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Capitolo 5. Verbi a comportamento variabile: predicati di attività/ risultat

7.5. Alcune conclusioni sui trasformat

Da quanto sopra esposto emerge chiaramente che nel caso dei verbi trasformativi trattati, le attestazioni dell’aoristo prevalgono nettamente sull’imperfetto, e sul tema di presente in generale. Riassumiamo nella seguente tabella il numero di attestazioni di aoristi indicativi e imperfetti:

Tabella 5 Frequenza di aoristo indicativo ed imperfetto

Aoristo indicativo Imperfetto

πίπτω 57x 22x

θνῄσκω 16x 1x

τίκτω 93x 16x

ἐγείρομαι (anticaus.) 6x 0

Tabella 6 Valore contestuale di imperfetto e aoristo indicativo

Contesto neutro

Imperfettivo Perfettivo Controfattuale

Imperfetto 3 10 12 -

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Quella perfettiva è la lettura di default con questo tipo di predicati. Un evento che non ha una profondità cronologica apprezzabile tenderà ad essere visto nel suo insieme, da un punto di vista esterno. Un imperfettivo, presentando un evento nel suo svolgimento, implica normalmente un evento durativo (cfr. e.g. Smith, 1991:104).

È da notare che non sembra possibile una lettura progressiva con istante di focalizzazione precedente al nucleo dell’evento. Questo uso particolare è assente con le forme finite del verbo, in netta contrapposizione a quanto accade con un alto numero di trasformativi (almeno quelli che presuppongono una fase di preparazione) in italiano, così come in altre lingue. Smith, ad esempio, scrive:

In fact the imperfective is often available for Achievements, but not Semelfactives […]. Imperfectives present the preliminary stages of the event; there is no suggestion in such presentations that the Achievement actually takes place. English, French, Russian and Navajo have imperfective of Achievements, whereas Chinese does not. (1991:114)

Questo tipo di imperfettivo è marcato secondo l’autrice. Non tutte le lingue lo presentano, in ogni caso non è possibile in lingue che non hanno un aspetto imperfettivo (o progressivo) grammaticalizzato: “aspectually vague sentences do not have marked viewpoint interpretations” (ibid.:123). Se ciò è vero, si accorderebbe con la sostanziale neutralità aspettuale dell’imperfetto e dell’aoristo che sembra emergere chiaramente da quanto è stato fin qui esposto (cfr. capitoli 5 e 6). Solo dopo che una forma ha assunto pienamente valore imperfettivo, letture imperfettive marcate divengono possibili.

Va notato tuttavia, che un tema di presente-imperfetto spesso aggiunge al predicato il tratto [+durativo]. Ciò porta ad un mutamento oggettivo dell’evento, che può anche essere accompagnato da un mutamento semantico (usi metaforici ecc.) e che si manifesta in modi diversi:

• Il tema del presente ha valore iterativo/ frequentativo, andando a formare un predicato di attività costituito da una serie di sub-eventi, come accade frequentemente con πίπτω e nell’unica forma di imperfetto attestata di θνῄσκω;

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• Il presente indicativo (e solo il presente) può assumere valore di presente generico, metacronico. Questo non costituisce una vera e propria astrazione dal piano cronologico (come nel caso dei frequenti paragoni atemporali), ma piuttosto una estensione a tutto il piano cronologico (passato, presente e futuro): così si usa ἐγείρει per descrive il potere di Ermes, la sua qualità, si usa τίκτει per descrivere la qualità delle greggi di figliare un certo numero di volte in un anno;

• L’imperfetto (e solo l’imperfetto) può servire da semplice doppione dell’aoristo. Questo nei verbi analizzati accade con una certa frequenza con ἔτικτον, due volte con ἔπιπτον.

Che i vari valori sopra indicati fossero originariamente veicolati da un preciso tipo di formazione (raddoppiamenro, suffisso –σκ- ecc.) è possibile, ma a livello sincronico niente del genere traspare. Se si volesse atribuire al raddoppiamento un valore iterativo/ frequentativo, bisognerebbe ammettere che il verbo τίκτω lo ha perduto.

In definitiva il tema di presente potrebbe essere stato neutro da un punto di vista aspettuale, caratterizzandosi solo in seguito come imperfettivo per opposizione al tema dell’aoristo. Ciò spiegherebbe la presenza di forme di imperfetto –iterativo o frequentativo- in contesti che difficilmente si accordano con una lettura propriamente imperfettiva41.

41 I valori iterativi, frequentativi ecc. sono di natura azionale non aspettuale, ma possono eventualmente costituire punti di partenza per la grammaticalizzazione di un imperfettivo. Cfr. Bybee, Perkins & Pagliuca, 1994.

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Capitolo 8. Conclusioni

Dall’analisi che è stata presentata, sembra che non si possa attribuire né agli imperfetti, né agli aoristi un preciso valore aspettuale. Questo spiega anche il numero elevatissimo di presenti difettivi (almeno 58 fra predicati di attività e stativi, cfr. cap. 6) da un lato e di aoristi isolati dall’altro (almeno 71 trasformativi, ma anche 10 risultativi)42.

Abbiamo tuttavia notato (capitoli 5 e 6) come l’imperfetto sembra essere termine non marcato dell’opposizione, mentre l’aoristo ricorre di norma in contesti perfettivi marcati, pur potendo ricorrere anche in contesti modali normalmente associati all’imperfettività (controfattuali). Più complesso è il caso dei trasformativi (cfr. cap. 7): con i quattro verbi analizzati (πίπτω, θνῄσκω, τίκτω ἐγείρω) il tema di aoristo sembra prevalere in misura nettissima sull’intero tema di presente. Nel caso di πίπτω il tema di presente sembra assumere spesso valore iterativo/ frequentativo, cosa che sembra confermata anche da θνῄσκω (sennonché non si possono trarre conclusioni date le scarsissime attestazioni), ma con τίκτω i dati sono più contradditori. Sarebbero auspicabili studi più approfonditi sul comportamento dei trasformativi.

Possiamo riassumere quanto osservato nella tabella seguente:

Entrata lessicale [-marcato] [+marcato]

Risultativi,

predicati di attività

Pr.-imprf. Aor.

Traformativi Aor. Pres.-imprf.

(iterativo/frequentativo?)

L’opposizione aspettuale tra il tema di presente (imperfettivo) ed il tema di aoristo (perfettivo) deve essersi pienamente sviluppata solo in una fase successiva della lingua43.

Sarebbero aupicabili ulteriori studi sull’argomento nelle fasi successive della lingua greca.

42 Cfr. Napoli (2006,216 sgg.). 43 Cfr. Moser (2017).

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