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CAPITOLO 3. ANALISI TRADUTTOLOGICA DELLE VERSIONI DI GUILLERMO TELL

3.2 Analisi traduttologica e confronto tra le due versioni

3.2.3 Alternanza dei registri

“Un aspetto a cui prestare attenzione [...] è che gli stessi personaggi si diano sempre del voi oppure del lei, a seconda di come si è deciso, e non che qualche volta si diano del voi e qualche volta del lei. Se poi a un certo punto passano a darsi del tu perché i rapporti fra loro sono cambiati e si sono fatti più confidenziali o intimi, bisogna controllare che non tornino a darsi del lei o del voi più avanti nella narrazione” [Cavagnoli, 2012:174].

86 Una delle caratteristiche del testo che ho potuto riscontrare durante il processo traduttivo è l’alternanza dei registri nei vari quadri. Come abbiamo visto nel paragrafo dedicato alle espressioni colloquiali, la maggior parte dell’opera riproduce il linguaggio colloquiale. Tuttavia, c’è un quadro in particolare in cui si può notare la presenza di un registro molto più formale: mi riferisco al terzo quadro il quale, non a caso, è incentrato sull’incontro tra gli intellettuali. Nella lettura di tale quadro, notiamo subito che nonostante i membri del comitato si conoscano tra di loro, utilizzano forme di cortesia e si rivolgono l’uno all’altro con appellativi formali quali signore o signori. Questo ci permette di capire che la situazione del terzo quadro è diversa rispetto agli altri quadri in quanto a formalità. Vediamo qualche esempio che ci può aiutare a capire il contrasto con i quadri precedenti (Fig. 13).

Fig. 13.

Versione originale Traduzione di D’Amico Traduzione di chi scrive FÜRST: Bien venidos. (Se

abrazan Fürst y Stauffacher.) STAUFFACHER: Buenas noches a todos. FÜRST: Benvenuti. (Fürst e Stauffacher si abbracciano.) STAUFFACHER: Buona sera a tutti. FÜRST: Prego, benvenuti. (Fürst e Stauffacher si abbracciano.) STAUFFACHER: Buonasera a tutti. MELCHTAL: Podemos empezar cuando quieran, señores.

STAUFFACHER: Cuando ustedes quieran.

MELCHTAL: Possiamo

cominciare quando vorrete, signori.

STAUFFACHER: Quando volete.

MELCHTAL: Quando volete possiamo iniziare, signori. STAUFFACHER: Quando volete.

FÜRST: Procedamos con orden. Hay que nombrar un jefe del Comité.

MELCHTAL: Propongo que sea usted mismo. [...] Sea usted, señor Fürst.

FÜRST: Sería un honor para mí, pero me parece que lo razonable es proceder a una votación. [...]

FÜRST: Procediamo con ordine. Bisogna nominare un presidente.

MELCHTAL: Propongo che sia lei. [...] Sia lei, signor Fürst. FÜRST: Per me sarebbe un onore, ma mi sembra più giusto procedere a una votazione. [...]

FÜRST: Procediamo con ordine. Dobbiamo nominare un presidente del comitato. MELCHTAL: Propongo che sia lei. [...] Lo faccia lei, signor Fürst.

FÜRST: Sarebbe un onore, ma penso che la cosa più ragionevole da fare sia procedere a una votazione. [...]

87 MELCHTAL: Puesto que la

máxima representación en el Comité es la de Uri, reitero mi proposición de que se nombre jefe al señor Walter Fürst.

MELCHTAL: Visto che la più larga rappresentanza in seno al Comitato è quella del cantone di Uri, insisto nella mia proposta che sia nominato presidente il signor Walter Fürst.

MELCHTAL: Dato che la rappresentanza predominante nel comitato è quella di Uri, rinnovo la mia proposta di nominare presidente il signor Walter Fürst.

TELL: Entonces he llegado a tiempo.

MELCHTAL: Sí, Tell. Bien venido.

TELL: Bienvenidos ustedes a Uri, señores.

TELL: Allora sono arrivato in tempo.

MELCHTAL: Sì, Tell. Benvenuto.

TELL: Benvenuti nell’Uri, signori.

TELL: Allora sono arrivato giusto in tempo.

MELCHTAL: Sì, Tell. Benvenuto.

TELL: Benvenuti voi a Uri, signori.

