• Non ci sono risultati.

AGROVOLTAICO

Nel documento PROGETTO DEFINITIVO IMPIANTO FOTOVOLTAICO (pagine 21-28)

Sebbene il sistema agro-voltaico sia stato teorizzato all'inizio degli anni '80 utilizzando lo spazio tra le file fotovoltaiche per le colture, i primi esperimenti dettagliati sull'agricoltura agricola sono stati eseguiti solo di recente a Montpellier, in Francia, nel 2013.

Dal punto di vista agronomico, tali ricerche condotte da Dinesh e Pearce (2016), hanno analizzato la resa di lattuga (Lactuca sp.) coltivata in irriguo all'ombra. I risultati hanno dimostrato che l'ombreggiatura non ha alcun effetto significativo sulla resa a causa delle capacità di adattamento della lattuga di adattarsi all'ombreggiatura causata dagli array fotovoltaici. Pertanto, la stessa area di terra è stata utilizzata per produrre con successo sia elettricità che cibo.

In un altro studio, condotto nella valle del Po da Amaducci et al., (2018), si evince che la riduzione delle radiazioni, sotto agrovoltaico, ha influenza sulla temperatura media del suolo, l'evapotraspirazione e l'equilibrio idrico del suolo, fornendo in media condizioni più favorevoli per la crescita delle piante che in piena luce.

La ditta proprietaria dell’area interessata alla realizzazione del parco fotovoltaico sarebbe tuttavia interessata all’impianto, nello spazio inter-fila tra i pannelli solari, di un limoneto.

• Scelta delle specie

I fattori che hanno determinato la scelta ipotetica di questa specie vegetale per un impianto agro- voltaico sono così sintetizzabili:

- Fattori botanici e fitosociologici: la specie è stata individuate tra quelle tipiche del paesaggio agrario siciliano sia per questioni ecologiche, che per la capacità di attecchimento;

- Criteri ecosistemici: le specie sono individuate in funzione della potenzialità delle stesse nel determinare l’arricchimento della complessità biologica.

Essendo il limone (Citrus x limon) una pianta di originaria di climi caldi, esso presenta particolari esigenze climatiche. Infatti, per ottenere una valida produzione commerciale occorre un clima caldo e sufficientemente umido, caratterizzato perciò da inverni miti e senza ampie escursioni termiche. In generale, l’attività vegetativa di tali agrumi si svolge a temperature comprese tra i 13° e 30° C e generalmente patiscono temperature inferiori agli 0°C. Altrettanto dannose risultano anche le temperature superiori a 38°C, specialmente se si verificano insieme a condizioni di bassa umidità relativa e durante la fase dell’allegagione. Anche la presenza di venti forti e persistenti può risultare problematica in quanto capace di provocare gravi danni a tali colture (disseccamento delle foglie e dei giovani germogli, rotture meccaniche di rami, ferite da sfregamenti sugli stessi frutti). Per ovviare a tali inconvenienti si ricorre spesso ai frangivento (vivi o morti). A questo riguardo i moduli fotovoltaici potrebbero costituire una prima barriera di protezione contro il vento.

Gli agrumi in generale prediligono un terreno sciolto o di medio impasto, profondo, fertile, ben drenato (non sopportano i ristagni idrici), con pH compreso tra 6,5 e 7,5 e ben dotato di sostanza organica. Per questo tipo di coltura l’irrigazione è sempre necessaria per stabilizzare la produzione e la qualità dei frutti ed è altresì necessario fornire un drenaggio adeguato durante il periodo piovoso, essendo l’area di

intervento caratterizzata da terreni piuttosto pesanti. Per tali ragioni la realizzazione di un limoneto comporterebbe una serie di operazioni idraulico agrarie insistenti sull’area in oggetto, quali la realizzazione di un impianto di irrigazione a goccia o micro-irrigazione, rispetto ad un impianto di sub-irrigazione.

Quest’ultima, per essere realizzata richiederebbe, prima dell'installazione, un'analisi chimico fisica delle acque in modo da valutare la compatibilità delle stesse con la sub-irrigazione. Inoltre, una volta appurata la compatibilità delle acque per tale impianto e proceduto all’istallazione, si renderebbe necessario spurgare periodicamente le linee gocciolanti, attraverso l'apertura delle valvole di scarico, così da garantire all'impianto una lunga vita operativa; operazione da ripetersi molto frequentemente data la natura prevalentemente argillosa del terreno dell’area in esame. Tuttavia tale tecnica irrigua avrebbe il pregio di consentire l’accesso facile ed in ogni momento ai campi, in quanto nessuna tubazione si troverebbe in superficie.

