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AGOSTO Giovedì, 1 agosto 2013

Nel documento La tua fede ti ha salvato (pagine 192-200)

del Tempo Ordinario

AGOSTO Giovedì, 1 agosto 2013

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo e dottore della Chiesa

1° giovedì del mese: preghiera per le vocazioni

Liturgia della Parola

Es 40,16-21.34-38; Sal 83; Mt 13,47-53

La ParoLaDeL signore

è asCoLtata

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri

XVII Settimana del Tempo Ordinario

e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Ver-ranno gli angeli e separeVer-ranno i cattivi dai buoni e li get-teranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?». Gli risposero:

«Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

èmeDitata

La generosità di Gesù non ha limiti e si offre a cia-scuno di noi in abbondanza. Essa è come la “rete” di cui parla la parabola del Vangelo odierno: è pronta a raccogliere ogni genere di pesci. Tocca noi scegliere di stare nel mucchio dei pesci buoni o in quello dei pesci cattivi. Siamo noi - con i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni o le nostre omissioni di bene - che ci schieriamo con gli uni o con gli altri pesci. La Parola del Signore è, a tal proposito, ancora una volta chiarissima ed inequivocabile: siamo noi i responsabili della nostra eternità. Se ci professiamo cristiani, occor-re che ci schieriamo a favooccor-re di Cristo e che Lo seguia-mo imitandolo; non bastano solo le buone intenzioni, queste devono concretizzarsi nelle azioni. Pensare ed agire bene oppure pensare ed agire male. Non ci può essere via di mezzo tra il bene e il male. Perché Gesù non è stato “nel mezzo”, ma ha dato la Sua vita per noi, schierandosi dalla nostra parte. E ci ha salvati per sempre. Schierarsi con Gesù è garanzia di gioia senza fine, perché la Sua Parola è vera, unica ed eterna.

Devo essere fedele al mio proposito ad ogni costo:

voglio essere buono, sempre buono, con tutti buono.

Giovanni XXIII

Tempo Ordinario

èPregata Ti prego, o Signore, fa’ che il mio posto sia sempre tra i pesci buoni! Amen.

miimPegna Oggi pregherò per la salvezza di tutti gli uomini.

3

Venerdì, 2 agosto 2013

San Pietro Giuliano Eymard, sacerdote

Liturgia della Parola

Lv 23,1.4-1115-16.27.34b-37; Sal 80; Mt 13,54-58

La ParoLaDeL signore

è asCoLtata

In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva:

«Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi mi-racoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi?

Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?». E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E non fece molti miracoli a causa della loro incre-dulità.

èmeDitata

Di fronte a Dio non si resta indifferenti, lo sappiamo.

Egli ha un’incredibile fantasia e ci sorprende ogni vol-ta che agisce, perché il Suo modo di fare è impreve-dibile e sempre nuovo ed originale. Chi mai avrebbe pensato, infatti, che il Messia sarebbe stato proprio il

XVII Settimana del Tempo Ordinario

figlio di Giuseppe il carpentiere e di Maria, una giova-nissima e forse “anonima” donna tra le tante donne di Nazareth? Eppure Dio sceglie sempre gli ultimi, i peg-giori, gli impensabili, i fragili in ogni senso. Se non ac-cettiamo – e solo con la fede si può fare – quest’ottica di Dio, che è diversa dalla nostra ma proprio per que-sto fedele e vera, non potremo riconoscere in Gesù il nostro Salvatore. Se desideriamo che il Signore sia con noi, sia nella nostra vita, dobbiamo lasciarlo entrare, dobbiamo credere in Lui, aprirgli il cuore e la mente, accogliere il dono della fede. Perché la nostra incre-dulità rischia di limitare i “miracoli” del Signore Gesù nella nostra vita e noi corriamo il pericolo di essere cristiani “insipidi”. Se non sapremo riconoscere l’agire di Dio in ogni istante della nostra vita, saremo per i nostri fratelli dispensatori di disillusione piuttosto che di speranza.

