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Diagnostica per immagini

5.1 RADIOGRAFIA IN BIANCO

Dall’immagine radiografica della prostata canina è possibile valutare le dimensioni, la localizzazione e la forma dell’organo (Atalan et al. 1999a). Questa metodica non permette di esaminare nel dettaglio il parenchima prostatico, tuttavia è possibile evidenziare eventuali foci di mineralizzazione o cavità contenenti gas all’interno della ghiandola. Essa dà, inoltre, una visione d’insieme delle strutture presenti a livello dell’addome caudale e della pelvi, permettendo d’identificare eventuale aumento di volume dei linfonodi iliaci e dislocazioni di colon o vescica. La visualizzazione dei tessuti duri, inoltre, risulta indispensabile per determinare alterazioni a carico di vertebre, bacino e femore, causate, ad esempio, da metastasi originate da neoplasie prostatiche (Mattoon e Nyland 2002).

La prostata va esaminata in proiezione sia latero-laterale sia ventro-dorsale (Smith 2008).

 Proiezione latero-laterale: posizionare l’animale in decubito laterale con il bacino perpendicolare al tavolo, in modo da ottenere la sovrapposizione delle ali dell’ileo. L’arto posteriore posto a contatto con il piano d’appoggio va portato cranialmente rispetto all’altro arto. L’immagine scattata deve includere tutta l’area che va dalle ali dell’ileo al margine caudale dell’ischio (Han 2000).

 Proiezione ventro-dorsale: può essere ottenuta in posizione flessa o estesa. (Han 2000) o Posizione flessa: l’animale deve essere mantenuto in decubito dorsale, gli arti

anteriori estesi cranialmente e quelli posteriori flessi, portando cranialmente le ginocchia. Il bacino deve essere parallelo al tavolo. L’immagine ottenuta deve comprendere le ali dell’ileo e il bordo caudale dell’ischio.

o Posizione estesa: la differenza rispetto alla proiezione precedente è la posizione degli arti posteriori. Essi vanno estesi caudalmente. I femori devono essere paralleli tra loro e rispetto al tavolo. La radiografia deve comprendere le ali dell’ileo e le articolazioni femoro-tibiali.

5.1.1 REPERTI NORMALI

In un cane sano, in una radiografia latero-laterale che comprenda l’addome caudale, la prostata non è solitamente visibile. Solo occasionalmente la si può riconoscere come una massa rotondeggiante (Lattimer e Essman 2007), dai margini lisci (Barsanti e Finco 1995) e di densità di tessuto molle omogenea (Dorfman e Barsanti 1998), posta tra la vescica, il retto e la pelvi (Lattimer e Essman 2007). La difficoltà nell’ottenere una buona immagine dell’organo, è dovuta alla sua vicinanza con il retto, che, soprattutto se pieno, la oscura (Lattimer e Essman 2007). In proiezione laterale, la lunghezza e l’altezza di una prostata sana non superano il 70% della distanza tra il promontorio del sacro e il margine craniale del pube. In proiezione ventro-dorsale, invece, la larghezza della ghiandola non supera il 50 – 65% del diametro dell’ingresso della pelvi

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(Mattoon e Nyland 2002). Si deve notare che la diagnostica radiologica tende a sovrastimare le dimensioni prostatiche a causa della difficoltà di distinguere la ghiandola dalle strutture che la circondano, come il colon e la parete addominale (Atalan et al. 1999c). Se le dimensioni prostatiche sono normali, retto e vescica sono in posizione fisiologica (Barsanti e Finco 1995).

5.1.2 REPERTI PATOLOGICI

Nessuna alterazione dell’immagine radiografica della prostata è specifica di una determinata patologia (Atalan et al. 1999a). In animali magri o con fluido nell’addome caudale, la prostata può non essere radiograficamente visualizzabile, neppure se patologicamente aumentata di volume (Lattimer e Essman 2007).

Indici di prostatomegalia sono

 La dislocazione craniale della vescica (Figura 5. 1), che può apparire sollevata dalla parete addominale o, viceversa, schiacciata ventralmente in presenza di cisti o ascessi voluminosi, localizzati dorsalmente o ventralmente all’uretra prostatica. L’entità della dislocazione è proporzionale all’aumento di volume della ghiandola (Lattimer e Essman 2007)

La dislocazione dorsale del colon, con o senza una riduzione del suo diametro (Lattimer

e Essman 2007). Variazioni del diametro sono difficilmente identificabili se il colon è vuoto (Johnston, et al. 1991).

 Lo spostamento cranio-dorsale di altri organi addominali, in caso di prostata estremamente ingrossata (Lattimer e Essman 2007)

Se la patologia prostatica in atto è tale da provocare ostruzione dell’uretra, anche la vescica può apparire di notevoli dimensioni (Lattimer e Essman 2007).

