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Tecniche diagnostiche “non imaging” La diagnosi delle patologie prostatiche si avvale di mezzi classici non invasivi (palpazione

4.5 AGOASPIRATO PROSTATICO

La tecnica di aspirazione con ago sottile (FNA: Fine Needle Aspiration) trova applicazione nella raccolta di campioni da cavità ripiene di liquido all’interno della ghiandola e non comunicanti con l’uretra o per ottenere materiale cellulare dal parenchima prostatico da sottoporre a esame citologico (Barsanti e Finco 1995). L’agoaspirato può essere considerata una valida alternativa alla biopsia, poiché le diagnosi effettuate tramite le due diverse metodiche concordano nel 75% dei casi. L’agoaspirato, inoltre, presenta il vantaggio di una minore invasività, non richiede anestesia generale, ha costi inferiori, permette una migliore visualizzazione della citomorfologia e una maggiore rapidità nel fornire risultati (Powe et al. 2004). Solitamente questa metodica viene

Figura 4.6 Metaplasia squamosa di cellule epiteliali prostatiche in cane

affetto da neoplasia delle cellule del Sertoli. Campione acquisito tramite prostatic brush. Da: Chun e Garrett, Urogenital and Mammary Gland Tumors, in: Ettinger e Feldman, 2005.

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impiegata solo se le altre tecniche impiegate non hanno fornito elementi sufficienti per la diagnosi. L’agoaspirato va evitato se si sospetta la presenza di raccolte purulente, poiché è stata descritta la disseminazione di batteri dalla prostata al peritoneo lungo il tragitto dell’ago (Barsanti e Finco 1995). Se il materiale aspirato risulta purulento, l’aspirazione dovrebbe continuare in modo da ridurre la pressione all’interno dell’ascesso e prevenire la fuoriuscita di pus dal foro dell’ago (Kraft et al. 2008).

La tecnica va applicata rispettando le norme di asepsi, utilizzando un ago spinale (Barsanti e Finco 1995) da 22G (Baker e Lumsden 1999). L’utilizzo dell’ecografia per la guida dell’ago permette di eseguire il prelievo di cellule dalle aree patologiche e ridurre il rischio di traumatizzare strutture periprostatiche (Johnston et al. 2001). Bisogna prestare attenzione a non utilizzare un quantitativo eccessivo di gel, poiché all’esame microscopico provoca artefatti se presente sul vetrino (Kraft et al. 2008).

Due sono gli approcci che possono essere utilizzati:

APPROCCIO TRANSADDOMINALE con ecoguida (Kustritz 2006)

Il cane viene posto in decubito laterale e l’area addominale caudale viene rasata. La

sedazione non è sempre necessaria

 Preparare chirurgicamente l’area e coprire la sonda ecografica con una protezione sterile

 Visualizzare ecograficamente l’area da campionare e introdurre un ago sterile tramite l’apposita porta presente nella sonda

 Introdurre l’ago nella lesione e aspirare più volte tramite una siringa sterile affissa all’estremità esterna dell’ago

 Rilasciare la pressione negativa e ritrarre l’ago APPROCCIO PERIRETTALE (Johnston et al. 2001)

Il cane viene sedato e posto in decubito dorsale o sternale L’area attorno al retto viene rasata e preparata chirurgicamente Un dito nel retto stabilizza la prostata (Figura 4.7)

 Un ago spinale viene introdotto lateralmente al retto

Quando l’ago è penetrato nella prostata, una pressione negativa viene applicata tramite

una siringa connessa a esso

 Rilasciare la pressione negativa e ritrarre l’ago

Figura 4.7 Esecuzione del prelievo citologico tramite agoaspirato con

35 APPROCCIO TRANSRETTALE (Johnston et al. 2001)

Questa tecnica è impiegata nel caso si sospetti una neoplasia prostatica, ma è sconsigliata per conferma di prostatite, data l’impossibilità di ottenere un campione non contaminato (Threlfall e Chew 1999).

 Il cane viene sedato se la palpazione transrettale della prostata risulta dolorosa

 Una guida per ago transrettale viene posta sopra una mano guantata e un ulteriore guanto vi viene posto sopra per creare un tragitto per l’ago sopra il dito indice

Tramite palpazione transrettale viene palpata la prostata e localizzata l’area da

campionare

 Un ago spinale viene introdotto nella prostata attraverso la guida

 Si aspira attraverso una siringa connessa all’ago

 Rilasciare la pressione e ritrarre l’ago

La preferenza di una o l’altra tecnica dipenderà dalla localizzazione dell’area da cui s’intende prelevare il campione. Solitamente sono assenti complicazioni di rilievo. Nei giorni successivi all’esecuzione della procedura può essere riscontrata ematuria, che ha carattere transitorio (Barsanti e Finco 1995). È stata riportata la diffusione di cellule neoplastiche lungo il tragitto dell’ago nel caso l’agoaspirato venga eseguito su lesioni tumorali (Baker e Lumsden 1999; Nyland et al. 2002).

Il fluido aspirato da cisti prostatiche si presenterà trasparente, citrino o emorragico in assenza d’infezione (può essere necessario un esame chimico-fisico per distinguerlo dall’urina) (Barsanti e Finco 1995). All’esame citologico il campione può essere acellulare o si possono evidenziare pochi leucociti, eritrociti ed alcune cellule epiteliali normali o iperplastiche (Kraft et al. 2008).

All’esame citologico, le cellule prostatiche normali appaiono come cilindriche o cuboidali, uniformi. Il loro nucleo è rotondeggiante e in posizione centrale o basale. Il citoplasma è basofilico e finemente granulare (Figura 4.8) (Barsanti e Finco 1995).

Figura 4.8 Agoaspirato da prostata canina sana. Da: Kraft, Brown e

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In corso di IPB, all’ago aspirazione si possono riscontrare cellule isolate o associate in clusters, molto simili alle normali cellule prostatiche, anche se a volte sono di maggiori dimensioni. Una lieve anisocariosi può essere presente (Kraft et al. 2008).

In una prostata sana, all’esame citologico tramite agoaspirazione non si riscontrano cellule squamose. Il loro ritrovamento va considerato indice di metaplasia squamosa. Esse sono caratterizzate da citoplasma debolmente colorato e con un nucleo piccolo (Figura 4.9) (Kraft et al. 2008).

All’esame citologico la prostatite acuta determina il rinvenimento di neutrofili degenerati, spesso con batteri al loro interno (Kraft et al. 2008).

I campioni ottenuti tramite agoaspirato in corso di carcinoma prostatico sono solitamente molto cellulari. Le cellule sono raggruppate in clusters, sono di forma da poligonale a rotondeggiante, con citoplasma intensamente basofilo. In alcune di esse è possibile vedere dei vacuoli debolmente colorati (Figura 4.10). I loro nuclei sono di dimensioni maggiori rispetto al range fisiologico e al loro interno è possibile vedere nucleoli multipli; è presente anisocariosi (Kraft et al. 2008).

Figura 4.9 Agoaspirato da prostata affetta da metaplasia

squamosa. Oltre alle cellule cheratinizzate, si evidenzia una lieve infiammazione (presenza di leucociti neutrofili) e contaminazione ematica. Da: Kraft, Brown e LeRoy, Irish Vet J 61: 320, 2008

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A seguito di coltura del materiale raccolto, ogni batterio isolato va considerato patologico, se l’agoaspirato è stata eseguita in sterilità. In caso d’infezione prostatica è frequente l’isolamento di un solo microorganismo. In caso di approccio perirettale colture miste sono indicative di contaminazione da penetrazione del colon in caso di approccio perirettale (Barsanti e Finco 1995).