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INDAGINE SULLA PATERNITÀ

M. Niccolò R manifestum

I. 2.7 «Traductions plutôt insolites» nel De elementis: il caso di ἀκριβῶς

I.4. a.3.1 Altre note marginali in Avranches

Nei margini di questo testo si può apprezzare anche un'altra tipologia di note, ovvero annotazioni dal tono esegetico che commentano e/o parafrasano il testo principale fornendo elementi chiarificatori per la corretta interpretazione del testo stesso. Note marginali di questo tipo sono segnalate da Minio-Paluello e Judycka nei loro lavori sopra ricordati. E proprio le pagine dedicate da Judycka a questo tema risultano ancor'oggi d'estremo interesse per chiunque abbia intenzione di affrontare una simile questione e denunziano il loro carattere pionieristico, dal momento che anche nelle successive edizioni di traduzioni burgundiane a questo particolare aspetto è stata riservata una posizione secondaria48.

Il ms. Avranches 232 è uno dei più antichi testimoni anche del De

generatione et corruptione da lei edito e, insieme con il ms. Oxford, Bodleian

43 Nota vergata in un secondo momento (?) dallo stesso copista che verga il testo

principale e preceduta da paragrphos.

44 Nota vergata in un secondo momento e non preceduta da paragrphos. 45 Nota vergata in un secondo momento e preceduta da paragrphos. 46 Nota vergata in un secondo momento e preceduta da paragrphos.

47 Nota vergata con lo stesso calamo e inchiostro del testo principale, dal medesimo

copista e preceduta da paragrphos.

48 Sulle doppie traduzioni del De generatione et corruptione nei due mss. più antichi che

lo tramandano (Avranches 232 e Oxford, Seldenianus Sup. 24) cfr. JUDYCKA 1986, pp. XX-XXVI; sulle glosse nei due mss., cfr. ibidem, pp. XXXVIII-XLVII.

CXCIV

Library, Selden sup. 24, è l'unico tra gli oltre cento testimoni manoscritti che ne tramandano la versione greco-latina ad essere anche corredato di un ricchissimo apparato di note interlineari e marginali.

Sulla scorta delle citate indagini condotte da Lorenzo Minio-Paluello, a proposito delle note tràdite dal ms. Oxoniense (= Os), dopo averne fornito una varia esemplificazione, Joanna Judycka scrive che

«la majeure partie des gloses de Os semble être d'origine grecque ou composée à partir de sources grecques. Même là où les éléments grecs font défaut, étant donné le caractère de ces notes et leur indépendance per rapport au texte de Os, on ne peut affirmer avec certitude que ces explications du texte latin datent de l'époque à laquelle les versions sont arrivées au Nord de l'Europe»49.

Nel caso specifico, il riconoscimento degli addentellati con le fonti greche è reso più agevole dall'esistenza di un commento al De generatione composto da Giovanni Filopono ad Alessandria nel VI secolo d.C50.

Quanto alle note che costellano il testo dell'opera aristotelica in Avranches, dopo averne denunziato l'intima connessione col testo latino e averne confrontato natura e tipologia con quelle tràdite da Os51, di

49 Cfr. JUDYCKA 1986, pp. XLII-XLIII. 50 Cfr. VITELLI 1897.

51 Cfr. JUDYCKA 1986, p. XLIII «Les gloses de Ay [sc. Avranches 232] sont

étroitement liées au texte qu'elles accompagnent»; ibid. «en comparaison avec Os, les gloses de Ay sont plus amples, les notes marginales sont plus nombreuses et contiennent une description plus détaillée des parties du texte, des explications et des argumentations supplémentaires. Par contre, pareillement à ce qui a lieu dans Os, les interlignes comportent de brèves interprétations de termes particuliers ainsi que des compléments relatifs à des phrases et des pronoms. On peut déjà y distinguer nettement les éléments propres de la lectio, à savoir divisio textus et expositio textus; ces derniers éléments demeurent toutefois dans la plupart des cas au niveau de littera et sensus».

CXCV

alcune di esse l'editrice ne riconosce l'origine greca52, ma della maggior

parte asserisce che si tratta di note «d'origine latine»53, intravedendo nella

realtà bilingue dell'Italia meridionale (Palermo) il luogo pù probabile in cui tali annotazioni possano essere state realizzate e, per ciò stesso, accluse in un secondo momento alla traduzione burgundiana.

Le conclusioni generali cui Judycka giunge risultano d'estremo interesse perché forniscono un orizzonte utile anche per l'interpretazione dell'apparato di note che accompagna il testo del De elementis in Avranches, dal momento che

«il est donc probable que le traducteur n'a pas seulement rendu en latin le texte du traité, mais aussi les notes grecques qui y étaient ajoutées et dont certaines au moins avaient été empruntées à Philopon. Ceci ne veut pas dire toutefois que toutes les scholies de ces manuscrits du XIIe siècle ont été

traduites du grec: il y en a certainement plusieurs qui sont des annotations de lecteurs latins ou des considérations du traducteur lui-même concernant la version latine du traité»54.