Non vediamo il bene che Dio fa perché non smette mai di farcene. Niente colpisce meno la coscienza di un bene continuamente offerto.

Gustave Thibon

èPregata Che non mi accada mai, o Signore, di non riconoscer-ti! Amen.

miimPegna Cercherò di guardare gli altri senza pregiudizio, per vederli con gli occhi di Dio.

3

Tempo Ordinario

Sabato, 3 agosto 2012

Beata Vergine Maria «Scala del Paradiso»

Liturgia della Parola

Lv 25,1.8-17; Sal 66; Mt 14,1-12

La ParoLaDeL signore

è asCoLtata In quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei mi-racoli opera in lui». Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla!». Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta. Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìa-de danzò in pubblico e piacque tanto a EroErodìa-de che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei com-mensali ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua ma-dre. I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù.

èmeDitata Troppe volte il male sembra vincere sul bene… Lo vediamo ogni giorno: basta un telegiornale o qual-che episodio di ingiustizia o divisione qual-che ci tocchi da vicino, per constatare con amarezza e spesso rasse-gnazione e senso di impotenza, che il Vangelo – pur bellissimo – si scontra con il male inspiegabilmente

XVII Settimana del Tempo Ordinario

presente nel mondo. È così da sempre e così sarà sempre, perché l’uomo è stato creato libero di sce-gliere, libero di agire bene o male, libero di condizio-nare positivamente o negativamente la vita dei propri fratelli. Ma la presenza del male, da cui scaturiscono dolore e sofferenza, non deve scoraggiarci né arresta-re il nostro cammino spirituale. La speranza cristiana, infatti, è certezza perché ha il volto di Dio, il quale ha dimostrato in tanti modi nel corso della storia e della nostra stessa vita che il bene vince su tutto ed è l’uni-co valore che l’uni-conta e che rimane. Fare il bene rende migliori e genera altro bene. Lo dimostra il martirio di Giovanni Battista, definito da Gesù come “il più gran-de tra i nati di nonna” (cfr. Lc 7,28). Lo spargimento del suo sangue ha preceduto la Salvezza, la forza del suo annuncio ha introdotto l’Eterno, che è venuto nel mondo per amore nostro e per il nostro bene dimo-strando, con la Sua risurrezione, che l’ultima parola sul male e sulla morte è la Risurrezione!

Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difen-dere, senza sostenere in una lotta continua la verità, non è vivere, ma vivacchiare. Pier Giorgio Frassati

èPregata Per la testimonianza dei martiri ti ringrazio, o Signore!

miimPegna

Ponendomi controcorrente rispetto alla logica del mondo, guarderò ai santi ed ai martiri come ai veri modelli da imitare.

Tempo Ordinario

del Tempo Ordinario

XVIII Domenica, 4 agosto 2013

San Giovanni Maria Vianney, sacerdote

Liturgia della Parola

Qo 1,2; 2,21-23; Sal 89; Col 3,1-5.9-11; Lc 12,13-21

La ParoLaDeL signore

è asCoLtata In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o media-tore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e te-netevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: «Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così - disse -: demolirò i miei magaz-zini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!». Ma Dio gli disse: «Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai prepa-rato, di chi sarà?». Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

èmeDitata

«Anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non di-pende da ciò che egli possiede». I troppi beni abba-gliano l’uomo, ma se egli rientra in se stesso constata l’inconsistenza delle cose materiali e la caducità della vita. Possono forse le ricchezze preservarci dalla ma-lattia o dalla morte? Possono tutti i beni del mondo assicurarci la felicità duratura? No! Lo sappiamo bene, perché tante volte abbiamo sperimentato che la

no-XVIII Settimana del Tempo Ordinario

Nel documento La tua fede ti ha salvato (pagine 192-200)

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