Riguardo invece la tecnica irrigua della micro-irrigazione, fatta eccezione per il costo più elevato per la realizzazione dell’impianto rispetto ad altre tecniche, i vantaggi che la micro-irrigazione offre includono risparmio di manodopera, acqua ed energia, una migliore uniformità del frutteto e la risposta immediata alle necessità del raccolto, un migliore rapporto suolo-acqua nell’ ambiente di radicazione, oltre a una migliore resa e qualità dei frutti. Ulteriori ricerche hanno dimostrato che quando i sistemi di micro-irrigazione sono gestiti correttamente, il risparmio idrico può arrivare fino all'80% rispetto alla subirrigazione e al 50% rispetto all'irrigazione a pioggia. Le ricerche hanno anche dimostrato l'importante vantaggio dei microirrigatori per la protezione antigelo degli agrumi.

In aggiunta, la micro-irrigazione garantirebbe:

1. maggiore uniformità di distribuzione dell'acqua con un maggior contenimento degli sprechi;

2. migliore predisposizione all'automazione degli impianti;

3. minore compattamento del terreno;

4. possibilità di esplicare la massima potenzialità della distribuzione dei concimi nell'acqua d'irrigazione (fertirrigazione);

Riguardo al quarto punto, ci sarebbero diversi vantaggi nell'utilizzo della fertirrigazione rispetto alla tradizionale applicazione di fertilizzanti in quanto i nutrienti, trovandosi già in forma solubile al momento dell’applicazione, risulterebbero potenzialmente più disponibili per l'assorbimento da parte dell'albero.

Inoltre, la concentrazione di nutrienti nel suolo può essere mantenuta entro intervalli specifici durante tutto l'anno. Alcuni agrumicoltori credono anche che la crescita e la resa degli alberi migliorino se i nutrienti vengono applicati in piccole quantità ma continuamente rispetto ad applicazioni più consistenti ma poco frequenti. Tuttavia, per una corretta concimazione è sempre necessaria l’analisi del terreno, da integrare con l’analisi fogliare che permette di sapere quali sono i livelli nutrizionali raggiunti dalla pianta e diagnosticare così eventuali situazioni di carenza o di eccesso dei diversi elementi nutritivi.

La forma di allevamento che maggiormente si riscontra negli agrumeti è il globo. Per ottenere tale forma si parte da una pianta già impalcata a circa 10 cm dal terreno e presentante 3-4 branche. Tali branche saranno ricoperte da una vegetazione più o meno folta, in relazione alla specie ed alla varietà. Le attuali tendenze, al fine di utilizzare tutto lo spazio disponibile, puntano ad ottenere una forma di allevamento a chioma piena, cioè a far espandere la vegetazione delle branche fino al suolo. Il sesto d’impianto prevedrebbe un distanziamento di 5 m tra le piante.

Sebbene l’area in esame, una volta realizzate le sistemazioni idraulico-agrarie necessarie descritte in precedenza, sarebbe adatta ad un tale impianto di limoneto, le rese per ettaro sarebbero da considerarsi ridotte rispetto alle previsioni, in quanto l’arboreto coprirebbe soltanto la superficie dell’azienda non occupata dai pannelli fotovoltaici.

8.1 COLTIVAZIONE DEL CITRUS X LIMON

• Lavori all’impianto

Generalmente, i lavori d’impianto propriamente detto iniziano con lo scasso, con un’aratura relativamente profonda (0,60- 0,80 m). Successivamente è opportuno affinare il terreno, per una profondità di 35–45 cm, con attrezzature meccaniche più leggere (es. erpice a dischi). Nel caso dell’area in esame non si procederebbe con tale operazione su tutta la superficie in oggetto, bensì con un’aratura parziale detta “a fosse o a buche” che interesserebbe solo l’area di terreno in corrispondenza dei punti in cui saranno messe a dimora le piante; tale operazione verrebbe eseguita meccanicamente con una trivella in grado di praticare buche di 80-100 cm di profondità.