FÜRST: Hay varios puntos importantes que debemos tratar. Nombramiento de un secretario del Comité. Establecimiento de subcomités y nombramiento de sus jefes y secretarios respectivos. Estudio especial de la misión del subcomité de agitación y propaganda y del que ha de proceder a la redacción de un programa político-social. Se trata de hacer un estudio de la estructura política del nuevo Estado que habrá que crear, de redactar un Código Penal de urgencia, basado en las normas inmutables del Derecho Natural, para juzgar

FÜRST: Ci sono vari punti importanti di cui parlare. Nomina di un segretario del comitato. Organizzazione dei sottocomitati e nomina dei rispettivi presidenti e segretari. Studio particolareggiato del sottocomitato di agitazione e propaganda, sottocomitato a cui spetta di redigere un programma politico-sociale. Si tratta di fare uno studio sulla struttura politica del nuovo Stato che fonderemo, di redigere un corpus giuridico di emergenza, basato sulle norme inalienabili del diritto naturale, che serva a giudicare tutti i traditori che ora sono al

FÜRST: Ci sono diversi punti che dobbiamo affrontare con urgenza. Innanzitutto, nominare un segretario del comitato. Stabilire dei sottocomitati e nominare i rispettivi presidenti e segretari. Fare uno studio approfondito della missione del sottocomitato di agitazione e propaganda e del sottocomitato responsabile della redazione di un programma politico-sociale. Si tratta di studiare la struttura politica del nuovo Stato che andremo a creare e di redigere un codice penale di emergenza, basato sulle norme immutabili del diritto naturale, per

88 a todos los traidores que

ahora están al servicio del poder extranjero. [...] En cuanto a la Justicia, hay que decir que algunos de los funcionarios que están colaborando con el Imperio, tratan de hacerlo lo mejor posible, con arreglo a normas de equidad.

servizio dello straniero. [...] Quanto alla Giustizia bisogna dire che alcuni dei funzionari che stanno collaborando con l’Impero cercano di farlo nel miglior modo possibile, ottemperando alle leggi dell’equità.

giudicare tutti i traditori che al momento sono al servizio del potere straniero. [...] Per quanto riguarda la giustizia, c’è da dire che alcuni dei funzionari che stanno collaborando con l’Impero cercano di farlo nel miglior modo possibile, attenendosi a norme di equità.

“Con l’avvento della narrazione dialogica, plurivoca, i personaggi vivono di una vita propria, da cui sembra che l’autore mantenga le distanze, con la conseguenza che tra loro si sviluppa una relazione dialettica. È evidente quale sia l’importanza, in un tale contesto, dei registri e degli idioletti, e della loro riproduzione o ricreazione nella cultura ricevente”[Osimo, 2004:146]. È palese in questo terzo quadro l’intento dell’autore di riprodurre un linguaggio il più formale e burocratico possibile; si parla, in questo caso, di variazione diafasica, ovvero una variazione della situazione comunicativa. Ciò dipende da diversi fattori, il primo tra i quali è sicuramente il contesto in cui avviene la comunicazione: si tratta di una riunione tra persone di un certo rilievo che si sono incontrate in un luogo appositamente designato per una congiura. Dunque, l’azione non si svolge più in strada tra amici, né in casa tra familiari, né tantomeno in una taverna. Un altro fattore che determina la variazione diafasica è l’argomento di cui si parla, in questo caso si sta discutendo sulla possibilità concreta di rovesciare la dittatura e creare un nuovo Stato. Infine, l’ultimo fattore è costituito dal rapporto esistente tra i vari partecipanti all’interazione comunicativa e dal ruolo sociale che essi rivestono o assumono in quel contesto specifico. Perciò, la variazione diafasica porta a una inevitabile variazione di registro che è data, appunto, dal rapporto fra interlocutori e dal grado di formalità della situazione comunicativa. Vediamo in concreto quali sono i parametri che ci fanno capire che si è prodotta una variazione di registro. Innanzitutto, le formule di saluto; notiamo il passaggio dal “ciao” informale tra i mendicanti a espressioni di cortesia più formali quali “benvenuti” e “buonasera”. Oltre alle formule di saluto, nelle situazioni formali si pone la scelta dei pronomi allocutivi e delle relative forme allocutive (señor, señores) di cui abbiamo ampiamente parlato precedentemente. In

89 questo senso, possiamo notare l’uso dei pronomi di terza persona “usted”, “ustedes” che in italiano corrispondono ai pronomi allocutivi “Lei” (al singolare) e “Voi” (al plurale): “STAUFFACHER: Cuando ustedes quieran”. Inoltre, possiamo osservare l’uso di termini specifici del linguaggio amministrativo e giuridico nel discorso di Walter Fürst: “Redactar un Código Penal de urgencia, basado en las normas inmutables del Derecho Natural” oppure “con arreglo a”, sintagma tipico del gergo giuridico. Per quanto riguarda le proposte traduttive, entrambe sono state fedeli al testo di partenza nella ricerca di un registro formale e di un lessico adeguato, ad esempio attraverso l’uso di parole e locuzioni più ricercate rispetto al lessico comune: “studio particolareggiato”, “ottemperando alle leggi dell’equità”, “rappresentanza predominante”.

