• Non ci sono risultati.

2. Due specchi a confronto: diversi insegnamenti per simili finalità

2.5. Alcuni elementi mancati

Ognuno di questi due “specchi” espone principi ed elementi che sono i pilastri delle loro teorie e della loro struttura concettuale, in questa parte trattiamo in particolare due elementi: i diritti ed il

ministero.

Mentre il DRP parla dell’importanza dei diritti naturali e dei diritti positivi, SN al contrario tace su questa questione. L’unica legge di cui si parla in SN è la legge religiosa o canone della Sharia. Sebbene il re sia il rappresentante di Dio in cui la religione e monarchia sono unite, egli non può essere mai il legislatore. Nel pensiero medievale del ministro nessun uomo può essere legislatore, l’unico legislatore è Dio e il re deve conoscere i comandi religiosi e deve obbedire alle leggi di Dio:

“è bene che il sovrano studi le cose della religione e le regole della fede, e osservi e metta in pratica la Sunna e i precetti dell’Altissimo, rispetti i maestri della fede e corrisponda a loro prebende a carico del tesoro, onori gli asceti e gli uomini devoti”.1

Invece il DRP mostra che è più opportuno che il regno sia governato da un re buono e virtuoso, tramite le buone leggi che ha fatto lui stesso. Nel DRP il re, che è situato tra il diritto naturale e quello positivo, è l’unico legislatore qualificato. Il re sulla terra è proprio come Dio - che ha messo il diritto naturale nelle cuore degli uomini per l’amore che Egli ha verso gli uomini - e quindi può stabilire le leggi per i suoi sudditi. L’etica esposta nel DRP deriva da quel diritto naturale e dalla ragione pura che guida verso il fine cioè il bene comune, in opposizione all’ignoranza del tiranno. La questione delle leggi è assente nel SN perché è qualcosa di già ovvio e auto esplicativo. Per Egidio, poiché il dritto naturale è generale e non ci fornisce i dettagli di come comportarsi con i buoni e i cattivi, c’è bisogno del supplemento del diritto positivo.2 Per l’autore del DRP il regno ideale è quello in cui i diritti positivi sono coerenti con i diritti naturali e la gente li rispetta. Invece per il ministro le leggi di Sunna e la Sharia sono le leggi perfette che obbligano anche il re all’obbedienza per la salvezza personale, per mantenere la giustizia e proteggere la fede islamica nel suo territorio. Il re non deve solo curare gli Olama, ma deve anche diventare un conoscitore della religione e della giustizia, perché “la giustizia è la gloria della religione e la forza del

sultano, in essa risiede la forza degli umili e dei potenti”.3

Nel SN, dopo l’istituzione della monarchia considerata come la forma di governo più alta di tutte, si parla dell’istituzione del ministero, in secondo grado d’importanza dopo la monarchia. Il

1SN. p. 79 L’arte della politica.p. 119. Su questo argomento Egidio consiglia di insegnare i figli la lingua Latina

come la lingua più perfetta che sia. DRP. 2.2.7. p. 438

2 DRP.3.2.22. p. 557-558

78

ministro è il grande reggente del governo per la cui mano avvengono i cambiamenti e le riorganizzazioni. Secondo una lunghissima tradizione della Persia antica, il ministro per accennare all’importanza di un tema fa riferimento al passato, ai re antichi di Persia e anche ai Profeti. Nezam al Molk crede che i buoni ministri siano stati di aiuto e supporto anche ai profeti della tradizione: infatti i grandi profeti si affermarono perché avevano dei ministri grandi. Egli sostiene l’esempio di Salomone e Asef, Mosè e Aronne, Mohammad e Abu Bakr. Per lui il ministero è di discendenza famigliare ed è un titolo ereditario, si trasferisce dal padre al figlio. Riferendosi al governo nella Persia antica, il ministro deve essere fedele, giusto, maturo ed esperto. Un ministro saggio, secondo l’autore, può esercitare il suo compito per tutto il regno grazie alla sua capacità e sapienza, perché può togliere le preoccupazioni al sovrano ed accontentare il popolo. Quando il ministro è incapace e disonesto il tesoro del re si svuota e la gente si impoverisce ed è scontenta. “È necessario

indagare segretamente sul comportamento dei ministri perché l’ordine e le disgrazie del re e del suo ordine dipendono dal ministro”.1 Un re accorto, però, non darà tanta libertà ai ministri perché essi si potrebbero ribellare o tradirlo. Lo scrittore afferma questo con l’esempio del re persiano

Bahram e del suo ministro infedele e crudele. I ruoli del ministro nel SN sono: aumentare il potere

del re e centralizzarlo2 comandare di versare le tasse direttamente al tesoro centrale3, organizzare la corte e il suo rapporto con gli altri istituti e uffici,4 eliminare l’influenza delle donne a corte.5 Nel DRP invece non c’è nessun accenno al ministro e il suo ruolo viene affidato ai consiglieri. Nel libro di Egidio il ruolo del ministro è dato ai consiglieri ed il re si appoggia a loro per ottenere consigli su come gestire il governo. I consiglieri sono uomini saggi per il re e funzionano come gli occhi, aiutandolo a tener sempre presente il bene comune, a mantenere sempre la buona volontà, a seguire la ragione e a evitare i capricci, per essere un re ideale, altrimenti egli sarà un tiranno non degno di governare.6

1 SN.p.31 L’arte della politica. p. 72

2

Poiché il territorio dei selgiuchidi era vastissimo, il ministro per organizzare questo regno aveva diviso le regioni in due parti: le regioni che erano vicino alla capitale venivano gestite direttamente dalla corte e ufficio centrale di cui capo era il sovrano, per le regioni lontane dalla capitale si mandavano i reggenti fiscali, militari, etc. che erano dipendenti solo della corte a indagare sull’attività dei funzionari di quella regione. Si vede: Sarafrazi, Abbas. "Tasire Siyasat Name( Seyar al Moluk) Khaje Nezam Al Molk bar sakhtare hokumat-e Salgiuqi” ( l’effetto di Siyasat Name sulla struttura del governo selgiuchide)." Majale Pajuheshhaye

tarokhi ye Iran va Eslam(la riviesta degli studi dell'Iran e l'Islam) July 2013: pp. 57-72.

<http://jhr.usb.ac.ir/article_1596.html>.

3SN.p. 323 L’arte della politica. p. 333-334 4 SN.p. 100 L’arte della politica. p. 137 5SN.p.242 L’arte della politica. p.262 6 DRP.3.2.4.p. 531

79

Documenti correlati