Per completare il quadro d'insieme, a queste considerazioni se ne aggiunga almeno un'altra: nella già citata VII nota all'Aristotele Latino medievale, facendo riferimento ai mss. Avranches, Bibliothéque Municipale 221 e 232 e Oxford, Bodleian Library, Selden sup. 24, Minio- Paluello scrive che:

«Tutti questi testi [sc. di opere aristoteliche] [...] contengono note marginali ed interlineari, di mano contemporantea a quella che scrisse il testo (o della

52 Cfr. JUDYCKA 1986, p. XLV «il ne fait pas de doute que le commenntateur avait

à sa disposition des leçons grecques».

53 Cfr. JUDYCKA 1986, p. XLVI. 54 Cfr. JUDYCKA 1986, p. XLVII.

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stessa mano). Moltissime ne ha il De Generatione et Corruptione nel manoscritto Bodleiano, che, per questa parte, risale certamente a non dopo il terzo quarto del dodicesimo secolo e manifesta, nella scrittura, origine quasi indubbia normanna»55

e aggiunge

«I tre manoscritti hanno segni evidenti di comune origine. Le note sono, in tutti, note calligrafiche, cioè non scritte da lettori, ma trascritte, come parte importante della ‘edizione’, dagli scribi dei testi (...). I testi [sc. dei trattati aristotelici] dati da questi manoscritti sono evidentemente tutti vicinissimi agli originali: ciò è più specialmente vero per la Metafisica di Avranches, il De generatione e l'Ethica Vetus di Oxford e di Avranches che conservano tra l'altro preziose doppie lezioni. Tutto porta a riconoscere in Mont-Saint-Michel o almeno nella zona ad esso circostante la culla di questa diffusione delle opere nuove aristoteliche»56

Se, dunque, alcune delle note apposte nei margini della Metafisica aristotelica sono traduzioni di scolii greci realizzate da Giacomo Veneto ed è possibile postularne l'ipotesto greco - il che risulta «evidente dal vocabolario e dalla sintassi, che si comprendono e giustificano solo ritraducendo in greco»57, oltre che perché «le coincidenze fra Alessandro

[sc. d'Afrodisia] e Asclepio e queste note sarebbero veramente inspiegabili se non ci fosse il ponte di passaggio in scolii greci»58 - come anche alcune

55 Cfr. MINIO-PALUELLO 1952b, p. 486. Questa cronologia stabilita su basi

paleografiche si sposa perfettamente con la cronologia relativa delle traduzioni realizzate da Burgundio, che vede nella sua versione latina del De generatione et corruptione una delle sue prime traduzioni dal greco.

56 Cfr. MINIO-PALUELLO 1952b, p. 486.

57 Cfr. MINIO-PALUELLO 1952, p. 488: qui lo dimostra con la nota apposta a 987b17. 58 Cfr. MINIO-PALUELLO 1952, p. 489.

CXCVII

di quelle tràdite insieme col testo del De generatione et corruptione, pare doveroso sollevare la questione anche per la traduzione del De elementis galenico, dal momento che presenta un apparato di note marginali assolutamente simile a quello descritto da Minio-Paluello per la Metafisica e di cui è dotato il De generatione et corruptione.

Una prima e sostanziale differenza tra gli apparati di note sin qui descritti e quello del De elementis in Avranches 232 s'impone immediatamente: una delle ragioni paleografiche che spingono Lorenzo Minio-Paluello a sostenere la sua tesi è lo stile ordinato, puntuale e calligrafico con cui queste sono state vergate nei margini dei manoscritti, ma queste caratteristiche si possono riconoscere solo per alcune note marginali di Avranches. Da un lato, infatti, queste sono state vergate in corrispondenza (più o meno precisamente) del passo cui si riferiscono e sono corredate ora da segni di richiamo ora da un segno di paragraphos che ne denunzia l'intento esegetico; ribadendo che lo status di nota calligrafica per quelle di Avranches sia alquanto labile, di queste se ne propone qui di seguito una rapida esemplificazione:

•! Note di commento stricto sensu

128v.28-29 figurę sillogisticę] Nota. greca et antiqua est hec consuetudo loquendi (p.c.; -nde a.c.) quod sillogismus dicitur interrogare sermone. Et est sensus quod ab interrogationibus precedentibus quodammodo inchoatur, quia interrogationes fiunt responsiones ex quibus colligitur et perficitur sillogismus et a sanatione dicitur interrogare sermonem ille sillogismus qui assumit non unum esse quod sanat. Ille autem a doloribus

CXCVIII

qui assumit hominem dolere, sermonem utique [utique incertum est] ex his interrogat, quia inde concludit.59