Con lo scasso si effettua la concimazione di fondo. Per eseguirla razionalmente, occorre confrontare i valori delle analisi del terreno con quelli di riferimento, in modo da stabilire la quantità di fertilizzanti da apportare. L'epoca migliore per l’esecuzione dello scasso, soprattutto in terreni compatti, è l'estate, al massimo inizio autunno.

Riguardo lo smaltimento delle acque superficiali, se si adotta la tradizionale rete di fossi la larghezza degli appezzamenti coincide con la distanza fra le scoline. Nei terreni più compatti esse saranno più ravvicinate (25-30 m) rispetto che in quelli franchi. Se si adottano i dreni, essi sono posti ad una profondità che supera di poco il franco di coltivazione (80-90 cm). Per ridurre i rischi di asfissia radicale in terreni poco permeabili si esegue una sistemazione a prode sopraelevate di 25-30 cm in corrispondenza del filare.

Gli astoni di agrumi sono commercializzati col pane di terra, quindi non c’è un vincolo preciso circa il periodo della messa a dimora. Comunque è preferibile mettere a dimora le piante in autunno inoltrato – inizio inverno perché diminuisce lo stress da trapianto. Quando il trapianto si esegue a fine inverno o in primavera può essere necessario irrigare le piantine in rapporto all'andamento stagionale.

• Potatura

Occorre raggiungere, nel minore tempo possibile, la forma prescelta (il globo) e poi eseguire un'oculata potatura di produzione. Tale forma si ottiene attraverso leggeri interventi cesori praticati sulle giovani piante in modo da favorire la formazione di tre branche principali a circa 100-120 cm. dal suolo. In seguito, particolare attenzione va riservata all'asportazione dei succhioni che si sviluppano dal tronco e dalle branche ed alla eliminazione dei rami più vigorosi ed assurgenti emessi dalle zone interne della chioma. È da evitare, invece, l'asportazione dei rami vigorosi che tendono a piegarsi verso il basso. Una volta che si curvano, detti rami fruttificano infatti abbondantemente. Nel limone è, inoltre, necessario diradare i rami che si toccano per evitare che attraverso le abrasioni si diffonda il malsecco.

• Modalità di applicazione del fertilizzante

Gli agrumi si avvantaggiano dell’impiego di concime organico. Per la concimazione di produzione l’azoto viene somministrato generalmente in due interventi: a fine inverno (febbraio-marzo) ed in post-allegagione (luglio). Nei giovani impianti l’azoto è frazionato in almeno tre interventi nel corso della stagione primaverile-estiva, in funzione dello sviluppo delle piante. Ugualmente importante è soddisfare le esigenze in calcio e magnesio. I più evidenti sintomi di carenze di magnesio si verificano in autunno nelle foglie vecchie con evidenti aree verdi di forma triangolare con parti marginali della lamina di color giallo bronzata.

• Metodologia per la valutazione dei fabbisogni irrigui

La metodologia per valutare i fabbisogni irrigui si basa sul calcolo del prodotto fra l’evapotraspirazione di riferimento 𝐸𝑇0, che dipende dalle condizioni climatiche, e dal coefficiente colturale 𝑘𝑐 (in tabella), che rappresenta una misura dello sviluppo vegetativo della coltura nelle diverse fasi fenologiche, al netto degli apporti di pioggia 𝑃 (espressa in 𝑚3/ℎ𝑎, ovvero moltiplicando per 10 il dato di piovosità espresso in mm):

𝐸𝑇0 ∗ 𝑘𝑐 – 𝑃

Coefficienti colturali (kc) mensili per gli agrumi in funzione dei metodi di conduzione del terreno (suolo inerbito o suolo nudo)

feb Mar apr mag Giu Lug Ago sett ott nov

T. inerbito 0,75 0,80 0,90 0,95 1,10 1,10 1,20 1,15 1,00 0,90 T. lavorato 0,60 0,65 0,80 0,82 0,90 0,95 0,95 0,85 0,83 0,80

L’intervento irriguo va effettuato quando la somma dei dati giornalieri di (𝐸𝑇0 ∗ 𝑘𝑐 – 𝑃) raggiunge il Valore massimo di adacquamento (𝑉𝑚𝑎𝑥) espresso in 𝑚3/ℎ𝑎:

𝑆𝑜𝑚𝑚𝑎 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑎𝑙𝑖𝑒𝑟𝑎 (𝐸𝑇0 ∗ 𝑘𝑐 – 𝑃) = 𝑉𝑚𝑎𝑥 Volumi di adacquamento massimi (𝑉𝑚𝑎𝑥) in relazione al tipo di terreno:

Tipo di terreno metri cubi ad ettaro (𝒎𝟑/𝒉𝒂) pari a millimetri

Terreno sabbioso 350 35

Terreno franco 450 45

Terreno argilloso 550 55

• Difesa

Nell’ottica di una difesa integrata è obbligatorio il rispetto del Disciplinare regionale di produzione integrata: norme tecniche di difesa integrata delle colture e controllo delle infestanti 2019, elaborato dal Servizio Fitosanitario della Regione Sicilia, il quale riporta norme tecniche di difesa integrata delle colture per l’applicazione delle misure agro-climatico-ambientali.

In ogni caso, al fine di permetterne la rintracciabilità, è auspicabile che i prodotti ottenuti con i metodi di

produzione integrata siano identificati in modo tale da renderli distinguibili da altri prodotti ottenuti con modalità produttive diverse.

• Raccolta

i limoni sono una specie che fiorisce più volte nell’arco dell’anno e in tal modo dà vita a una raccolta principale, costituita dal limone primofiore, la cui campagna di commercializzazione va da ottobre a maggio, e due raccolte secondarie, il limone bianchetto che va da aprile a giugno e costituisce circa il 10% della produzione complessiva e il limone verdello che va da luglio a ottobre e rappresenta circa il 20% del totale.

Per individuare l'epoca ottimale di raccolta, nel caso del limone non esistono specifici indici descriventi il grado di maturazione (come invece accade per l’arancio). Perciò in genere, per il tipo di utilizzazione che ha il frutto di limone, un parametro di notevole importanza è rappresentato dal contenuto in succo. In Italia, per essere considerati limoni di qualità, è necessario che il contenuto in succo non sia inferiore al 25

%.

È importante a questo proposito ribadire che per il limone non può essere utilizzato come parametro di maturazione nessun altro tipo di valutazione estetica del frutto. La caratteristica rifiorenza della specie e, di conseguenza, la possibilità di avere frutti provenienti da fioriture diverse, non consente di generalizzare su caratteristiche di forma del frutto o di colore dell'epidermide che possano agevolare l'individuazione del momento ideale per la raccolta.

Per gli agrumi in generale, la raccolta viene ancora prevalentemente effettuata a mano; non mancano tuttavia prime sperimentazioni di raccolta meccanizzata in cui l’intervento umano è ridotto al minimo. Il problema di queste raccoglitrici automatizzate sono però le dimensioni: occupando parecchio spazio, le macchine dimostrano la loro piena efficienza solo in coltivazioni molto estese con lunghe file di alberi. Ciò necessariamente fa escludere la raccolta meccanizzata dall’area in esame.

8.2 BREVE ANALISI DI REDDITIVITA’ DELLA COLTURA

L’analisi della redditività delle colture agrumicole attraverso l’utilizzo dei dati RICA (Rete di Informazione Contabile Agricola) evidenzia come le performance economiche delle aziende agrumicole si differenzino in base alla coltivazione in regime biologico o convenzionalo (e integrato). Infatti, a fronte di dotazioni strutturali simili nei due campioni considerati, si evince una più bassa capacità economica delle aziende biologiche rispetto a quelle convenzionali (e integrate). Le medie aziendali della produzione lorda vendibile mostrano valori di circa 79.900 euro per le aziende biologiche e di 87.200 euro circa per quelle convenzionali. Tali valori, più contenuti per le aziende biologiche, condizionano evidentemente anche i risultati reddituali. Il reddito lordo è di circa 64.900 euro nelle aziende convenzionali (e integrate) e di circa 54.100 euro in quelle biologiche, mentre il reddito netto passa dai 54.200 euro delle aziende agrumicole convenzionali ai 39.300 euro circa di quelle biologiche.

