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Prima di procedere con la descrizione delle lingue analizzate in questa tesi, è necessario fermarci un momento per qualche piccola puntualizzazione sull’ortografia delle parole azerbaigiane e calmucche. Ho deciso di non utilizzare nessun tipo di traslitterazione e di conservare quindi la grafia originale di tutti i termini citati come esempi in questo lavoro, nonché nelle tabelle semantiche in appendice.

3.1.1 Azerbaigiano

In tempi recenti la lingua azerbaigiana è passata attraverso una serie di riforme ortografiche e cambiamenti di alfabeto, tre soltanto nel XX° secolo, per giungere infine all’alfabeto su base latina utilizzato attualmente20.

Prima che l’Azerbaigian fosse annesso all’impero russo, la lingua azerbaigiana era scritta con una versione modificata dell’alfabeto arabo. Il passaggio all’alfabeto latino, auspicato da alcuni circoli di intellettuali già dalla seconda metà dell’Ottocento, divenne una realtà nel 1924, anche se venne introdotto nel sistema scolastico solo dal primo gennaio 1929, quando da Mosca venne decretato che “all official correspondence, schooling and the press had to follow the new script” (Kellner-Heinkele e Landau 2001:130). In questo periodo il passaggio all’alfabeto latino accomuna molte lingue dell’Unione Sovietica, in particolare le lingue turche e le altre che fino a quel momento avevano utilizzat o la scrittura araba. La scelta di quale alfabeto utilizzare aveva infatti delle connotazioni politiche e l’alfabeto latino aveva il duplice vantaggio di rappresentare la tendenza verso la modernità e al tempo stesso di combattere possibili tendenze pan-islamiste dei popoli musulmani dell’Unione (Kellner-Heinkele e Landau 2001:125). Questo nuovo alfabeto non ebbe vita lunga in Azerbaijan e venne sostituito già nel 1940 dall’alfabeto cirillico. Il nuovo cambiamento faceva parte di un piano più ampio del governo sovietico, che mirava a separare ulteriormente l’Azerbaigian sovietico da quello meridionale, nonché dalla Turchia, che era passata all’alfabeto latino nel 1928 (Kellner- Heinkele e Landau 2001:130). Il terzo ed ultimo cambio di alfabeto fu portato a termine solo dopo il crollo dell’Unione Sovietica e la nascita della repubblica d’Azerbaigian indipendente, ufficialmente il 25 dicembre 1991 (Balım-Harding 2009:63). Nonostante alcune discussioni sulla possibilità di scegliere, invece della latinizzazione, la via dell’arabizzazione o anche di continuare ad utilizzare l’alfabeto cirillico, il nuovo alfabeto latino, in uso ancora oggi, fu introdotto gradualmente nelle

20 In Zuercher (2009:241-243) vengono messi a confronto l’alfabeto cirillico azerbaigiano e la versione dell’alfabeto

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scuole azerbaigiane già a partire dall’anno scolastico 1992-93 (Kellner-Heinkele e Landau 2012:31). Nel primo decennio l’entrata in uso dell’alfabeto latino procedette a ritmo molto lento, nonostante gli aiuti da parte della Turchia. L’accelerazione decisiva arrivò con due leggi del 2001 e 2003, che ordinavano l’utilizzo del nuovo alfabeto in tutte le pubblicazioni in lingua azerbaigiana (Fierman e Garibova 2010:443).

L’alfabeto azerbaigiano moderno è una variante dell’alfabeto turco, a sua volta basato su quello latino. A parte alcune piccole eccezioni, l’ortografia è fedele alla pronuncia, così che ogni lettera corrisponda ad un suono e viceversa. Nella tabella seguente vediamo le 32 lettere dell’alfabeto azerbaigiano con la loro pronuncia secondo le norme dell’alfabeto IPA.