130r.22-25 Omnes igitur epylogum unum dicunt in diversis suppositionibus primum quidem non inferentes propriam conclusionem, propriam esset enim dicere unum igitur subiectum omnibus et substantia que supposita est comminiter primis corporibus. Deinde neque hoc cognoscunt quod quattuor suppotionum demonstrationem unam incipiunt dicere (...)] id est eodem modo et ex eadem ratione argumentantes diversa concludunt. In quo dupliciter peccant: primum quidem quia eam quam oporteret conclusionem non inferunt, scilicet unum esse subiectum omnibus et substantiam. Deinde quia non cognoscunt quod ex eadem demonstratione, scilicet argumentatione quattuor diversa et opposita inferunt, que ambo peccam[?] eorum Ypocrates manifesta reprehendit 60

130v.1 proicere in nominibus suorum sermonum a propria dementia Melissi] Nota. Si de naturalibus intellexit Melissus, aperte falsum pro<p>osuit. Secundum Aristotelem enim tria sunt principia naturalium: materia, forme (sic), corruptio. Si autem de teologicis, unde quod est unum esse principi et immutabile et infinitum. Demum scilicet. 61

130v.12-13 Amplius autem de inconvenientia eius et Aristotiles inprimo(sic) phisice a croaseos(p.c.) disputavit] vel quia viva voce magistri indiget ad intelligendum propter difficultatem vel quia ipse legit illum librum postquam fecit quod non fecit de aliis. 62

59 Nota a margine con inchiostro più chiaro, come le note supralineari di questa

porzione di testo. A scrivere è m.1, mentre il testo principale è copiato da m.2.

60 Nota a margine vergata da m.1, mentre il testo è copiato da m.2. Le sottolineature

sono del manoscritto.

61 Nota a margine vergata da m.1, mentre il testo è copiato da m.2. 62 Nota a margine vergata da m.1, mentre il testo è copiato da m.2.

CXCIX

131r.8-9 sed commentatores minime intelligere] probat commentatores non recte intellexisse Ypocratem: putabant enim eum extulisse eos qui dicebant unum esse elementum et redarguisse eos qui ponunt quatuor elementa, ut dicunt non aptum esse sermonem et cetera revertere ad illam lecturam et attende quomodo legatur cum eneon sit una pars sicut enim volebant falsum commentatores. 63

•! Note dal carattere parafrastico

129v.11-12 quomodo enim unum ens aliud quidem generabit, si non alicui miscebitur alii? et rursus post quapropter quomodo conveniens ab uno quod generari cum neque a pluribs quid sit?] quasi: quomodo ex uno generaretur aliud cum neque ex pluribus possit fieri generatio, nisi complexio eorum sit favorabilis generationi?64

129v.16-17 In his igitur omnibus et in his omnibus que inferius rursus nichil aliud quam eis qui unum elementum dicunt contradicit manifeste] quasi: quia hic manifeste contradicit ponentibus unum solum elementum apparet quod recte commentati sumus, ut hoc idem observari tamen dicebat in precedentibus65

131r.26 sed quale in mundo lapidem demonstro tibi terrestre coprus] quasi nex in mundo nec in animali aliquod sincerum sed sicut in mundo quedam magis terrea. Ita et in animali66

63 Nota a margine vergata da m.1, come il testo.

64 Nota a margine vergata da m.1, mentre il testo è copiato da m.2. 65 Nota a margine vergata da m.1, mentre il testo è copiato da m.2. 66 Nota a margine vergata da m.1, mentre il testo è copiato da m.2.

CC

•! Note dal carattere parafrastico che esplicitano un lemma del

testo

131v.33 quomodo enim utrum secundum quod elementa] quomodo enim quasi merito dico omnes errasse et etiam Atheneum qui dixit manifesta esse elementa, quia in quod dixit esse manifesta? An in eo quod sunt elementa aut quod substantie eorum apparent et note sunt? Sed si propter substantias similiter et sanum et egrum in cibis manifesta sunt, nec egent ad cognitionem arte medicinali et hoc consequentur adiungit. 67

133r.12 et dupliciter fallemur eius quod convenit] eius quod convenit: greca est positio. Sensus est: deviando ab eo quod convenit. Duplex est inconveniens quia neque secundum sensum simplicia ponere dignamur, neque secundum intellectum invenire potuimus. Unde neque secundum sensus neque secundum intellectum ponimus simplicia.68

135v.13 Quecumque enim alia impassibilem quidem substantiam supponentibus] quecumque enim: quasi merito hix termino librum meum, quia si qualia pretermissa hic, necessaria sunt ad contradicendum sectis ponentibus substantiam impassibilem et aliquod esse vacuum. Hec talia et ab Aristotile dicta sunt et a nobis etiam dicentur in singularibus cuntra(?) singulas here[se]sibus.69

67 Nota a margine vergata da m.1, mentre il testo è copiato da m.2. La sottolineatura

è del manoscritto.

68 Nota a margine vergata da m.1, mentre il testo è copiato da m.2. La sottolineatura

è del manoscritto.