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Almeno uno, tutti, nessuno – Analisi intervento 12

Nel documento Matematichese? No, Thymiese!” (pagine 37-42)

In questo intervento è stata proposta agli allievi una scheda (allegato 8.11) in cui sono presenti 4 serie di quesiti a risposta multipla. La prima serie (pag. 1) richiama il funzionamento del robot Thymio con

focus sui termini almeno uno, tutti, nessuno. Le altre tre (pagine 2, 3 e 4) indagano se vi sia effettivamente stato un transfer di competenza nell’ambito della geometria. Di queste si tratterà nel paragrafo 5.3.1. Ai fini della risposta alla domanda di ricerca 2, risulta interessante analizzare le risposte al quesito 1 e quale sia stato il tasso di errore. Nella pag. 1 della scheda vengono presentate delle immagini rappresentanti diversi stati dei sensori anteriori del robot Thymio (per chiarezza di trattazione è riportato un esempio in Figura 14) e agli allievi viene richiesto di associare tre opzioni:

a) almeno un sensore anteriore rileva qualcosa; b) tutti i sensori anteriori rilevano qualcosa; c) nessuno sensore anteriore rileva qualcosa.

Figura 14: esempio di figura da classificare presente nel quesito 1

Il più interessante ai fini dell’analisi risulta però l’item 7 (allegato 8.11, pag. 1), in quanto presenta tutti i sensori evidenziati. Ciò vuol dire che ad esso si dovrebbero associare le due opzioni a) e b), cosa prevista in nessuno degli altri item la cui risposta esatta era esclusivamente una delle tre. In Tabella 11 sono riportati i risultati.

Item 1 Item 2 Item 3 Item 4 Item 5 Item 6 Item 7 Item 8

Corretto 22 22 22 22 22 21 13 21

Parzialmente corretto 0 0 0 0 0 0 9 0

Errato 0 0 0 0 0 0 0 0

n. a. 0 0 0 0 0 1 0 1

Tabella 11 – analisi quesito 1 dell’intervento 13 (Tabella 2)

Come si può notare, il tasso di riuscita degli item è molto alto. Ciò può essere interpretato in maniera positiva, segno che le attività con il robot hanno effettivamente portato gli allievi a mobilitare e a lavorare su questi quantificatori. Per quanto riguarda l’item 7, si è considerata parzialmente corretta la presenza non contemporanea delle risposte a) e b). Nonostante 9 allievi non siano riusciti a cogliere la doppia risposta, nessuno di essi ha dato una risposta errata.

A conclusione di questa analisi, riprendendo e rispondendo a parte della domanda di ricerca 2, si può concludere che i quantificatori tipici della logica (almeno uno, tutti, nessuno) sono stati effettivamente mobilitati dagli allievi in questo percorso di robotica educativa. In un primo momento (par. 5.2.1)

certamente in maniera non raffinata e poco consapevole. Lezione dopo lezione, grazie all’interazione col robot, agli esercizi proposti, alle discussioni in classe e alle interazioni col docente e con i compagni, la consapevolezza del significato di questi termini si è strutturata e consolidata, fino a portare ai risultati mostrati in Tabella 11. Sicuramente questo non basta per affermare che, per tutti gli allievi coinvolti, questi termini siano chiari in tutte le loro sfaccettature, tuttavia, si può certamente affermare che la mobilitazione sia avvenuta e che abbia portato, in misure e modi diversi da allievo ad allievo, ad una maggiore strutturazione e consapevolezza nell’utilizzo di questi quantificatori.

5.2.3 “Se…, allora...”

In questo paragrafo si analizza come gli allievi hanno mobilitato e sviluppato l’uso del costrutto condizionale “se…, allora…” in relazione alla seconda domanda di ricerca. Il punto di partenza, descritto nel par. 4.2.1, è costituito dalla presentazione di esercizi (attività dalla 4 alla 7 – Tabella 2) in cui sono stati tenuti come chiave principali di lettura i costrutti condizionali nelle diverse strutturazioni. In un primo momento (attività 4 e 5) le indicazioni dei comportamenti da implementare sono state formulate nella forma “canonica” del periodo ipotetico della realtà. Negli interventi 6 e 7 sono state introdotte delle formulazioni di significato analogo, ma che prevedevano l’inversione della protasi rispetto all’apodosi, o che non riportassero esplicitamente la particella allora o, ancora, che utilizzassero una subordinata temporale al posto della condizionale. Tutto ciò, come già spiegato nel par. 4.2.1, al fine di sviluppare le competenze linguistiche legate a questi costrutti, fondamentali per questo lavoro di ricerca. Ai fini dell’analisi, di queste attività è importante tenere conto del fatto che ciascun gruppo si è effettivamente misurato con le richieste dei diversi quesiti e che quindi tutti gli allievi hanno dovuto decifrare e mettere in atto ciò che nelle indicazioni veniva espresso attraverso questi costrutti.

