I dati che sono stati forniti sono stati poi trasformati dal WWF in punteggi numerici, per poter stilare poi una classifica, in ambito di sostenibilità, nelle aziende del settore della moda. Attraverso tale grafico pubblicato nell’articolo si può evincere che nella classifica che va da 0 (F) a 100 (A+), solo un’azienda ha raggiunto il margine di 70 (C+), mentre la maggior parte delle aziende, tre su cinque, hanno totalizzato voti inferiori al 50 ovvero al di sotto della sufficienza. Mentre LVMH ottiene un buon punteggio poiché, oltre a stipulare report completi in ambito di sostenibilità, negli anni dimostra miglioramenti nella gestione delle problematiche ambientali, la stessa cosa non si può dire della nota azienda italiana Tod’s, che si dimostra la peggiore in ambito di performance sostenibili, poiché, come enunciato nell’articolo, si evidenziano mancanze di volontà nel rispondere adeguatamente ai questionari EIRIS.
In questo articolo pubblicato dal WWF nel 2007, si esortavano le aziende della moda a porre il tema della sostenibilità al centro della strategia commerciale, poiché solo attraverso politiche sostenibili e migliorando i processi interni, si possono generare benefici nei confronti di tutti i partner coinvolti lungo la catena di fornitura; attraverso una maggior tutela dei diritti umani e una migliore salvaguardia dell’ambiente, si possono migliorare l’efficienza produttiva e ridurre gli sprechi, così da avere più risorse da investire all’interno dell’azienda, e utilizzando come driver la responsabilizzazione e la sostenibilità, le aziende possono creare innovazioni e avere maggiori possibilità di creare valore.
Col passare degli anni e con la crescente consapevolezza delle persone dell’importanza della sostenibilità, molte aziende hanno introdotto o migliorato tale concetto all’interno delle proprie aziende. Hermes per esempio nel 2013, ha realizzato un nuovo progetto di up-‐cycling ovvero, con l’intento di ridurre gli sprechi di materie prime, in particolare di tessuto, ha introdotto una nuova linea di abbigliamento ecologica denominata “PetititH”171, composta esclusivamente da scarti di produzione che, mentre una volta
venivano eliminati aumentando i costi come quelli di smaltimento dei rifiuti, ora vengono riutilizzati per generare nuovi capi di abbigliamento e oggettistiche che come afferma Pascale Mussard172 Artistic Director della nuova linea: “coniugando i diversi
171PetitH, linea di abbigliamento della casa Hermès, Available at
http://lesailes.hermes.com/petith
materiali scartarti si cerca di nobilitarli e sublimarli” e nello stesso tempo si migliora l’ambiente riducendo l’inquinamento e gli sprechi.
Anche la nota azienda italiana Tod’s, che nella ricerca promossa dal WWF aveva totalizzato il punteggio più basso finendo all’ultimo posto della classifica delle aziende meno sostenibili, ha rimediato alla sua mancanza in ambito di sostenibilità ambientale promuovendo nuovi progetti a riguardo; come la creazione di edifici passivi dal punto di vista energetico che si basano sull’utilizzo di fonti rinnovabili, come gli impianti geotermici per l’efficientamento dei sistemi di condizionamento e di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.
Come conferma una ricerca condotta da RGA173, società di consulenza che propone idee
e realizza soluzioni in tema di ambiente, sicurezza e responsabilità sociale, la visione sostenibile contribuisce al successo dell’impresa nel lungo periodo perché, oltre a creare un vantaggio competitivo nei confronti dei competitors, genera anche un maggior profitto174 alle imprese, come si può evincere nell’equazione del profitto:
G=R-‐C
Indicando con G il profitto R i ricavi e C i costi, al diminuire dei costi (C), che sono dovuti dalla riduzione degli sprechi e dei costi di produzione, il profitto (G) aumenta.
Grazie ad azioni come la tutela dell’ambiente e il rispetto dei diritti umani dei lavoratori lungo tutta la supply chain, un altro vantaggio che potrebbe influire positivamente sul profitto di un’ azienda sostenibile è il rapporto che si insatura con il consumatore. La maggiore attenzione del consumatore porta le aziende sostenibili a fidelizzare i propri consumatori, aiuta a sollevare l’immagine del brand e la sua reputazione aziendale. Col miglioramento dell’immagine dell’azienda possono aumentare le quote di mercato che generano maggiori entrate economiche che creano un miglior profitto.
Un’azienda che adotta strategie responsabili ha la possibilità di incrementare i propri profitti, riducendo i costi di produzione, gli sprechi di energia e di materie prime; riesce a migliorare i rapporti dei consumatori, soddisfando le esigenze di prodotti sostenibili; evita danni di immagine che rovinano la reputazione dell’azienda , incrinando i rapporti con i consumatori e diminuendo drasticamente i profitti. La green economy è una possibilità per le imprese di migliorare sotto tanti punti di vista e, grazie alle teorie di
173 RGA Sustainability Matters, Available at http://www.rgassociati.it 174 Sostenibilità competitiva, RGA, 2012
economisti come Porter e Kramer e all’aiuto di associazioni che tutelano i diritti e l’ambiente, le aziende che abbracciano la teoria della sostenibilità, attuando azioni sostenibili riescono sia a portare vantaggi all’interno dell’azienda stessa, ma riescono anche a migliorare l’ambiente, diminuendo l’impatto ambientale, creando una maggior tutela dei lavoratori e collaboratori dell’impresa lungo tutta la catena di fornitura, migliorando così il tenore di vita delle persone.
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