Figura 5. 1 Immagine radiografia dell’addome caudale di un cane affetto da

prostatomegalia. La vescica è stata insufflata d’aria per permetterne una migliore visualizzazione ed appare deformata a causa del notevole aumento di volume della prostata (Archivio Radiografico del Dip.to Scienze Cliniche Veterinarie).

Per definire radiograficamente se la ghiandola è ingrossata o meno, è più affidabile la valutazione della lunghezza dell’organo, rispetto a quella della sua altezza. Ciò può essere attribuito alla minore resistenza incontrata dalla prostata nell’espandersi in senso orizzontale,

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piuttosto che verticale (Atalan et al. 1999a). Un diametro prostatico (lunghezza o altezza) che supera il 90% del diametro dell’ingresso della pelvi, è suggestivo di neoplasia, ascesso o cisti, per quanto notevoli aumenti di volume (oltre 10 volte le dimensioni fisiologiche) sono riscontrabili anche in caso di IPB (Lattimer e Essman 2007), la causa più comune d’incremento delle dimensioni dell’organo (Burk e Ackerman 1996). Una riduzione delle dimensioni prostatiche può verificarsi in corso di prostatite cronica (Lattimer e Essman 2007).

Prostate asimmetriche sono solitamente riscontrabili in presenza di neoplasia, cisti o ascessi, mentre la sola iperplasia benigna o le prostatiti tendono a mantenere la simmetria dell’organo (Lattimer e Essman 2007).

Se il dettaglio radiografico è tale da permettere l’apprezzamento dei margini della ghiandola, essi andrebbero osservati attentamente. Margini lisci si riscontrano solitamente in corso di patologie benigne, dalla progressione lenta, mentre neoplasie o prostatiti particolarmente aggressive alterano la forma dell’organo, che presenta un contorno irregolare (Lattimer e Essman 2007). Irregolarità nel profilo prostatico sono riscontrabili anche in presenza di ascessi e cisti (Burk e Ackerman 1996). Patologie che rendono difficile definire i limiti dell’organo sono neoplasie e infiammazioni che si estendono alle strutture vicine (Atalan et al. 1999a).

Lesioni cistiche o ascessuali non sono distinguibili tra loro. Se localizzate all’interno della pelvi, può essere difficile apprezzarle direttamente, ma spesso è visibile la loro azione compressiva sul retto (Lattimer e Essman 2007). Le cisti paraprostatiche possono raggiungere dimensioni tali da essere difficilmente differenziabili dalla vescica (Figura 5. 2) (Barsanti e Finco 1995).

Figura 5. 2 Immagine radiografica di una cisti paraprostatica (A). La vescica

(B) è stata evidenziata tramite riempimento con mezzo di contrasto

(http://www.vetmedtext.com, Elsevier Inc. 2009).

Aree di calcificazione all’interno della prostata si evidenziano in presenza di una patologia cronica, di origine infettiva o neoplastica (Lattimer e Essman 2007). Per Feeney et al. (1987) tale reperto è altamente indicativo della presenza di lesioni tumorali. Per Bradbury et al. (2009) ciò è vero solo nei cani castrati, poiché nei cani interi è associato anche a cisti paraprostatiche, IPB e prostatite. Osservare quest’alterazione, tuttavia, è piuttosto raro, a causa della scarsa sensibilità della metodica (Lattimer e Essman 2007).

Raccolte intraprostatiche di gas indicano la presenza di microorganismi gas-produttori e sono considerate un segno prognostico sfavorevole (Lattimer e Essman 2007). È necessario

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differenziarle da anse intestinali ripiene di gas sovrapposte alla silhouette prostatica o da artefatti dovuti all’esecuzione di cistocentesi o cateterismo prima dell’esame radiologico (Johnston, et al. 1991).

È importante esaminare anche gli organi che circondano la prostata. Alcune neoplasie prostatiche, infatti, possono essere diagnosticate grazie ai segni clinici dovuti alle loro metastasi e alla visualizzazione radiografica di queste, piuttosto che della massa primaria (Lattimer e Essman 2007). Il colon può presentarsi dislocato ventralmente in caso d’ingrossamento marcato dei linfonodi iliaci mediali e ipogastrici (Kutzler e Yeager 2005). Le strutture ossee che circondano la ghiandola devono essere osservate attentamente, soprattutto le ali dell’ileo e le vertebre lombari. Una metastasi a questo livello, infatti, può determinare una reazione periostale e deposito di nuovo osso, visibili radiograficamente (Figura 5. 3) (Burk e Ackerman 1996).

Figura 5. 3 Radiografia dell’addome caudale in proiezione latero-laterale

di un cane affetto da adenocarcinoma prostatico. Le proliferazioni ossee ventralmente ai corpi delle vertebre lombari indicano la presenza di metastasi a questo livello (http://www.vetmedtext.com, Elsevier Inc. 2009).

Per evidenziare la presenza di metastasi polmonari, è consigliabile eseguire uno studio radiografico del torace (Barsanti e Finco 1995).