Oltre a questo quadro specifico, c’è un altro punto nel testo in cui il registro si eleva rispetto al resto dei quadri. Mi riferisco al discorso del Banditore quando, nel quarto quadro, legge ad alta voce le disposizioni del Governatore. In questo caso, non si tratta di un registro formale che si manifesta in forma orale, bensì in forma scritta:

“Los registros (formal/coloquial) son usos que pueden manifestarse tanto en lo oral (fónico) como en lo escrito (gráfico), a pesar de que en la escritura existe siempre un grado mayor de formalidad. De este modo, pueden distinguirse, al menos cuatro realizaciones discursivas: coloquial oral, coloquial escrito, formal oral, formal escrito” [Briz Gómez, 1998:27].

Vediamo nel dettaglio il frammento corrispondente e le relative proposte traduttive (Fig. 14).

Fig. 14.

Versione originale Traduzione di D’Amico Traduzione di chi scrive PREGONERO: A los habitantes

de la ciudad de Altdorf. De orden del señor Gobernador, todos los ciudadanos de Altdorf, sin distinción de clase, edad, sexo o estado, estarán obligados, a su paso por la plaza de Gessler, a saludar reverentemente el sombrero del señor

BANDITORE: Agli abitanti della città di Altdorf. Per ordine del Governatore, tutti i cittadini di Altdorf, senza distinzione di classe, età, sesso o stato, hanno l’obbligo, passando per la piazza Gessler, di salutare con riverenza il cappello del signor Governatore,

BANDITORE: Agli abitanti della città di Altdorf. Per ordine del signor Governatore, tutti i cittadini di Altdorf, senza distinzione di classe, età, sesso o censo, avranno l’obbligo, ogni qualvolta passeranno per la piazza di Gessler, di salutare con riverenza il cappello del signor Governatore che vi è

90 Gobernador allí colocado,

hincando una rodilla en tierra, mientras se dice en voz alta que pueda ser oída por la vigilancia allí presente “Viva el señor Gobernador”, advirtiéndose que el incumplimiento de esta orden será castigado con el máximo rigor, estando capacitada dicha vigilancia para torturar de palabra y obra a los ciudadanos rebeldes, que

serán conducidos

inmediatamente a presencia del jefe superior del Tribunal para la Represión del Terrorismo. Caso de resistir a la autoridad podrán ser castigados en el acto con la pena capital, conduciéndose el cadáver al Depósito Municipal, de donde pasará a los departamentos de Disección y quedará a disposición de los estudiantes matriculados. Firmado en Altdorf, cantón de Uri, a 18 de noviembre de 1307. Gessler. Gobernador.

toccando la terra con un ginocchio mentre diranno a voce alta, in modo da poter essere uditi dalle guardie presenti: “Viva il signor Governatore”. Si avverte che chi non adempirà quest’ordine verrà punito con il massimo rigore. Le suddette guardie sono autorizzate a usare la tortura morale e fisica contro i cittadini ribelli, che verranno immediatamente portati davanti al capo supremo del Tribunale per la Repressione del Terrorismo. In caso di resistenza all’autorità,

potranno essere

immediatamente puniti con la pena capitale; il cadavere verrà portato al Deposito comunale da dove sarà trasferito al Dipartimento di Autopsia per restare a disposizione degli studenti. Firmato ad Altdorf, cantone di Uri, il 18 novembre 1307. Gessler. Governatore.

stato collocato, avendo cura di inginocchiarsi e dire ad alta voce “Viva il signor Governatore” così da farsi sentire dalle guardie, tenendo presente che l’inadempimento di tale ordine verrà punito con il massimo rigore, essendo la suddetta sorveglianza abilitata a torturare non solo a parole i cittadini ribelli, i quali saranno portati immediatamente al cospetto del presidente del Tribunale per la Repressione del Terrorismo. I casi di resistenza a pubblico ufficiale potranno essere puniti all’istante con la pena capitale, seguita dal trasferimento del corpo all’Obitorio comunale, da dove passerebbe ai dipartimenti di Anatomia e rimarrebbe a disposizione degli studenti immatricolati. Firmato ad Altdorf, cantone di Uri, il 18

novembre 1307. Il

Governatore, Gessler.

