• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 3. ANALISI TRADUTTOLOGICA DELLE VERSIONI DI GUILLERMO TELL

3.2 Analisi traduttologica e confronto tra le due versioni

3.2.2 Il registro colloquiale nel testo drammatico

3.2.2.4 La funzione fatica del linguaggio

Non rientrano nella categoria degli allocutivi le forme generiche usate per attirare l’atten- zione dell’interlocutore, la cosiddetta funzione fatica del linguaggio.31 Tale funzione del lin- guaggio permette di iniziare, terminare o mantenere un contatto tra emittente e destinatario.

“La función fática del lenguaje se utiliza principalmente no tanto para comunicar una información ajena al texto sino para mantener un contacto amistoso con el destinatario del texto. La función fática suele darse, aparte de en el tono de voz, en las frases hechas, o faticismos, que intercalamos de vez en cuando para decirle al interlocutor que seguimos escuchando (ya, ¿no es verdad?, ¿estás en lo que te digo?, claro)” [Newmark, 1992:67].

Data la natura conversazionale del testo teatrale, sono molte le espressioni con funzione fatica che possiamo notare all’interno dell’opera. Alcune di queste erano già state anticipate nei para- grafi precedenti, ad esempio “¡Eh, tú!” o “Oye, tu”. Soffermiamoci su altre espressioni di questo tipo che ho potuto rilevare nel testo (Fig. 12).

Fig. 12.

Versione originale Traduzione di D’Amico Traduzione di chi scrive MENDIGO SENTADO: Entonces

se dice uno: “Merece la pena vivir”.

MENDIGO MANCO: Así es. […] Va a ser muy bonita la cá- rcel, ¿verdad?

MENDICANTE PARALITICO: Viene da dirsi: “vale la pena vivere”!

MENDICANTE MONCO: È vero. […] Sarà molto bella la prigione, vero?

MENDICANTE SEDUTO: È lì che uno pensa: “Vale la pena vi- vere”.

MENDICANTE MONCO: È pro- prio così. […] Sta venendo bene il carcere, eh?

31 Il dizionario Treccani propone la seguente definizione di funzione fatica: “In linguistica, espressione introdotta da B.

Malinowski e ripresa da R. Jakobson per indicare la funzione del linguaggio propria dei messaggi che hanno il solo scopo di stabilire, mantenere, verificare o interrompere il contatto tra mittente e destinatario. Essa si realizza in espres- sioni del tipo: Pronto, mi senti?, Mi segui?, Chiaro?; nelle formule convenzionali di saluto e di augurio; nelle frasi che si usano per rompere il ghiaccio o mantenere in vita la conversazione (Allora, eccoci qui, Bella giornata, vero?) e si- mili”. Dizionario Treccani, consultabile su: http://www.treccani.it.

84 CAPATAZ: Entonces, ¿no te vas

a callar? […] Yo no soy más que un técnico, ¿me entien- des?

CAPOSQUADRA: Allora non vuoi stare zitto? […] Sono un tecnico, capisci?

CAPOSQUADRA: Quindi non c’è modo di farti stare zitto? […] Non sono nient’altro che un tecnico, capisci?

TABERNERO: Hacía mucho tiempo que no venías por aquí, ¿eh? […] Allí sopla bien el viento, ¿eh? […] Hace frío, ¿eh?

OSTE: Era molto che non ve- nivi da queste parti, eh? […] Soffia un gran vento da quelle parti, vero? […] Fa freddo, eh?

OSTE: Era da un po’ che non passavi da queste parti, eh? […] Ci tira un bel vento lì, eh? […] Fa freddo, eh?

MENDIGO SENTADO: (Llama.) Oye. Otro vaso.

MENDICANTE PARALITICO: (Chiama.) Senti. Un altro bicchiere.

MENDICANTE SEDUTO:

(Chiama.) Ehi, dammene un al- tro.

