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Fattore essenziale dell’equilibrio biofasico dell’ambiente, il suolo è la risultante dell’azione congiunta della roccia, del clima che lo disgrega per mezzo dell’acqua e del gelo e della vegetazione. In quanto sistema multifase è caratterizzato da specifiche proprietà fisiche, chimiche, mineralogiche, biologiche e da una particolare dinamica interna che lo fanno differenziare dalla roccia da cui ha origine e che lo legano all’ambiente esterno circostante.

Il suolo, come precedentemente detto, nasce per l’azione concomitante nel tempo del clima, degli organismi vegetali e animali sulla roccia; cresce, si sviluppa e raggiunge la maturità per l’azione di alcuni processi pedogenetici; muore per cause naturali (erosione, alluvioni, salinizzazione, ecc.) o più spesso per cause antropiche (inquinamento, urbanizzazione, lavorazioni, ecc.).

Il suolo come fattore di equilibrio dell’ambiente va difeso non solo proteggendolo contro l’erosione e contro le altre cause di distruzione ma anche assicurandone le condizioni perché possa continuare a formarsi e a mantenere le naturali proprietà fisiche, chimiche e biologiche.

Per la caratterizzazione pedologica della Regione Sicilia è stata consultata “La banca dati delle Regioni Pedologiche d'Italia” redatta dal CNCP - Centro Nazionale Cartografia Pedologica, che fornisce un primo livello informativo della Carta dei Suoli d'Italia e, allo stesso tempo, uno strumento per la correlazione dei suoli a livello continentale.

La Regione Sicilia ricade nelle regioni pedologiche 62.2, 62.3, 66.4, 66.5, 59.9. L’area di nostro interesse ricade nella regione pedologica 62.2. Quest’ultima estesa 10.431 km2, comprende le colline argillose, calcari, arenarie, gessi e le pianure costiere della Sicilia.

Secondo quanto riportato dalla classificazione della Soil taxonomy, la tipologia pedologica prevalente è rappresentata da gruppo degli xerofluvents, ovvero suoli che evolvono sulle alluvioni recenti e presentano regime di umidità xerico. Il profilo profondo o mediamente profondo è del tipo Ap-C. Nello specifico si distinguono i Typic Xerofluvents presenti nelle immediate vicinanze dei torrenti “Franchina” e “Gazzena”;

la potenzialità agronomica è sempre elevata e possono accogliere quasi tutte le colture; ed i Vertic Xerofluvents (suoli Alluvionali vertici) a profilo Ap-Ass-C differiscono dai primi perché sono dominati da argilla a reticolo espandibile. La tessitura varia dall’argilloso, all’argilloso-limoso e l’argilloso-sabbioso. Il contenuto di fosforo e di potassio è quasi sempre discreto; l’azoto si mantiene sempre su livelli bassi. La reazione si aggira intorno a valori di neutralità o di sub-alcalinità, lo stato strutturale è buono così come la stabilità strutturale; difettano invece la permeabilità ed il drenaggio; l’ elevato potere di ritenzione idrica, la ridottisima velocità dei movimenti per ascensum e quindi la lentezza del rifornimento idrico rispetto al potere evaporante dell’atmosfera nel corso dell’estate, la degradabilità e l’erodibilità legata ai grumi terrosi, costituiscono serie limitazioni nelle scelte colturali. I suoli oggetto di indagine, ricadono nell’associazione pedologica n. 14 “Typic e/o Vertic Xerofluvents”, descritti nella tabella sottostante.

Figura 7.1: Classificazioni principali tipi pedologici. Soil Taxonomy (1975-1999)

7.1 VULNERABILITÀ DEL TERRITORIO AI PROCESSI DI DESERTIFICAZIONE

I principali elementi di vulnerabilità sono rappresentati dall’attività agricola, dal pascolo e dagli incendi che ha notevolmente predisposto il territorio ai fenomeni di desertificazione. La desertificazione è definita nella Convenzione delle Nazioni Unite come il “degrado delle terre nelle aree aride, semi-aride e sub-umide secche, conseguente all’azione di vari fattori, incluse le variazioni climatiche e le attività umane”. Tale degrado è il risultato di condizioni climatiche (siccità, aridità, regimi di precipitazioni irregolari e intense) e di attività umane (deforestazione, pascolamento eccessivo, deterioramento della struttura suolo) che determinano l’incapacità del territorio ad assicurare le proprie funzioni.

Il fenomeno della desertificazione in ambiente mediterraneo, come evidenziato dalla letteratura scientifica, è un processo complesso determinato dalla concomitanza di fattori climatici, litologici, vegetazionali e di gestione del territorio. Per tale ragione la valutazione nel tempo di tale fenomeno può svolgersi solo attraverso lo studio dei molteplici fattori che lo determinano e quindi attraverso un monitoraggio integrato delle diverse matrici ambientali coinvolte nel processo grazie a strumenti metodologici capaci di trasformare i dati raccolti in informazioni sul grado di vulnerabilità alla desertificazione del territorio e quindi in strumenti di supporto alle decisioni. In questo contesto, l’indice ESAI (Environmental Sensitive

Area Index) individua le aree con crescente sensibilità alla desertificazione secondo il seguente schema, in cui sono riportati i differenti valori che tale indice può assumere:

Figura 7.2: Aree con crescente sensibilità alla desertificazione ottenute secondo l’indice ESAI L’area in esame si configura nelle aree a rischio critico 2 e fragile 2.