È evidente quanto, a causa della lunghezza e della presenza di più subordinate, i periodi del testo originale risultino pesanti. Il respiro del testo è scandito solamente da virgole e quasi mai

91 dal punto fermo, rendendo il discorso complicato e difficile da seguire. Al fine di evitare l’ambiguità semantica che si può produrre in casi simili, Aguirre D’Amico ha cambiato la punteggiatura della sua traduzione; attraverso la suddivisione in più periodi, la traduttrice ha sicuramente agevolato la lettura del testo rendendolo molto più chiaro al lettore. Tale procedimento traduttivo utilizzato da Aguirre D’Amico costituisce una delle tendenze deformanti descritte da Antoine Berman: la razionalizzazione.

“La razionalizzazione pesa in primo luogo sulle strutture sintattiche dell’originale, come anche su quell’elemento delicato del testo in prosa che è la sua punteggiatura. La razionalizzazione ri- compone frasi e sequenze di frasi in modo da arrangiarle secondo una certa idea dell’ordine di un discorso [...]. Riporta violentemente l’originale dalla sua arborescenza alla linearità” [Berman, 2003:44].

Al contrario, nella mia traduzione, ho deciso di riprodurre in maniera totalmente fedele la punteggiatura dell’originale, nonostante la difficoltà di costruire coerentemente un periodo così esteso. Oltre alla punteggiatura, tra le differenze più rilevanti nelle due traduzioni, è da notare la resa dell’appellativo jefe superior che Aguirre D’Amico ha tradotto con un calco, “capo supremo”, mentre personalmente ho optato per il più generico “presidente”, per indicare la persona che presiede un tribunale. Interessante anche il caso di Depósito Municipal che Aguirre D’Amico ha deciso di tradurre letteralmente con “Deposito comunale”. Per quanto mi riguarda, invece, ho preferito evitare il termine «deposito», poiché credo che, in italiano, l’associazione che stimola questa parola non sia primariamente quella di un ambiente in cui vengono collocati i defunti in attesa di sepoltura. Dunque, ho deciso di utilizzare il termine più specifico “obitorio”. Infine, è interessante osservare come le due traduzioni si sono approcciate al termine istituzionale Departamento de Disección; personalmente, ho reso questo termine con l’equivalente italiano “Dipartimento di Anatomia”, mentre Aguirre D’Amico ha optato per una traduzione più diretta: “Dipartimento di Autopsia”.

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CONCLUSIONI

Questo elaborato ha come obiettivo principale lo studio e l’analisi dell’opera teatrale Guil- lermo Tell tiene los ojos tristes di Alfonso Sastre, nonché la proposta di una traduzione alterna- tiva a quella già esistente di Maria Luisa Aguirre D’Amico. Per realizzare una traduzione il più possibile fedele al testo di partenza è fondamentale e necessario conoscere l’autore e il contesto storico in cui ha vissuto, ragione per cui ho deciso di iniziare il mio studio con una panoramica della vita e della traiettoria artistica del drammaturgo. Alfonso Sastre si presenta sulle scene come una personalità inquieta con uno scopo ben preciso: portare a compimento un rinnova- mento del teatro che, tra gli anni Quaranta e Cinquanta, si trova a dover fronteggiare non solo gli scompensi provocati dalla guerra ma anche, e soprattutto, la censura franchista. Con l’ausilio di contributi che si sono concentrati sulla biografia dell’autore, in particolar modo gli studi di Magda Ruggeri Marchetti, Enrico Di Pastena e Domingo Pérez Minik, ho potuto ripercorrere le tappe fondamentali dell’esistenza dell’autore e della sua fitta produzione teatrale.