FÜRST: Vosotros actuaréis para que lo que yo pienso no sea una filosofía, ¿entiendes? […] Usted, por ejemplo, quizás votará el señor Melch- tal, ¿verdad?

FÜRST: Agirete perché le mie idee non siano pura filosofia, capisci? […] Lei, per esem- pio, voterà per il signor Mel- chtal, vero?

FÜRST: Voi agite affinché quello che io penso non sia una filosofia, capisci? […] Lei, per esempio, potrebbe votare per il signor Melchtal, non è così?

GUARDIA 1: Queda bien, ¿no? [...] Nos ponemos en descanso. ¿Te parece? [...] Si viene alguien importante yo doy la voz y nos ponemos firmes. ¿Qué te parece? [...] Oye.

GUARDIA 2: Di.

GUARDIA 1: Sta bene, non ti pare? […] Ci mettiamo in po- sizione di riposo. Sei d’ac- cordo? […] Se viene una per- sona importante io do il co- mando e ci mettiamo sull’at- tenti. Che te ne pare? […] Senti.

GUARDIA 2: Di’.

GUARDIA 1: Va bene, no? […] Stiamo in posizione di riposo, che ne dici? […] Se arriva qual- cuno di importante faccio un segnale e ci mettiamo sull’at- tenti, che te ne pare? […] Senti.

GUARDIA 2: Dimmi.

WALTY: No, no es que se haya puesto enfermo, madre. HEDWIG: ¿Entonces?

WALTY: Le han pegado las guardias.

WALTY: No, non pensare che si sia ammalato.

HEDWIG: Allora?

WALTY: Le guardie lo hanno picchiato.

GUALTIERINO: No, non è ma- lato, madre.

EDVIGE: E allora?

GUALTIERINO: Le guardie l’hanno picchiato.

85 Le espressioni sottolineate hanno una funzione ben precisa all’interno del testo: quella di stabilire, mantenere, verificare o interrompere la comunicazione con l’interlocutore. La risposta del Mendicante monco nel primo esempio, “Así es”, ha la funzione di mantenere stabile la comunicazione facendo capire all’interlocutore che lo sta ascoltando e che approva ciò che gli ha detto. Le proposte traduttive sono state “È vero” nella versione di Aguirre D’Amico e “È proprio così” nella mia versione. Dopodiché notiamo una serie di elementi posti a fine enunciato, la cui funzione è quella di assicurarsi che il destinatario sia ancora attivo nella comunicazione: “¿verdad?”, “¿entiendes?”, “¿eh?”. La traduzione è stata in entrambi i casi abbastanza letterale poiché anche l’italiano presenta queste stesse forme con funzione fatica: “vero?”, “capisci?”, “eh?”. Entonces posto all’inizio dell’enunciato indica la ripresa di un discorso precedente: “Entonces, ¿no te vas a callar?”. Diverso è il caso di “¿Entonces?” nell’ultimo esempio; qui non si tratta di continuare un discorso appena concluso bensì di un’esortazione da parte del mittente a continuare la comunicazione (Edvige sta esortando il figlio Gualtierino a continuare ciò che stava dicendo riguardo al nonno). Interessante è anche il dialogo tra le due guardie, nel penultimo esempio, in cui vengono esaltate la mancanza di sicurezza e il bisogno di conferme da parte della Guardia 1: “¿Te parece?”, “¿Qué te parece?”. Infine, è da sottolineare l’uso molto frequente dei verbi di percezione con funzione fatica, con l’obiettivo di stabilire un contatto o richiamare l’attenzione: “Oye”, “Mira”. Anche in italiano sono molto diffusi i verbi di percezione con tale funzione (“ascolta”, “senti”, “guarda”). Per quanto concerne la traduzione di “Oye. Otro vaso”, Aguirre D’Amico ha tradotto letteralmente, mentre io ho preferito usare un’espressione molto frequente per richiamare l’attenzione dell’interlocutore: “Ehi, dammene un altro”.

Documenti correlati