7.2 PROPRIETA’ FISICHE DEI SUOLI

• La profondità del suolo

Nel caso in esame, i suoli rientrano nell’intervallo da 30 – 90 cm di profondità e la relativa valutazione è da

“mediamente profondo” a “profondo”.

• La tessitura

L’area in esame è caratterizzata dalla presenza di scheletro medio (ciottoli) per quanto attiene la copertura colluviale; in prevalenza scheletro minuto (ghiaia), limi e sabbie in corrispondenza dei depositi alluvionali.

Nell’area in esame la diversità pedologica si traduce in una diversità delle caratteristiche tessiturali. In particolare: i suoli presentano una tessitura argillosa, argilloso-limosa ed argilloso-sabbiosa.

• Densità

Nell’area in esame, vista la diversità pedologica, i valori medi della densità apparente variano da 1,10 a 1,65.

• Porosità

A causa dell’elevata presenza della frazione argillo–limosa nella composizione granulometrica del terreno, oltre all’asfissia radicale, si verifica anche l’appesantimento del terreno per la mancanza o difficile sgrondo dell’acqua e in situazioni di elevata pendenza anche le frane e / o smottamenti in genere. La correzione di tali caratteristiche, in situazioni normali, può essere effettuata con una buona rete drenante. Perciò, la tessitura dell’area in esame determina ritenzione idrica con rischio di appesantimento del terreno e conseguenti fenomeni alluvionali.

7.3 PROPRIETÀ CHIMICHE DEL SUOLO

• La capacità di scambio cationico

La capacità di scambio cationico, nei terreni oggetto di indagine sarà ascrivibile alla quarta e quinta classe (15-30 CSC (cmol (+) Kg-1) per la presenza dei colloidi argillo – umici. Da ciò ne deriva che questo parametro aumenta con la frazione argillosa.

• La reazione

La reazione si aggira intorno a valori di neutralità e sub-alcalinità.

• Il drenaggio

Nell’area in esame le tipologie di suoli che si rinvengono sono ascrivibili a suoli scarsamente drenati:

smaltiscono l’acqua piuttosto lentamente e rimangono saturi per parecchio tempo. Generalmente può esservi una falda in prossimità della superficie per buona parte dell’anno oppure è presente un orizzonte impermeabile sempre in prossimità della superficie.

7.4 USO DEL SUOLO

Per la classificazione dell’uso del suolo si è fatto riferimento ai dati riportati sul SITR (sistema informativo territoriale) della Regione Sicilia.

Nell’ agro in esame, l’area di intervento è caratterizzata da terreni agricoli a seminativo (Triticum sp.) in rotazione colturale con leguminose da granella (Lens culinaris); e nell’intorno da vaste estensioni a vigneto (Vitis vinifera).

La vegetazione dell’area è quella tipica di un’area coltivata, conservando pochi e limitati aspetti di naturalità, che si evidenziano in alberi isolati e nei tratti dove in qualche maniera si riconosce una vegetazione vicino a quella spontanea; tra le superfici non agricole: viabilità provinciale e di servizio, canali irrigui artificiali e caseggiati rurali sparsi.

Secondo la classificazione Corine (Coordination of Information on the Environment), le categorie presenti nell’area interessata e nell’intorno sono:

COD. CLC CLC – DESCRIZIONE

2.1.2 Seminativi in aree irrigue

2.2.1 Vigneti

• Vigneto

La coltura degli arborati comprende quella del vigneto (Vitis vinifera), presente nel paesaggio agrario dell’intorno dell’area in esame che ingloba espressioni anche significativamente rilevanti dal punto di vista percettivo e dell’olivo (Olea europea), diffusa nelle aree interne collinari e nelle pianure anche in prossimità della costa. Per il paesaggio delle colture arboree la disciplina è quella del mantenimento con possibilità di conversione delle colture, compatibile con criteri generali di salvaguardia paesaggistica e ambientale.

Le superfici a vigneto caratterizzano il territorio in cui è locata l’area di intervento con gli impianti a

contro-spalliera altamente specializzati in cui sono stati introdotte da alcuni anni le uve internazionali e si sono adottati moderni sistemi d'impianto con sesti fitti sulla fila (2,50 m x 1,00 m).

Per quanto riguarda i vigneti dell’area di intervento, le particelle 356 e 367 del foglio di mappa 128 del comune di Mazara del Vallo, sono oggetto di domanda di un’istanza di intenzione all’estirpo, presentata da Rustico Riccardo (nato a Bergamo il 07/03/1984) in qualità di conduttore per comodato della ditta GIAFAR SOCIETA’ AGRICOLA S.S. con sede in MAZARA DEL VALLO (TP) regolarmente protocollata il 16/10/2020 presso l’Ispettorato dell’Agricoltura di Trapani a cui seguirà, decorsi i termini di 60 gg. dalla data di protocollo, comunicazione di avvenuta estirpazione.

Inoltre, sulle particelle 367 e 346 del foglio di mappa 128 è presente un impianto di barbatelle messe a dimora a gennaio 2020 con varietà di uva da tavola per uso familiare. Pertanto, dato il cattivo stato delle piantine, la ditta si impegna a rimuovere l’impianto.

Nel documento PROGETTO DEFINITIVO IMPIANTO FOTOVOLTAICO (pagine 16-21)

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