Per quanto riguarda la modalità di vendita, più diffusa nel campione osservato è quella all’ingrosso (a commercianti o a all’industria di trasformazione), mentre non si riscontra in nessun caso il ricorso alla vendita diretta e decisamente basso è il ricorso al dettaglio, cosa che farebbe accorciare la filiera e trattenere presso l’azienda una maggiore quota del prezzo finale. Occorre specificare che per le aziende convenzionali e integrate la vendita a commercianti si pratica nel 70% dei casi, mentre per quelle biologiche

essa rappresenta il 53%; invece la vendita all’industria – e dunque una destinazione finale in prodotto trasformato e/o lavorato – è molto più frequente nelle aziende biologiche (nel 20% dei casi). La vendita a cooperative, infine, è piuttosto frequente nelle aziende biologiche; tale modalità, infatti, è presente nel 14% dei casi.

L’analisi dei costi suggerisce che i costi specifici per la coltivazione, quali le spese per antiparassitari, fertilizzanti, acqua, elettricità ed altre spese, registrano un importo complessivo di circa 461 euro/ha per le coltivazioni biologiche; mentre per la tecnica convenzionale (e integrata) si riscontrano valori pari a circa 757 euro/ha. In particolare, per la coltivazione biologica risultano più basse sia le spese per gli antiparassitari che le spese per la fertilizzazione.

Variabili Biologico Convenzionale e

Integrata Unità di misura Medie per ettaro di

SAU

Produzione Lorda Vendibile €/ha 4.915,5 5.901,0

Margine lordo €/ha 4.454,6 5.144,2

Scendendo nel dettaglio della coltivazione di limoni, si riscontra un valore della produzione decisamente favorevole alla coltivazione biologica, pari a circa 6.600 euro/ha contro i 4.390 euro/ha della tecnica convenzionale. Tali differenze sono determinate da spese della coltivazione più contenute (-190 euro/ha circa) e dalla presenza del premium price nelle vendite di quasi 17 euro al quintale. Le rese produttive mostrano tuttavia un riscontro negativo per le produzioni biologiche per il limone, per il quale si determina una riduzione di circa 30 quintali ad ettaro.

Variabili Biologico Convenzionale e

Integrata Unità di misura Medie per ettaro di

SAU

Medie per ettaro di SAU

Resa produttiva Ql/ha 172 203,4

Prezzo di vendita €/Ql 38,6 21,6

Produzione Lorda Vendibile €/ha 6.634,0 4.390,0

Spese specifiche totali €/ha 711,5 901,3

Margine lordo €/ha 5.922,5 3.488,7

8.3 ESEMPLARI EX NOVO DI OLEA EUROPEA

Nel caso specifico, considerata la tipologia dell’opera in progetto, la società promotrice ha ritenuto di provvedere alla realizzazione di macchie arboree da realizzare nelle zone di maggior visibilità dell’impianto:

in particolare lungo il confine dell’impianto, al fine di schermare l’impatto visivo dell’opera in modo da salvaguardare il pregresso paesaggio dell’area. La fascia perimetrale all’impianto realizzata ad oliveto sarà composta da una fila di piante di Olea europea distanziate tra di loro 5 m.

La scelta dell’olivo risponde all’esigenza di mitigare l’impatto visivo con una specie vegetale già presente in un intorno ampio, seppur non prevalente, in una logica di continuazione con le forme già esistenti del

paesaggio agrario. In aggiunta, si tratterebbe di una specie mediterranea, termofila, eliofila assai longeva che può facilmente raggiungere alcune centinaia di anni; una pianta sempreverde, particolarmente rustica, resistente alle temperature elevate, agli stress idrici (spiccati caratteri di xerofilia) o altri esemplari autoctone e/o tipiche del paesaggio agrario di analoghe caratteristiche.

Sarebbe auspicabile l’impiego di esemplari già adulti aventi immediata funzione di mitigazione visiva, quanto meno nelle parti più critiche. Inoltre, l’impianto ad uliveto produce un valore economico aggiunto sia in fase di esercizio dell’impianto che post-vita utile del medesimo.

Si procederà all’acquisto di piante di Olea europea utilizzando esclusivamente materiale di propagazione proveniente da vivai autorizzati ai sensi del D. Leg.vo 10.11.2003, n. 386 e del D.D.G. n. 14/2007 pubblicato sulla G.U.R.S n. 13 del 23.03.2007, provvisto di certificato di provenienza e di identità clonale.

Nel documento PROGETTO DEFINITIVO IMPIANTO FOTOVOLTAICO (pagine 21-28)

Documenti correlati