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2.2 Dinamica delle credenze

2.2.3 Fondazionalismo vs coerentismo: un esempio

Harman (1986, p. 33) offre un interessante esempio di cambiamento delle credenze, che ci permette di mettere a confronto le concezioni coerentiste e quelle fondazionaliste della dinamica delle credenze. Vediamolo qui di seguito.

Karen fa un test attitudinale da cui risulta che è molto portata per le scienze e la musica, mentre ha una scarsa attitudine per la storia e la filosofia. Questi risultati, però, non sono perfettamente compatibili con i suoi voti, che sono alti sia in fisica sia in storia, mentre sono scarsi sia in filosofia sia in musica. Dopo aver riflettuto su queste discrepanze, Karen si convince comunque che il test attitudinale è attendibile. Giustifica il fatto di aver preso un buon voto nell’esame di storia pensando che si trattasse di un corso facile, mentre giustifica il fatto di non essere andata bene in musica pensando di non essersi impegnata abbastanza. Decide quindi di frequentare un altro corso di musica e di lasciar perdere gli altri corsi di storia. Come si può vedere, Karen basa alcune sue credenze su altre: per esempio, la sua credenza che il corso di storia sia facile è giustificata dalla sua credenza di non essere portata per la storia, che è a sua volta giustificata dal fatto che Karen crede nell’affidabilità dei risultati del test attitudinale.

Alcuni giorni dopo il test, Karen viene informata che i risultati del suo test sono sbagliati: si è verificato uno scambio tra i risultati di alcuni test cosicché, per una distrazione degli esaminatori, Karen ha ricevuto i risultati di un altro studente, mentre i suoi sono andati perduti. Alla luce di questa nuova informazione Karen deve cambiare le sue credenze.

Secondo la teoria fondazionalista Karen deve abbandonare tutte le credenze la cui giustificazione dipende dalla sua precedente credenza nei risultati del test attitudinale: Karen non crederà più di essere portata per la musica né di non avere attitudine per le scienze. Non crederà neanche più, di conseguenza, che il corso di storia fosse facile e neppure di non essersi applicata abbastanza in musica. Inoltre, riconsidererà la decisione di frequentare un altro corso di musica e di non iscriversi a un altro corso di storia. Come possiamo vedere, la teoria fondazionalista segue il principio di scardinamento negativo; Karen,

infatti, abbandona a catena tutte le credenze che risultano prive di giustificazione.

Secondo la teoria coerentista, il cambiamento dello stato epistemico di Karen segue un’altra strada. Quando Karen scopre che i risultati del test sono sbagliati, dovrà sicuramente abbandonare le credenze di essere portata per la musica e di non essere portata per la storia. Le credenze che Karen aveva inferito dai falsi risultati del test, però, sono coerenti con le altre sue credenze e quindi – per il principio di conservazione – non deve abbandonarle. Queste credenze, infatti, una volta accettate, sono giustificate per il solo fatto di appartenere allo stato epistemico di Karen, poiché tale stato risulta dotato di un alto grado di coerenza.

Discutendo questo esempio, Harman (1986, pp. 35-37) sostiene che la concezione fondazionalista del cambiamento di credenze può sembrare più razionale, ma che la concezione coerentista appare empiricamente più adeguata. Gli psicologi Ross e Anderson (1982, pp. 147-149) hanno presentato alcuni esperimenti psicologici riguardanti “il fenomeno della perseveranza delle credenze di fronte all’evidenza che le discredita”, i quali sembrano suggerire che i soggetti seguono di fatto il principio di conservazione: continuano, infatti, a mantenere la maggior parte delle loro credenze derivate da un’evidenza e anche dopo che sono stati informati della nuova evidenza ¬e. Questo fenomeno comune conferma l’idea che i soggetti non tengono traccia della fonte di ogni loro credenza sul mondo, e quindi non le abbandonano quando rinunciano a credenze sulle quali quelle erano state, in primo luogo, giustificate.

Alcuni studi psicologici più recenti, come, per esempio, quelli di Johnson-Laird e Walsh (2009), sembrano mostrare il contrario. Schmeltzer e Markovits (2005, 2007) sostengono una posizione

intermedia e fanno notare che l’attuazione o meno del principio di conservazione dipende dalla specificità delle diverse casistiche.

L’adeguatezza empirica delle concezioni fondazionalista e coerentista delle credenze è stata discussa da filosofi, logici e psicologi, ma è un problema ancora aperto, su cui al momento non esiste accordo fra gli studiosi.

2.3 Breve sommario

Abbiamo diviso questo capitolo in due parti, nella prima ci siamo occupati del problema statico di come fondazionalismo e coerentismo giustificano una credenza a. Nella seconda parte abbiamo, invece, illustrato come fondazionalismo e coerentismo tentano di risolvere il

problema dinamico del cambiamento delle credenze.

I punti caratteristici dei due differenti approcci sono indicati nelle seguenti tabelle (2.1 e 2.2).

FONDAZIONALISMO

1. Distinzione tra credenze di base e credenze derivate

2. Ogni credenza derivata è giustificata dalle credenze di base che si giustificano da sé 3. Supporto gerarchico e

unidirezionale

4. Scopo: mantenere sempre traccia delle giustificazioni delle credenze

COERENTISMO

1. Non c'è distinzione tra credenze di base e credenze derivate 2. Ogni credenza è giustificata se è

coerente con le altre credenze dello stato epistemico

3. Mutuo supporto olistico 4. Scopo: mantenere sempre la

coerenza complessiva

FONDAZIONALISMO 1. Eliminare tutte le credenze che non hanno una giustificazione soddisfacente

2. Aggiungere nuove credenze che sono diventate giustificate 3. Soddisfare il principio di scardinamento negativo

COERENTISMO 1. Mantenere la coerenza

complessiva dello stato epistemico

2. Attuare un cambiamento minimo 3. Soddisfare il principio di

conservazione

Tab. 2.2 Dinamica delle credenze: fondazionalismo vs. coerentismo

Il principio di scardinamento negativo e il principio di conservazione esprimono due intuizioni diverse, e in tensione fra loro, riguardo a come un agente razionale dovrebbe cambiare le proprie credenze. Il primo sostiene una concezione fondazionalista del cambiamento, il secondo una concezione coerentista.

In base all’approccio fondazionalista, un agente razionale X accetta solamente le credenze di cui può offrire una giustificazione. L’agente X, quindi, cambia il suo stato epistemico innanzitutto abbandonando le credenze che non hanno più una giustificazione soddisfacente e aggiungendo nuove credenze che abbiano una giustificazione. Secondo la concezione coerentista, invece, una data credenza di X è giustificata per il semplice fatto di essere una credenza di X, cioè parte dello stato epistemico coerente di X. Un agente razionale X non è tenuto a considerare il pedigree di ciascuna sua credenza, cioè le origini che giustificano ogni sua credenza.

Dopo aver preso in considerazione il fondazionalismo e il coerentismo, nel sesto capitolo ci sarà utile illustrare un altro approccio alla giustificazione delle credenze chiamato fonderentismo. Tale

concezione presentata da Susan Haack nel suo libro Evidence and

Inquiry (1993) è, come vedremo, il tentativo di unire i pregi del

fondazionalismo e del coerentismo, eliminandone gli aspetti più problematici.

Capitolo 3