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Cambiamento teorico nella filosofia della scienza

3.1 Dalla statica alla dinamica della scienza

3.1 Dalla statica alla dinamica della scienza

Tra gli anni Venti e gli anni Sessanta del Novecento, la filosofia della scienza si basa soprattutto sulle idee sviluppate dagli studiosi del cosiddetto Circolo di Vienna. Si tratta di un gruppo di filosofi e scienziati che si incontrano periodicamente a Vienna nel periodo compreso tra il 1922 e il 1938 e che presenteranno le tesi centrali del gruppo in un manifesto programmatico apparso nel 1929, dal titolo Wissenschaftliche

Weltauffassung (La concezione scientifica del mondo), scritto da Hans

Hahn (1879-1934), Otto von Neurath (1882-1943) e Rudolf Carnap (1891-1970). Il Circolo di Vienna è noto per aver dato origine al movimento neopositivista, chiamato anche “positivismo logico” o “neoempirismo”.

L’approccio al metodo scientifico dei positivisti logici, che possiamo chiamare classico o visione ricevuta (received view), considera la scienza come l’insieme delle teorie accettate dagli scienziati. I neopositivisti si concentrano quindi soprattutto sui prodotti dell’attività scientifica, più che sull’attività scientifica in quanto tale; in altre parole, si

occupano più della struttura della scienza, cioè della sua statica, che della sua dinamica. In particolare, i neopositivisti propongono di utilizzare gli strumenti formali della logica e della matematica per analizzare la statica della scienza. Si occupano quindi, per esempio, di temi quali l’assiomatizzazione delle teorie scientifiche, la spiegazione e la previsione dei fenomeni sulla base di teorie o la conferma delle ipotesi scientifiche. Questo approccio, inoltre, è prevalentemente

normativo, nel senso che il filosofo cerca di individuare alcuni criteri

generali di razionalità che stanno alla base dell’attività scientifica, cioè il metodo scientifico che gli scienziati dovrebbero seguire nel fare scienza. Il neopositivista, quindi, non è interessato tanto alla pratica scientifica reale degli scienziati in carne ed ossa, quanto alla sua ricostruzione

razionale, che mira a descrivere il metodo ideale di uno scienziato

ideale, che persegua unicamente i fini propri della scienza, come, per esempio, la ricerca della verità.

In contrasto, e spesso in polemica, con la concezione classica ereditata dal neopositivismo, a partire dagli anni Sessanta nasce la cosiddetta nuova filosofia della scienza, più attenta agli aspetti storici e sociali della reale ricerca scientifica. Grazie soprattutto agli scritti di Thomas Kuhn (1922-1996), Paul K. Feyerabend (1924-1994) e Imre Lakatos (1922-1974), l’attenzione dei filosofi si sposta, in questo periodo, dalla statica alla dinamica della scienza, che non viene più studiata soltanto in riferimento ai suoi prodotti, ma soprattutto in quanto

attività di scienziati, laboratori e comunità scientifiche concreti,

considerata anche nei suoi aspetti storici, sociologici e politici.

Il nuovo approccio al metodo scientifico non è più logico e normativo, ma prevalentemente storico, informale e descrittivo. L’attenzione dei filosofi si concentra sullo sviluppo storico della scienza e su concetti precedentemente trascurati (salvo importanti eccezioni come Popper, 1934), quali quelli di scoperta, progresso e crescita della conoscenza

scientifica. L’influente volume La struttura delle rivoluzioni scientifiche di Kuhn (1962), per esempio, studia gli aspetti rivoluzionari del cambiamento teorico nella scienza e può venir considerato come l’opera inaugurale della nuova filosofia della scienza.

Come abbiamo visto, l’approccio classico alla filosofia della scienza è di tipo logico-formale; al contrario, il nuovo approccio è di tipo storico e utilizza metodi informali. Lakatos (1970), per esempio, si occupa soprattutto dello sviluppo dei programmi di ricerca scientifica e della loro evoluzione, cercando una metodologia che offra una spiegazione razionale del progresso scientifico e che sia coerente con i dati storici.

La nuova filosofia della scienza, inoltre, al contrario di quella classica che vuole ricostruire un metodo scientifico in modo ideale, tende a negare che esista un unico metodo scientifico nella storia. Feyerabend (1975) arriverà addirittura a teorizzare l'anarchismo metodologico, sostenendo che non esiste alcun “metodo” che gli scienziati in carne ed ossa seguono o dovrebbero seguire.

