerentiste che AGM non può cogliere poiché opera su insiemi di credenze infiniti. Secondo Hansson, infatti, la coerenza è una nozione comparativa che non può operare su insiemi di credenze infiniti che, in quanto tali, non possono essere comparati. Afferma, invece, che soltanto tra basi finite di credenze è possibile stabilire quale sia più o meno coerente. In un suo articolo (1999b) sulla

contrazione generata da una base di credenze, asserisce

esplicitamente che tale contrazione soddisfa alcuni postulati che caratterizzano una contrazione coerentista.50

Nel prossimo capitolo ci occuperemo del cambiamento abduttivo, un caso particolare di cambiamento senza priorità, spesso associato alla concezione fonderentista della giustificazione epistemica.

Capitolo 6