Di maggiore interesse, ai fini della risposta alla seconda domanda di ricerca, risultano l’ultima attività della scheda 7 (Tabella 2, allegato 8.7) e gli interventi 8 e 9. In queste lezioni, infatti, sono state proposte agli allievi delle schede (allegato 8.8) in cui sono presentati alcuni problemi da risolvere, la cui formulazione non risulta più legata al costrutto condizionale, ma lo è ancora necessariamente la programmazione ad eventi del robot. A titolo d’esempio, si riporta uno di questi quesiti in Tabella 12 (primo problema proposto agli allievi – allegato 8.7).

• Thymio rimane all’interno della zona bianca (vedi immagine a fianco) girando in senso orario.

Tabella 12 - primo problema presentato agli allievi nel corso dell'intervento 7 e 8 (allegato 8.7).

In Tabella 13 sono riportati alcuni estratti della trascrizione (per il testo completo si rimanda all’allegato 8.14) della registrazione video di un gruppo di tre ragazze, Maria, Isabella e Letizia. Nella trascrizione si è preso nota esclusivamente dei costrutti facenti capo al periodo ipotetico nelle sue diverse forme: se…, allora…, subordinata esplicita temporale o finale, subordinata implicita che utilizza il gerundio, ecc. Per comodità di trascrizione, le tre allieve vengono indicate utilizzando le inziali dei loro nomi.

Tempo Trascrizione Programma VPL a cui si fa riferimento

1:22 M: “No, però se succede questo lui va in avanti, non è che sta fermo”

Figura 15: programma VPL sviluppato dal gruppo […]

14:49 I: “Quando non trova ostacoli va in linea retta, e se no, si colora di verde”

Figura 16: programma VPL sviluppato dal gruppo […]

15:24 M: “quando non vede niente va in avanti e se trova qualcosa da questa parte (destra), va da questa parte (sinistra)

Figura 17: programma VPL sviluppato dal gruppo Tabella 13 – estratti della trascrizione relativa alla registrazione video dei primi problemi sottoposti agli allievi.

È interessante notare che nell’arco temporale della registrazione (35 minuti circa di cui un totale di 5 minuti parlati dal docente) vi siano 19 formulazioni riconducibili al costrutto condizionale. Ai fini della risposta alla seconda domanda di ricerca, risulta interessante analizzare le tipologie di costrutto condizionale adoperate dal gruppo di allieve. Di queste, si riporta un’analisi nella tabella seguente.

“se…, allora…” (anche con emissione di allora)

Subordinata esplicita

Gerundio Descrizione tramite forme riconducibili a costrutti condizionali

Totale temporale finale

Numero di

ricorrenze 13 6 0 0 0 19

Tabella 14 - conteggio del numero e del tipo di costrutti condizionali utilizzati nell'intervento 8

Dei 19 costrutti condizionali, ben 13 sono espressi mediante la forma “classica” e 6 attraverso una subordinata esplicita temporale. Ancora più interessante risulta confrontare questi risultati con quelli dell’attività 1 di scrittura dei manuali relativi ai comportamenti preprogrammati di Thymio (i risultati di quella attività per l’intera classe sono analizzati in Tabella 15, par. 5.1). Il gruppo delle tre allieve, infatti, non aveva mai utilizzato un costrutto condizionale in forma esplicita (Figura 18), ma esclusivamente formulazioni implicite al gerundio e descrizioni più o meno riconducibili al costrutto condizionale.

Tutto ciò è chiaramente un’analisi di tipo qualitativo su un campione estremamente piccolo, ma questo risultato si dimostra certamente interessante. Da notare, inoltre, che nonostante i problemi sono siano più stati formulati tenendo come focus il costrutto condizionale, le allieve mobilitano proprio quelle strutture grazie agli esercizi svolti in precedenza, all’interazione col robot, con i compagni e con il docente.

A conclusione di questa analisi, riprendendo e rispondendo alla domanda di ricerca 2, si può concludere che il costrutto condizionale sia stato effettivamente mobilitato dagli allievi in questo percorso di robotica educativa. In un primo momento (Figura 18) in maniera poco conscia e impostata. Intervento dopo intervento però, la consapevolezza nell’uso di questi costrutti si è sviluppata, organizzata e consolidata, fino a portare ai risultati mostrati in Tabella 14. Certamente la competenza linguistica acquisita è variabile da allievo ad allievo, tuttavia, si può affermare con una certa fiducia che il percorso abbia favorito lo sviluppo di queste competenze e che abbia portato ad una maggiore strutturazione e solidità linguistica.

Nel documento Matematichese? No, Thymiese!” (pagine 37-42)

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