• Non ci sono risultati.

Alcuni sistemi elementari per la stampa

Le varie organizzazioni ricevono spesso dal Centro del Partito il cliché dell’Unità e di qualche altro giornale, allo scopo di fare una riproduzione abbondante di stampa. Non sempre, non sempre bene, questi cliché vengono utilizzati; spesso la riproduzione è molto difettosa: i giornali sono macchiati, confusi, illeggibili.

Per fare una buona tiratura occorre che il cliché venga bene inchiodato su di un pezzo di tavola piana, ben livellata, in modo che l’inchiostrazione sia uniforme. L’inchiostro tipografico che, nelle grandi città è facile da trovare, lo si può acquistare in un negozio a piccole quantità, oppure chiunque può fabbricarlo. Mescolando accuratamente mezzo chilo di olio di lino cotto (lo si cuoce se non lo si può avere già cotto, ma attenzione all’odore), con mezzo chilo di nero di fumo si ha l’inchiostro tipografico; per inchiostrare i cliché si mette un po’ di inchiostro su un pezzo di tavola piana o su un pezzo di vetro, o di lamiera, o su una lastra di marmo. L’essenziale è che la tavola, il vetro, il marmo, siano piani, per dar modo al rullo di bagnarsi d’inchiostro in modo uniforme in ogni sua parte. A tale scopo si fa girare il rullo pian piano sulla tavola; con la punta di un coltello si aggiunge ogni tanto un po’ di inchiostro sul rullo; occorrono due rulli, uno per inchiostrare e l’altro, che deve essere sempre bello pulito, per passare sopra la carta su cui si stampa.

83 Si può adoperare carta comune, purché non sia molto assorbente. Ma se si vuole stampare da tutte e due le parti del foglio, allora bisogna trovare una carta più resistente che impedisca il passaggio dell’inchiostro dall’altra parte del foglio.

Per la stampa si passa il rullo bagnato d’inchiostro sopra il cliché e lo si inchiostra ne troppo ne poco; si prende il foglio di carta, lo si fissa sul cliché, si passa infine il secondo rullo, quello pulito, sopra il foglio di carta una sola volta, e vedremo che sulla carta rimane impresso quanto è inciso sul cliché. E così via si ripete la stessa operazione. Se due compagni fanno il lavoro, è bene che l’uno dia col rullo soltanto l’inchiostro e l’altro, che deve avere le mani sempre molto pulite, metta a posto la carta e passi sopra il rullo. Si può anche, per abbreviare il lavoro, stampare su due cliché per volta, tagliando la carta più grande, e dopo aver stampato e lasciato asciugare l’una parte, si stampa la seconda. Alla fine basta tagliare il foglio in mezzo. Le copie stampate, perché non si sporchino, devono essere lasciate asciugare due ore circa.

Il poligrafo è un altro sistema molto conosciuto e molto in uso; con l’utilizzo della tela poligrafica, la carta e l’inchiostro poligrafico.

Per scrivere il testo originale si prende un foglio di carta non molto assorbente e si scrive il manifestino o giornalino con inchiostro poligrafico.

Si deve scrivere preferibilmente con una penna che non faccia dei pieni e dei filetti, ma un carattere uniforme. Sarà bene far fare l’originale da un elemento non noto alla polizia, per impedire che confrontando la scrittura si possa scoprirne l’autore. Una volta scritto, l’originale deve essere fatto asciugare per 45 minuti all’aria, quindi lo si applica sulla pasta poligrafica o sulla tela lasciandolo per due o tre minuti senza fargli subire spostamenti, così lo scritto rimarrà impresso sulla tela o pasta poligrafica. Su questa si

84 mette un foglio che non sia troppo assorbente e, sempre senza che esso si sposti, ci si passa sopra una mano in lungo e in largo; quando lo si toglie sul foglio rimarrà impresso lo scritto. E così si continua. Finito di stampare si lava la tela o pasta poligrafica con un po’ di acqua calda, prendendo un panno morbido che non lasci peli e la tela servirà ancora per altre volte.

Un altro passo avanti si può fare realizzando una piccola tipografia, con la creazione di Lettere per stampare, che ci permettono, a seconda degli avvenimenti, di creare dei grandi manifesti.

Si compera in un negozio del linoleum, di quello che serve per coprire i pavimenti. Il linoleum deve essere ben liscio, non con rilievi. Su di esso si disegnano le lettere a rovescio, poi si tagliano con un coltello affilato, in modo che abbiano tutte la stessa grandezza. Da un falegname si saranno fatte fare tre o quattro liste di legno di due centimetri di larghezza. Le liste si tagliano in tanti rettangoli grandi quanto la grandezza delle lettere. Si incollano le lettere di linoleum sui pezzi di legno con colla forte e si ha un alfabeto. Per comporre occorre avere dei rettangoli di legno per dividere le parole l’una dall’altra. Poi si mettono le lettere l’una accanto all’altra su di una tavola piana, fissandole, al principio e alla fine, con due chiodi. Si passa il rullo inchiostrato sopra le lettere, si applica su esse il foglio bianco, ci si passa sopra con il rullo pulito; il manifesto è fatto.

L’opalografo è ancora un altro strumento; in generale conosciuto sotto il nome di “pietra” o “italografo”.

85 In molti casi, non avendo la possibilità per ragioni di cospirazione o per ragioni finanziarie di procurarsi una pietra opalografa, si può sostituirla con qualunque lastra di vetro, esclusi gli specchi, la quale misuri uno spessore superiore a 8 millimetri.

Per stampare con l’opalografo, il primo lavoro che bisogna fare è scrivere l’originale. Si prende un foglio di carta lucida, che non sia assorbente, una penna con pennino non troppo duro e ben pulito e l’inchiostro. Scrivendo è necessario fare molta attenzione affinché l’inchiostro sia sparso dal pennino in maniera uniforme. Finito di scrivere lasciare asciugare per due ore. Non asciugare al calore, ma all’aria.

Per stampare i manifestini e i giornali si prende un foglio di carta non molto assorbente e lo si mette sopra lo scritto, senza che debba subire degli spostamenti. Con il rullo, pulitissimo, si comprime, passando una o due volte, sopra la carta. Si leva il foglio così stampato, si prende di nuovo il rullo bagnato d’inchiostro e lo si passa di nuovo sul vetro, cioè sullo scritto. Si prende un altro foglio bianco e così via. Se l’originale è ben fatto con questo metodo si possono fare un centinaio di copie. Se se ne vogliono fare di più occorre rifare l’operazione e, con l’acido preparatore, si pulisce il vetro e si ricomincia.

N.B. L’originale che è stato adoperato una volta, serve pure per altre due volte, tenendolo però pressato qualche secondo di più. Un originale è sufficiente per tirare due o trecento copie. Per pulire gli attrezzi si prende un po’ di benzina o di petrolio. Come si vede

questo metodo è un po’ complicato ma i risultati sono soddisfacenti». 55

55

86

Documenti correlati