Lettera Pronuncia IPA Lettera Pronuncia IPA

a /a/ q /g/ b /b/ l /l/ c /ʤ/ m /m/ ç /ʧ/ n /n/ d /d/ o /o/ e /e/ ö /œ/ ə /æ/ p /p/ f /f/ r /r/ g /ɟ/ s /s/ ğ /ʁ/21 ş /ʃ/ h /h/ t /t/ x /x/ u /u/ i /i/ ü /y/ ı /ɯ/ v /v/ j /ʒ/ y /j/ k22 /c/ o /k/ z /z/ 3.1.2 Calmucco

Anche il calmucco ha cambiato alfabeto più volte nel corso della sua storia recente. Il todo bicig, ‘scrittura chiara’, una variante interamente vocalizzata della tradizionale scrittura verticale mongola,

21 In alcune posizioni può suonare come /ɣ/.

22 In numerosi russismi ed altre copie straniere rappresenta il suono /k/, mantenendo la pronuncia della lingua di

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è stata rimpiazzata nel 1924 dall’alfabeto cirillico, che secondo i legislatori dell’epoca avrebbe rappresentato meglio i cambiamenti fonetici avvenuti in calmucco. Nel 1931, poi, venne adottata una versione modificata dell’alfabeto latino, solo per tornare nuovamente al cirillico già nel 1938 (Grenoble 2003:134).

Durante i tredici anni d’esilio dei Calmucchi23, dal 1943 al 1956, la loro lingua perse il proprio status

e si ridusse a non essere praticamente utilizzata in forma scritta. Solo nel 1957, a seguito della riabilitazione ufficiale del popolo calmucco e della restaurazione della Repubblica Autonoma di Calmucchia all'interno della RSFSR venne reintrodotto l'uso dell’alfabeto cirillico, con alcune modifiche per adattarlo alla fonetica della lingua calmucca. È questa la versione dell’alfabeto calmucco in uso ancora oggi.

Rispetto al cirillico russo, l’ortografia calmucca si distingue per due punti fondamentali:

1) L’alfabeto conta sei lettere in più, per rappresentare dei suoni calmucchi assenti nel cirillico standard. Si tratta di tre vocali e tre consonanti, come indicato nella tabella sottostante.

Vocali Pronuncia IPA

ə /æ/

ө /œ/

ү /y/

Consonanti Pronuncia IPA

һ /ɣ/24

җ /dʒ/

ң /ŋ/

Non tutte le lettere dell’alfabeto cirillico, però, vengono utilizzate nelle parole native calmucche. In particolare, ж, щ, ф е ё si trovano solo in certe copie dal russo (Šurungova 2004:25). Vedremo successivamente, nel capitolo intitolato “Adattamento dei Russismi”, come queste lettere siano effettivamente pronunciate dai madrelingua calmucchi.

2) La lingua calmucca distingue le vocali brevi da quelle lunghe25. Nella prima sillaba di una

23 Vedi sezione 5.2.2.

24 In alcune posizioni può essere pronunciata come /h/.

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parola, le vocali brevi sono indicate con una lettera singola, quelle lunghe con il raddoppiamento della stessa. Esistono quindi delle coppie minime che si distinguono per la lunghezza della prima vocale della parola, ad esempio цасн ‘neve’ e цаасн ‘carta’. Nelle sillabe diverse dalla prima, invece, le vocali brevi calmucche hanno subito un processo di riduzione molto forte, al punto da perdere la loro contrastività fonematica. Per cui, in sillabe diverse dalla prima, le vocali lunghe verranno indicate da una sola lettera, mentre quelle brevi ridotte non sono affatto riportate in grafia. Per questo motivo anche i due esempi riportati qui sopra, цасн e цаасн, non sono monosillabi ma disillabi, dove il nucleo della seconda sillaba è una vocale ridotta ed indistinguibile collocata fra i suoni /s/ e /n/.

A causa di questo metodo di trascrizione delle vocali, l’ortografia calmucca non corrisponde foneticamente alla pronuncia. Vediamo come esempio il pronome dimostrativo эн, ‘questo’. Al caso accusativo questo pronome ha una forma di base энүг ed una abbreviata үүг. In entrambi i casi il suono /y/ è lungo, ma la grafia viene raddoppiata solo nel momento in cui la vocale viene a trovarsi nella prima sillaba della parola.

Oltretutto, l’ortografia calmucca rende difficile, per chi non conosca bene la lingua, capire se e dove debbano essere inserite delle vocali ridotte, non essendo esse rappresentate in grafia. Leggere correttamente parole come көдлмш ‘lavoro’ o багшнрвдн ‘siamo insegnanti’ può essere una vera sfida per chi non è un parlante madrelingua.