Nel secondo capitolo si esaminano primariamente le tematiche e le caratteristiche stilistiche e linguistiche dell’opera. Dopo aver approfondito la genesi di quest’ultima e la leggenda elve- tica da cui è nato il mito di Guglielmo Tell, ho potuto riscontrare, mediante contributi quali Gli occhi tristi di Guglielmo Tell a cura di Mario Faticoni e Teatro Español en Italia di Coral García Rodríguez, che, paradossalmente, la produzione sastriana ha riscosso un maggiore successo sulle scene in Italia che nella madrepatria. In particolare, l’opera Guillermo Tell tiene los ojos tristes venne rappresentata nei teatri italiani, e soprattutto in Sardegna, numerose volte; la scelta di portare in scena un autore come Sastre derivava dal fatto che le sue opere ponevano all’at- tenzione del pubblico tematiche che non riguardavano solo la Spagna, ma ogni paese che ha dovuto subire il giogo della dittatura. Una delle tematiche principali è la critica a una società che, incapace di reagire ai soprusi subìti, diventa complice involontaria della tirannia. Nono- stante l’ambientazione spazio-temporale non abbia niente a che vedere con la Spagna franchi- sta, Sastre riesce a rendere una leggenda antica più attuale che mai attraverso l’inserzione di elementi anacronistici legati all’attualità. Tale intento sovversivo non è sfuggito alla censura alla quale più volte è stato sottoposto il testo, con risultati spesso contrastanti. In seguito all’im- mediata proibizione nel 1955, anno di pubblicazione dell’opera, il testo è stato oggetto di nu- merose controversie fino a quando, nel 1972, i suoi allestimenti non vennero autorizzati defini- tivamente nei teatri da camera, ma solo a determinate condizioni.

93 Nel terzo ed ultimo capitolo, dopo una breve presentazione dei principali contributi teorici sulla traduzione di testi teatrali, si sviluppa l’analisi traduttiva e contrastiva delle versioni prese in esame, la mia e quella di Maria Luisa Aguirre D’Amico. Facendo riferimento a volumi sulla teoria della traduzione quali La traduzione: problemi e metodi di Peter Newmark e Manuale del traduttore: guida pratica con glossario di Bruno Osimo, ho analizzato le due proposte tra- duttive da un punto di vista linguistico-lessicale, in particolar modo per quanto riguarda la tra- duzione del titolo, dell’onomastica, della toponomastica e degli elementi culturo-specifici. In seguito, mi sono concentrata sui tratti del registro colloquiale che possiamo osservare all’in- terno dell’opera; i testi drammatici, infatti, basandosi su dialoghi che riproducono la lingua parlata, sono caratterizzati prevalentemente da tale registro. Per l’identificazione e l’analisi delle numerose espressioni colloquiali, mi sono avvalsa principalmente del volume di Antonio Briz-Gómez, El Español coloquial en la conversación: esbozo de pragmagramática.

Infine, viene presentata la mia proposta traduttiva a fronte del testo originale. Si noterà che le strategie adottate durante il processo traduttivo sono state rivolte alla ricerca della maggiore fedeltà possibile al testo di partenza, nel rispetto delle intenzioni comunicative dell’autore e del genere teatrale che richiede particolari accorgimenti, soprattutto per quanto riguarda l’oralità dei dialoghi. Ho cercato, inoltre, di mantenere il più possibile invariata la punteggiatura, anche nei casi in cui la complessità delle costruzioni sintattiche rendeva difficile la comprensione. Tuttavia, contemporaneamente al tentativo di rimanere fedele al testo di partenza, in taluni casi è stato necessario adottare una strategia di adattamento alla cultura della lingua di arrivo per permettere allo spettatore di immedesimarsi a pieno nel contesto dell’opera; è il caso, per esem- pio, della traduzione dei nomi dei protagonisti o degli elementi culturo-specifici i quali, il più delle volte, presentavano un corrispettivo equivalente nella lingua di arrivo.

In conclusione, tenendo sempre ben presente le intenzioni dell’autore, spero di essere riu- scita a interpretare e rendere correttamente l’opera di un drammaturgo che, attraverso il capo- volgimento di un mito, ci rivela la sofferenza e i tragici risvolti a cui inevitabilmente porta una rivoluzione.

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GUGLIELMO TELL HA GLI OCCHI TRISTI

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QUADRO PRIMO

Piazza di Altdorf, cantone di Uri. In fondo alla piazza è in costruzione un edificio imponente e cupo, la cui impalcatura si perde nell’altezza del palcoscenico. I muratori lavorano sull’impalcatura. A un ritmo frenetico, una catena di operai trasporta i mattoni all’interno del cantiere, sotto lo sguardo vitreo di un Caposquadra che lo osserva da una piccola altura. In lontananza si sente un canto monotono accompagnato dal suono di una chitarra.

(In primo piano, un Mendicante Monco allunga inutilmente la sua unica mano. Non passa nessuno. Si sente il canto lontano. Arriva un Mendicante che, seduto in terra, con i suoi inutili piedi stesi in

avanti, si trascina faticosamente.) MENDICANTE SEDUTO: (Quando raggiunge l’altro) Buongiorno. MENDICANTE MONCO: Buongiorno.

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