Alla fine degli anni Settanta alcuni studiosi cominciano a sviluppare concezioni che possono essere considerate una sintesi tra i due approcci sopra delineati. Tale sintesi dà luogo a una versione della filosofia della scienza che, seguendo Kuipers (2001), possiamo chiamare neoclassica.16 La filosofia della scienza neoclassica studia sia la statica sia la dinamica della scienza; in altri termini, sia i suoi prodotti e i suoi risultati sia le attività e i processi della ricerca scientifica. Inoltre, estende all’analisi della dinamica della scienza metodi formali rigorosi, che si avvalgono di nuovi strumenti oltre a quelli tradizionali della logica, della teoria degli insiemi e del calcolo della probabilità. Tali strumenti provengono almeno in parte dalle nuove logiche emerse dalla svolta

dinamica, che, durante gli ultimi decenni del Novecento, investe e

trasforma la logica classica (cfr. Festa 2005, p. 518). Come nota van

Benthem (1982, p. 435), la logica va ormai intesa come logica magna, cioè come “lo studio del ragionamento ovunque e comunque esso abbia luogo”: ciò significa che “un logico ideale si interessa sia alla [logica come] attività sia ai suoi prodotti, sia agli aspetti normativi sia a quelli

descrittivi, sia al ragionamento induttivo sia a quello deduttivo”.

Sollecitati e coadiuvati dagli sforzi degli informatici e degli studiosi di Intelligenza Artificiale i logici cominciano a sviluppare sistemi inferenziali più adatti a catturare alcuni aspetti della dinamica del ragionamento scientifico e quotidiano che sfuggivano ai sistemi classici. Si assiste, quindi, a una fioritura di logiche non classiche che si estendono in varie direzioni; nascono, tra le altre, le logiche dei default, le logiche dinamiche e le logiche non monotòne, che trovano presto applicazione anche nell’analisi del cambiamento scientifico.17

Una tappa importante nello sviluppo della filosofia della scienza neoclassica è il congresso, organizzato a Helsinki nel dicembre del 1977, su La logica e l’epistemologia del cambiamento scientifico (cfr. Niiniluoto e Tuomela, 1979), dove vengono presentati alcuni lavori che saranno alla base, nei decenni seguenti, di veri e propri programmi di ricerca metodologica sul cambiamento scientifico. Tra questi, i seguenti quattro programmi di ricerca hanno avuto particolare sviluppo:

(i) le teorie delle decisioni cognitive (Carl Gustav Hempel, Jaakko Hintikka e Risto Hilpinen, Isaac Levi, Ilkka Niiniluoto);

(ii) le teorie post-popperiane della verisimilitudine (Risto Hilpinen, Ilkka Niiniluoto, Theo Kuipers);

(iii) le teorie strutturaliste della scienza (Joseph Sneed, Wolfgang Stegmüller, Wolfgang Balzer);

(vi) le teorie della dinamica delle credenze (Isaac Levi, Jon Doyle, Carlos Alchourrón, David Makinson e Peter Gärdenfors).

In particolare, il lavoro del filosofo della scienza Peter Gärdenfors (1978) sui condizionali e sul cambiamento di credenze porterà alla nascita di un‘influente teoria del cambiamento teorico sviluppata insieme al filosofo del diritto Carlos Alchourrón e al logico David Makinson e nota come teoria AGM, dai nomi dei suoi autori. La teoria AGM, sulla quale si concentrerà nel seguito la nostra attenzione, verrà presentata approfonditamente nel quarto capitolo del presente lavoro. La tabella 3.1 offre un riepilogo comparativo delle tre fasi storiche della filosofia della scienza descritte in questo paragrafo.

1929-1962 1962-1977 1977-oggi

Filosofia della scienza classica

(visione ricevuta)

Nuova filosofia della scienza

Filosofia della scienza neoclassica

Statica della scienza Dinamica della

scienza Statica e dinamica della scienza

Prodotti e risultati della ricerca scientifica

Attività e processi della ricerca scientifica

Prodotti, risultati, attività e processi della ricerca scientifica

Approccio formale logico-normativo

Approccio informale storico-descrittivo

Approccio sia formale logico-normativo sia

storico-descrittivo