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Altre tecniche per valutare la =luid responsiveness

Tra le tecniche usate per predirre la FR, la bioreattanza, si basa sulla rilevazione dei cambi di fase in una corrente elettrica oscillante che attraversa il torace per misurare lo stroke volume. Essa rappresenta un metodo non invasivo, ovvero grazie a quattro elettrodi applicati al torace del paziente, vengono analizzati i cambiamenti di fase della corrente alternata. Maggiori sono i cambiamenti, maggiore sarà lo stroke volume. Purtroppo è stata dimostrata l’inefQicacia della tecnica nel determinare la gittata e di conseguenza la FR 134, 135

Un altro strumento non invasivo è dato dall'indice di variazione pletismograQica (PVI) che utilizza un pulsossimetro modiQicato per misurare la variazione indotta dal ciclo respiratorio nella forma dell'onda pletismograQica.

Le misure PVI sembrano essere soggette a limitazioni analoghe di PPV e SVV, ovvero hanno capacità adeguate di prevedere la FR nei pazienti intubati, non in respiratorio spontaneo ed a tidal volume ≧ ad 8 mL/kg, in tali condizioni sono sensibili ai cambiamenti del precarico e correlano grandemente con la PPV. 136, 137. Anche con tali restrizioni, pur essendo in grado di prevedere i cambiamenti

del precarico indotti dal PLR in respiro spontaneo, una recente metanalisi ha deQinito il PVI un parametro valido di predizione della FR 138.

Figura adattata da Cannesson et al., 2005 che illustra la relazione tra le variazioni d e l l ’ a m p i e z z a d e l l ’ o n d a p l e t i s m o g r a Q i c a d e l l a p u l s o s s i m e t r i a e l a P P d e l l ’ a r te r i a n e i p a z i e n t i ventilati.

Per quanto riguarda le metodiche ecograQiche, il diametro della vena cava inferiore, acquisito in longitudinale da una Qinestra sottocostale e misurato in M-MODE, è stato ampiamente studiato in relazione alla PVC. Anche se, un diametro inferiore a 20 mm correla con una pressione venosa centrale di 10 mmHg e, valori maggiori corrispondono a PVC patologiche 139, il diametro cavale

puro non è un parametro di FR 140, come già spiegato precedentemente.

È stato visto che l’effetto della ventilazione a pressione positiva sulle vene cave è inverso rispetto a quanto avviene in respiro spontaneo; esse infatti in inspirazione, si dilatano mentre in espirazione collassano, all’opposto del respiro spontaneo 141. Nel soggetto ventilato meccanicamente, la valutazione ecograQica

dell’indice di distensibilità della vena cava superiore, ovvero il rapporto tra la differenza dei diametri massimo e minimo della vena per il diametro minimo (Dist max - Dist min/Dist max), prevede in modo accurato la FR con un cut-off del 36% 142. Grazie alla facile reperibilità ecograQica del diametro della vena cava

inferiore, anche per essa è stato proposto l’indice di distensibilità come parametro di FR; è stato dimostrato che il cut-off del 18% rappresenta il valore che correla con l’aumento di gittata 140.

Tuttavia, situazioni quali l’ipertensione addominale, la dilatazione delle anse addominali, le ferite chirurgiche, l’edema tissutale, gli sforzi inspiratori del paziente, il setting della ventilazione meccanica, il respiro spontaneo, l’obesità e le disfunzioni cardiache possano ridurre l’attendibilità di questo test 175

Nei pazienti in respiro spontaneo, ove l’indice è derivato dal rapporto tra la differenza dei diametri per il diametro massimo, un cut-off del 42% è efQicace nel prevedere la responsività ai Qluidi in termini di speciQicità e valore predittivo positivo, risultando però poco sensibile e di ridotto valore predittivo negativo 144.

Come per la vena cava sono stati studiati nuovi indici di distensibilità in altri distretti venosi. Più precisamente della vena giugulare interna 145 e della

succlavia 146. L’assunto è che qualora vi sia una condizione clinica in cui esista un

cambiamento dei volumi e delle pressioni a livello del comparto intratoracico, tali variazioni si ripercuoteranno anche sulle vene del comparto extratoracico, come la vena cava addominale e la giugulare stessa 145.

La popolazione indagata per l’indice di distensibilità della vena giugulare era data dai pazienti settici ventilati meccanicamente con valori cut-off del 18% nel prevedere la FR. Lo studio sulla distensibilità della vena succlavia invece indagava 34 pazienti post-chirurgici e dimostrava, nonostante la piccola dimensione del campione in esame, che esiste una buona correlazione con l’indice di distensibilità della vena cava inferiore 146.

Un’altra tecnica per valutare la FR è stata proposta da Singer nel 1990; il concetto introdotto fu di determinare la terapia Qluidica attraverso la misura del tempo di Qlusso del sangue in aorta mediante doppler esofageo. Tale dato, correlato alla variabilità respiratoria determina il tempo di Qlusso corretto (FTc)

che è dato dal tempo di Qlusso (FT) in rapporto con la radice quadra dell’intervallo RR. Ed FTc è direttamente correlato col precarico. Riprendendo tale concetto è stato proposto lo studio della variabilità della velocità di picco sistolico del Qlusso in carotide. Da due studi recenti, sono emersi due valori di cut-off; uno del 14% 147 ed un altro dell’11% 148 come dato afQidabile nel predire

la FR 147.

Per concludere, un altro test possibile per indagare la FR viene dal test di occlusione di Qine espirazione; l’interruzione di pochi secondi dell’insufQlazione al termine dell’espirazione aumenta infatti il precarico destro. Qualora la pausa sia sufQicientemente lunga, e se il soggetto è dipendente dal precarico, si avrà un aumento dello stroke volume. In caso di aumento maggiore del 5% dopo una pausa di 15 secondi, il soggetto sarà considerato responder.

L’utilità della tecnica del test di occlusione di Qine espirazione è data dalla sua applicabilità in caso di aritmia, poichè il periodo esamina alcuni cicli cardiaci completi; lo svantaggio è che, in caso di presenza di marcata attività del trigger respiratorio del ventilatore che interrompa il periodo di pausa, tale test risulterà nullo 149, 150.

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